di Marco Bongi
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Non so se questo Arcivescovo africano, mons. Thomas Luke Msusa, sia catalogabile fra i progressisti, i moderati o i conservatori. Qualunque possa tuttavia essere l’etichettatura resta il fatto che la sua storia di conversione dall’Islam al Cattolicesimo, con l’emozionante finale del Battesimo impartito personalmente al proprio padre ex-imam, rappresenta una splendida testimonianza di Fede vissuta con coraggio e zelo.
La vicenda dunque meriterebbe di essere maggiormente conosciuta ma sappiamo che episodi come questi non sono graditi agli organi d’informazione benpensanti e “dialoganti”, nè, tanto meno, agli uomini di Chiesa occidentali.
Per vedere la breve intervista, rilasciata nel corso dell’ultimo Sinodo sulla famiglia, cliccate sull’immagine qui sotto:
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Mi permetto, dopo aver conosciuto la vicenda, solo poche e sintetiche considerazioni:
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1 – La conversione dall’Islam è possibile ed anche le difficoltà con le famiglie, che spesso vengono portate ad esempio per scoraggiare l’apostolato verso i mussulmani, possono essere superate. Se infatti la conversione è vera, forte e consapevole, può “contagiare” positivamente tutti i componenti della famiglia.
2 – La Chiesa Cattolica africana è senza dubbio la porzione più sana della Cristianità. Certo non mancano, anche in quelle nazioni, problemi teologici e morali come i residui di culti animistici, la poligamia diffusa ancora purtroppo in alcuni ambienti cristiani, una spiritualità spesso troppo irrazionale ecc. Esiste però una forza, una freschezza, una capacità di testimoniare la Fede che nel nostro vecchio mondo si sono ormai irrimediabilmente perdute.
3 – Ma siamo tutti noi, Cristiani stanchi del XXI secolo, a dover recuperare la forza e il coraggio di testimoniare la Verità, la Verità di Cristo che è Via, Verità e Vita.
4 commenti su “Thomas Luke Msusa, islamico convertito alla vera Fede, e ora arcivescovo di Blantyre nel Malawi – di Marco Bongi”
Mi ha fatto, ma credo di poter dire ci ha fatto un bel dono, gentile Marco Bongi.
Grazie!
Il Signore la contraccambi.
Splendido questo dodicenne che percepisce la Verità che è Gesù Cristo, lascia tutto e tutti e si da totalmente a Dio così salvando oltre sè stesso tutta la sua famiglia.
Veramente notizia da stampare e da far correre ovunque ma, soprattutto in questa stan ca, apatica, cristianità contemporanea, che appare come spenta al soffio dello Spirito.
Giustissime e puntuali le sue parole, Bongi. Richiamo la vostra attenzione su una vicenda realmente accaduta che, a mio avviso, è importante, soprattutto in tempi in cui il successore di Pietro parla di modi di vedere le cose diverse e di credere in modo diverso. Una mia cara amica di Seul venuta in Italia per studio, sentì la necessità di abbracciare la fede cattolica e non ci fu verso di dissuaderla dal proposito da parte della famiglia. Ha avuto Battesimo, Comunione e Cresima e oggi frequenta sacramenti e gruppi di preghiera. Un mese prima del Battesimo cominciarono strani accadimenti come soffocamenti e percosse notturne, rumori, vertigini, incidenti vari ecc… Sono sempre restio a parlare di cose non ordinarie, ma questa mia testimonianza mira a mettere in chiaro che Cristo Gesù, quando ordinò di battezzare e predicare in tutto il mondo, sapeva bene quello che ordinava. Evidentemente gli ‘dei’ delle altre fedi non sono molto contenti e per la mia amica la presero male.
Leggendo quello che lei dice, caro Feder, ripenso al programma di ieri era a Rete 4 su Madre Teresa, in cui la si incensava perché non ha mai voluto battezzare i bambini in pericolo di morte, come se ciò fosse un gesto ammirevole, eroico. Da qui si vede il danno prodotto da 50 anni di modernismo ecumenista e calabraghista. Di più, la stessa non ha mai voluto “fare proselitismo”, cioè evangelizzazione cristiana, anche se non cattolica. Ha, i santi postconciliari, mi deludono sempre; preferisco pregare quelli preconciliari, fino a Pio XII.