Pubblicato l’Instrumentum laboris per il doppio sinodo sulla famiglia 2014-2015. “No moralismo”. Ipotesi comunione ai risposati. La denuncia di femminicidio e pedofilia
di Iacopo Scaramuzzi
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La realtà delle coppie di fatto, i divorziati e la possibilità di concedere loro la comunione, ma anche la denuncia del femminicidio e della pedofilia, la questione dell’omosessualità (no al matrimonio gay ma attenzione pastorale alle coppie dello stesso sesso), il coraggio delle ragazze madri, lo snellimento delle procedure per la nullità matrimoniale, la contraccezione e la difficoltà del popolo di Dio a seguire la Humane Vitae di Paolo VI. In vista del doppio sinodo sulla famiglia voluto da Papa Francesco (un sinodo straordinario a ottobre prossimo e uno ordinario nel 2015), il Vaticano ha pubblicato oggi l’Instrumentum laboris, il documento di base per la discussione. In 77 pagine il documento, intitolato “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” e tradotto in sei lingue, riporta una sintesi delle risposte “numerose e dettagliate” al “questionario” inviato dalla segreteria del sinodo a novembre scorso a tutte le diocesi per raccogliere le idee dei cattolici di tutto il mondo. Risposte che, si sottolinea, sono giunte dalle Conferenze episcopali, dalle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, dai dicasteri della Curia romana, dall’Unione dei superiori generali ma anche da “un numero significativo di diocesi, parrocchie, movimenti, gruppi, associazioni ecclesiali e realtà familiari”, nonché da “istituzioni accademiche, specialisti, fedeli ed altri, interessati a far conoscere la propria riflessione”.
Il testo non evita questioni controverse, pone molti interrogativi, e ripropone l’approccio di Jorge Mario Bergoglio: “Sin dall’inizio del Suo pontificato – ricorda il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario del sinodo, in introduzione – Papa Francesco ha ribadito: ‘Dio mai si stanca di perdonarci, mai! Noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono’. Tale accento sulla misericordia ha suscitato un rilevante impatto anche sulle questioni riguardanti il matrimonio e la famiglia, in quanto, lungi da ogni moralismo, conferma e dischiude orizzonti nella vita cristiana, qualsiasi limite si sia sperimentato e qualsiasi peccato si sia commesso. La misericordia di Dio apre alla continua conversione e alla continua rinascita”. In questo senso, l’Instrumentum laboris pone l’obiettivo di “comunicare i valori del Vangelo in modo comprensibile all’uomo di oggi” e sottolinea che “la pastorale familiare, lungi dal chiudersi in uno sguardo legalista, ha la missione di ricordare la grande vocazione all’amore a cui la persona è chiamata, e di aiutarla a vivere all’altezza della sua dignità”. La collegialità del sinodo è racchiusa in una espressione chiara: “L’episcopato, cum et sub Petro, si pone in docile ascolto dello Spirito Santo, riflettendo sulle sfide pastorali odierne”.
Il testo è strutturato in tre parti e riprende le otto tematiche proposte nel questionario. La prima parte è intitolata “Comunicare il Vangelo della famiglia oggi” e sottolinea, tra l’altro, che “la conoscenza dei documenti conciliari e post-conciliari del Magistero sulla famiglia da parte del popolo di Dio, sembra essere generalmente scarsa” e che “vi sono anche risposte che schiettamente riconoscono il fatto che tali documenti, tra i fedeli, non sono affatto conosciuti”. Inoltre, “da molte risposte confermano che, anche quando l’insegnamento della Chiesa intorno a matrimonio e famiglia è conosciuto, tanti cristiani manifestano difficoltà ad accettarlo integralmente”. Più specificamente, il concetto di “legge naturale” “risulta essere come tale, oggi nei diversi contesti culturali, assai problematico, se non addirittura incomprensibile”.
