Se i bambini disturbano a Messa… – di Cristiano Lugli

«In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il Regno dei Cieli”. E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì» (Mt. 19, 13-15). Perché i discepoli di Gesù sgridarono i bambini e coloro i quali si permisero di portarli davanti al Figlio di Dio? La loro visione, evidentemente, era ancora legata all’Antico Testamento. I bambini non potevano avere a che fare con la religione fino a che non avessero raggiunto la maturità necessaria per comprendere le pratiche legate al culto divino. Gesù Cristo però, che non è venuto a cambiare le cose ma a completarle, ha voluto che i bambini andassero a lui. Un problema simile sembra oggi esistere in seno all’ambiente cattolico, in particolare in quel suo ramo che possiamo definire cattolico-conservatore o tradizionalista. Se nello pseudo-cattolicesimo modernista il matrimonio è un optional e i figli pure, laddove in teoria si dovrebbero conservare e custodire i tesori della fede e, quindi, di quella civiltà cristiana che vedeva nelle famiglie numerose “le più benedette da Dio, dalla Chiesa benedette e stimate come preziosissimi tesori” – come diceva Papa Pio XII -, quei pochi bambini che appaiono in chiesa sono spesso visti come un problema. Sono padre da un anno e mezzo di uno splendido bambino che il Signore ha donato a me e a mia moglie. Se Dio vorrà, ne accoglieremo altri, con l’aiuto e con la Grazia di Dio per superare gli ostacoli che un sistema alla rovescia pone su ogni fronte. Forse, per questi ultimi tempi Dio ha bisogno di caratteri forti e temprati, capaci di farsi valere. Penso a questo quando vedo in mio figlio crescere giorno dopo giorno la smania di fare, di scrutare, di conoscere e anche di gridare. E mano a mano si riempie un bicchiere fatto di sacrifici, ma soprattutto di gioie nel vedere i passi che si susseguono della vita di un bambino. La neochiesa, eliminando il Sacrificio di Cristo e togliendo la Santa Messa dal centro di ogni cuore, si sgretola a gran velocità e travolge nel vortice della dissoluzione milioni di anime abbandonate al vizio senza alcun freno. Ringraziando Iddio, però, noi abbiamo ancora un metro da cui ripartire: i bambini. “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli” (Mt. 18,5). In tutta la loro ingenuità, in tutta la loro limpidezza, i bambini intuiscono cosa voglia dir loro quel Crocifisso, cosa rappresenti quello sguardo amorevole e puro nella statua della Madonnina. E piano piano imparano che le ginocchia devono piegarsi al suono del campanello dell’Elevazione del Corpo e del Sangue di Cristo. La razionalità certamente manca, ma il sensus fidei è insito in ogni uomo ancora libero dalla malizia e dal peccato. Capita spesso di vedere tanti bambini che con il dito indicano il Crocifisso, o altri  che si avvicinano all’acquasantiera chiedendo alla mamma o al papà di sollevarli per immergere il ditino e segnarsi la fronte. E le bambine, che vedendo la mamma con il velo in testa cercano di imitarla mettendosi in testa la sciarpa, o qualsiasi cosa possa coprire il capo.  Fino a qui è tutto molto bello e fin poetico. Ma i bambini, dicevamo, proprio perché manchevoli di una disciplinata razionalità sono anche pianto, capriccio, irrequietezza, argento vivo in corpo. Questo, puntualmente, accade durante la Santa Messa domenicale, causando il mal di pancia di tanti tradizionalisti benpensanti che, forti per lo più dello scapolismo diffuso dell’ambiente, mostrano insofferenza già dopo il primo gridolino. Nella mia pur breve esperienza, questo atteggiamento l’ho sperimentato quasi ovunque: quanti  preti scocciati, e quanti fedeli subito pronti all’occhiataccia. Durante tante celebrazioni tradizionali, per un genitore, c’è un clima di vero terrore. Come nei migliori spettacoli o concerti, il silenzio assoluto non ammette eccezioni, tanto meno per i bambini. La pena, nel migliore dei casi, è l’immancabile “shhhhhhh!”: prima del singolo, poi in coro in caso di recidiva. Non pochi sono quelli che poi si allargano al commento: “Non è possibile! Lasciateli a casa questi bambini se devono fare casino tutto il tempo”. Già, perché la soluzione, per questi fedeli, sarebbe quella di lasciare i bambini a casa. Un atteggiamento, il loro, che ben poco ha di tradizionale, nemmeno la conoscenza di ciò che la Chiesa e la civiltà cristiana hanno sempre incoraggiato, ovvero le famiglie con tanti figli. Una volta non c’erano baby-sitter, non c’erano le sale giochi o i “parcheggi” per bambini, e la Messa domenicale era popolata da piccoli e santi virgulti: i bambini che andavano a Gesù. Di tutto questo, il tradizionalista da museo pizzo-merlettato non sa nulla, perché il suo è uno stile di vita. Non mi è mancato di sentire addirittura fantasiose proposte, fra cui quella di creare stanze insonorizzate dentro cui piazzare i bambini per la durata della celebrazione. Ecco perché i bambini che piangono, che ridono o emettono qualche suono incontrollato divengono subito un fastidio. Nessuno c’è più abituato, e quindi nessuno è più capace di sopportare e di benedire la presenza di questi bambini che sono il nostro futuro, anziché stizzirsene. E noi genitori, noi giovani genitori, potremmo fare di più per non irritare gli altri? Spesso me lo chiedo, fra un’occhiataccia e l’altra dopo le esternazioni di mio figlio durante la Messa domenicale. Sicuramente esiste un limite che il buon senso impone laddove l’inquietudine si faccia intensa e continua. Vi è chi – a mio parere sbagliando – cerca di evitare reazioni portandosi appresso tutto l’armamento di giocattoli della cameretta. Altri usano il biscotto o il cracker a mo’ di silenziatore. Ogni genitore si sforza di trovare le strategie migliori, tuttavia credo che non sia con tattiche distraenti che il bambino un po’ alla volta si abituerà, ma piuttosto usando la pazienza per farlo entrare mano a mano nell’atmosfera della Messa, magari con l’aiuto di un libretto liturgico illustrato, o di un santino. In alternativa: dovrei lasciare a casa mio figlio? Dovrei vergognarmi? Dovrei punirlo? No, niente di tutto questo. Non parcheggerò mio figlio dai nonni, dagli zii o da chicchessia per non recare disturbo o per godermi la Messa in santa pace. Cercherò di fare tutto il possibile per insegnare lui la compostezza, certo, il senso del sacro, la devozione. Ma non posso pretendere che ciò avvenga immediatamente. Il silenzio della Messa tradizionale sarà proprio quello che educherà pian piano il bambino ad imitarlo, e al raccoglimento. Parcheggiando mio figlio a casa eviterei sacrifici, e forse anche arrabbiature. Ma che cosa è la vita cristiana senza il sacrificio? Cosa è il matrimonio, l’essere genitore, senza il sacrificio? È sacrificio anche quello che ogni domenica ci rende dei nomadi che debbono correre, spesso con più di un’ora di strada di sola andata, per assistere alla Santa Messa di sempre. Col nostro bambino. Lui, intanto, ha imparato il segno della Croce. Bacia l’immagine di Gesù e di Maria, unisce le manine in preghiera e cerca sempre l’acqua benedetta prima di coricarsi a dormire. Condisce il tutto magari con qualche strillo, ma anche lo strillo fa parte del suo metodo di apprendimento. La Santa Messa, quel Sacrificio di Dio che sulla Croce muore per noi, è l’insegnamento più grande che noi genitori possiamo dargli, ciò che entra direttamente nel centro di ogni cuore, specialmente di un cuore bambino.   ]]>

