Ratzinger e Bergoglio, gemelli diversi nell’orchestra del Titanic – di Leon Bartoletti

 

Restaurazione contro Rivoluzione?  Tradizione contro Innovazione? Antico contro Nuovo? Regresso contro Progresso? L’idea peregrina di salvare Benedetto XVI per dannare Francesco I, o viceversa salvare Francesco I per dannare Benedetto XVI, trova molteplici teorici e interpreti, oltre lo sventurato comunicatore vaticano. Fioriscono anche gazzettieri e romanzieri della discontinuità, dell’interruzione, della sospensione, della frattura, della “rottura” tra i due pontificati. Ma è tutto il contrario, in realtà. E risulta impresa agevole constatare, tra Ratzinger e Bergoglio, una continuità, una coerenza, uno spirito comune, un’identica esperienza e coltura ecclesiale, un medesimo afflato, un’uguale navigazione (sia pure con diverse sensibilità e interpretazioni) sulla stessa rotta. Sono, Benedetto e Francesco, “gemelli diversi”: due lieviti nella stessa pasta, due facce della stessa medaglia, una coppia di pattinatori sul ghiaccio, i cuochi della stessa minestra riscaldata, un duo strumentale sul Titanic. Riassumiamo in alcuni punti. Entrambi appaiono Papi:

1) del concilio Vaticano II. Ne hanno in comune il substrato. Ne condividono il clima di facile entusiasmo, la visione (sballata e illusoria), le speranze (vane), i temi (datati e sbilenchi), le argomentazioni (trite), le aspirazioni (vecchie), le ansie, i fermenti.

2) del Liberalismo. Nella parte in cui questa dottrina esalta l’individuo e le sue scelte personali a danno dell’autorità esteriore, preferisce la libertà agli obblighi, antepone i diritti ai doveri, si concentra sulla materia più che sullo spirito, sottovaluta i misteri del peccato originale e della redenzione e l’opera della grazia.

3) del Dubbio, del Sospetto, dell’Opinione. Dubbio è non vedere, tra due proposizioni contrarie o contraddittorie, ragioni sufficienti per aderire più all’una che all’altra. Sospetto è inclinare verso una proposizione senza osare aderirvi. Opinione è aderirvi, ma con il timore di sbagliare.

4) dell’Eterna Ricerca. Se fede è aver trovato, aver incontrato, la predilezione va invece a un interrogare, a un questionare, a un cercare continuo che non porta mai a nulla, a un camminare perenne che non conduce da nessuna parte. Si veda in proposito, a pag. 127 del saggio di Enrico Maria Radaelli Al cuore di Ratzinger, al cuore del mondo, il confronto tra il bergogliano “tutti, credenti e non credenti, siamo alla ricerca della verità” e una serie di simili, consonanti affermazioni ratzingeriane.

5) del Dialogo. Inteso come dibattere, discutere, argomentare infiniti, senza premesse considerate sacre e intoccabili né conclusioni ritenute assolutamente affidabili.

6) della Collegialità episcopale. In un senso nuovo, ancora non canonicamente codificato, che indebolisce e incrina il primato del Vescovo di Roma come Pietro e primo degli Apostoli, che mina alle fondamenta la pontificia potestas sull’intera Chiesa universale, quella senza limiti di estensione, “ordinaria” e “primaziale” riguardo a tutte le Chiese particolari e a tutti i loro componenti. Non è mai stata, come si pretenderebbe di far pensare, il potere di un tiranno, né quello di un monarca assoluto attento al bene comune, essendo il Sommo Pontefice obbligato a conformare la propria volontà alla logica del Cristo, al messaggio evangelico, al diritto divino.

7) del Mondialismo. Cioè con uno sguardo ossessivo a politiche, questioni, problematiche planetarie extrareligiose, anche se in principio si è stati tentati di leggere un certo eurocentrismo nel magistero di Benedetto XVI.