Particolarmente intensa la seconda parte dell’Instrumentum laboris, intitolato “La pastorale della famiglia di fronte alle nuove sfide”, dove vengono sviscerate le situazioni difficili della famiglia al giorno d’oggi, comprese questioni regionali specifiche (le guerre, le migrazioni, la poligamia e il “machismo” di certe culture). Tra le “sfide pastorali sulla famiglia” si sottolinea, tra i molti casi menzionati, la questione di “violenza e abuso”: “Unanime e trasversale nelle risposte è anche il riferimento alla violenza psicologica, fisica e sessuale, e agli abusi commessi in famiglia ai danni in particolare delle donne e dei bambini, un fenomeno purtroppo non occasionale, né sporadico, particolarmente in certi contesti”, si legge, con riferimento esplicito a “femminicidio”, incesto e pedofilia. Tra i fattori che mandano in crisi la famiglia si parla di “crisi economica e instabilità del mercato del lavoro”, delle migrazioni, di una cultura segnata da consumismo, carrierismo e competitività, nonché delle contro-testimonianze della Chiesa: pedofilia, “lo stile di vita a volte vistosamente agiato dei presbiteri” o la “incoerenza tra il loro insegnamento e la condotta di vita”.
Il crescente numero delle convivenze fuori dal matrimonio. “Tra le possibili linee di azione pastorale si ritiene essenziale aiutare i giovani ad uscire da una visione romantica dell’amore, percepito solo come un sentimento intenso verso l’altro, e non come risposta personale a un’altra persona, nell’ambito di un progetto comune di vita, in cui si dischiude un grande mistero e una grande promessa”. A ogni modo, la Chiesa deve manifestarsi “come presenza amorevole, che si prende particolare cura dei fidanzati, incoraggiandoli a farsi compagni di strada, tra loro e con gli altri”.
Ragazze madri. “Un’attenzione particolare va data alle madri che non hanno marito e si prendono cura da sole dei figli. La loro condizione è spesso il risultato di storie molto sofferte, non di rado di abbandono. Vanno ammirati anzitutto l’amore e il coraggio con cui hanno accolto la vita concepita nel loro grembo e con cui provvedono alla crescita e all’educazione dei loro figli”.
Divorziati risposati e comunione. “Molte delle risposte pervenute segnalano che in tanti casi si riscontra una richiesta chiara di poter ricevere i sacramenti dell’Eucaristia e della Penitenza, specie in Europa, in America e in qualche Paese dell’Africa. La richiesta si fa più insistente soprattutto in occasione della celebrazione dei sacramenti da parte dei figli. A volte si desidera l’ammissione alla comunione come per essere ‘legittimati’ dalla Chiesa, eliminando il senso di esclusione o di marginalizzazione. Al riguardo, alcuni suggeriscono di considerare la prassi di alcune Chiese ortodosse, che, secondo la loro opinione, apre la strada a un secondo o terzo matrimonio con carattere penitenziale; a questo proposito, dai Paesi di maggioranza ortodossa, si segnala come l’esperienza di tali soluzioni non impedisca l’aumento dei divorzi. Altri domandano di chiarire se la questione è di carattere dottrinale o solo disciplinare”.
Nullità matrimoniale. “In tanti casi, segnalati in particolare in Europa e in America del Nord, si chiede di snellire la procedura per la nullità matrimoniale; a questo riguardo, si indica la necessità di approfondire la questione del rapporto tra fede e sacramento del matrimonio – come suggerito a più riprese da Benedetto XVI”. Sullo stesso tema, “alcuni invitano alla prudenza, segnalando il rischio che tale snellimento e semplificando o riducendo i passi previsti, si producano ingiustizie ed errori; si dia l’impressione di non rispettare l’indissolubilità del sacramento; si favorisca l’abuso e si ostacoli la formazione dei giovani al matrimonio come impegno di tutta la vita; si alimenti l’idea di un ‘divorzio cattolico’”.