46 commenti su “Se i bambini disturbano a Messa… – di Cristiano Lugli”

  1. Gentile Cristiano, sono papà di 5 bambini, di 4 mesi, 2, 4, 6 e 7 anni. Per esperienza posso dirle che nella messa novus ordo le cose sono anche peggio, essendo il rito stesso causa di “eccitamento” e distrazione per i bambini (oltre che per gli adulti). Inoltre l’età pegggiore, dove il puero dà il meglio di sè, va dai 2 ai 3 anni e mezzo. Poi la situazione milgiora, tanto che dai 4 anni in sù il bambino riesce a stare composto sulla panca e più o meno consente di seguire la santa Messa. Come famiglia sono quasi due anni che frequentiamo quasi esclusivamente la santa Messa in rito antico, e devo dire che i bambini, pur restando tali, si comportano meglio che col nuovo rito. Inoltre gli altri fedeli ci accolgono sempre bene. Ps Se vuole scambiare qualche opinione e parola con me, mi scriva in tutta libertà. Edoardo

    1. Io ho un’esperienza opposta alla sua: Ho due bimbi e quando andiamo alla Messa moderna nessuno bada se la piccolina scorrazza qua e la e fa qualche urletto. Quando andiamo a quella in rito antico, pur cercando in ogni modo di mantenere compostezza, serenità e decoro, ci e’ capitato varie volte di scontrarci con una mentalità veramente bigotta e priva di carità. Addirittura per due o tre minimi gridolini siamo stati invitati dal sacerdote a lasciare la stanza perché si distraeva nell’esporre l’omelia. Non sono il latino,i veli in testa e le devozioni che fanno i cristiani, se poi questi si sentono “a posto” e hanno il gelo nel cuore

  2. Oswald Penguin Cobblept

    Essendo padre di due figli, già però grandicelli (quasi 9 lei, 6 lui), sono dispiaciuto per lei, Cristiano. Innanzitutto, perché ricordo ancora la fatica di mia madre o di mia nonna nel tenermi fermo quando mi portavano alla S.Messa (correvo letteralmente per tutta la Chiesa), e ringrazio il Cielo della loro costanza. Poi perché mi ricordo dell’esuberanza dei miei, che ora stanno comprendendo la necessità di una maggiore compostezza (ma fino a qualche tempo fa sembravano delle palline di mercurio: scappavano da tutte le parti). Infine per la poca intelligenza degli altri fedeli, che si dimostrano così insensibili fino a rivolgerle certe frasi (“Non è possibile! Lasciateli a casa questi bambini se devono fare casino tutto il tempo”). Ha però ragione lei: “Ma che cosa è la vita cristiana senza il sacrificio?” Ma non quello che ci danno i figli: è più gravoso quello che ci infliggono certi “confratelli”. LJC da Gotham, il Pinguino.

  3. Annalisa Peracchio

    Quanti anni, Cristiano, passati in chiesa la domenica in ginocchio con un figlio in braccio che con la manina ti tira il velo da una parte e uno che, nel momento del massimo silenzio della Consacrazione, ti spiffera sottovoce, ma fortissimo “quando finisce?” o “ho sete”, “mi scappa la pipì…” Niente grissini, niente macchinine, forse qualche libretto di preghierine per bambini con illustrazione d’antan. Domeniche offerte. Solo l’offerta salva il genitore da fiumi di nervosismo misto a frustrazione e senso di inadeguatezza. Eppure col tempo anche questo passa. Imparano. Imparano il silenzio, la compostezza, un po’ di ascolto. Ci vuole tempo, esempio e offerta. Una strada irta di sassi, come sempre quella che porta verso il paradiso. Si spera! io non ne sono ancora uscita, comunque…Ciao!

