RASSEGNA STAMPA – 28 – a cura di Rita Bettaglio

dall’Italia, dal Mondo  –  25 luglio 2011

 

rassegna stampa

a cura di Rita Bettaglio

 

 

Riproduciamo un articolo di E. Gotti Tedeschi, presidente dello IOR, apparso il 21 luglio sullOsservatore Romano.

SONO I FIGLI IL MOTORE DELLA RIPRESA

Di Ettore Gotti Tedeschi

Osservando la popolazione dei Paesi occidentali — in particolare, i Paesi che si potrebbero definire «maturi», come gli Stati Uniti e quelli che formano l’Europa dei 20 — si nota che la percentuale di popolazione con un’età al di sopra dei sessant’anni continua a crescere sensibilmente. Oggi le persone comprese in quella fascia di età rappresentano circa un quarto del totale. Nei Paesi emergenti, invece, non arrivano a un decimo. E già si avverte come i costi di questa tendenza non siano in realtà sostenibili.

L’invecchiamento della popolazione può essere infatti considerato la vera origine della crisi economica in atto. Ma nel prossimo decennio i suoi effetti rischiano di non essere più sopportabili, perché la percentuale sempre maggiore di persone che esce dalla fase produttiva diventerà un costo fisso impossibile da assorbire e da sostenere da parte di chi produce. Sempre meno persone, inoltre, entrano nel ciclo produttivo e, quando riescono a entrarvi, lo fanno molto lentamente. Senza considerare i cambiamenti del concetto di occupazione diffuso sino a qualche tempo fa.

I costi di una popolazione sempre più anziana non potranno quindi essere sostenuti dai giovani, i quali, oltre a essere sempre di meno, potrebbero anche chiedersi perché dovrebbero farlo, soprattutto se immigrati.

Un altro fenomeno, meno osservato, relativo all’invecchiamento della popolazione sta nel cambiamento della struttura dei consumi. Sintetizzando un po’ brutalmente, si potrebbe affermare che si comprano meno auto, ma più medicine. Sta cambiando, e cambierà sempre più, anche il ciclo di produzione del risparmio, in declino e destinato a crollare: prima perché ha dovuto sostenere i consumi, ora a causa della drastica riduzione dei redditi.

Di fronte a questa realtà, è indispensabile avere il coraggio di affrontare il tema delle nascite e dell’invecchiamento della popolazione. Trascurarlo è dannoso, e per questo è ormai improrogabile la definizione di strategie per sostenere concretamente le famiglie nella loro naturale vocazione ad avere figli. Solo così potrà essere innescata una vera ripresa economica. Una famiglia di oggi con due redditi guadagna meno di quanto trenta anni fa la stessa famiglia guadagnava con un solo stipendio. E questa è la conseguenza della crescita delle imposte sul prodotto interno lordo, raddoppiate nello stesso periodo proprio per assorbire le conseguenze dell’invecchiamento dovuto al crollo delle nascite.

I governanti dei Paesi «maturi» devono investire nella famiglia e nei figli per generare una rapida crescita economica, grazie all’attivazione di fattori quali l’aumento della domanda, il risparmio e gli investimenti. Le persone anziane sarebbero così maggiormente accettate, e non solo sopportate, come a volte avviene oggi. In fondo, la natura stessa insegna che se l’uomo e la donna non generano figli è difficile che qualcuno si prenda cura di loro quando invecchieranno. Lo Stato ci può provare, ma a costi altissimi.

21 luglio 2011

(Fonte: Osservatore Romano)

FILIPPINE, ATTACCO CONTRO LA PAGINA PROLIFE DEL SITO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE

Manila (AsiaNews) – Gli hacker attaccano il sito web della conferenza episcopale filippina. È la terza volta dal novembre 2010. Lanomalia ha colpito la pagina dedicata alla Commissione episcopale per la salute impegnata nella lotta contro la controversa legge per il controllo delle nascite (Reproductive health bill, RH Bill).

