Propone in questi giorni un appetitoso volume di “Satire clericali” la cucina letteraria, che è attivata in Genova-Castelletto da Maria Antonietta ed Emilio Biagini, coniugi scandalosamente felici (sono parole di Alberto Rosselli) e osservatori dotati di uno sguardo implacabile e tagliente, capace di denudare la banalità della teologia contagiata dal pensiero crepuscolare e lo sprezzo del ridicolo giacente sotto la parlantina piamente frivola e untuosa trionfalmente.
di Piero Vassallo
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Canta il sommo Blateronte, portabandiera del pensiero postmoderno e seminatore di stati d’animo sentimentali/irrazionali nella Chiesa cattolica:
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Poiché tutto è relativo
io non so se sono vivo,
ma comunque salto e strillo
per il mondo come un grillo
la parola verità
sulle scatole mi sta
e una volta fatto il vuoto
dentro il nulla io ci nuoto.
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In risposta al fragore del venerato bla-bla i Biagini propongono una raccolta di esilaranti scenette, delle quali è principale protagonista don Tentenna, emblema del sacerdozio alterato e ribassato dalla teologia buonista e populista. Il cui inno recita:
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Con prudenza ed attenzione
prendiam tutti con le buone
della Croce che ce frega?
Evitiam sempre la bega.
Così senza tanti grilli,
noi viviamo più tranquilli
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I racconti, nei quali balugina talora un umorismo di sano stampo boccaccesco, strappano la franca risata del lettore infastidito dal frusciante bla-bla, in discesa dai pulpiti dell’avventurismo teologico, insieme con un cacofonico accompagnamento di chitarre tormentate da monache incontinenti e di voci stridule, in uscita da cantori, che fanno pensare all’esito delle antiche mutilazioni norcine.
Dietro istigazione dell’editore sardonico/veronese Giovanni Zenone, i Biagini (non bigotti ma matematicamente trigotti) descrivono le varie figure della goffa ginnastica de-mentale, nella quale si cimenta un clero incalzato dall’implacabile vocazione all’aggiornamento e trascinato all’inseguimento acrobatico di pensieri da tempo estenuati e messi in fuga dal bastone della storia e dal freddo e implacabile pugnale dell’umorismo oggettivo.
Protagonisti dei fulminanti atti unici pubblicati e proposti da Fede & Cultura (e illustrati dalla raffinata e pungente pittrice Elena Pongiglione) sono don Tentenna, sacerdote ambizioso e perciò deragliante nel pensiero delle avanguardie, e il suo suggeritore, il demone Fischione.
Frutti della collaborazione tra il nuovo prete e il suo infido e tenebroso consigliere sono pensieri, parole, opere ed omissioni conformi al disordine avanzante sulle ali della teologia affumicata e capovolta dal princeps huius mundi.
Don Tentenna, ad esempio, si rivolge a un educatore fedele alla tradizione cattolica e lo rimprovera sciorinando un discorso che alla fine deraglia – ridicolmente – nel parolame surrealista: “mi spiace ma lei non ha proprio assimilato il vento di rinnovamento che spira nell’ora che volge, lei non ha compreso il rispetto del diverso, la rispettosità della diverseria, la diversaggine della rispettanza, a lei fa difetto la prudenza conciliare, la pruderia conciliarizia. Evidentemente lei non ha letto il poderoso volume De barcamenando di monsignor Prudenzio Barcamenio“.
Nella Chiesa postconciliare il conformismo è stimato e premiato e pertanto il vaniloquio fa guadagnare a don Tentenna l’ambito titolo di arcivescovo “ossia vescovo dell’Arci, in odore di prossimo cappello cardinalizio“.
Indossata l’autorevole veste episcopale, don Tentenna si improvvisa consigliere del sacerdote osservante, al quale è stata indirizzata la insensata richiesta di battezzare un cane.
Il prete compos sui riferisce al superiore: “Dopo il mio rifiuto il padrone del cane ha detto che era disposto a pagare addirittura trecentomila euro”. E l’arcivescovo Tentenna: “Deve essere ricco sfondato! Bisogna tenerlo d’occhio: abbiamo sempre bisogno di denaro per le nostre opere caritatevoli … Direi che per questa volta passi”.
La satira degli implacabili Biagini investe anche il quotidiano avveniristico “Il Futuricchio”, nella cui redazione si agitano curiosi giornalisti, che hanno nomi eloquenti: Falce, Martello e Modernino. Questi imbratta carte vantano i successi ottenuti dalla lotta democratica, convergente e parallela: “Grazie alla democratica e progressista parte politica che sosteniamo, abbiamo raggiunto il meritorio traguardo dei (per ora) sei milioni di bambini di troppo che sono stati felicemente eliminati e molti trasformati in materia prima per le fabbriche di cosmetici”.
Divertente è il resoconto di un immaginario ma non impossibile convegno nel quale si cimentano, per il diletto del demone Fischione, Sua eminenza Tentenna, il dottor Catodico, vaselinoso presentatore televisivo in livrea, e l’economista Grullani, giullare della rubrica radiofonica Il Tafano, connessa all’autorevole quotidiano economico “La luna ventitré ore e tre quarti” , stampato su carta gialla in onore dei guanti indossati dagli strozzini.
Il pericolo avvertito e temuto dai convegnisti consiste in un libro estremista sulle ragioni della Bibbia: è possibile che i cristiani comincino a comprendere che “fra quello che credono e i fatti ci sia qualche rapporto e, quel che è peggio, che i non credenti comincino a pensare che noi pensiamo che fra quello che crediamo e i fatti ci sia qualche rapporto”.
Il card. Tentenna, pertanto, si affretta a contrastare le verità esposte nel libro, sostenendo che è il risultato di uno sforzo inteso “a far combaciare le attestazioni archeologiche e storiche con i dati biblici in una sovrimpressione di grande suggestione narrativa e fabulatoria (e questo è l’aspetto ancora attraente dell’opera) ma di scarsa attendibilità critica” .
Liquidata dialetticamente la dimostrazione della verità dei testi sacri, la teologia dei Tentenna può procedere sulla trionfale strada dell’autodistruzione.
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Emilio Biagini – Maria Antonietta Novara Biagini
Satire clericali – Raccontini dialogati sui tradimenti dei chierici
Ed. Fede & Cultura – pagg. 240 – euro 15,00 – per acquisti on-line, CLICCA QUI