  4. Caro Cristiano Lugli, io l’ho sempre stimata leggendo i suoi interventi scritti in vari blog, ma ora mi accorgo che lei deve avere qualche problema con la parola tradizionale/tradizionalista perché l’ha usata spesso (non sempre) nell’articolo in termini spregiativi. Venendo alla sostanza, anzitutto le faccio presente che lei fa un unico fascio dei bambini sia di quelli dell’età di suo figlio sia di quelli di 6/7 anni e passa e che non possono essere considerati tutti “manchevoli di una disciplinata razionalità”, a meno che non si includa in questa categoria anche quelli manchevoli “ancora” di educazione e rispetto. Inoltre non dimentichi che le persone che vanno a messa la domenica hanno in quell’ora l’unico momento di contatto vero con il sacro e di riflessione per guardarsi dentro e lasciare “fuori” il mondo circostante. E invece ecco che c’è la coppia di genitori con i loro bambini che va a sedersi al primo banco, si al primo banco, con una sensibilità ….., c’è la coppia di genitori che tira fuori biscotti e acqua, giocattoli, carta e pennarelli e se non c’è disponibile la carta…

  5. Sono nonno di diversi nipoti e ho sempre avuto la massima pazienza per i bimbi vivaci che presenziano alla messa. Non si può da un lato auspicare nuovi cristiani e dall’altro non accogliere i bambini. L’importante è che vi sia un reale impegno da parte dei genitori per attenuare il disturbo e abituare i bambini al senso del sacro che caratterizza la messa. Per esempio collocandosi in posizioni defilate dove l’effetto bimbi sia meno percepibile. Mi spiace sinceramente che vi siano tradizionalisti che esigono il massimo silenzio anche dai bambini più piccoli. Più che tradizionalisti li chiamerei bigotti.

  6. Ho tre figli piccoli di 5, 2 anni e 11 mesi. Io e mia moglie abbiamo deciso di portare sempre i bimbi a Messa anche se il non portarli sarebbe più comodo. Ma trasmettere la Fede è anche far capire da subito che la Domenica è di Dio e che si va ad adorarlo in chiesa a Messa. Per quanto riguarda il chiasso, noi lo abbiamo “risolto” mettendo i bimbi non in fondo alla chiesa dove gli strilli e le urla sono garantiti e non si riesce a seguire nulla, ma in primissima fila. Sarà che si sentono osservati dal sacerdote e dagli altri fedeli, ma così funziona e loro stanno fermi e in silenzio. Provare per credere.

  7. Tema delicato, su cui mi interrogo spesso, avendo due bimbi di 3 anni e mezzo l’uno e 18 mesi l’altro. Premesso che purtroppo non ho ancora mai assistito alla messa di sempre, da una parte vorrei portarli sempre con me a messa per insegnare loro che la domenica è il giorno del Signore, dall’altra non voglio neanche che associno la chiesa ad uno spazio baby, visto che non mancano macchinette/draghi/borsette/pennarelli e merende… a volte, lo ammetto, l’ho fatto anche io. Cosa fare? Grazie per questa condivisione.

    1. Oswald Penguin Cobblepot

      Mi dispiace risponderle tardi, ma leggo solo ora il suo post. Chiara, dipende molto dal carattere dei bimbi. Nei primi tempi della Messa V.O. portavo uno zaino pieno di macchinine (per lui) e di matite colorate, album, libri da colorate (per lei e lui). Sono serviti, infatti oggi mia figlia (quasi 9 anni) segue bene la S.Messa; lui (6 anni pieni) è ancora molto distratto, ma si sta tranquillizzando. C’è una sola ricetta buona per tutti: non demordere, non cedere, non spazientirsi mai, e portarli sempre con sé a Messa (anche feriale, se possibile). I bimbi fanno impazzire? Calmarli con calma e fermezza. Gli altri fedeli si lamentano? Fregarsene. Una volta, una delle pie donnette animatrici del N.O., si è azzardata a fare “shht” alla mia bambina, che mi chiedeva spiegazioni durante l’Elevazione: a mia figlia ho detto sottovoce di aspettare, ed alla madama ho rivolto un’occhiataccia tale che non si è più sognata di fiatare. Un caro saluto da Gotham, il Pinguino.

  8. Due posizioni apparentemente inconciliabili si scontrano: quella di chi vorrebbe concentrarsi al massimo durante la santa Messa e quella di coloro che, genitori, gradirebbe che i loro figli si affezionassero pian piano al sacro magari con qualche strillo.
    Ci sarebbe una soluzione : celebrare una o due s. Messe la domenica in esclusiva ( o quasi) per le famiglie, così che il chiasso sia meno dirompente perché subito ed espresso da tutti i partecipanti.
    Chiudo dicendo che la s. Messa inventata da Bugnini su mandato di Paolo VI, poi, è disturbante per se stessa. Con questa voglia di protagonismo del celebrante e dei laici in primo piano…..

    1. Due posizioni di fatto già conciliate con la duplice Messa… conciliare (appunto, mi si perdoni il calembour) la Domenica mattina: Messa alle 10 per i fanciulli e “alta” alle 11 per gli adulti. Personalmente, la trovo una buona soluzione.

