San Giuseppe. La liturgia odierna celebra il Patrono della Chiesa Universale – di Cristiano Lugli

di Cristiano Lugli

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La liturgia odierna celebra San Giuseppe, dichiarato Patrono della Chiesa Universale da Pio IX l’8 dicembre 1870, con il decreto “Quemadmodum Deus”, per esaltare la figura del Gloriosissimo Patriarca, colui che devozionalmente parlando non può avere avanti a sé nessun altro che la Santa Vergine Maria, l’Immacolata Sposa. In particolare, nell’Epistola della Santa Messa odierna la Sacra Scrittura ci rammenta, attraverso l’Ecclesiastico, la figura dei Giusti, e nello specifico rimanda a Mosè, il cui elogio viene qui applicato al Santo falegname. Il Giusto rivolge la propria anima interamente a Dio che l’ha scelta provvidenzialmente per cooperare ai Suoi disegni di Salvezza, e già questo è motivo di soave ringraziamento al Signore, come ci è ricordato nell’Antifona all’Introito: “Il giusto crescerà come la palma, si ergerà come il cedro del Libano, piantato nella casa del Signore, negli atri del nostro Dio. È buona cosa rendere grazie al Signore e inneggiare al Tuo nome, o Altissimo”.

Parlare di San Giuseppe non è cosa facile, più che altro per la grandezza che pervade la figura di questo Santo, oggi più che mai indispensabile per resistere agli attacchi sferrati contro la famiglia cattolica, oltre che esempio sempre valido di ciò che è il ruolo del padre nella società, ormai scavalcato e distrutto da quella malata ideologia che è il femminismo galoppante.
In questo giorno di grande Festa liturgica, è quindi assolutamente indispensabile rammentare ed esaltare questa figura biblica, spesso e purtroppo emarginata, ma di un’importanza senza pari nel mistero di Redenzione operato da Dio mediante il Figlio Unigenito.
S. Giuseppe non visse per se stesso, nemmeno per un istante. Si consacrò alla missione affidatagli da Dio, non pensando mai a un suo interesse personale. Visse unicamente per Iddio, servendo Maria sua Sposa e Gesù.Fu il modello perfetto delle anime che hanno come unica ispirazione quella di vivere per Dio e con Dio, nel compimento della missione loro affidata.
Il punto di divisione principale fra Antico e Nuovo Testamento si colloca proprio in San Giuseppe, la prima parte della sua vita appartenendo all’Antico e la seconda invece al Nuovo. Prima della venuta del Figlio di Dio, infatti, egli, come tutti i patriarchi dell’antica alleanza, seguiva l’indirizzo dettato dai suoi tempi, e cioè un rapporto con Dio improntato ad un senso di sacro timore reverenziale. Ma, una volta rivelatogli dall’Angelo il Santo Mistero dell’Incarnazione, la vita di S. Giuseppe cambia drasticamente: l’Altissimo, il tre volte Santo, l’Inaccessibile ed Onnipotente Iddio gli si mostra, si rende quasi palpabile, vicino, fino al punto di incarnarsi nel seno immacolato della sua Sposa, nonché scegliendo proprio lui, il falegname di Nazareth, come Padre putativo.
Viene costituito ed onorato come custode fedele della Sacra Famiglia, stabilendo che dal Cielo continui ad essere il custode di un’altrettanto grande famiglia come quella cristiana, e cioè la Chiesa intera la quale, sicura della sua protezione ed appoggiandosi fermamente ad essa, così prega nel Messale Romano quest’oggi: “Fa’, o Signore, che siamo aiutati dai meriti dello Sposo della tua Santissima Madre, affinché quanto non possiamo ottenere da soli, ci sia accordato per sua intercessione…”.