Coppie omosessuali. “Tutte le Conferenze Episcopali si sono espresse contro una ‘ridefinizione’ del matrimonio tra uomo e donna attraverso l’introduzione di una legislazione che permette l’unione tra due persone dello stesso sesso. Vi sono ampie testimonianze dalle Conferenze Episcopali sulla ricerca di un equilibrio tra l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia e un atteggiamento rispettoso e non giudicante nei confronti delle persone che vivono in queste unioni. Nell’insieme, si ha l’impressione che le reazioni estreme nei confronti di queste unioni, sia di accondiscendenza che di intransigenza, non abbiano facilitato lo sviluppo di una pastorale efficace, fedele al Magistero e misericordiosa nei confronti delle persone interessate”. A ogni modo, “nel caso in cui le persone che vivono in queste unioni chiedano il battesimo per il bambino, le risposte, quasi all’unanimità, sottolineano che il piccolo deve essere accolto con la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che ricevono gli altri bambini”.
Due gli ultimi temi affrontati nella terza parte dell’Instrumentum laboris, intitolato “L’apertura alla vita e la responsabilità educativa”. Quanto alla questione della contraccezione, l’argomentazione parte dalla nota enciclica Humanae Vitae di Paolo VI: essa “ha avuto un significato certamente profetico nel ribadire l’unione inscindibile tra l’amore coniugale e la trasmissione della vita”. Tuttavia, “le risposte relative alla conoscenza della dottrina della Chiesa sull’apertura alla vita degli sposi, con particolare riferimento all’Humanae Vitae, descrivono realisticamente il fatto che essa, nella stragrande maggioranza dei casi, non è conosciuta nella sua dimensione positiva”. Inoltre, “nella stragrande maggioranza delle risposte pervenute, si evidenzia come la valutazione morale dei differenti metodi di regolazione delle nascite venga oggi percepita dalla mentalità comune come un’ingerenza nella vita intima della coppia e una limitazione all’autonomia della coscienza”. Dal punto di vista pastorale, “le risposte, in moltissimi casi, indicano il bisogno di una maggiore diffusione – con linguaggio rinnovato, proponendo una coerente visione antropologica – di quanto affermato nell’Humanae Vitae, non limitandosi ai corsi prematrimoniali, ma anche attraverso percorsi di educazione all’amore”.
Quanto alla educazione, infine, “appare sempre più necessaria una pastorale sensibile, guidata dal rispetto di queste situazioni irregolari, capace di offrire un fattivo sostegno all’educazione dei figli. Si avverte la necessità di un accompagnamento migliore, permanente e più incisivo verso i genitori che vivono queste situazioni”.
Il documento, si legge nelle conclusioni, illustra tre “grandi ambiti su cui la Chiesa intende sviluppare il dibattito per arrivare a indicazioni che rispondano alle nuove domande presenti nel popolo di Dio”. L’Instrumentum laboris termina con una “preghiera alla santa famiglia”.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione del documento, moderata dal portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi, il cardinale Baldisseri ha resto noto che il tema dell’assemblea generale ordinaria che si svolgerà dal 4 al 25 ottobre del 2015 sarà “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”. Al questionario per la preparazione dell’Instrumentum laboris, ha detto il porporato toscano in risposta alle domande dei giornalisti, ha risposto “l’85 per cento” delle 114 conferenze episcopali del mondo, mentre le risposte individuali o collettive di fedeli, associazioni o singole diocesi sono state circa 800. I membri del sinodo straordinario saranno 188, oltre ai membri di nomina pontificia di là da venire.
Al sinodo ordinario del 2015 il numero sarà più ampio perché comprenderà non solo i presidenti degli episcopati nazionali ma altri vescovi al fine di assicurare una rappresentanza proporzionale delle varie conferenze episcopali.
Il cardinale Peter Erdo, arcivescovo di Budapest e relatore generale al prossimo sinodo, ha fatto alcuni esempi, sempre in risposta alle domande dei cronisti, della distribuzione geografica delle tematiche emerse: la poligamia in Africa, le caste in India, le ragazze madri in America latina, l’emigrazione in Europa orientale. A chi domandava ragione dell’accenno ai “modelli riusciti” di pastorale con le coppie omosessuali, contenuto nel documento di lavoro del sinodo, monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale dell’assemblea, ha spiegato che, evitando atteggiamenti “da crociata”, da un lato, o di “permissivismo e relativismo”, dall’altra, è emerso dalle risposte al questionario la necessità di una “ricerca di dialogo che distingua tra la unicità del matrimonio tra uomo e donna e la necessità di riconoscere diritti alle unioni, non solo dello stesso sesso, con un atteggiamento di chiarezza e rispetto”.