Ieri, per diverse ore è campeggiato nella seazione uno sfondo che ritrae di un uomo imbavagliato (nella foto), con sotto la firma dellhacker (Aseroh) e la scrittanon ci fermiamo”. Le ragioni di un tale atto sono sconosciute, ma secondo fonti di AsiaNews sarebbe da collegare al prossimo Congresso dei prolife cattolici, che si terrà a Manila il 25 luglio poche ore prima del discorso sulla situazione nazionale (State on Nation Adress, Sona) del presidente Benino Aquino. Il sito della Conferenza episcopale era già stato attaccato nel 27 novembre 2010 e lo scorso 9 giugno, sempre in occasione di una manifestazioni dei cattolici contro la RH bill.

Le fonti fanno notare la grande confusione politica presente nelle Filippine, che ha colpito nelle scorse settimane anche la Chiesa cattolica, con lo scandalo delle auto regalate ai vescovi durante il governo Arroyo. La Chiesa è sempre stata molto vicino al governo Arroyo, che per anni si è opposto al controllo delle nascite nonostante le pressioni dellOnu.

Aquinospiegano le fontiha fatto poco in questo primo anno di governo e ha perso molta popolarità, tradendo le aspettative di molti elettori”. Per le fonti, il presidente non ha gli elementi per fare un bilancio positivo della situazione del Paese. Il processo per Corruzione e brogli elettorali, a carico dellArroyo e lapprovazione dellRH Bill sono i cavalli di battaglia su cui Aquino ha basato la sua campagna elettorale, ma a tuttoggi non vi sono segni concreti di un cambiamento.

TAGIKISTAN: A DUSHANBE I MINORENNI NON POSSONO ENTRARE IN CHIESA SENZA AUTORIZZAZIONE

Dushanbe (AsiaNews/F18) – La Camera alta del Parlamento tagiko ha approvato ieri nuove restrizioni sulla libertà religiosa per i minorenni. Inoltre sono previste nuove pene per chi predica “estremismo religioso”, ma c’è preoccupazione perché non è spiegato cosa si intenda. La nuova Legge sulla responsabilità dei genitori prevede “l’obbligo” dei genitori di “non consentire che i giovani minorenni partecipino alle attività di organizzazioni religiose, con eccezione di quelle comprese in modo ufficiale nell’istruzione religiosa”, in pratica quelle approvate dallo Stato.

Il divieto era già previsto ma i ragazzi potevano almeno “partecipare ai funerali”. Ora anche questo possibilità è stata esclusa, piccola modifica ma importante per la concezione che esprime.

Il controllo è affidato al Comitato per gli affari religiosi, che nel Paese ha anche uffici locali, in grado di controllare in modo capillare la vita pubblica delle famiglie e di denunciare i genitori che non esercitino la prescritta sorveglianza. I genitori devono sorvegliare persino che i figli non partecipino ad attività religiosa quando sono all’estero, occorre uno speciale permesso statale pure per essere iscritto a una scuola estera religiosa.

Fonti dell’agenzia Forum 18 spiegano che è poi molto difficile ottenere dallo Stato l’approvazione per qualsiasi forma di istruzione religiosa. In pratica il divieto impedisce ai giovani di avere qualsiasi educazione e frequentazione religiosa fino alla maggiore età.

I sostenitori della legge rispondono che prima dei 18 anni i giovani possono non avere sufficiente maturità per partecipare con consapevolezza e che la norma vuole solo proteggerli. Ma fonti religiose locali dicono a F18 che “ogni attività religiosa è stata proibita per chi ha meno di 18 anni” e che questa legge “non rispetta gli standard dei diritti umani internazionali” per i minori. “Tutte le chiese protestanti – spiega un’altra fonte – sono preoccupate, ormai è contro la legge anche soltanto che il bambino sia in chiesa”, anche perché le autorità statali “non danno autorizzazioni per i gruppi non islamici, nemmeno per scuole di catechismo domenicale”.

L’art.9 della legge vieta persino invitare i ragazzi “a ricevere insegnamento in scuole e istituzioni educative non riconosciute come pure da singole persone non autorizzate”.

