Suor Jeannine Gramick, apologeta dell’omosessualità in Polonia e nel mondo – di Cristiano Lugli

di Cristiano Lugli

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La “Campaign Against Homophobia” e la “Faith and Rainbow”, due organizzazioni che intuibilmente dal nome si occupano di diritti omosessuali all’interno delle comunità di cosiddetti “cristiani LGBT”, hanno sponsorizzato il tour polacco di suor Jeannine Gramick, svoltosi nel 2016-2017.

Questa “religiosa”, per chi non lo sapesse, è conosciuta per il suo impegno a favore di una piena accettazione delle persone gay, lesbiche e trans nella Chiesa Cattolica e nella società; ha fondato tre sezioni (“chapters”) di Dignity USA a Baltimora, Washington e Philadelphia, e ha dato vita  alla “Conferenza delle lesbiche cattoliche”. Con padre Robert Nugent ha fondato il New Ways Ministry, un’organizzazione “cattolica” impegnata per la giustizia e la tutela dei diritti delle persone gay e lesbiche nella Chiesa e nella società. Le posizioni e le attività di suor Jeannine a favore dell’omosessualità imperante sono testimoniate da diverse opere da lei curate, come ad esempio “Homosexuality and the Catholic Church,” “Homosexuality in the Priesthood and Religious Life,” “The Vatican and Homosexuality,” “Voices of Hope: A Collection of Positive Catholic Writings on Lesbian/Gay Issues”, tutti titoli che evidenziano fin troppo bene il contenuto.

Con padre Nugent è anche co-autrice di “Building Bridges: Gay and Lesbian Reality and the Catholic Church”, la cui edizione italiana (dal titolo “Anime gay”) è stata curata da Andrea Ambrogetti e pubblicata nel 2003 dagli Editori Riuniti, con un tour italiano di presentazione nelle città di Caserta, Napoli, Roma, Bologna e Milano.

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Le associazioni LGBT che hanno lanciato il tour di questa suora hanno promosso una vera e propria campagna mediatica dal titolo  “Let’s Exchange a Sign of Peace”, affiggendo cartelloni in tutta la Polonia, paese in cui si è tenuta la serie di incontri con la “religiosa”. Al centro del logo che annunciava l’iniziativa, si trovano disegnate due mani che si stringono: una regge un rosario e l’altra porta al polso un braccialetto arcobaleno. La campagna è stata appoggiata da molte personalità e pubblicazioni cattoliche di spicco.

La suora attivista statunitense era stata invitata per una settimana ad alcune conferenze sui problemi dei “cattolici LGBT”; ha fatto tre presentazioni pubbliche, quattordici interviste a radio, TV e giornalisti, un ritiro per cristiani LGBT, e infine ha parlato personalmente con un numero indefinito di polacchi, incluso il Segretariato Generale per l’organizzazione delle comunità delle suore del paese.

Il suo tour si è svolto nelle tre principali città polacche – Varsavia, Cracovia e Danzica – dove suor Jeannine ha lanciato il messaggio su cui sta insistendo da ben quarantacinque anni: “Dio ama incondizionatamente le persone LGBT ed è compito della Chiesa rendere reale questo amore lavorando per la giustizia e l’uguaglianza”.

Durante un’intervista la religiosa ha raccontato cosa l’abbia spinta ad occuparsi di questo ‘ministero’: iniziò nel 1971, quando incontrò un ragazzo gay che aveva lasciato la Chiesa Cattolica e, dopo molte discussioni con lui e i suoi amici, capì che i cattolici avevano bisogno di essere educati sulla vita delle persone LGBT:

“Volevo dar voce a chi, nella Chiesa, non ne aveva. Credo che le persone LGBT, proprio come qualsiasi fedele, debbano avere diritto al loro posto in questa istituzione (…) Sono sempre stata interessata da quelli che la società trascura. Se si legge la Bibbia, si sa che Gesù è venuto a difendere gli emarginati. Un altro argomento, per me, è la coscienza. A volte essa ci guida a discostarci dalla gerarchia ecclesiastica… la sola cosa che ci dovrebbe interessare è amare ed aiutare gli altri”.

Alla domanda di Queer.pl – nota testata LGBTQ – sulle sue impressioni circa i problemi LGBT in Polonia, suor Jeannine ha risposto:

“Sono molto sorpresa, positivamente, da quello che ho visto e dalle esperienze che ho fatto qui in Polonia. C’è molto dibattito sulle persone LGBT. Tra i cattolici, preti compresi, ho visto molta accettazione. Stanno iniziando a capire che è un problema importante che riguarda i diritti umani”.