    2. Tutto dipende dall’importanza che diamo alla messa. I bambini devono venire con i genitori ma possono essere accolti nella Sacrestia attraverso un servizio organizzato da uno o più giovani della parrocchia in modo che i genitori restino in chiesa.
      Non si può tollerare una messa piena di grida se crediamo che l’eucarestia é il luogo dell’incontro intimo con il Cristo che si dà a noi in corpo anima e spirito.
      Il prête ha l’obbligo morale di favorire che i propri fedeli si santifichino ivi compreso i genitori dei bambini stessi che gridano tutta la messa e quindi il prete deve mettere in atto soluzioni idonee per il bene di tutti.
      Il buonismo in questi casi é ipocrisia. Un conto é amare i bambini un altro é ammettere che possono tutto. Chiaro loro sono innocenti, per questo i primi responsabili sono i genitori. Tollerare grida e schiamazzi (non parlo dei semplici biscottini a un bambino in fondo solo curioso) non é un buon servizio dato alla Comunità che cresce con i sacramenti vissuti celebrati e pregati. Per questo tre verbi finali il silenzio é fondamentale.
      Pace e bene

  9. Ho tre figli . Sono cosciente di quanto sperimentato da lei, ed anzi, proprio recentemente una mamma sola con due bimbi di cui uno leggermente irrequieto é stata avvicinata da una partecipante alla Messa e poco dopo la mamma é uscita. Era il momento della consacrazione ma subito dopo sono uscita per proporre a quella mamma un aiuto. Era andata via del tutto. Non l ho rivista più. La Chiesa oggi dice di accogliere incondizionatamente tutti sui territori nazionali, ma guai ad accogliere dei bambini di famiglie cattoliche, che parlano o si muovono, sul suo territorio, la chiesa fisica. Penso che molto dipenda dal parroco.
    Mia madre mi ricordava quando una domenica a Messa, ero neonata e mi misi a piangere. Le persone si giravano con sgardi e occhiatacce, e mia madre sarebbe uscita se non fosse stato il parroco, accorgendosene, a dire : “dicono che i bambini piangono come modo di parlare, di esprimersi. Vedete? Possiamo pensare che anche quel bambino prega con noi. Lasciamolo pregare”. Tutti si rigirarono e nessuno osò più fare e dire nulla.

  10. Luciano Pranzetti

    Concordo con Carmelo. Il bimbo di 4/6 mesi che la coppia USA porta alla Messa delle ore 8,00, specie d’inverno, dovrebbe invece dormire per l’intanto. Così come un’altra coppia di giovani genitori – studenti di teologìa . che lascia scorribandare per la navata la piccola di 2 anni, crea, eccome, disturbo. Non si tratta del “sinite parvulos. . .” ma di buon senso e non credo che i soli ‘tradizionalisti’ risentano di questo perché ci sono fior di “cristiani” vaticansecondisti che manifestano la stessa insofferenza. E non dico dei sacchetti di patatine e di bottigliette d’acqua, fazzolettini abbandonati in terra, o sui banchi, come in una discarica. Anni fa, una mamma – era una catechista!!! – portò il figlioletto di 5 anni ad assistere al rito della Prima Comunione. Il piccolo indossava una tutina con, sulla schiena, la scritta DEVIL! E’ troppo chiedere un maggior senso di responsabilità?

    1. Guardi che Devil è un cognome anche in Italia. Può essere un marchio di fabbrica.
      Ma può essere che la madre non conosce l’inglese e l’ha presa per una scritta come un’altra.
      Se fosse un segno satanico, come lei teme, mi domando quale ditta osa affibbiare quella dicitura a un piccino.
      Anche se anche in Italia siamo soliti definire diavoletto un bambino vivace.

  11. Qui non si tratta tanto di stare a teologare, ma di buon senso. È vero che ci sono bambini esagitati e soprattutto genitori incapaci di governarli. Ma certe occhiatacce di certi bigottoni che si trovano in qualsiali chiesa appena un bambino accenna un lamento hanno poco a che fare con lo spirito della Messa. Se un po’ di rumore dà fastidio, le occhiatacce fanno orrore.

  12. Caro Cristiano, complimenti per questo bellissimo articolo! Per fortuna qualcuno ha avuto il coraggio di parlare di questo tema e di fare da portavoce di genitori che come me vogliono abituare, con MOLTA fatica, i propri figli a vivere fin da piccoli la Santa Messa.
    Sono madre di due bambini piccoli e ogni domenica partecipare alle Messa Tridentina è diventato un incubo: occhiatacce se il bimbo fa qualche versetto, occhiatacce se la bimba più grande fa qualche domanda a voce più alta. Addirittura fuori da Messa qualcuno ha detto “possibile che questi bambini piangano sempre durante la predica? Ci vorrebbe una bella stanza di vetro insonorizzata dove metterli tutti”. Lascio immaginare la mia faccia.
    Dove è la carità di questi burocrati del messale? Sentono davvero amore per i bambini e provano un po’ di pietà per i genitori che fanno tanti sacrifici per svegliarli al mattino presto e portarli davanti al Tabernacolo insegnando loro a pregare? O sono solo interessati alla propria orazioncina, al proprio spazietto, al proprio silenzio?
    Avanti così caro Cristiano!

  13. Quando guardo una messa tradizionale su youtube praticamente sempre si sente il pianto di qualche bambino. E questo e giusto. Sembra che non esiste una messa tradizionale dove non ci sia un bambino che si sente. Ed anche questo e una cosa che distingue una messa tradizionale.