Il fine appare soprattutto quello di colpire le madrasse (scuole islamiche) straniere: nell’agosto 2010 il presidente Emomali Rahmon ha invitato le famiglie a richiamare i figli che frequentano scuole islamiche all’estero, ammonendo contro il pericolo che diventino “estremisti e terroristi”. Molte famiglie povere musulmane inviano i figli in simili istituti, dove sono alloggiati, nutriti e ricevono una educazione di base, anche se di livello molto variabile.

Ma il divieto colpisce tutti: dalla nuova legge sulla libertà religiosa nel 2009 molte moschee sono state distrutte, i cristiani processati e condannati per riunioni e attività “illegali” e i Testimoni di Geova sono stati banditi dal Paese.

Inoltre è stato introdotto il carcere fino a 2 anni sia per chi organizza che per chi partecipa a “riunioni non autorizzate, incontri, dimostrazioni, picchettaggi e cortei stradali”. Ci rientra ogni riunione illegale di qualsiasi matrice. E’ pure punito chi insegna dottrine religiose “estremiste”, ma non è stato chiarito cosa si intende per estremismo, lasciando, quindi, ampia discrezionalità alla polizia: insegnamento punito “in qualsiasi luogo” si svolga, anche in case private, con carcere fino a 12 anni per chi lo organizza e con la confisca delle proprietà.

SOMALIA: I 100 CATTOLICI PRESENTI IN TUTTO IL PAESE RISCHIANO OGNI GIORNO LA VITA

22 luglio 2011

«Riconosco lemergenza umanitaria, ma non dobbiamo dimenticarci dellurgenza di restaurare uno Stato somalo, altrimenti tapperemo momentaneamente delle falle, senza risolvere i problemi alla radice». Monsignor Giorgio Bertin – dal 2001 vescovo di Gibuti e amministratore apostolico della diocesi di Mogadiscio – ha parlato con Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) della tragica situazione somala. Il presule è stato raggiunto telefonicamente a Gibuti, la sua unica “residenza pastorale” «perché – ha spiegato – per gli stranieri bianchi è impossibile vivere a Mogadiscio, rischiano costantemente di essere sequestrati». La totale insicurezza è dovuta all’assenza di una qualsiasi autorità politica, un vuoto che ha lasciato campo libero a «elementi fanaticizzati», come il Gruppo armato islamista al-Shabab [La Gioventù], sviluppatosi a seguito della sconfitta dell’Unione delle Corti Islamiche (UCI) ad opera del Governo Federale di Transizione (GFT) e dei suoi sostenitori. Uno degli obiettivi primari del Gruppo è l’introduzione della Shari’a nel sistema legislativo.


La mancanza di uno Stato ha gravi conseguenze anche sulla situazione dei pochi cristiani somali – una piccola comunità che non raggiunge le 100 unità – i quali devono nascondersi per non esporsi alle violenze degli estremisti. «Non si può parlare di persecuzione, ma soltanto perché non esiste alcuna autorità – riferisce il presule ad ACS – ma nonostante questo i cristiani vivono la loro fede in segreto, senza poter avere alcun momento di comunione». Simbolo di questa situazione, la cattedrale di Mogadiscio, un simbolo che è stato completamente distrutto, un luogo oggi adoperato come alloggio per gli sfollati.


A fronte di un’azione pastorale pressoché inesistente, la presenza cristiana – anche motivata dal messaggio di Benedetto XVI durante l’Angelus di domenica scorsa – si rivela, sebbene indirettamente, in campo umanitario. «Perfino la CaritasSomalia ha dovuto ridurre i suoi interventi – spiega il vescovo – ma fortunatamente possiamo contare su alcuni partner di lunga data, come le Caritas Svizzera e Lussemburgo che operano a Nord nellautoproclamata Repubblica del Somaliland». Nonostante la carestia dovuta alla siccità, per la quale oltre 12 milioni di persone rischiano la morte per fame, la totale mancanza di sicurezza ha costretto molte realtà umanitarie ad abbandonare il Paese. Per questo motivo l’amministratore apostolico, insieme alla Caritas locale, sta promuovendo il coinvolgimento di ONG locali affidabili che portino aiuti anche nelle aree controllate dalle milizie radicali di al-Shabab. Il gruppo armato ha recentemente fatto sapere di aver rimosso il divieto sulla presenza di personale internazionale non islamico, ma i principali organismi umanitari continuano a mantenere una certa prudenza. «Un atteggiamento del tutto comprensibile – sottolinea monsignor Bertin – dal momento che alShabab non ha unautorità centrale e non vi è quindi alcuna garanzia che la rimozione del divieto sia attuata».