Questa indefinibile personaggia, che comunque di suora non ha nulla, si è detta però un po’ allarmata a causa dell’attuale situazione in America, a seguito dell’elezione del Presidente Donald Trump, affermando che potrebbe essere più difficile far riuscire la missione ma, come i suoi amici in Polonia, lei sarà pronta a continuare il suo lavoro:

“Questo lavoro proseguirà – ha dichiarato ancora ad un giornale locale – perché i cuori e le menti dei sostenitori della comunità LGBT sono cambiati. Questi cuori e queste menti sono aperti. Non faremo passi indietro. Sarà molto difficile, ma possiamo farcela. Dobbiamo farcela”.

L’operato della signora in questione, che più volte si è schierata anche a favore dell’aborto “nei casi limite”, come li chiama lei, in passato era stato contrastato dalle autorità ecclesiastiche, sia all’interno del suo ordine di suore (Suore scolastiche di Nostra Signora), sia dalla Congregazione per la dottrina della Fede, allora presieduta da Ratzinger, che aveva vietato a suor Gramick e padre Nugent di proseguire il proprio “lavoro pastorale” con gli omosessuali, avendo mancato di esporre il pensiero e la dottrina della Chiesa circa l’omosessualità. Questo divieto restò inascoltato e i due continuarono – e come si vede continuano – la loro attività, senza aver subito sanzioni.

In seguito all’elezione di Bergoglio, avvenuta nel 2013, in diverse occasioni suor Jeannine ha auspicato che ciò che in America viene chiamato “the Pope Francis effect”, “possa tradursi in una concreta e duratura accettazione degli omosessuali nella Chiesa e nella società”.

Nell’ottobre del 2015 ha parlato a Roma alla conferenza mondiale “Ways of Love”, tenutasi a ridosso della seconda sessione del Sinodo della Famiglia e promossa da una rete internazionale di 13 organizzazioni di/con i “cattolici LGBT”.

L’attività di questa “suora” non è da sottovalutare e se anche i risultati paiono essere lenti rispetto ai tempi da cui lei ha iniziato questa rivoluzione omosessuale da portare avanti in seno alla Chiesa, va detto che ha l’appoggio di tanti cattolici, di tanto potere mediatico ma soprattutto di tanti porporati che per ora tacciono.

Questa “eroina” senz’abito gira il mondo cercando di portare la parola omosessuale a tutte le genti, e intanto incassa i risultati di un’azione costante e martellante.

Ciò che è accaduto in Polonia è solo l’inizio dei grandi trionfi conquistabili in una neo-chiesa che appare essere sempre più propensa ad incanalare il pensiero LGBT come pietra fondante, relegando la Dottrina e ingalluzzendo tutto il marasma di omosessuali che, una volta scoperchiato il Vaso di Pandora, si paleserà senza timori: partendo dai Charamsa e dai Ricca, già arruolati, e passando per altrettante importanti figure ecclesiastiche.

14 commenti su “Suor Jeannine Gramick, apologeta dell’omosessualità in Polonia e nel mondo – di Cristiano Lugli”

  1. giorgio rapanelli

    San Paolo li condanna…
    E se non si convertono a Cristo, abbandonando quella che il Corano definisce “turpitudine”, andranno all’inferno. Con buona pace per la “misericordia” del Bergoglio.

  2. Mi domando: se fuori del matrimonio vale il 6° comandamento, che differenza fa tra una tentazione e l’altra?
    L’una vale l’altra ossia tutte vanno dominate.
    O si vuole sdoganare il matrimonio gay come sacramento?

  3. Già una quindicina di anni fa certi personaggi parlavano di ‘Building bridges’, a dimostrazione – se ce ne fosse ancora bisogno – che certe espressioni o slogan in seno alla chiesa cattolica non sono stati coniati nuovi di zecca solo da quattro anni e solo dal VdR.
    Non se ne può più di sentire simili notizie. Tutta questa gente è malata. Vedono solo e sempre una certa cosa. Prima che perversi sessualmente mi sembrano perversi nel cervello. Spero in un bel fuoco purificatore. Ci rimetteremo tutti, ma che importa: il nostro fine non è il Cielo? Noi non abbiamo i mezzi, la forza e la potenza di queste lobby. Siamo in una lotta umanamente impari. Solo Lui può salvarci.

