Scriptorium – Recensioni. Rubrica quindicinale di Cristina Siccardi

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Recensioni  –  rubrica quindicinale di Cristina Siccardi

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Islam. Siamo in guerra di Magdi Cristiano Allam – Europa Cristiana risvegliati – di Roberto de Mattei – due libri per ricordare all’Europa la incombente minaccia islamica, e per spronarla a ritrovare le sue radici.

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Islam_siamo_in_guerra“Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. Il sottotitolo del libro di Magdi Cristiano Allam, Islam. Siamo in guerra, (ed. MCA Comunicazione) è una drammatica fotografia di quanto sta accadendo oggi in un’Europa che, volendo scordare le sue radici culturali, religiose e morali cristiane, non solo è inerte di fronte all’invasione quotidiana e metodica del suo territorio, ma addirittura la favorisce.

Magdi Cristiano Allam da musulmano ha creduto per 56 anni ad un «islam moderato», fino a quando non è stato condannato a morte sia dai terroristi islamici, sia dai musulmani moderati. Nel 2008 si convertì al Cattolicesimo e ricevette il battesimo da Benedetto XVI; ma dal 2013 è assai critico nei confronti della Chiesa a causa della legittimazione di essa all’Islam. Allam è stato il primo giornalista a subire un procedimento disciplinare per «islamofobia» da parte dell’Ordine dei giornalisti e lo vinse perché vinse il principio che è lecito non solo studiare ed approfondire, ma anche criticare e denunciare i mali di una religione che si impone con la violenza.

Magdi Cristiano Allam, però, non si limita a svelare ciò che è l’Islam, egli parla a gran voce anche della debolezza dell’Occidente, che rinnega i suoi valori cristiani. Nel capitolo intitolato «Il suicidio dell’Occidente che odia se stesso», l’autore scrive: «Siamo fragili nei confronti dell’islam perché siamo ignoranti e abbiamo paura. Per superare l’ignoranza e vincere la paura, dobbiamo fortificarci dentro conoscendo la verità e riscattando la certezza di chi siamo» (p. 107). L’Europa si è dimenticata che, fino al VII secolo e per sette secoli, le sponde meridionale e orientale del Mediterraneo erano parte integrante della civiltà cristiana e qui Allam cita l’allora Cardinale Joseph Ratzinger quando tenne una Lectio Magistralis il 13 maggio (giorno della Madonna di Fatima) 2004 nella Biblioteca del Senato dal titolo Europa. I suoi fondamenti spirituali ieri, oggi e domani:

«Io vedo qui una sincronia paradossale: con la vittoria del mondo tecnico-secolare post-europeo, con l’universalizzazione del suo modello di vita e della sua maniera di pensare, si collega in tutto il mondo, ma specialmente nei mondi strettamente non europei dell’Asia e dell’Africa, l’impressione che il mondo di valori dell’Europa, la sua cultura e la sua fede, ciò su cui si basa la sua identità, sia giunto alla fine e sia propriamente già uscito di scena; che adesso sia giunta l’ora dei sistemi di valori di altri mondi, dell’America pre-colombiana, dell’Islam, della mistica asiatica…» (108). Il futuro dell’Europa è quello dell’annientamento, infatti i figli sono visti come una minaccia del presente, così come è vista una minaccia il Cristianesimo autentico, ovvero il Cattolicesimo: «Il confronto con l’Impero Romano al tramonto si impone: esso funzionava ancora come grande cornice storica, ma in pratica viveva già di quelli che dovevano dissolverlo, poiché esso stesso non aveva più alcuna energia vitale» (Ibidem). Il Cardinale Ratzinger insistette sulla stranezza del fenomeno: «C’è qui un odio di sé dell’Occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l’Occidente tenta sì in maniera lodevole di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più se stesso; della sua propria storia vede ormai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro» (p. 109). Quella comprensione però per i «valori esterni» non si è limitata alla loro conoscenza meramente intellettuale e non è stata neppure oggettiva, infatti essa ha assorbito tutte le attenzioni, accademiche e mediatiche, in maniera così forte da scalzare con aggressività lo straordinario patrimonio cristiano sui quali poggiavano, per esempio, i valori religiosi della vita e della famiglia, e tutta l’eticità che proprio da essi discendeva, manifestandosi nel diritto, nella legge, nell’ordinarietà dell’esistenza privata e collettiva come nell’eccezionalità dei casi. E questa stessa comprensione per i «valori esterni» non è stata oggettiva perché così fosse ci si sarebbe difesi da essi con le proprie verità… ma le verità, in Occidente, sono sparite perché è stata oltraggiata e divelta la Verità portata da Gesù Cristo.