Intanto, nei giorni scorsi, il Sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, in visita in Somalia per l’inaugurazione del nuovo Ministero degli Esteri ristrutturato dall’Italia, ha reso noto che ad ottobre riaprirà l’ambasciata italiana a Mogadiscio. «Apprezziamo molto la buona volontà del Governo italiano – commenta il presule, facendo notare anche che non è la prima volta che ne è annunciata la riapertura – ma se non viene intrapresa unazione diplomatica più completa volta alla restaurazione di uno Stato somalo, qualsiasi provvedimento in ambito politico internazionale, rimane velleitario».

(Fonte: http://www.acsitalia.glauco.it )

GOOGLE RECALLS CATHOLIC PRIEST WHO WAS FATHER OF MODERN GENETICS

Lima, Peru, 21/07/2011 (CNA).- Google, il gigante di internet, ha reso omaggio al sacerdote austriaco e biologo Padre Gregor Mendel, considerato l’autore della moderna genetica.

Il disegno che è apparso sullla homepage del motore di ricerca il 21 luglio rappresentava le due piante di pisello che padre Mendel usò nei prorpi esperimenti.

In un discorso nel 100mo anniversario della morte di padre Mendel nel 1984, il beato Giovanni Paolo II disse: “Gregorio Mendel fu un uomo di cultura cristiana e cattolica, nell’esistenza del quale la preghiera e la lode agostiniana sostenevano la ricerca del paziente osservatore e la riflessione dello scienziato geniale”.

“Sull’esempio del suo maestro, sant’Agostino, seguendo la propria vocazione personale, Gregorio Mendel, nell’osservazione della natura e nella contemplazione del suo Autore, seppe in un medesimo slancio congiungere la ricerca della verità con la certezza di conoscerla già nel Verbo creatore, luce seminata in ogni uomo e rifulgente nell’intimo delle leggi della natura, che lo studioso pazientemente decifra,” disse il papa.

Per il testo completo del discorso di GPII cliccare qui

MIO FRATELLO IL PAPA

«Mio fratello, il Papa» (Mein Bruder, der Papst) è il titolo, semplice ed efficace, del libro che monsignor Georg Ratzinger ha preparato insieme al giornalista e scrittore tedesco Michael Hesemann. Sono 256 pagine frutto di una serie di colloqui svoltisi nella tarda primavera di quest’anno a Ratisbona e durante i quali il fratello maggiore di Benedetto XVI ha raccontato al suo interlocutore i ricordi di un’intera vita. Il volume, pubblicato a Monaco da Herbig e corredato da una quarantina di immagini, sarà in libreria il prossimo 12 settembre, proprio alla vigilia della visita che il Pontefice effettuerà in Germania.

Occasione del libro è tuttavia il sessantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Georg e Joseph Ratzinger (a Frisinga, il 29 giugno 1951), ricorrenza non usuale che i due fratelli hanno celebrato insieme nella basilica Vaticana nella festa dei santi Pietro e Paolo. La testimonianza del Prälat Georg Ratzinger, che è la persona più vicina a Benedetto XVI, inizia dagli anni dell’infanzia e racconta tra l’altro come nel seno della famiglia sia nata e maturata la decisione del giovane Joseph di servire la Chiesa nel sacerdozio, sino ad arrivare agli anni del pontificato.

21 luglio 2011

(Fonte: Osservatore Romano)

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