8) dell’Ecumenismo. Teoricamente in chiave protestante e vaticanosecondista. Praticamente inseguendo il sogno e la teoria, escogitati dai movimenti interconfessionali, di raggiungere l’unione delle chiese cristiane con una specie di confederazione. Pericolosamente prossimo al sincretismo.

9) delle Aperture. Sia Ratzinger che Bergoglio sono stati e sono, nonostante le apparenze, “aperturisti”. Il primo, certamente, soprattutto verso il passato prossimo; l’altro, indubbiamente, verso un futuro remoto.

10) della Protestantizzazione. C’è ancora qualcuno che nella Chiesa, in tutta onestà – analizzando lo scempio liturgico, la creatività pastorale, la stitichezza dottrinale – ha il coraggio di negarla?

11) del Razionalismo. Insomma, di quel sistema filosofico che mette in disparte la rivelazione divina per mantenere soltanto la ragione (umana) come strumento di conoscenza della verità.

12) del Cristianesimo secondario. Come spiega Romano Amerio (Iota unum §3) “si giudica della religione per i suoi effetti secondari e subordinati in ordine alla civiltà, facendoli primeggiare e sovraordinandoli a quelli ultramondani che le sono propri. Qui batte il concetto medesimo di civiltà e di progresso”.

13) del Riformismo. Il metodo si oppone al concetto di “rivoluzione”, che è una rottura violenta con il sistema precedente. Invece con successive, ben calibrate riforme, orientate alle modificazioni e mutazioni volute, si attua una sorta di persuasione pacifica. Dunque è stato riformista, non restauratore e non reazionario, Benedetto. Dunque è riformista, non rivoluzionario, Francesco.

14) dell’Antropocentrismo. È ormai piuttosto chiaro che la metodologia, l’epistemiologia cristiana, l’indirizzo magisteriale degli ultimi decenni hanno messo al centro l’Uomo (cioè l’essere umano, maschio e femmina) spodestando l’Onnisciente-Onnipotente dal suo trono. L’interesse principale si è concentrato sulla creatura invece che sul Creatore, l’attenzione prioritaria è andata alle situazioni, esigenze, esperienze umane, mondane, terrene.

Su queste linee concettuali, ideologiche, teologiche, Benedetto XVI e Francesco I si mostrano uguali, camminano insieme a braccetto. Se tra loro esistono differenze, sono di provenienza geografica, di corporatura, di temperamento.

37 commenti su “Ratzinger e Bergoglio, gemelli diversi nell’orchestra del Titanic – di Leon Bartoletti”

  1. Entrambi hanno dimenticato i miracoli compresa la Resurrezione. Bergoglio non ha mai parlato delle ostie consacrate diventate carne viva a Buenos Aires, anche se lui stesso chiese che venissero esaminate da scienziati competenti. A furor di popolo hanno dovuto accettare Padre Pio. I miracoli non sono bene accetti ad una Chiesa che si sforza di apparire ed essere al passo con i tempi.

  2. jb Mirabile-caruso

    In estrema sintesi: Roncalli, Montini, Vojtyla, Ratzinger e Bergoglio sono tutti – da zero a piena consapevolezza lo lasciamo al giudizio di Dio – marionette nella mani della Sinagoga. Quindi, NON Papi autenticamente Cattolici. Quindi, la Chiesa è senza Papa dal 1958. Quindi, tutti noi dovremmo prendere atto, finalmente!, che una Chiesa senza Papa è una Chiesa INESISTENTE, condizione, questa, crucialmente necessaria alla Sinagoga per inscenare – del tutto incontrastata – la volgare pagliacciata degli ultimi sessant’anni.

