Nell’al di qua un califfato ed uno stipendio interessante, nell’al di là il paradiso per chi muoia in battaglia: è questo il “pacchetto di offerte” che l’Isis propone ai giovani musulmani, disposti a lasciare l’Occidente per la jihad in Siria ed Iraq. Un’operazione di marketing in grande stile, quella scatenata, senza dubbio, perché il terrorismo, ora, è fatto anche di immagine, brand e media. Efficaci peraltro, a giudicare dal numero di candidati, che purtroppo riesce a “reclutare”.
Secondo quanto pubblicato dalla rivista Business Insider, il salario medio di un occidentale “arruolato” nelle truppe dell’orrore si aggirerebbe attorno ai mille euro al mese, oltre ad alloggio e spese, specie nel caso che lo raggiungano moglie e figli. Gli “stipendi” più bassi sono riservati ai combattenti siriani e iracheni, che arrivano a circa 300 euro al mese. Va lievemente meglio a turchi, tunisini e marocchini.
In una sessione a porte chiuse coi membri del Congresso, David Cohen, Sottosegretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti, responsabile peraltro del settore terrorismo, ha confermato tali dati. Washington ritiene che la vendita illegale di petrolio non sia in grado di fruttare al sedicente “Stato Islamico” un milione di dollari al giorno, però ha anche aggiunto di ritenere che siano aumentate le risorse finanziarie derivanti da altri filoni come le donazioni provenienti dalle organizzazioni islamiche (che l’Occidente tenta invano di contenere), le estorsioni perpetrate nei territori conquistati della Siria e dell’Iraq, i sequestri con la pretesa di relativi riscatti, le imposte sulle genti dominate ed il contrabbando internazionale.
Nelle sue dichiarazioni al sito web islamico Al Araby al Jadeed noticias, che ha sede a Londra, una delle autorità del sedicente “califfato” nella città di Mosul ha recentemente ostentato un budget per l’esercizio 2015 pari a 2 miliardi di dollari, sufficiente per pagare i salari e le armi acquistate sul mercato nero oppure strappate all’esercito iracheno. Le fonti dell’intelligence occidentale stimano che il numero di jihadisti dell’Isis oscilli attualmente tra i 20 ed i 30 mila miliziani. Di questi, tra i 5 ed i 6 mila sono europei col passaporto di rientro. Almeno in teoria…
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fonte: NoCristianofobia
2 commenti su “Soldi, califfato e paradiso: ecco lo spot della business jihad”
“Almeno in teoria..”
Questa conclusione dell’articolo descrive in modo chiaro, secondo me, quanto sicuramente
avverrà nei prossimi mesi.
Mi sembra troppo cattivo e anche incosciente commentare così, ma bisogna che lo scriva:
“Male voluto non fu mai troppo”……
L’Europa dorme, il sonno, tormenteto da incubi premonitori, di chi ha ripudiato e tenta di espungere definitivamente le sue radici cristiane.
l’Europa non si faccia illusioni, e noi con ella, continuando così, senza invertire decisamente rotta, costruiamo ineluttabilmente il castigo, e terribile castigo, con le nostre mani.