di don Marcello Stanzione
Sai Baba, nato nel 1926 a Puttaparthi, nel sud dell’India, dove è vissuto e dove attirava annualmente oltre centomila pellegrini, è morto il 24 aprile del 2011. Al suo funerale hanno partecipato oltre 200.000 fedeli e molte star del cinema e della politica. Chiamato alla nascita Satyanarayan Raju, il giovane Sathya conosce fin dalla più tenera età una serie di esperienze mistiche e- secondo i suoi seguaci – di fenomeni straordinari, finché a quattordici anni entra in uno stato di esaltazione (apparentemente provocato dal morso di uno scorpione), al termine del quale, il 23 maggio 1940, annuncia: “Sono Sai Baba”, è proclamato avatar, e anzi “avatar integrale” (purnavatar) come Krishna, mentre Gesù Cristo, Ramakrishna, Aurobindo sarebbero stati soltanto amshavatar, avatar “parziali”. Contrariamente a Meher Baba, per cui i miracoli appartengono a una sfera inferiore, Sathya Sai Baba affidava la prova del suo carattere di avatar ai segni straordinari o siddhis.
I suoi seguaci quando Baba era in vita gli attribuiscono ogni sorta di miracoli, sia nel regno psichico (chiaroveggenza, profezie, apparizioni ai suoi seguaci in diverse parti del mondo) sia, soprattutto nel regno fisico. Dalle mani di Sathya Sai Baba esce ogni giorno una cenere sacra (vibhuti) a cui sono attribuite ogni sorta di proprietà miracolose e curative. Il maestro sarebbe inoltre stato capace di “materializzare” oggetti di ogni genere, in particolare statuette devozionali, anelli d’oro, il linga o simbolo fallico di Shiva che Sathya Sai Baba faceva uscire dalla sua bocca una o due volte all’anno in occasione di feste del dio, e perfino monete d’oro americane che recano, come data del conio, l’anno di nascita del devoto per cui sono state “prodotte”. “L’uomo dei miracoli” – come viene chiamato – è stato visto trasformare sabbia in un volume della scrittura sacra indiana Bhagavad Gita, sassi in caramelle, fiori in diamanti, fare sparire una figura da un anello e poi farla riapparire e così via. I “fenomeni” tendono naturalmente a concentrare tutta l’attenzione dei devoti della figura di Sathya Sai Baba piuttosto che sul suo insegnamento ( che presenta caratteri meno complessi e originali). Il maestro invitava a tornare alle scritture tradizionali dell’India in termini – se paragonati agli insegnamenti di altri maestri contemporanei – piuttosto conservatori. Il suo era del resto un messaggio profetico, “trinitario” nel senso che Sathya Sai Baba costituisce una Trinità con Sai Baba di Schirdi e con un “prema Sai Baba” che apparirà nel distretto di Mandya, Stato del Karnataka, in India. Il guru indiano– che nulla ignora del passato, del presente e del futuro – aveva annunciato la sua morte per l’anno 2022 ma è morto ad 85 anni ben 11 anni prima…
Molti devoti pensano che l’apparizione del futuro Prema Sai Baba segnerà il ritorno dell’età dell’oro. Contrariamente a quanto si ritiene talora in Occidente, i fenomeni di Sathya Sai Baba non attiravano l’attenzione soltanto degli occidentali; i suoi seguaci sono numerosi in tutto il sud dell’India. Come sempre di fronte a “miracoli” viene avanzata, anche in India, l’ipotesi della frode, di cui, grazie a numerose testimonianze dei suoi ex seguaci, si sono trovate prove decisive che dimostrano gli inganni del guru. Come nel caso dei fenomeni spiritici, anche per Sathya Sai Baba si sono mossi gli illusionisti che hanno cercato di riprodurre i suoi “miracoli”, con successo in qualche caso, come riferisce lo stesso Haraldsson, ma non in tutti e questo fa pensare ad una pista demonologica. Gli autori più critici notano che la documentazione è molto incompleta per le due resurrezioni di morti (un indiano nel 1953 e un americano nel 1971) che vengono attribuite al maestro. In realtà come è stato ampiamente dimostrato da numerosissime testimonianze riportate dal sito www.exbaba.it, Sai Baba era invece un pervertito sessuale che faceva profezie che quasi sempre si rivelavano sbagliate ed aveva un giro di denaro enorme dovuto alle offerte dei suoi fedeli che, invece di essere utilizzate per la beneficenza, erano volatilizzate e quasi mai impiegate per gli scopi caritativi per le quali venivano raccolte. L’ipotesi che dietro Sai Baba si nascondesse il demonio non mi pare completamente da escludere….