    E, dulcis in fundo, il ‘quindi’ finale: negli ultimi sei decenni nessun consacrato e nessun fedele Cattolico ha compreso – o ha fatto finta di comprendere? – la VITALE necessità di intervenire per ridare alla Chiesa il Suo Papa. Ce ne siamo stati – e ce ne stiamo ancora – a guardare come se stessimo assistendo ad uno spettacolo. Nel mio piccolissimo e modestissimo continuo a RIPETERE la necessità che la Chiesa ritorni in vita – e alla parola e all’AZIONE – attraverso il Suo Papa.

    Assai tardivo, ma ancora possibile!

  3. Mi spiace ma non condivido. L’autore è troppo impietoso nei confronti di papa Ratzinger. Non mi sembra che ci fosse spazio per il dubbio o l’opinione nell’affermazione ratzingeriana dei famosi principi non negoziabili, né che il famoso discorso di Ratisbona fosse incline al relativismo e al mondialismo. Non dimentichiamo poi che papa Ratzinger è stato oltremodo scomodo per il mainstream mediatico, segno di sicura fedeltà evangelica (” beati voi quando vi insulteranno…”, ricordate il vergognoso veto al suo discorso all’università di Roma ?) a differenza del papa attuale, e infatti è stato stritolato per mesi su tutti i giornali che poi avrebbero esaltato Francesco. Le circostanze delle dimissioni poi non sono ancora chiare dopo cinque anni.

  4. Luciano Pranzetti

    Aver, B XVI, dichiarato J. Teilhard de Chardin – falsario, cialtrone supponente “paleontologo”, eretico – “patrono” dell’università pontificia, la Gregoriana, pur conoscendo, per essere stao Prefetto dell’ex S. Uffizio, il MONITUM contro costui emesso, dimostra di essere, intus et in cute, un medesimo eretico e falsario. E vorrei ancora rivelare che la sua preparazione teologica si scontra con l’essere stato bocciato due volte proprio all’esame di docenza in teologìa.

    1. J. Teilhard de Chardin andava scomunicato e cacciato da ogni insegnamento, altro che MONITUM, purtroppo la cancrena modernista già dilagava.

  5. “” Mi spiace, ma non condivido. L’autore è troppo impietoso nei confronti di Papa Ratzinger …. ecc. ecc. “” Sono d’accordo su tutto con Giovani C.
    Mi dispiace molto che Riscossa Cristiana abbia preso questa posizione che mi pare non fosse quella del nostro carissimo direttore Deotto.
    Mi farebbe molto piacere sentire che cosa dice il Dottor Deotto. Grazie molte.

    1. Io invece pur riconoscendo differenze importanti tra l’anticristo della pampa e il dimissionario che gli ha ceduto il trono di Pietro, sono molto contento
      della nuova linea di Riscossa Cristiana.

      Ritengo che finalmente una voce di verità e di lucidità si stia levando in un pantano di conformismo clericale e beghino, ipocrita e tremebondo.

      Grazie a tutti voi e grazie anche al Dott. Deotto che ha compreso la gravità del momento cedendo il testimone a persone di grande valore.

  6. Le persecuzioni “moderne” contro i cristiani sono iniziate con la Rivoluzione Francese. Alla fine il Papa morì prigioniero in Francia, il primo sindaco di Roma “liberata” fu un ebreo. Purtroppo la Chiesa ha compiuto errori irreparabili. Basta leggere “La chiesa cattolica e la secolarizzazione” di Daniele Menozzi, Einaudi Editore. La preoccupazione di conservare un ruolo ufficiale nelle istituzioni (il trono e l’altare) induce la Chiesa a non comprendere quello che deve essere il suo ruolo nel mondo che necessariamente cambia, cambia perché il mondo è vivo e nel cambiamento rimane senza guida per la scomparsa del Cristianesimo come istituzione, come pensiero guida. Bisogna tornare a comprendere le ragioni d’essere del cristianesimo, come e perché si affermò in un mondo terribile e feroce: la fine dell’impero romano e la nascita delle civiltà “barbariche”. Sono da evitare le riunioni oceaniche in Piazza S. Pietro. Ascoltare invece la voce di Padre Lombardi, che chiamavano la “voce di Dio” che ascoltavano anche i comunisti atei.