    1. Quella scandalizzatrice ERETICA (e pertanto non più membro della Chiesa Cattolica) è sicuramente una lesbica: io non credo che si potrebbe impegnare con costanza per una causa così disgustosa e satanica (diffusione della perversione e dannazione delle anime) se non avesse quella tendenza: come per molti preti e prelati, quello è il suo osceno modo di fare coming out e di “vendicarsi” della dottrina cattolica, che per tanti anni l’ha obbligata al nascondimento: gente simile ha disprezzato la Sacra Scrittura, il Magistero e gli scritti dei Padri della Chiesa e dei Dottori della Chiesa e non ha rispetto neppure per le anime di coloro che dice di voler difendere!

  4. Ma insomma, io questo mi domando: come mai gente di questo tipo può circolare liberamente dentro una chiesa che sì, ogni tanto la rimprovera dandole qualche buffetto, ma poi in fondo le dà assoluta libertà di movimento con uno scandalo infinito per alcuni, ma con un danno incommensurabile per i più che pian piano si convertono felici dell’ “incondizionato” amore di Dio per tutti gli uomini. Ma non fu Suo Figlio a dire: “Va’ e non peccare più”?

  5. oramai con l’approvazione (di ogni tipo di depravazione) da parte di Omissis, non c’è più limite al peggio!
    O Dio viene al salvarci, vieni presto in nostro aiuto.

  6. Davvero non so e non riesco a capire di cosa si stia parlando, anzi stra-parlando.”..nel 1971, quando incontrò un ragazzo gay che aveva lasciato la Chiesa Cattolica… capì che i cattolici avevano bisogno di essere educati sulla vita delle persone LGBT”. Ma di cosa sta parlando??? Si sarebbe potuto dire dire ugualmente:”….nel 1971, quando incontrò un serial killer(..un ladro professionista..una ninfomane..un pedofilo..un truffatore inveterato..ecc.ecc.) che aveva lasciato la Chiesa Cattolica… capì che i cattolici avevano bisogno di essere educati sulla vita delle persone.” Ognuno ha la sua storia personale, ognuno i suoi personali peccati di cui è responsabile più o meno gravemente (Dio giudicherà!). Ma della gravità del peccato è possibile e doveroso giudicare: basta confrontarli con la legge di Dio. Questi personaggi del “chi sono io per giudicare” invece giudicano, eccome giudicano! Si permettono di giudicare la Legge del Signore e di ritenerla non più adeguata ai tempi. Questi personaggi il “chi sono io per giudicare”(Dio e la Sua Legge) dovrebbero gridarlo forte!

  7. Si condanna il peccato e si accoglie con misericordia il peccatore, o quanto meno dovrebbe essere così. Qui invece si sdogana il peccato e così facendo si manda alla dannazione il peccatore….ammantando il tutto di una misericordia che non può che essere Falsa e fuorviante

  8. La Chiesa di oggi, bergogliana, ma degna erede di quella conciliare (bisogna pur ammetterlo, con buona pace dei vari Socci), ha altro per la testa, altre priorità. Pensate, persino il gruppo musicale toscano dei Baustelle, certamente non cattolico, ha fatto ironia sulla situazione attuale e sul Papa attuale (“le lettere del Papa sulla fedeltà del cane”, dalla canzone Il Vangelo di Giovanni dell’ultimo disco uscito poco tempo fa).

  9. E c’è ancora gente che si ritiene “cattolica” e che Bergoglio sia Papa ! La realtà invece ci pone di fronte ad una strana setta new age protestante che segue il caudillo – eretico e bizarro – sudamericano.

  10. È una vecchia storia che si ripete senza fantasia. Da ragazzi sarà capitato, se non a tutti a molti, di avere una gran voglia di contestare “la Chiesa” soprattutto per le norme morali e soprattutto per quelle in materia di sessualità: e la tentazione di dire “ho ragione io, la Chiesa è vecchia e bigotta” può venire. Poi però si cresce, si capisce che la propria debolezza va compresa e accettata – nel senso che se ne deve chiedere perdono! – finché non si riesce ad esserne liberi. E con la grazia di Dio, se si ha l’umiltà di chiederGli aiuto, ci si riesce, eccome. Questa pseudo-suora, cui si dovrebbe togliere l’abito (che tanto non porta, né nel vestito né nel cuore), semplicemente NON HA FEDE. Come tutti gli altri che predicano le stesse, pardon, vaccate. Se qualcuno da Roma glielo dicesse, magari… ma non ci spero più. Colpa anche, duole dirlo, di chi in precedenza l’ha ammonita con fin troppa carità e misericordia, senza riuscire a farsi obbedire. Oremus… propongo a tutti un’Ave per questa disgraziata, che si converta e la smetta di infettare le anime altrui.

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