  14. Sono padre di tre bambini, due molto piccoli. Questo articolo potrei averlo scritto io. Ogni domenica sono costretto a subire il patetico spettacolo di fratelli nella Fede che ad ogni minimo rumore ostentano smorfie, spasmi isterici e gesti di stizza. Qualcuno si è lamentato perfino ciò sacerdote, che ha provveduto a liquidarli con poche parole. Dei mancati radicali. Qualcuno, noto nei commenti, si nasconde con la scusante dei rifiuti o del poco impegno dei genitori nel gestire i pargoli. Cosa non si inventa pur di giustificare la propria bassezza. Concludo e complimenti alla signora Domatella per il commento, ha centrato la natura di questi personaggi.

  15. Se i bambini disturbano la Messa,
    vanno accompagnati fuori della Chiesa. Si insegna loro che si deve avere rispetto per la Casa di Dio; rispetto per gli astanti, per la Funzione che si sta celebrando e poi li si riconduce all’interno da bravi bambini educati. Alla fine si farà loro notare che sono rimasti tutti contenti e soddisfatti del loro comportamento. I bambini ne rimarranno felici.
    E, a proposito della tanto vituperata (in questo post) Messa Tridentina, mi corre l’obbligo di riferire che, durante questa Messa, cui assisto spesso, i bambini, non solo zittiscono, ma si comportano come i loro genitori quando questi si inginocchiano, si alzano in piedi o stanno seduti. Le bambine, come le mamme, hanno sempre il capo coperto. Se un infante piange, il papà, o la mamma, lo porta fuori finché non si acquieta. Gli sguardi a lui rivolti, non sono “occhiatacce” di riprovazione, ma espressioni di tenerezza, di comprensione.
    Sempre e solo questione di educazione.

    1. scusi, ma come si fa a spiegare a un bimbo di pochi mesi o anche di un anno, un anno e mezzo quello che ha detto lei? forse lei non ha avuto figli…oppure ha avuto quel tipo di bambini che “dove li metti stanno”(perchè, per la gioia e la fortuna di alcuni genitori, esistono anche quelli) e quindi lei non sa cosa voglia dire dover gestire un bambino che emette i suoi gridolini sempre e comunque e si muove costantemente come un’anguilla impazzita perchè ha un’energia incredibile da sfogare. è facile fare i sapienti quando non si sperimentano le difficoltà altrui….ma questi giudizi per chi li prova sono autentiche pugnalate, perchè è come se voi diceste:”non siete dei bravi genitori, non sapete educare i vostri figli”. Un ultima cosa: non tutti hanno nonni a cui affidare i pargoli o soldi per pagare baby sitter, per cui, se permettete, anche i genitori spiantati o privi di parenti vorrebbero partecipare alla S.Messa e hanno quel desiderio di raccoglimento di cui siete tanto gelosi e rivendicate…io credo che il Signore, a differenza vostra, apprezzi la nostra presenza

      1. Egregio/a, forse non ha letto tutto il mio scritto.
        Io, infatti, chiarisco che, alle Messe cui assisto:
        “se un infante piange, il papà, o la mamma, lo porta fuori finché non si acquieta” dove, per “infante”, si intende “bambino o bambina in tenerissima età”.
        Ribadisco, comunque, il concetto da lei stesso/a rimarcato:
        “non siete dei bravi genitori, non sapete educare i vostri figli”. Questione di educazione, appunto.
        Quanto alle “pugnalate”, via, non esageriamo: sono semplicemente considerazioni espresse a commento del post.
        Anch’io credo, anzi ne sono convinto, che il Signore apprezzi la presenza dei genitori accompagnati dai loro pargoli: solo che, i presenti, li preferirebbero più discreti ed educati. Genitori e figli.
        P. S.
        Sono quinto di 6 figli ed ho imparato dai miei genitori come bisogna comportarsi nei confronti del prossimo. I miei figli hanno imparato, dalla mia educazione, la loro.

  16. Se i bambini disturbano a Messa…di Cristiano Lugli.
    Mi trovo d’accordo con il Sig. Carmelo e con Luciano Pranzetti. La Chiesa è un luogo “sacro” dove si celebra una “liturgia” e non un giardino pubblico dove portare i piccoli per divertimento. Quando entro in un luogo consacrato mi vesto decentemente e desidero trovare un luogo di meditazione per ringraziare il Signore, ancor prima dell’inizio della S.Messa. Io non contesto la presenza dei bambini in Chiesa, quando non disturbano, perchè i loro genitori hanno loro impartito una buona educazione. I figli si educano fin dai primi giorni di vita, altrimenti diventano, come tanti oggi, dei selvaggi. Ad ogni modo, se volete condurre con Voi anche bambini incapaci di rapportarsi con altri, accompagnate i vostri figli alla Messa specifica per i bambini, che ogni domenica si celebra a metà mattina.
    Non mi sembra il caso di farne un dramma…esiste già la soluzione!.