All’infinito potremmo continuare sulla figura di questo grande Uomo di Dio, ma per rendergli meglio onore – importante quanto dovuto – potremmo lasciare la parola ad un sacerdote che tanto ha amato il Casto Sposo di Maria. Ci riferiamo a Padre Ludovic Marie Barrielle (1897-1983 – vedi nella foto sotto), per quasi una vita direttore spirituale al Seminario San Pio X di Ecône fondato da S.E. Mons. Marcel Lefebvre, trasmettendo ad un’intera generazione di giovani seminaristi e sacerdoti il suo ardore apostolico e, non di meno, predicando instancabilmente gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola secondo il metodo riassunto in cinque giorni dall’amico e confratello Padre Vallet.
Padre Barrielle si è premurato di scrivere un bellissimo libriccino tutto dedicato alla figura di San Giuseppe, esaltandone la devozione e trasportando quante più anime possibile a lui, certo di condurle nel porto più sicuro.
Il breve opuscolo si apre proprio parlando della tiepida e poco conosciuta devozione al Santo. Leggiamo nella premessa:

“San Giuseppe: un uomo che non conoscete! O forse solo di nome! Tuttavia, che gran personaggio; che gran ruolo ha giocato nella storia del mondo! Se l’aveste per amico, che potente protettore sarebbe per voi personalmente e per i vostri figli!
Molte volte, la sola lettura della vita di un grand’uomo, di un santo, ha trasformato l’esistenza di giovani nel tentativo di imitarlo…
Così, se la protezione al momento opportuno di un “personaggio altolocato” ha fatto la fortuna di un ragazzo povero, che Grazia sarebbe per un uomo la conoscenza di San Giuseppe! Pensate alle trasformazioni possibili, per la vostra vita…e per l’eternità! Potete arrivarvi? Leggete questo opuscolo. Non ve ne pentirete.”

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La semplicità e lo zelo sacerdotale di Padre Barrielle richiamano ad approfondire la conoscenza di questo Santo, trattando prima di tutto la vera e propria “biografia”, che passa pure ed inevitabilmente per la devozione fortissima alla Santa Vergine. Da qui ammiriamo la figura di San Giuseppe come insigne patrono della Buona Morte, punto che deve impegnare vivamente l’animo a coltivare la devozione del Patriarca. A tal proposito così spiega P. Barrielle:

“Il titolo che la Santa Chiesa dà a San Giuseppe dovrebbe bastare, da solo, ad impegnarci a praticare una grande devozione verso un simile santo. Sia che si tratti di noi o del prossimo (parenti o amici), sia che si tratti anche di estranei (ammettendo che un cristiano possa avere degli estranei) tanto cristiani che pagani, è del massimo interesse per tutti vivere questa devozione verso il ‘Patrono della Buona Morte’.
L’incontro della morte ha sempre qualcosa di misterioso, d’angosciante! A tutti pone inquietanti interrogativi. È così forte, che la stessa polizia stradale cerca di nascondere gli incidenti mortali per evitare ai passanti di turbarsi. Perché, la morte turba! Al suo cospetto, è impossibile evitare di porsi delle domande, per se stessi, anche se si è in stato di grazia…a maggior ragione per gli altri!”.

San Giuseppe va sovente pregato per i moribondi. Sappiamo che San Pio X aveva chiesto di esporre in tutte le sacrestie un avviso per sollecitare i sacerdoti a ricordare nella Santa Messa i moribondi del giorno. Fu proprio lo stesso Papa Sarto a favorire la celebre confraternita della “Pia Unione del  transito di San Giuseppe”, fondata da don Guanella. Il Santo Papa si iscrisse per primo, e l’arricchì finanche di ogni privilegio ed indulgenza possibile per esortare i sacerdoti, così da formare una vera e propria catena ininterrotta di Messe per i morenti.

“Sì
– continua Padre Maria-Barrielle – San Giuseppe è il Patrono della Buona Morte, dopo avere avuto l’insigne privilegio di morire fra le braccia di Gesù e di Maria. A sua volta, assiste sul loro letto di morte, in modo efficace e dolce, quanti lo invocano per ottenere una santa morte. Ancora di più: raccomandate a S. Giuseppe quelli a cui volete assicurare ciò che Sant’Agostino definisce la Grazia delle grazie: una buona morte e state pur certi che andrà in loro soccorso.
Quante persone faranno una buona morte perché sarà stato invocato per loro San Giuseppe, il grande Patrone della Buona Morte… Ecco il segreto per morire in pace!”.

