SEMEN NEQUITIAE. DALL’ASSASSINIO DI SAN TOMMASO MORO ALL’ASSASSINIO DI LUIGI XVI – di Piero Vassallo

di Piero Vassallo

moro

San Tommaso Moro

 

In adempimento all’obbligo di conservare ad ogni costo la fedeltà ai princìpi del vivere civile, onere che conferiva prestigio alle aristocrazie medievali, il cancelliere San Tommaso Moro fu testimone inflessibile e strenuo difensore, contro la marea luterana, della legge naturale, che nella famiglia consacrata ha stabilito il fondamento della società civile.

L’infausta data del 6 luglio 1535, in cui l’eversiva e disgraziata albagia dell’eretico Enrico VIII pretese e ottenne l’aggiramento della dottrina sull’indissolubilità del matrimonio e la decapitazione di San Tommaso Moro, segna l’inizio delle rivoluzionarie sciagure, che hanno flagellato l’età moderna: l’abbattimento dell’argine morale costituito dall’aristocrazia credente, l’ascesa di un’oligarchia opportunista e perciò obbediente ai comandi del potere sconsacrato dall’eresia, infine il trionfo della cupidigia vampiresca e anarcoide dei capitalisti e degli usurai.

La c. d. gloriosa rivoluzione del 1688 moltiplicò i danni causati dallo scisma e fece cadere la già sconsacrata monarchia inglese sotto il controllo degli oligarchi e degli affaristi.

La storia inglese è una cartina di tornasole, che rivela il percorso della politica moderna verso il rovinoso traguardo della globalizzazione liberale.

Un cammino che la sconsacrazione assolutista ha finalizzato all’ascesa dell’oligarchia servile e di qui alla definitiva sottomissione dello stato ai tecnocrati e ai banchieri.

Luigi Negri al proposito scrive: “E’ il protestantesimo  che, impedendo alla fede di diventare cultura, cioè non unificando la persona, consegna quest’ultima in balia di chi detiene il potere ideologico o politico”.

Una spregiudicata lettura della storia inglese svela la radice assolutista e antiromana della rivoluzione francese. Non per caso i rivoluzionari francesi si sono formati alla scuola degli enciclopedisti, fervidi ammiratori e imitatori dell’illuminismo inglese.

Gli antesignani della rivoluzione del 1789, e fra loro – purtroppo – il giovane Luigi XVI, ingenuo affiliato alla massoneria,  programmavano il completo asservimento del clero nazionale al potere illuminato.

Il loro progetto, intonato all’imperativo volterriano écrasez l’infame, contemplava l’introduzione nel clero della corrosiva eresia e dello scisma. E’ evidente la loro intenzione di imitare le violenze anticattoliche delle quali si erano macchiati i regnanti scismatici d’Inghilterra, Enrico VIII ed Elisabetta I.

La rivoluzione si rivoltò contro la monarchia borbonica il 29 novembre 1791, quando il re, in risposta alle (tardive) sollecitazioni di Pio VI, prese le distanze dalla rivoluzione anticattolica e rifiutò di firmare la bestiale legge di proscrizione dei preti refrattari.

Intanto la rivoluzione aveva raggiunto il suo primo obiettivo, l’entrata in scena di un clero conformista, omologo al clero anglicano.

Nella storia della Chiesa cattolica di Fliche e Martin i nuovi preti sono puntualmente descritti: “La teologia di questi uomini da sistema rimane senza dubbio più che ambigua, lambiccata la loro esegesi, pedantesca la loro erudizione, declamatoria la loro retorica; essi non spiccano affatto per rettitudine di animo, portano nella polemica una passione acre e, come i giansenisti, maestri di alcuni, parlano della carità con acredine”.

Iniziata da una monarchia inquinata dall’illuminismo e culminata nel massacro di preti e monache, la rivoluzione ha raggiunto il suo scopo esecrando, l’insorgenza del clero deviante, che prefigura il clero modernista e il suo ectoplasma progressista.

La storia di Fliche e Martin rammenta che “Girondini ed hebertisti, a destra e a sinistra, si mostrarono ostili alla Chiesa, non solamente anticlericali ma anticristiani,, essi non si ripromettono che una cosa, distruggerla”.

E quale strumento di distruzione è più efficace della cultura politica intesa a promuovere l’errore e la devianza del clero?

La rivoluzione francese ha fatto entrare il fumo di satana, fumo luterano e anglicano nella Chiesa.

Il filo dell’odio contro il Cattolicesimo e della fanatica ostilità alla legge naturale unisce l’assassinio di San Tommaso Moro all’assassinio di Luigi XVI passando per la gloriosa rivoluzione.

Solamente la crassa disinformazione a destra può indirizzare alla ricerca dei colpevoli nelle folle del terzo o del quarto stato.

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