Afferma Allam: «La più grande sconfitta della nostra civiltà laica e liberale, che ha assimilato l’eredità della filosofia greca, del diritto romano, della spiritualità ebraico – cristiana e del pensiero illuminista, è la perdita della certezza di chi siamo, che è la diretta conseguenza della negazione della nozione stessa di verità. La responsabilità è da addebitare all’ideologia del relativismo, che è innanzitutto un’offesa alla ragione, perché pregiudizialmente ci impone di non usare la ragione e di non fare riferimento ai parametri valutativi e critici, per non entrare nel merito dei contenuti di uno specifico concetto» (pp.6-7). Il relativismo nasce proprio dall’Illuminismo, il grande nemico della Chiesa dell’età moderna: i nuovi saraceni sono da identificare sia con gli illuministi sia con gli attuali musulmani. Il Cattolicesimo, collassato dalle idee illuministe penetrate nella Chiesa con l’eresia modernista, si è liquefatto fino perdere la propria fisionomia come chi volendo continuare a mantenere una presunta e falsa giovinezza ricorre all’artificiosità del chirurgo plastico, così, mentre il Cattolicesimo si è affidato a falsi “chirurghi” (i falsi profeti citati nel Vangelo) per cercare una nuova dimensione attraente e appetibile, l’Islam ha mantenuto, mantiene e manterrà orgogliosamente la sua identità.

A noi viene martellato che ciò che corrisponde alla cultura della morte, come l’aborto, l’eutanasia e la droga, sono diritti fondamentali della persona e traguardi di grande civiltà. Pannella docet.

A noi viene raccontato che la famiglia naturale è superata, che la società deve essere rifondata non più sulla base dell’unione fra un uomo e una donna, l’unica che garantisca una sana procreazione e una sana formazione dei figli; ma sulla base dell’ ideologia di genere che mette sullo stesso piano la normalità, la patologia, la lussuria, la depravazione.

A noi viene detto che il tracollo demografico dell’Europa si risolve soltanto spalancando le frontiere all’invasione dei clandestini e, quindi, «che la prospettiva di una società meticcia sul piano etnico e culturale è da abbracciare come una conquista per aderire al mondo della globalizzazione» (p. 6).

A noi viene spiegato che occorre fare sacrifici materiali, fino a ridurre sempre più persone alla povertà, povertà che consente il raggiungimento degli obiettivi degli eurocrati, favorendo la grande finanza speculativa globalizzata.

A noi viene esposto che Allah è uguale al nostro Dio, uno e Trino, e che il Vangelo ha lo stesso peso del Corano, e che l’Islam è una religione di pace.

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Europa_cristiana_risvegliatiProprio in questi giorni è uscito un volumetto di Roberto de Mattei, Europa Cristiana risvegliati. Da Lepanto a Eugenio di Savoia 150 anni di lotta contro l’Islam (Quaderni Fondazione Lepanto). La Fondazione Lepanto e il Centro Culturale Lepanto fin dalle loro origini, ovvero dal 1982, hanno denunciato gli attacchi delle forze anticristiane contro la Civiltà occidentale. Ma non ci si è limitati alla denuncia, che oggi viene fatta da molti (si pensi, per esempio, ad Oriana Fallaci), si è anche guardato indietro per riscoprire chi ha saputo difendere l’identità della nostra civiltà già attaccata in passato. Così facendo si dà un apporto costruttivo alla critica nell’alveo della speranza cristiana. In questa pubblicazione sono riprese tre conferenze che de Mattei ha tenuto nel 1986 a Roma nel Palazzo Pallavicini, nel 2001 a Roma nel Palazzo della Cancelleria e nel 2011 a Saint-Raphael (Francia). Ricordare il passato è fondamentale, non si può prescindere dalla storia. Lo sanno bene i rivoluzionari del “pericolo” degli insegnamenti della storia come della tradizione: i rivoluzionari di tutti i tempi cercano sempre e barbaramente di recidere le radici delle culture.