  7. Assimilare Bergoglio a Papa Ratzinger è un’operazione miserevole e priva di senso: tutto quanto detto e fatto (e subito) da BXVI nel corso del suo papato è li a dimostrarlo. Riformista Papa Ratzinger? Quel che disse e fece al suo tempo fu nel solco più’ puro di una Restaurazione, di un ritorno alla Chiesa come, meglio di me, hanno descritto Paola e Giovani C. più’ sopra. Non dimentichiamo che, in una società ove ateismo, sodomia, pedofilia, aborto, libertinismo, cultura di gender, manipolazione in vitro della vita umana, rinascita e trionfo della massoneria, distruzione della scuola e di tutti i valori fondanti della civiltà cristiana, resa di fronte al maomettanesimo dilagante (in odio al cristianesimo), il solo dichiarare la non negoziabilità di valori irrinunciabili per i cristiani si è presentato come un atto autenticamente rivoluzionario. Su questa strada Riscossa Cristiana, che ho seguito per tanti anni fin dal suo sorgere, rischia di diventare un ricovero di vecchie zitelle inacidite, saccenti e inutili. Per restare nel solco inaugurato da Gnocchi.

  8. Non condivido nemmeno io e sono pure stupita. Se la Chiesa ancora si tiene in piedi, pur barcollando, lo dobbiamo a un gigante delle fede con GPII e alla retta dottrina sempre propugnata da BXVI a cui dobbiamo augurare ancora lunga vita perché è grazie alla sua presenza che la Chiesa di Cristo ancora non è affondata… e se credete alle Sue parole non affondera’ mai.

  9. Una differenza però tra i due c’è e ad onore del vero va rimarcata: Bergoglio è caduto in eresia formale a differenza di tutti i predecessori anche post-conciliari.

    Ratzinger ha certamente operato in modo discutibile e con la sua “ermeneutica della continuità” ha ripetutamente gabellato le assurdità del VAT2 come qualcosa di compatibile con la Sacra Tradizione, anzi aggiungo che assai spesso ha tentato di far dire alla Sacra Tradizione quello che diceva il VAT2 e non viceversa, ma tra mezze affermazioni e circiterismi d’ogni guisa
    non è mai caduto in eresia formale certa e manifesta, è sempre rimasto nell’ambiguità, come pure i predecessori post-conciliari.

    In questo Bergoglio è del tutto atipico perchè lui e solo lui è chiaramente ed inesorabilmente eretico formale ed anticristo.

    Certo è che se Ratzinger non si fosse dimesso non staremmo certo a discutere oggi su blasfemie come la comunione ai pubblici adulteri o sull’assenza del Dio cattolico etc.. etc…

    Questo pure è un fatto e va considerato.

  10. Non condivido nemmeno io. Il Vaticano II ha prodotto frutti palesemente velenosi e dunque è stato un albero certamente cattivo. Altrettanto certamente BXVI ne è stato uno dei protagonisti e dunque, a posteriori, si può affermare che ha innegabilmente contribuito a determinare lo stato in cui la Chiesa si trova ora. Lui era però sicuramente in buona fede, visto che, da papa ha cercato di rivederne molte posizioni e di rimediare almeno in parte a quegli errori. E questo a mio modo di vedere lo mette su un piano del tutto diverso da quello di Bergoglio.
    A dimostrazione di ciò il fatto che, come aveva purtroppo temuto, è “fuggito davanti ai lupi”; ed i lupi non aggrediscono i propri simili ma le pecore. Questa, a mio modo di vedere è la sua colpa più grande, essersi comportato da pecora.