    1. Complimenti per la carità dimostrata. Perchè invece di dare consigli non richiesti non aiuta a tenere buoni i pargoli? Magari i due genitori non hanno alternativa alla messa (se vogliono assistere alla messa cattolica) e quindi o mancano al precetto o si sentono incriminati per aver portato i bambini, che sono bambini (educati o meno a 2-3 anni non possono fisicamente stare seduti un’ora senza dar di matto). Suvvia, si faccia un esame di coscienza e pensi a quante volte avrebbe potuto aiutare.
      Come ho scritto nel primo commento, dispostissimo a parlarne anche di persona.
      Edoordo

  17. Lasci cantar le passere dottor Cristiano, e vada a Messa con i suoi piccini. Sono egoisti i vecchi che vanno in chiesa per riposarsi.
    Gesù invece si riposa guardando l’innocenza dei piccoli, come confidò a santa Faustina.
    E se fossero solidali con la famigliola, condividendo la fatica, invece di scandalizzarsi per la patatina o il biscottino tappagridolino? Gesù si riposerebbe anche su di loro invece di sopportare cuori induriti dell’egoismo snob.

  18. Ahahahahahaahahaaaa articolo, diciamolo, davvero coraggiosissimo e per niente politically correct. Io purtroppo non ho figli, ammetto che un po’ di fastidio l’ho sempre avvertito, ma ho sempre immediatamente pensato all’imbarazzo dei genitori e offerto a Dio quel piccolo disturbo. Mi riesce ben più difficile con le chiacchiere sottovoce degli adulti durante la Messa o quelle a voce alta appena terminata la Messa. Tanti problemi secondo me non dovreste farvene, voi genitori. I bimbi rumorosi danno a tutti occasione di una piccola penitenza o esercizio della pazienza. Come santa Teresina con quella suora anziana che, accanto a lei, durante la Messa, dava continui colpetti di tosse.

    1. Nell’ambiente tradizionale si sottolinea spesso il carattere sacrificale della Messa. Si dice “per ipsum, cum ipso et in ipso” però poi si è ben lontani dall’offrire al Padre un’adorazione “per Lui, con Lui e in Lui” Chi sa sopportare dimostra più fede e più amore. In fondo dovremo tutti attraversare il Purgatorio
      dove ci sarà poco da pretendere.

  19. jb Mirabile-caruso

    C. Lugli: “Non mi è mancato di sentire addirittura fantasiose
    ………….proposte, fra cui quella di creare stanze insonorizzate
    ………….dentro cui piazzare i bambini per la durata della
    ………….celebrazione”.
    Quella della ‘stanza insonorizzata’, caro signor Lugli, NON è affatto una ‘fantasiosa proposta’, ma una vera e propria realizzazione che risolve il problema entro gli accettabilissimi limiti di due inconciliabili proposizioni: quella di lasciare i bambini a casa e quell’altra di preservare l’assoluto silenzio in Chiesa.
    La chiesa fuori città presso cui mi recavo fino a qualche tempo addietro aveva, appunto, una stanza insonorizzata in cui si rifugiavano le mamme quando i pianti dei loro bambini diventavano ingestibili. Da questa stanza, situata in fondo alla chiesa, le mamme potevano continuare a seguire la Messa per ritornare ai loro posti quando la crisi dei loro bambini era terminata: una soluzione a tutti soddisfacente a cui la moderna tecnologia contribuisce nella maniera positiva di vero, quanto necessario, servizio all’Umanità.

  20. Luciano Pranzetti

    Cara Maria 1, calma con le passere e i vecchi egoisti ché nessuno intende mangiar bambini! Ha mai osservato, nei supermercati, fanciullini fare i diavolo a quattro per un cioccolatino o rovesciare gli scaffali? Bene, ciò è quanto, a un dipresso, succede nelle Sante Messe, con le mamme intente a scorrere il cellulare mentre i vispi pargoli – dico di 6/7/8 anni – scorazzano tra i fedeli o come,, la bimbetta di 2 anni che, alla Messa delle ore 8,00 batte contro il banco senza che la giovine madre la faccia smettere. Si tratta di buon senso da parte dei genitori e non di egoismo snob da parte di chi mostra fastidio. Siamo alla santa Messa, non in piazza. Se poi, a lei, non dà irritazione la marea di residui vari – caramelle, patatine, bottigliette ecc. .- che pervade il pavimento e i banchi, beh!, mi dispiace ma temo che non abbia il senso del decoro.

  21. Luciano Pranzetti

    Cara Maria 1, calma con le passere i vecchi egoisti snob, perché qui nessuno mangia i bambini.! Ribadisco quanto ho scritto precedentemente: i neonati non si tengono svegli alla Messa delle 8,00 e una mamma non può limitarsi a un sorriso di compiacimento se la sua bimbetta di 2 anni batte in continuazione sul banco, senza darsi briga di intervenire. Così come non è proprio segno di alta pedagogìa permettere che due fanciulli, durante il rito del Battesimo, galoppino con pistole e fucili giocattolo, rincorrendosi per la navata.tra l’indifferenza dei presenti e del celebrante. A me dànno fastidio gli scarti di caramelle, le bottigliette, i fazzolettini, le buste delle patatine abbandonati sui banchi e sul pavimento. E questo non credo sia egosimo snob ma senso del decoro che, a quanto sembra, a lei manca.

    1. Io invece penso che quelli che si esprimono come lei siano abituati non a servire, come raccomanda Nostro Signore, ma a essere serviti.
      “Tutto a posto dove passo io”.
      A Roma sa come si dice? “Facete largo che passamo noi, li giovanotti de la Roma bella…”
      Ma non è stato un moccioso pure lei? O è nato di vent’anni e magari in caserma?
      Si è indignato pure per la tutina presunta satanica della povera catechista.
      Dovrebbe essere più benigno perché quello che sembra imperfetto magari è solo normale.
      E non dica che manca di senso del decoro chi sa sopportare, perché la pazienza è la virtù dei forti.