Forte ha commentato le critiche dell’ex-presidente irlandese Mary McAleese alla “follia” di un sinodo che si occupa di famiglia pur essendo formato da “maschi celibi”, definendola una affermazione “azzardata” poiché non è vero che “chi non si è sposato per seguire la chiamata di Dio non possa comprendere questi problemi”.
Alla conferenza stampa sono intervenuti anche il cardinale arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois, presidente delegato del sinodo, e due coniugi laici, Franco Miano, ex presidente dell’Azione cattolica italiana, e Pina De Simone.
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fonte: La Stampa
18 commenti su “Sinodo dei vescovi: misericordia con divorziati, gay, ragazze madri – di Iacopo Scaramuzzi”
Siamo alla frutta ?
Il cardinale arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois sarà presidente delegato del sinodo?
Allora non siamo alla frutta, ma alla … grappa!
Che il Signore Dio dia un assaggio della sua Potenza a questi novelli Giuda che a furia di misericordina finiranno per disperare della Misericordia, quella vera mai dissociata dalla Giustizia, sempre quella vera!
La donna ha avuto, da due milleni, nei “maschi celibi” ordinati Sacerdoti e Vescovi i difensori indefessi: difensori del vincolo (no all’ usa-e-getta); difensori del diritto sulla prole (creazione della situazione di “madre” come la conosciamo); difensori del libero arbitrio (no al matrimonio imposto, sì alla verginità prima del matrimonio e alla possibilità della verginità consacrata).
Oggi l’ex-presidentessa Mary Mc Aleese considera gli attuali “maschi celibi” ordinati degli incompetenti. Incompetenti rispetto al Panteismo pansessista sì, dovrebbero esserlo
Una domanda: mi sapete spiegare come fanno ad esistere i “figli degli omosessuali”?
Li porta la cicogna?
Li fanno in provetta, a loro piacimento, come al supermercato, ma che domande sono?!? Scherzi a parte, io di questi “Pastori” comincio seriamente ad aver paura!
Allora diciamo piuttosto che se li COMPRANO prendendo in affitto l’utero di una madre (preferibilmente del Terzo Mondo, ma non necessariamente, con le politiche economiche di questa Europa massonica, ci stanno riducendo schiavi anche qui in europa). A questo il Vescovo di Roma non pensa? Non c’e’ misericordia pure per queste “fattrici” (come quelle del Terzo Reich? se erano un abominio quelle, dovrebbero a maggior ragione essere abominio anche queste, no?). E “misericordina” per questi poveri figli, distrutti nella loro educazione, trapiantati da dove dovrebbero essere, e cioe’ con le loro madri naturali, comprati come cucciolotti da europei viziati ed annoiati, non ce n’e’?
La fecondazione artificiale, omologa od eterologa che sia, non è solo altamente immorale ma è anche una pratica omicida (in media oltre 10 embrioni uccisi ogni bambino fatto nascere): al Sinodo disognerebbe denunciare questa pratica disumana, visto che finora il clero praticamente non ne parla, altro che aperture al (principe di questo) mondo!
A questo sinodo forse si giocherà una partita decisiva. Se il Santo Padre Francesco dovesse avallare le posizioni più progressiste in conflitto con la sana dottrina sarebbe un caos – più probabilmente sarà messo alle strette e dovrà esprimersi con chiarezza, riaffermando la dottrina di sempre. Sono ipotesi considerate anche da P. Ariel nel recente articolo su R.C. Non è escluso il pericolo di uno scisma. Certo, per come sono state poste le basi di codesto sinodo, si può ben dire che il devastante metodo “dialogante” post-conciliare è stato portato alle sue estreme conseguenze!
Il problema sarebbero i pochi preti pedofili e non i moltissimi preti eretici?
Fidanzati incoraggiati a farsi compagni di strada invece che dire loro di smettere di donarsi recipmente peccati mortali con la fornicazione?