  11. Luciano Pranzetti

    Lupi? io direi: botoli, cagnoli. Davanti a questi B XVI è fuggito, accampando il pretesto della “ingravescens aetas” ad onta della quale, a quanro ci è dato osservare, si permette di esprimere idee e vergare lettere, in modo lucido. Lui, che aveva stimolato GP II, debilitato dal parkinson, a resistere sul trono di Pietro perché un Papa è tale “usque ad finem”, al primo guaito ha raccolto le sue cose, salutato la compagnìa, assicurandosi un accademico titolo di “Papa emerito”.

  12. Piero Vassallo

    ricordo il cardinale Siri che faceva ritorno a Genova manifestando l’angoscia procuratagli dalle eresie squillanti nei pensieri dei teologi progressisti

  13. Carla D'Agostino Ungaretti

    Io credo che tutti dovremmo rinchiuderci in noi stessi e pregare il Signore perché ci mandi lo Spirito. Tutte queste diverse opinioni (che in gran parte anche io condivido) sono opera del demonio che si diverte un mondo a seminare zizzania nel popolo di Dio. Anche io, che sono stata e sono tuttora una grande estimatrice dell’opera teologica di Benedetto XVI, sono rimasta disorientata, prima dalle sue dimissioni (che non mi sono mai sembrate coerenti con il suo Ministero) poi dal voler rimanere a vivere in Vaticano e al continuare a vestire di bianco come prima, poi dalla sua recente esternazione che ha offerto l’occasione a fraintendimenti e interpretazioni varie. Insomma, oggi tutti parlano troppo e ogni parola viene usata secondo i propri comodi. Neppure a me piace quello che dice e fa Francesco ma, amici miei, che vogliamo fare? Che ci piaccia o no (e, ribadisco, a me non piace!) quell’uomo E’ PIETRO! Chi ci dice che non sia stato scelto dallo Spirito Santo per qualche scopo misterioso che forse solo le generazioni future saranno in grado di decifrare? Io mi sento troppo

    1. Lei cara signora e’ molto confusa.

      Pietro e’ morto martire molto tempo fa e vestirsi di bianco non fa papa nessuno.

      A Lei forse rinchiudersi in preghiera e dire a se stessa che l’impostore argentino e’ papa la fa stare meglio di come starebbe accettando i fatti per quel che sono….

      faccia pure, sono decisioni sue… ma costringere gli altri a tacere la verita’ questo non si puo’….

      tacere non si puo…. anche se a Lei non piace la realta’.

      Bergoglio non e’ che un eretico impostore.

    2. Sorry, ma non è stato lo Spirito Santo a sceglierlo: sono stati gli uomini. Uomini massoni.
      Dare la “colpa” di questo scempio, allo Spirito Santo, diventa una bestemmia.

  14. Carla D'Agostino Ungaretti

    … piccola, ignorante e umile per commentare il suo stile pastorale, anche se non lo comprendo. E allora prego Dio perché Francesco non si pronunci mai “ex cathedra”, perchè allora temerei veramente il successo del “nemico” che coglierebbe quella magnifica occasione per spaccare la Chiesa in mille pezzi.

    1. jb Mirabile-caruso

      Carla D’Agostino Ungaretti: “Neppure a me piace quello che dice e fa Francesco ma, amici miei, che vogliamo fare?
      ……………………………………….Che ci piaccia o no (e, ribadisco, a me non piace!) quell’uomo È PIETRO!”…………………

      Mi perdoni, gentile Signora D’Agostino Ungaretti, ma Lei è consapevole del fatto che – nella Sua veste di pecorella cattolica – ha il doppio DOVERE di stare guardinga sul Suo Pastore allo scopo di costantemente accertare che non sia un lupo sotto le mentite spoglie di Pastore? E che, nel caso scoprisse di essere un lupo travestito, ha anche il DOVERE di dare l’allarme a tutte le altre pecorelle?