Infine, l’omaggio devoto, candido e puro da offrire al custode della Santa Famiglia, al Familiarum Columen di cui tutti necessitiamo – e quanti fra i padri di famiglia – lo concludiamo con l’adorazione e l’encomio fatto da una Santa straordinaria, devotissima a S. Giuseppe come in pochi, fra i Santi a noi noti, lo sono stati: Santa Teresa d’Avila.
Iniziò fortemente la sua devozione in un momento in cui era ammalata, e quindi incapace di meditare, spinta così ad affidarsi integralmente a San Giuseppe:

“Presi per mio avvocato e Patrono il Glorioso San Giuseppe, e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nella necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi in cui era in gioco il mio onore e la salute dell’anima mia.
Ho visto chiaramente che il suo aiuto mi fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una Grazia senza averla subito ottenuta. Ed è così che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i pericoli di anima e di corpo da cui mi ha liberata per l’intercessione di questo santo benedetto. Ad altri santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso San Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuol darci a intender che, a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, altrettanto gli sia ora in Cielo nel fare tutto ciò che gli chiede. Ciò han riconosciuto per esperienza varie altre persone che dietro mio consiglio gli si sono raccomandate. Molte altre si son fatte da poco sue devote per avere sperimentato questa verità.
Procuravo di celebrarne la Festa con maggior possibile solennità. È vero che ci mettevo più vanità che spirito, perché volevo che si facesse tutto con ricercatezza e scrupolosità, ma l’intenzione era buona. Del resto, era questo il mio male, che appena il Signore mi faceva grazia di intraprendere qualche cosa di buono, io frammischiavo a molte imperfezioni e mancanze. Dio mi perdoni se per il male, le ricercatezze e le vanità usavo invece tanta industria e diligenza!
Per la grande esperienza che ho dei favori di San Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero di essergli devoti. Non ho conosciuta persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui. È già da vari anni che nel giorno della sua Festa io gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita. Se la mia domanda non è tanto retta, egli la raddrizza per il maggior bene. Se la mia parola potesse essere autorevole, ben volentieri mi dilungherei nel narrare dettagliatamente le grazie che questo Santo glorioso ha fatto a me e ad altri, ma per non varcare i limiti che mi sono imposti, in molte cose sarò più breve di quanto vorrei, e in altri più lunga del bisogno: insomma, come colei che ha poca discrezione in tutto ciò che è bene.
Chiedo solo per amore di Dio che chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso Patriarca ed essergli devoti. Gli devono essere affezionate specialmente le persone di orazione, perché non so come si possa pensare alla Regina degli angeli e al molto da Lei sofferto con il Bambino Gesù, senza ringraziare San Giuseppe che fu di loro grande aiuto.
Chi non avesse maestro da cui imparare a far orazione, prenda per guida questo Santo glorioso, e non sbaglierà”.

Ci aiuti dunque l’archetipo di custode per ogni focolare domestico, a far sì che a partire dalle famiglie cattoliche riparta la fiamma dell’ardore cristiano. Quell’ardore che, caldo del fuoco della Fede, sarà in grado di conservare il buon seme e la speranza di rivedere un giorno, quando meno ce lo aspetteremo, la Gloria del Cristo e della Sua Santa Sposa.
Possiamo star certi che la presenza di San Giuseppe sarà presente, essenziale e fondamentale all’interno delle nostre famiglie, per metterle in grado di adempiere al fine che più a Dio piace: popolare il Paradiso di anime sante.

2 commenti su “San Giuseppe. La liturgia odierna celebra il Patrono della Chiesa Universale – di Cristiano Lugli”

  1. Grazie a Cristiano Lugli per questa bella esaltazione di San Giuseppe, castissimo sposo di Maria e capo della più santa delle famiglie . Era festa un tempo il 19 marzo, una bellissima festa; poi, però, i cattolici che per secoli e secoli erano rimasti bambini, sono finalmente diventati adulti e, nel pieno delle loro facoltà, hanno capito che un santo così bisognava ridimensionarlo. “Che diamine, chi crede di essere?”, si sono detti, e in un clima di sano egualitarismo, hanno sentenziato: “Se ne stia nel suo bel cantuccio nel calendario, scritto in nero come tutti gli altri santi. Compresi anche Pietro e Paolo. Evviva l’uguaglianza!

  2. Confermo e sottoscrivo tutto quello che ha espresso S. Tersa D’Avila;
    Ho provato sulla mia pelle ( in alcune circostanze) la potenza immensa di S. Giuseppe.
    Ah che grande cosa la Fede, chiedo a Dio, tutte le volte che lo prego di accrescere la mia fede ( che percepisco fragile!),e di fare in modo che io NON mi allontani MAI da Lui.
    Sia lodato Gesù Cristo.Sempre sia lodato.

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