  22. Questa volta non sono d’accordo su quasi nulla di questo articolo di Cristiano. Se si sente in dovere di scriverlo io mi sento in dovere invece di rispondere che lo scapolismo diffuso come da lui definito è spesso il frutto non di una scelta ma di una sofferta coerenza con i dettami della dottrina cattolica, se non hai avuto la fortuna giunto ormai in età matura di avere conosciuto per tempo una donna che condivida i tuoi stessi principi e valori. Al giorno d’oggi è come si suol dire pescare un jolly dal mazzo.

  23. Ho oltrepassato la sessantina da un po’, da bambini, i miei fratelli ed io, siamo stati portati a Messa solo quando eravamo in grado di starci composti e zitti, dall’inizio alla fine. Ho fatto la stessa cosa coi miei tre figli, due erano in grado di starci abbastanza presto, per il terzo ho dovuto attendere i cinque anni. Credo che ai bambini sia corretto far passare il messaggio che alla santa Messa ci si sta nel giusto modo piuttosto che quello di esserci comunque e basta. Oggi, purtroppo, so già in anticipo che se a Messa ci sono bambini mi conviene uscire subito e lasciare libero il campo. Tranne rarissimi casi essi sono gli autocrati incontestati e incontestabili dell’assemblea.Credo che la colpa non sia dei bambini ma dell’educazione sempre più permissiva, che anche il mondo della tradizione riceve per osmosi dall’ambiente circostante. Scapoli, zii e nonni tutti avvertiti: o si batte in ritirata o si è trattati da farisei. Qui i genitori diventano tutti bergogliani. Scusate la franchezza.

  24. Luciano Pranzetti

    Beh, non è normale, cara Maria 1, che una signora, catechista e acculturata porti in chiesa il bimbetto siglato “devil” senza sapere che profana un luogo sacro. Se non è intenzionale sarà senz’altro sbadataggine ma non mi dica che è normale. La verità, poi, è che io sono stato educato da una madre illetterata – 2^ elementare – ma più saggia, e niente affatto snob, di certe mammine che si abbeverano alla pedagogìa di NOVELLA 2000, CHI, PIU’ et similia, tale che sapeva come tenere composti i suoi 6 bimbetti durante la Messa. Per sua notizia: ho insegnato per 20 anni come maestro elementare e 18 come docente alle superiori. Se dovesse passare per Santa Marinella (Roma) chieda se Luciano Pranzetti è uno che ambisce ad essere servito o che, al contrario, serve tuttora la comunità. Passo e chiudo.

  25. Vorrei aggiungere un ricordo personale, datato ma eloquente: trent’anni fa qui in Italia il malo comportamento dei bambini in Chiesa era già quello odierno e in una prolungata esperienza di lavoro in America Latina (Chapas) potei fare il confronto impietoso: notavo le assemblee domenicali piene di infanti di tutte le età, dall’ allattamento (che avveniva nella massima compostezza) in su, tutti zitti ed educati. Specialmente in zone a prevalenza india la Messa durava più di due ore perché comprendeva pure la traduzione nell’idioma locale, eppure non si sentiva volare una mosca… chiaro che tutto dipendeva dall’educazione spartana ricevuta, e dall’ ambiente compattamente spartano. Oggi anche i genitori più benintenzionati si trovano obiettivamente contro tutto un ambiente ed hanno perciò tutta la mia comprensione ma da qui a giudicare sprezzantemente chi desiderando seguire decentemente la Messa non riesce ad adeguarsi al permissivismo diffuso ce ne corre. Cordialmente, Gino

    1. In Africa e in Sud America ci sono due grosse differenze rispetto a qua: la prima è che i genitori e gli adulti in genere non esitano, al minimo capriccio del bambino, anche a casa, a menare sonoramente le mani e perciò i bambini sanno che c’è veramente poco da scherzare. Seconda cosa, si parla di posti in cui non c’è assolutamente nulla di nulla di tutti gli stimoli a cui tutti noi siamo costantemente sottoposti e quindi per un bambino di là andare alla Messa domenicale è una festa, una distrazione nella routine delle sue giornate….lo dico perchè l’ho visto con i miei occhi nel periodo che sono stata là. Quindi certi paragoni sono inutili e suonano ai genitori italiani come dei durissimi giudizi. Certo, è vero che qualche genitore che voi citate avrà esagerato in permissivismo ma mi sembra che qui si esageri veramente in durezza di cuore. Perchè non ve ne andate voi ad assistere ad altre Messe o non vi infilate nella stanza insonorizzata? Ricordatevi che” dalla misura con cui giudicate, sarete giudicati”

  26. Caro Edoardo Lei ha sicuramente una bella famiglia di cui andare fiero e non era mia intenzione di dare suggerimenti non richiesti. Mi sembra comunque logico e fattibile inserire dapprima i bambini piccoli portandoli in un luogo sacro assieme a tante altre famiglie con le stesse problematiche. Mi invita a dare una mano ai genitori in difficoltà, bene ho già provveduto. Infatti mi occupo da decenni di problemi riguardanti la crescita e l’apprendimento e mi creda, mettersi a servizio degli altri, dei più deboli e ultimi nella società, condividere i loro problemi , nel bene e nel male, conduce il mio animo alla gioia, in quanto mi occupo delle creature di Dio. E “Dio è Amore” ci racconta S.Giovanni nella sua prima epistola. Sono comunque sempre a disposizione di coloro che vogliono o possono relazionarsi con me. Mi dispiace e Le chiedo scusa se ho provocato un affetto negativo di rabbia per il mio scritto. A Sua disposizione. Saluti. Mirella/Aloisia