      Mi creda, io sono letteralmente esterrefatto nel leggere la Sua laconica affermazione “quell’uomo È PIETRO!”, riferito ad un volgarissimo individuo che sputa e bestemmia da mane a sera su nostro Signore Gesù Cristo! Davvero non riesco ad immaginarmi cos’altro quest’uomo dovrebbe fare, o dire, che non ha ancora fatto o detto, per destare la Sua consapevolezza!

    2. Aggiungo che per essere eretici formali non e’ richiesto il titolo di papa….

      si e’ eretici quando si professano eresie, a prescindere da quale cattedra o palco si vanno spacciando….

      Un papa eretico, quello si che distruggerebbe la Chiesa…. ecco perche Bergoglio non e’ papa.

  15. Per i critici del presente articolo: ma voi davvero vedete in Benedetto XVI questo gigante della Chiesa? Io vedo un gigante dell’intelletto, finissimo teologo, mente lucidissima, e proprio per questi motivi non riesco a giustificare la sua rinuncia. Da padre di quattro bambini, mi è inconcepibile l’idea di una mia rinuncia al ruolo. Come se un giorno, tornato dal lavoro, dicessi a mia moglie: “Cara moglie, sono invecchiato e non me la sento più di correre dietro a dei bambini, alzarmi la notte quando piangono, preoccuparmi quando si ammalano… Insomma, mi dimetto da papà: da lunedì prossimo non sarò più il papà dei nostri figli, cercati un altro che prenda il mio posto, ma sappi che rimarrò papà emerito. Ogni tanto verrò a trovarvi, in più ho già affittato l’appartamento a fianco, così posso starvi vicino senza disturbare. Assicuro poi al papà mio successore di essere sempre d’accordo con lui, qualunque decisione prenda in merito al futuro dei nostri figli. Assicuro anche che buona parte del mio stipendio verrà a voi versato ogni mese.” Ma dai, che follia! Ricordate la…

    1. jb Mirabile-caruso

      edoardo: “…ma voi davvero vedete in Benedetto XVI questo gigante della Chiesa? Io vedo un gigante dell’intelletto, finissimo teologo, mente lucidissima…”.

      Una mente così “lucidissima”, infatti, che questo gigante dell’intelletto CREDE che Dio è una IPOTESI! Sa cosa Le dico, signor edoardo? Che quest’uomo è un finissimo BLUFF!

    2. Finalmente un commento che riconduce al reale le fantasie onirico-millenariste a difesa di un papa che se non fosse stato volontariamente modernista allora significa che e’ un vigliacco.
      Complimenti Sig. Edoardo… Lei ha pienamente ragione.

  16. Luciano Pranzetti

    Carissima Carla, Papa Francesco non pronuncerà mai “ex cathedra” le sue uscite pastorali ma fa comprendere, dall’aria che tira, che gli è dovuta obbedienza. L’A. L. è la prova di questa sua astuzia “politica” che, al postutto, ottiene lo stesso risultato che avrebbe “ex cathedra” ma ne salva apparentemente e formalmente l’aspetto canonico. Io credo che anche un umile fedele, quale io sono, non trovi difficoltà a intravedere, in tante delle sue affermazioni, la deriva eretica antipastorale.Non mi serve il master in teologìa per respingere, ad esempio, come blasfema, la seguente frase: “Nella Santissima Trinità, esse (le tre Persone divine) passano il tempo discutendo a porte chiuse, ma all’esterno dànno un’immagine di unità” (Udienza 17/3/2017 ai rappresentanti del CTEWC). Ci vuol poco a capire che Bergoglio introduce nel seno di Dio Uno e Trino la discordia e l’inganno. No, questo Papa è un eversore e B XVI il suo apripista. E l’elenco potrebbe continuare in discesa infinita.