Come non ricordare oggi, per esempio, il trionfo della cristianità a Vienna minacciata dall’esercito ottomano? Il Principe Eugenio di Savoia si legò a quell’impresa che salvò l’Europa dall’Islam:

«La sua scelta di campo, per gli Asburgo e per l’Impero, non deve meravigliare. Nell’Europa di allora non esistevano i rigidi confini nazionali. Si era cittadini di un organismo vivo che, meglio che l’Europa, si dovrebbe definire la Cristianità. Sotto le bandiere dell’Impero, nella crociata contro i turchi, combattevano esponenti di tutta la nobiltà europea. Eugenio di Savoia del resto aveva nelle sue vene il sangue dei Borboni, attraverso la nonna paterna, ma anche quello degli Asburgo, perché il nonno era nipote di Filippo II, pronipote di Carlo V» (p. 31). Proprio in quel tempo, nel 1689, giunse a re Luigi XIV un singolare messaggio da parte della Madre superiora di un convento di Francia, quello delle visitandine di Paray-le-Monial: Santa Margherita Maria Alacoque faceva sapere al sovrano che il Signore gli prometteva il suo trionfo sui nemici se avesse fatto, non di se stesso, ma del Sacro Cuore Gesù il Sole del suo regno, dipingendolo sulle armi e sui suoi stendardi. Un po’ come era accaduto all’Imperatore Costantino. Luigi XIV rifiutò… e iniziò il suo declino nel 1689 quando «il principe Eugenio incrociò per la prima volta le armi con i francesi nell’assedio di Magonza. Gli ambiziosi piani di espansione di Luigi XIV erano destinati a trovare un avversario implacabile proprio in Eugenio di Savoia, il piccolo abate destinato a divenire, al servizio degli Asburgo, il più grande condottiero del suo tempo» (p. 32).

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Spesso, dopo le conferenze di Magdi Cristiano Allam, i partecipanti si avvicinano a lui per esprimere un loro giudizio o delle perplessità, fra queste ultime la più frequente è quella di attribuirgli la colpa di diffondere un clima di paura. Allam prosegue però quella che lui definisce una missione, diffondendo l’informazione corretta su ciò che è l’Islam perché «Oggi più che mai questa rappresenta la vera sfida, l’impegno più importante per riuscire a riscattare il diritto di essere pienamente noi stessi a casa nostra» (p.10). In effetti il terrore attuale non proviene tanto dalla guerra in corso o dall’invasione islamica, ma dalla conoscenza dei fatti: la realtà sgomenta e si preferisce la luciferina menzogna.

2 commenti su “Scriptorium – Recensioni. Rubrica quindicinale di Cristina Siccardi”

  1. Perfetto!
    Sì, l’lluminismo ha partorito il pensiero anticristiano che ha eroso la consapevolezza che la sfolgorante società cattolica, vertice della civiltà universale, è stato anche il efficace baluardo efficace contro gli assalti della barbarie che pervicacemente, soprattutto dall’Oriente, assediano la nostra fede e la nostra
    vita.
    Davvero destiamoci!

  2. Quello che più mi sgomenta è la mancanza di consapevolezza nella gente del grave pericolo costituito dalla invasione islamica con il conseguente dissolvimento della civiltà cristiana e la perdita delle libertà fondamentali.Anzicche aiutare le famiglie europee a procreare figli agevoliamo in tutti i modi l’invasione musulmana ,per calcolo politico o per buonismo e assistenzialismo.

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