Il mondo e cioè Satana non capisce la dottrina della Chiesa (che è di origine divina) e bisognerebbe cambiarla con una voluta dal mondo e cioè da Satana?
Ciò che ha detto Gesù sull’indissolubilità del Matrimonio e sul conseguente adulterio e San Paolo sulla Comunione in stato di peccato mortale e sulla sodomia sarebbe da cestinare? (Per i modernisti sì visto che secondo loro Gesù era soltanto un uomo buono e saggio per i suoi tempi e San paolo un “rigido eticista omofobo”).
Cosa ha detto Dio nel Vecchio Testamento riguardo all’omosessualità? Come si può essere così ingrati da porsi domande su ciò che è già stato stabilito una volta e per sempre da Lui?
Si parla di “Femminicidio” senza parlare di “Maschicidio” e volendo forse aprire alla contraccezione, probabilmente anche a quella abortiva (non mi stancherò mai di ripetere che anche le comuni pillole hanno un potenziale abortivo e che la spirale causa 460 MILIONI di omicidi all’anno, essendo quindi il più grande strumento di morte di tutti i tempi).
Con questo Sinodo rischiano di essere di fatto aboliti il 5°, il 6° e il 9° comandamento e di essere gravemente lesionati 3 sacramenti: Comunione (profanazione volontaria del corpo di Cristo, dandolo volontariamente a persone in pertinace stato di peccato mortale), Matrimonio e Confessione: Satana potrebbe aspirare ad una vittoria più grande?
Mi permetto una postilla: come si può condannare la pedofilia (che non è peraltro propria solo del clero) se si accettano le copie gay con i relativi figli comunque generati?
La morale Cattolica è stata definita da Dio e quindi, come Dio stesso, è per definizione immutabile, solo qualcuno così modernista da credere che sia di origine umana può pensare di modificarla (modificazioni solo apparenti perche Dio e le sue Leggi non mutano)!
Se il sinodo dovesse sfidare Dio al punto da aprire a CONTRACCEZIONE e/o UNIONI GAY e/o COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI ci troveremmo in queste situazioni:
1)Trionfo completo di modernisti e progressisti con perdizione di milioni di anime.
2)Stato di scisma capitale (l’unità è possibile solo nella Verità e chi resta fedele agli insegnamenti di Cristo non scisma dalla Chiesa di Cristo, quindi a scismare sarebbero TUTTI coloro che approverebbero tali abominii, a noi non resterà da fare altro che prendere atto dell’avvenuto scisma e continuare a restare nella Chiesa Cattolica).
3)Perdita dell’apostolicità di quella parte di Chiesa (fosse anche il 99,99%) che approvasse quelle cose IN NETTO CONTRASTO CON GLI INSEGNAMENTI APOSTOLICI, quindi quando si reciterà il CREDO bisognerà sapere che ci si riferisce solo a quella parte di Chiesa rimasta fedele agli insegnamenti degli Apostoli e quindi a quelli di Cristo.
4)Inizio dell’epoca del “Piccolo Gregge”, che seguendo l’esempio di Sant’Atanasio resterà fedele a Dio a qualunque costo e che subirà pesanti persecuzioni dal mondo, dai “fratelli di fede” e dai vertici più alti della Gerarchia, ma non scomparirà mai, secondo quanto promesso da Cristo (le porte degli inferi non prevarranno)!
Sto iniziando ad averne davvero le tasche piene di tutto questo “progressismo”, “aperturismo” e simili ma farò uno sforzo, resterò calmo e scriverò quello che penso in breve.
1 – Il matrimonio è soltanto fra un uomo e una donna, punto e basta.
2 – Convivenza e divorzio ma soprattutto unioni omosessuali ed adozioni per omosessuali sono gravissimi peccati mortali
3 – Comunione a divorziati che si sono risposati civilmente: non se ne parla proprio, come ha giustamente e splendidamente evidenziato il sig. Diego nel suo intervento delle 23:31
4 – Santo Padre, abbiamo bisogno di una Chiesa che guidi il mondo, NON di una Chiesa che si faccia guidare dal mondo e che segua le sue voglie più o meno strampalate.