    1. Carla D'Agostino Ungaretti

      Gentile Prof. Pranzetti, accetto in pieno la sua correzione, come accetto quella degli amici che l’hanno preceduta, ma essa non consola affatto il dramma spirituale che io sto vivendo e del quale ho parlato spesso. Soprattutto la frase dell’udienza del 17 marzo, che non conoscevo, mi ha raggelata. Ma cosa posso fare io, cattolica osservantissima, nella mia totale umiltà se non accettare questo mio Vescovo che non comprendo e che, anzi, spesso mi scandalizza come è avvenuto con la frase citata da lei? Già sono stata quasi cacciata per ben due volte dal confessionale perché “superba e recidiva” nel criticare il Papa. Allora dovrei abbandonare questa Chiesa in attesa di tempi migliori? Questo mi sono sentita consigliare da qualcuno. Ma non posso: io sono romana perché cattolica e cattolica perché romana, sono “papista” (non certo nel senso protestante) perché attaccatissima alla nostra civiltà e “papalina” perchè attaccatissima alla Cattedra di Pietro. Allora non mi rimane che tacere, pregare e accettare questa Croce. Continui a leggermi, tengo troppo al uo giudizio. BUONA…

  17. Nel mio intervento avevo notato come gli ultimi papi abbiano dimenticato i miracoli. Nessuno ha ripreso l’argomento. Quando Gesù apparve dopo la Resurrezione ai discepoli per la seconda volta probabilmente tra loro c’era chi sospettava che si trattasse di un fantasma. San Tommaso, assente durante la prima apparizione, aveva detto che per credere doveva toccare le sue ferite. Gesù lo invitò a fare un’esame autoptico. Fu allora che i discepoli capirono che Gesù era risorto ed era presente in “carne e ossa”. Il cristianesimo come fede nella natura divina di Cristo credo che sia nato in quel momento. Il cristianesimo non è solo un bel messaggio sociologico, ma è un insieme di fatti terribilmente concreti. Gli ultimi due pontefici hanno ripiegato sulla predicazione di un cristianesimo come ente morale internazionale. Bernard Shaw, che non credette nei miracoli, considerò Cristo il più grande scienziato sociale. Appunto come la Chiesa oggi.

  18. giulio ferrari

    Gran brutta deriva stà prendendo Riscossa Cristiana … forse perché è cambiato il direttore ?
    Mai visti commenti così sfacciatamente contro BXVI.
    Tutti che vi affannate a “capire” il perché ha fatto un passo di lato, tutti a ridurre ad un’unica decisione umana … ma guardate che BXVI l’ha precisato: il tutto l’ha deciso dopo essersi impegnato nella preghiera … ma Dio ed i suoi piani fanno ancora parte del vostro credo ? Ed allora chiedetevi perché stà permettendo tutto questo … è allora che vi serve pregare lo Spirito Santo , perché illumini la mente e l’anima ( non necessariamente in questa successione, per carità …).
    Un abbraccio

    1. Caro Giulio, qui non si tratta di essere contro qualcuno…. qui sitratta di seguire Cristo oppure no.

      Dato che Ratzinger ha preferito dimettersi lasciando via libera al disastro della pampa significa che questo e’ volere divino?

      I piani divini nessuno li conosce, ma non e’ certo abbandonando il campo e favorendo l’eresia che si fa il volere di Dio…. di buone intenzioni
      e’ lastricata la via per l’inferno.

      Bisogna giudicare i fatti e non processare le intenzioni, altro che incolpare lo Spirito Santo o le dimissioni del bravo Deotto, per le buaggini
      del dimissionario e le lacrime delle sue vedovelle.

  19. Luciano Pranzetti

    Caro Giulio Ferrari, riguardo all’attuale situazione della Chiesa, si rammenti delle visioni della beata Emmerick e della profezia mariana de La salette.

  20. giulio ferrari

    Cari Matteo e Luciano Pranzetti, se leggeste la beata Emmerick sapreste che tutto questo deve avvenire … e sicuramente non per colpa delle dimissioni di BXVI … bastava eleggere un vero papa … ma fatevene una ragione: BXVI è l’ultimo Papa … ci sentiamo dopo l’Avvertimento …

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