SPOSATI E SII SOTTOMESSA. PRATICA ESTREMA PER DONNE SENZA PAURA – di Rita Bettaglio

di Rita Bettaglio

 

 

“Siccome probabilmente non scriverò più niente che sia degno di pubblicazione, a meno che non ci sia un mercato per post-it di servizio, appunti per la nuova maestra e liste della spesa per mariti, ho pensato di raccogliere qui qualche ringraziamento. Anche per evitarmi un sacco di telefonate, alcune , come quella a santa Teresa, direi tecnicamente un po’ laboriose.

Grazie a Dio, per tutto quello di cui so di dover ringraziare, e anche per quello che neppure capisco. Siccome in paradiso si entra solo per raccomandazione, non certo per meriti, Maria, mettici tu una buona parola”.

Così termina (ci sono altri ringraziamenti che ho omesso per brevità) il gustosissimo “Sposati e sii sottomessa. Pratica estrema per donne senza paura”, scritto da Costanza Miriano (Vallecchi, Firenze, 2011, euro 12,50).

Non si tratta del solito libercolo femminile, tipo Kinsella (che, comunque, trovo bravissima) o Bridget Jones (che non mi piace affatto). Qui, sotto la forma del sorriso, c’è del contenuto: e di valore. Sì, perchè il valore è, nientemeno, quello del Vangelo declinato in quell’avventura particolarissima e affascinante del matrimonio, in questo incipit del terzo millennio che, se ci vede un po’ spersi e dal passo incerto, tuttavia ci chiede di vivere con fiducia e col sorriso sulle labbra.

Scrisse una volta un grand’uomo: “Siate allegri, sempre allegri. Siano tristi quelli che non si considerano figli di Dio”. Direi che nelle pagine della Miriano (e immagino anche nella sua vita, anche se non la conosco) quest’esortazione prende carne.libro

Giornalista, sposata e madre di 4 figli, una laurea in lettere classiche e una penna frizzante e appassionata, Costanza Miriano in questo libro immagina di scrivere delle lettere a amiche (due sole sono rivolte a uomini) in cui affronta il tema del matrimonio, del ruolo e la grandezza della donna, della bellezza dell’essere se stessi in un rapporto d’amore come quello familiare. Tutto questo con una serena coscienza dei limiti propri ed altrui e una fiducia grande in Chi ci ha voluti e ci ama così come siamo. Dimenticavo… un’affettuosa percezione della realtà, positiva o negativa che sia, alla Terenzio: humanus sum, nihil humani a me alienum puto.

Eccone un assaggio.

“Mi dispiace che nessuna delle due nonne abbia potuto conoscere tutti e quattro i miei figli, al momento cresciuti molto impataccati ma abbastanza incolumi, senza troppi punti di sutura. La nonna Gina avrebbe trovato qualcosa da ridire lo stesso, visto che ho dimenticato come si fa l’uncinetto e in quanto a economia domestica potrei migliorare: “Mia madre scalda benissimo i surgelati”, ha detto una volta Bernardo a un amichetto, per convinceerlo a restare a cena. Però avrebbero apprezzato le loro pagelle, soprattutto la nonna professoressa di francese e la loro pietas: “Io di lavoro da grande voglio fare la santa –mi ha detto Livia-, magari santa Teresa ‘Dalila’”. Penso spesso a loro, alle donne delle altre generazioni, quando vedo donne in cerca d’identità e per questo sofferenti. Loro non hanno dovuto cercare tanto, un ruolo ce lo avevano, glierlo avevano assegnato. Una cosa che forse le ha protette, rendendo meno faticosa la ricerca personale. Non mi sembravano infelici e, se lo erano, se lo tenevano per sé.” (pag.123)

Ancora mentre fa coraggio a un futuro padre, Antonio.

“Oltre a non allattare, non avrai bisogno di conoscere l’ubicazione in casa (nel mobiletto dei medicinali, per tua curiosità) né il dosaggio degli antipiretici; non conoscerai i nomi delle maestre (a meno che non siano particolarmente gnocche), né i loro gusti in materia di fiori; non dovrai tenere a mente i nomi di dozzine di amichetti né compleanni, e non andrai alle loro feste, e di conseguenza non dovrai sostenere conversazioni sulla scrosa gita scolastica, della quale peraltro ti sarà giunta solo una debole eco; non conoscerai le scadenze dei vaccini né dei controlli ortopedici, otorinolaringoiatrici, oculistici di routine; non ripasserai il Piemonte né le sottrazioni col riporto; non discetterai con competenza del colore che meglio si addice a ogni principessa; non racconterai fino a sgolarti la storia di Adamo e “Deva”; non canterai Niente ti turbi nel cuore della notte in seguito a un incubo. In compenso per i tuoi figli sarai una specie di divinità, l’unico essere umano in grado di risolvere problemi, aggiustare, cambiare batterie, trovare soluzioni, dire parole definitive, uccidere mostri, annientare paure. Tu detterai la linea politica e quando Chiara, mollacciona come me, starà per essere sopraffatta, sarai l’unico così lucido da applicare il sano principio educativo di Jean Kerr: “Noi siamo più grossi di loro e questa è casa nostra”, che se non incarna esattamente la linea del dottor Spock, nondimeno riporterà la pace in casa”. (pag. 189)

Non vado oltre perchè sono pagine da gustare e da passare ad amici e conoscenti.

Buona lettura e non dimenticate di dirmi se vi è piaciuto!

 

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