5 – Dico e ripeto in tutti i modi possibili e immaginabili: CHE DIO CI AIUTI, NE ABBIAMO DAVVERO BISOGNO.
O Nostro Signore Gesù Cristo e la sua Voce in S. Paolo, in S. Pietro, in S. Giovanni, ecc,, come parlano chiaro e come sono stati interpretati univocamente per 2000 anni dalla Chiesa, o questi novatori. O il Vangelo e le Lettere degli Apostoli o la dottrina di questi nuovi esegeti. Di qui non si sfugge. Tra gli Uni e gli altri c’è infatti una contraddizione inequivocabile.
La scelta è scontata, scontato il giudizio che pende sul principe di questo mondo e su coloro che vengono a patti con lui.
* “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo… e se non ascolterà
neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano” (Mt. 18, 15-17).
* “L’uomo eretico, dopo la prima e la seconda correzione, fuggilo, sapendo che questo tale è pervertito,
e pecca come quegli che per suo proprio giudizio è condannato” (Tit. 3, 10).
Mi soffermo su un solo punto con una sottolineatura. Leggo: “Il concetto di legge naturale risulta essere come tale oggi, nei diversi contesti culturali, assai problematico, se non addirittura incomprensibile” (pag.2 di 4).
La legge naturale, che deve essere a fondamento di ogni legge (vedi i principi non negoziabili), presuppone che esiste un divino legislatore. Perchè il concetto di legge naturale è problematico se non addirittura incomprensibile? Io vedo qui l’ateismo che rifiuta il Creatore. Rifiutando di riconoscere l’esistenza del Padre-creatore della vita, la coscienza è così oscurata da rifiutare di riconoscere la più evidente realtà. E così tutto è opinione, è relativismo. E’ giusto?
da questo articolo, mi pare che questo strumento di lavoro sia un ulteriore sconcertante atto di apertura al mondo, al compromesso tra dottina e prassi, all’accoglimento delle istanze più lontane dal messaggio evangelico,alla tradizione della Santa Chiesa Cattolica, insomma un vero disastro. Non c’è solo la misericordia, ma anche la giustizia di Dio, forse dal vescovo di Roma, per finire alla varie conferenze episcopali se ne sono dimenticati?
Abbiamo bisogno di guide sicure?
Ritengo che non ci siano dubbi in proposito.
Sono punti fermi che chi vive in pecato mortale (come chiunque commette, anche occasionalmente, peccati mortali) non può accostarsi ai sacramenti e se si accosta alla confessione sacramentale per ricevere l’assoluzione deve, prima pentirsi e promettere sinceramente di non volerne più commettere in avvenire?
Ci sono dubbi che chi vive nel peccato contro natura non può essere guardato con un’indulgenza che arrivi al riconoscimento del loro disordine assicurandolgi diritti che, appunto non ha perché fuori dal diritto divino e naturale?
Penso che in materia non ci dovrebbero essere dubbi e che non varrebbe la pena di indire un sinodo, per ribadire ciò che dovrebbe essere palese e che, in ambito cattolico almeno, non è suscettibile di discussione poiché sono postulati del nostro vivere quotidiano alla sequela di Cristo, visto che egli ha detto: “Chi Mi ama osserva i Miei comndamenti”. Postulati e quindi, non oggetto di discussione.
Da almeno millenovecentocinquant’anni la Chiesa afferma e ribadisce la sua dottrina.
Cosa e perché cercare altrove ciò che é solare?
Piuttosto la domanda angosciante é: “Cosa attendersi da un Vescovo di Roma che afferma che Dio non é cattolico?
Se Dio non lo é secondo lui, lui può essere cattolico?
Se cattolco non è, come può guidare la Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica?
A questo dilemma dilacerante, attendiamo, con trepidazione, risposta.
Non piu’ le verita’ eterne lasciate agli apostoli da Gesu’, ma le falsita’ terrene fatta da uomo, stanno cambiando la vera chiesa, predicata per 2000 anni, per un altra chiesa fatta da uomo, per quelli rimasti alla tradizione, cerchiamo sempre di mettere in pratica il Vangelo, e chi persevererà fino alla fine sara’ savato