Scriptorium – Recensioni – rubrica del sabato di Cristina Siccardi

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Recensioni  –  rubrica del sabato di Cristina Siccardi

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Più forti del terrore. I cristiani del Medio Oriente e la violenza dell’Isis – di Mons. Louis R. Sako, Patriarca di Baghdad – Sono i Cristiani e l’Isis visti dal di dentro dal rappresentante più autorevole della Chiesa cattolica in Iraq ad emergere da questo libro nel primo anniversario della caduta della città di Mosul nelle mani dello Stato islamico; con precisione e abbondanza di particolari Monsignor Sako spiega l’affermarsi militare dell’Isis in Iraq e la reazione dei Cristiani: «I nostri cristiani sono pronti a sacrificarsi per la loro fede. Ho molte testimonianze di giovani pronti a morire piuttosto di rinunciare alla loro fede».

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zzzz+frt«In Iraq è semplicemente impensabile rinnegare la propria fede. Fa parte dell’identità della persona. La fede da noi non è speculativa, è una questione d’amore e di attaccamento alla persona di Cristo. La religione è come la farina nel pane, non si può estrarla. È un’esistenza mistica. Per noi cristiani, la fede è la cosa più grande, per la quale si è pronti a sacrificarsi. Credere è essere» a parlare è Louis Raphaël Sako, Patriarca cattolico iracheno (dal 31 gennaio 2013), nato a Zakho il 4 luglio 1948: oggi è quindi il suo compleanno. Frequentò a Roma il Pontificio Istituto Orientale, dove conseguì il dottorato in Patrologia orientale; poi acquisì il dottorato in Storia alla Sorbona di Parigi. Il Patriarca Sako, ordinato sacerdote il 1° giugno 1974, è poliglotta (parla 6 lingue correntemente) ed ora la sua toccante testimonianza è stata raccolta dalla giornalista francese Laurence Desjoyaux nel libro Più forti del terrore. I cristiani del Medio Oriente e la violenza dell’Isis (Editrice Missionaria Italiana), con la prefazione di Domenico Quirico.

«L’ideologia dell’Isis è veramente il risultato di un lavaggio del cervello. I suoi membri sono molto chiusi e si definiscono contro tutto il resto. Sono contro la cultura. Sono contro il pluralismo. Distruggono tutto, fanno tabula rasa». Alla domanda su quale sia l’obiettivo dell’Isis, Sako risponde con certezza: «Svuotare non solo l’Iraq ma anche tutto il Medio Oriente della componente cristiana».

Di fronte a questa situazione, che vede l’Isis estendere il suo potere giorno per giorno tra Iraq e Siria, cosa deve fare la comunità internazionale? Il Patriarca iracheno ha risposto: «Se si vuole veramente sradicare questa organizzazione di fanatici, è necessario avere una forza via terra. In queste circostanze, fare la guerra è legittimo». Grandi e gravi responsabilità il Patriarca imputa agli Stati Uniti, che stanno a guardare.

Sono i Cristiani e l’Isis visti dal di dentro dal rappresentante più autorevole della Chiesa cattolica in Iraq ad emergere da questo libro nel primo anniversario della caduta della città di Mosul nelle mani dello Stato islamico; con precisione e abbondanza di particolari Monsignor Sako spiega l’affermarsi militare dell’Isis in Iraq e la reazione dei Cristiani: «I nostri cristiani sono pronti a sacrificarsi per la loro fede. Ho molte testimonianze di giovani pronti a morire piuttosto di rinunciare alla loro fede».

Il Patriarca ricorda i primi giorni dell’invasione, quando i jihadisti distribuirono volantini in cui avvertivano i nazareni: o vi convertite o lasciate la città, pena la decapitazione. «Fra voi e noi, non ci sarà che la spada», c’era scritto. Come non ricordare, allora, la celebre lectio magistralis «Fede, ragione e università – Ricordi e riflessioni», tenuta il 12 settembre 2006 da Benedetto XVI all’Università di Ratisbona, dove il Papa prese spunto dall’antico dialogo intercorso fra l’Imperatore bizantino Manuele II Paleologo e un persiano colto[1]?

«Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l’imperatore tocca il tema della jihād, della guerra santa. (…) egli, in modo sorprendentemente brusco, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo: “Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”. L’imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante, spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell’anima. “Dio non si compiace del sangue – egli dice -, non agire secondo ragione, „σὺν λόγω”, è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell’anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… Per convincere un’anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte” ».

Quelle considerazioni dell’Imperatore bizantino, ricordate da Benedetto XVI con riprovevole disappunto da parte di molti (sia islamici che cristiani e occidentali in genere), tornano a noi, che le ripetiamo con immensa gratitudine.

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[1] Dialogo tratto da uno scritto sulla guerra santa dello stesso Imperatore, redatto probabilmente fra il 1394 e il 1402.

1 commento su “Scriptorium – Recensioni – rubrica del sabato di Cristina Siccardi”

  1. “…ricordate da Benedetto XVI con riprovevole disappunto da parte di molti
    (sia islamici che cristiani e occidentali in genere), tornano a noi, che le
    ripetiamo con immensa gratitudine.”

    Fu molto criticato Benedetto XVI per questo intervento, e Io mi indignai.
    Quindi mi associo ora alla cara Cristina Siccardi e leggo con immensa
    gratitudine tutto questo bellissimo esaustivo articolo.
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