“SANT’ANDREA BESSETTE – I MIRACOLI DI SAN GIUSEPPE”, DI DON MARCELLO STANZIONE – recensione di Carlo Di Pietro

recensione di Carlo Di Pietro

 

 

alsÈ disponibile nelle librerie cattoliche il libro “ Sant’Andrea Bessette – I miracoli di san Giuseppe” scritto da don Marcello Stanzione per l’editrice Segno di Udine.

Alfredo nasce il 9 agosto 1845 nel villaggio di Saint – Grégoire d’Iberville, nella diocesi di Montréal (provincia francofona del Canada). Ottavo dei dieci figli del falegname Isacco Basette e di Clotilde Foisy, a nove anni è orfano del padre e a dodici della madre. Fin da piccolo si ammala di un disturbo allo stomaco che non gli permette di cibarsi come gli altri e a causa di ciò dovrà cambiare spesso lavoro: calzolaio, fabbro, contadino. A diciotto anni emigra in California dove lavora come tessitore. E’ un ragazzo buono e allegro, amante della preghiera e devotissimo di S. Giuseppe, che come lui ha provato la povertà, il lavoro manuale e l’esilio. Rimane in contatto epistolare con il parroco Andrea Pronencal il quale, constatando che la permanenza negli Stati Uniti non ha scalfito la sua fede, gli consiglia di entrare in convento come semplice frate non sacerdote.

Tornato perciò in patria alla fine del 1870, don Provencal lo indirizza alla Congregazione della Santa Croce. Questa congregazione religiosa dedita all’educazione aveva restaurato nel Québec il sistema scolastico di lingua francese che più di un secolo prima il governo britannico aveva abolito. Ai superiori della Congregazione il parroco manda una lettera di presentazione in cui annuncia: “Vi mando un santo”. Alfredo entra nel Noviziato, presso il Collegio di Notre- Dame di Montréal, prendendo il nome di fratel Andrea per riconoscenza al proprio parroco. Durante i mesi di noviziato si dedica con gioiosa umiltà ai lavori manuali nei quali è molto abile ma, ripetendosi i problemi di salute allo stomaco, i superiori decidono di rimandarlo in famiglia. Fratel Andrea, approfittando di una visita al collegio di mons. Bourget vescovo di Montréal, gli manifesta in tutta semplicità il fermo proposito di servire il Signore nella vita religiosa nonostante la salute cagionevole; gli parla della propria devozione a S. Giuseppe e del suo “sogno” di costruire una cappella in onore del santo sul Mont- Royal, la collina che sovrasta la città Montréal e che si trova di fronte al collegio. Positivamente impressionato (costruire in quel luogo una chiesa in onore di S. Giuseppe era anche la segreta aspirazione del vescovo) mons. Bourget fa pressione affinché frà Andrea il 22 agosto 1872 venga comunque ammesso alla professione dei voti religiosi. Ai superiori recalcitranti disse: “Se questo giovane diventerà inabile al lavoro, saprà almeno pregare assai bene”.

Fratel Andrea viene nominato portinaio del medesimo collegio, attività che svolge per quarant’anni. Svolge anche molte altre attività, ma tra i continui dolori di stomaco a causa dei quali è costretto a nutrirsi abitualmente di latte diluito con acqua e di croste di pane. Approfitta inoltre del compito di parrucchiere del collegio per inculcare nei giovani la devozione a S. Giuseppe. Durante la notte poi si reca a pregare sul prospiciente Mont-Royal, dove ha sotterrato una medaglietta di S. Giuseppe con l’intenzione di facilitare così il suo “sogno”. Ai fedeli che si raccomandano alle sue preghiere raccomanda la devozione a S. Giuseppe e la fiducia in Dio e l’accostarsi ai sacramenti; dona medagliette con l’effige di S. Giuseppe e friziona le parti del corpo malate con l’olio della lampada che arde davanti alla statua del Santo. Ben presto si propaga la notizia delle sue doti taumaturgiche e la portineria del collegio diventa rifugio dei poveri, dei malati e degli afflitti che accorrono da tutto il Canada. Interessato piuttosto alla salute dell’anima di chi va a chiedergli miracoli, riceve da Dio il potere di scrutare i cuori. A chi lo considera un santo risponde che egli è solo “il cagnolino di S. Giuseppe”: non prega per implorare i favori ma, avendo infinita fiducia nella bontà del Santo, si limita a ringraziarlo anticipatamente dei prodigi che sicuramente concederà.

Nel 1896 la Congregazione della Santa Croce compra la collina di Mont-Royal per impedire che accanto al collegio sia costruito un albergo e fratel Andrea ottiene il permesso di erigervi una piccola cappella in legno dedicata a S. Giuseppe. Nel 1905 ne è nominato custode. I numerosi prodigi di guarigioni e le conversioni che avvengono presso l’ “Oratorio di San Giuseppe” faranno sì che le autorità ecclesiastiche approvino il progetto di una grande chiesa. Nel dicembre 1917 sarà inaugurata la cripta e la benedizione della prima pietra della basilica superiore che, completata dopo la morte di fratel Andrea, risulta essere la più grande chiesa al mondo in onore di S. Giuseppe. Il giorno della sua morte, all’età di 91 anni, il 6 gennaio 1937 è stato considerato lutto nazionale. E’ stato beatificato il 23 maggio 1982 da Papa Giovanni Paolo II e canonizzato il 17 ottobre 2010 da Papa Benedetto XVI.

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