    1. Gentile Mirella/Aloisia, la mia famiglia assiste alla santa Messa di sempre spostandosi di qualche decina di chilometri allo scopo. Non abbiamo nonni/ parenti vicini che ci possano tenere le creature, nè tantomeno i soldi per eventuali baby-sitter. Ho letto commenti di persone che, come lei, si occupano o si sono occupati di “servizi alla persona” (mi permetta la generalizzazione). Nessuno di voi ha però scritto che se viene disturbato da qualche bambino durante la sacra liturgia si alza dal suo posto e va a dare una mano ai poveri genitori, che come voi subiscono l’irruenza fisiologica di uno (o più) bambini piccoli e che magari si vergognano di disturbare. E voi qua a pontificare e pure aggiungere che aiutate o avete aiutato i bisognosi. Ai vostri occhi dunque questi genitori non sono bisognosi, o sbaglio? Sinceramente le sue scuse mi suonano un pò false. – continua –

  27. – continua – Nel suo ragionamento non considera poi due fattori: 1 )dove si trovano oggi famiglie con i miei problemi, e nel caso quante sarebbero, data la mortale denatalità dell’Italia? 2) il Catechismo (quello buono) dice di far ricevere i sacramenti ai bambini il prima possibile (anche a 5 anni, come a Santa Gianna Beretta Molla). Seguendo il suo ragionamento quando i miei figli faranno la prima Comunione? A 15 anni? Mi permetta un’ultima considerazione: mi pare che voi, che vi lamentate tanto dei bambini che fanno rumore (attenzione, so bene che ci sono genitori maleducati che di conseguenza hanno bambini maleducati), in fondo pensiate che i bambini sono solo un problema e una scocciatura. Questo è quanto ricavo dai vostri commenti. Ed è molto deludente vedere che persone che si dicono cattoliche alla fine non siano molto diverse dal resto del mondo. Edoardo

  28. Caro Edoardo, eccomi nuovamente. Ho letto i suoi ultimi scritti dove elenca parte delle problematiche che attualmente stà vivendo come giovane genitore di una famigliola numerosa. Comprendo il suo stato d’animo e la sua rabbia nel sentirsi lasciato solo in questo difficile compito di gestire, allevare ed educare i suoi cinque bambini molto piccoli. Però il mondo non è cosi’ malvagio come Lei lo descrive. Si guardi attorno e chieda aiuto e allora vedrà che ci sono nel mondo tante persone disposte ad aiutarvi. Io non appartengo al suo mondo, dove posso recarmi qualche volta a Messa, ci sono solo persone anziane e disabili in sedie a rotelle, quelle posso aiutare; non persone giovani con bambini sani. La sua rabbia però non colpisce gli estranei ma le persone della sua famiglia, in primis, i suoi bambini che non comprendono gli affetti negativi e potrebbero pensare che il loro padre sia arrabbiato con i propri figli.Lei è credente, la invito pertanto ad avere più fiducia in sè e nei fratelli nella fede. continua –

  29. Continua- Caro Edoardo, Lei può non avere fiducia in me, e non credermi, ma non trasmetta ai suoi bambini il concetto che il mondo intorno a loro è malvagio.
    La saluto caramente.
    Mirella/Aloisia

    1. Sig.ra Mirella, complimenti è molto abile a “ribaltare la frittata”…praticamente ha tranquillamente detto che: i problemi delle giovani coppie con figli praticamente non esistono e che lei e altri si occupano, come dei veri cattolici misericordiosi, dei veri bisognosi e che il sig. Edoardo è una persona piena di rabbia che riversa sui suoi pargoli innocenti, cosa che non so da dove lei possa evincere. Inoltre, da per scontato che ci siano “tante persone disposte ad aiutare” il sig. Edoardo e le giovani famigliole e anche questo, a giudicare anche dai commenti a questo articolo, non ha alcun fondamento nella realtà. Ora, non sarò certo io a far cambiare idea a chi si pasce di rappresentazioni fantasiose e romantiche della realtà circostante. Vorrei porre l’accento sul fatto che da tutti questi commenti si è rafforzata in me l’idea che mi risuona alla mente da parecchio tempo: tra una giovane generazione di sposi con figli piccoli e persone anziane o di mezza età c’è purtroppo un abisso e questo è dettato dal fatto che le persone anziane, purtroppo tendono a- continua-

  30. …..tendono a chiudersi in se stesse e nel proprio mondo, nelle proprie abitudini di cui sono molto gelose. Vivono inoltre spesso con scarsa empatia i problemi altrui, soprattutto se il prossimo è giovane, perchè il pensiero che li anima è sempre:”loro sono giovani, che problemi mai possono avere? Sono io ad avere problemi, sono io che mi devo godere la preghiera, il raccoglimento etc etc.”
    Non si ricordano più di quando erano bambini o giovani o, se si ricordano, hanno sempre delle rivendicazioni da fare, del tipo: “ai miei tempi i bambini erano educati, ai miei tempi i genitori sapevano educare….bla bla bla”. Non si rendono conto che i bambini e i giovani non hanno bisogno di queste prediche, di questi sguardi stizziti e acidi, hanno bisogno di comprensione, di saggezza, di uno sguardo e una parola buona che insegnano molto di più del pontificare che fanno loro. Ma alla maggior parte di loro non importa, non interessa….sia dentro che fuori dalla Chiesa predomina sempre l’egoismo, non c’è niente da fare.

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