TRENTA RIGHE FUORI MODA – rubrica settimanale di Alessandro Gnocchi

Buttiglione, l’Amoris Laetitia, i tradizionalisti. Con un po’ di nostalgia del rag. Ugo Fantozzi.

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In un giornale, “trenta righe”, sono come un sigaro toscano e una medaglia di cavaliere: non si negano a nessuno. Sono perfette per i primi balbettii di un praticante, per i funambolismi del vecchio cronista, per l’elzeviro del professore un po’ dandy e per l’editoriale del direttore. Dunque bastano anche a noi per dare un taglio veloce ed esaustivo a questa rubrica che commenta quanto accade dentro e fuori la Chiesa. Ma per favore, anche se la forma non è più quella della risposta alle vostre lettere, continuate a scrivere. Gli spunti migliori vengono sempre da voi.

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L’ultimo nato in “Casa Amoris Laetitia” (che, senza voler essere dissacratori nei confronti di Sandra e Raimondo, ricorda tanto “Casa Vianello”, ma con meno appeal) è un libro di Buttiglione. Buttiglione nel senso di Rocco, il “filosofo di Giovanni Paolo II”, non di Rambaldo, il colonnello che ha deliziato le platee cinematografiche negli Anni Settanta.

Per chi abbia presente lo sguardo inerme e silente che Forattini attribuì a suo tempo all’autore, il titolo non è una sorpresa: Risposte amichevoli ai critici di Amoris Laetitia. In fase di anticipazione per la stampa, sono circolate due copertine, una in cui “amichevoli” è messo tra parentesi e l’altra in cui è inserito con un grafia da ripetente di terza elementare, che danno un po’ di gomito e promettono un posticino per tutti nei titoli di coda, buoni e cattivi. A Chiesa 2.0 TV sanno bene come mettere nella parte giusta e rendere inoffensivi certi cattivi.

È da notare che l’opera esce per i tipi di Ares, casa editrice che non è dell’Opus Dei, ma forse è dell’Opus Dei perché ci lavorano ed è diretta da membri dell’Opus Dei, che però agiscono senza rendere conto all’Opus Dei e prendono decisioni solo in base alla propria coscienza, che però è formata dall’Opus Dei. Insomma, sarà la storia a dirci cosa pensa l’Opus di questo pontificato, ma lo sapranno i nostri pronipoti studiando sui sussidiari pubblicati da qualche casa editrice che non è dell’Opus Dei, ma eccetera eccetera.

Ma, soprattutto, l’opera di Buttiglione (Rocco, non Rambaldo) porta un lungo saggio introduttivo del cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede. Proprio lui. L’argine maestro contro la deriva eretica insita in Amoris Laetitia a cui fior di tradizionalisti hanno fatto tutti gli sconti possibili sulle simpatie per la teologia della liberazione, sulle licenze in tema di mariologia e altre quisquilie dottrinali perché lo avevano scambiato per il katechon incrollabile contro l’irrompere definitivo della depravazione tramite esortazione apostolica.

Ebbene, sì. Proprio lui, a proposito dei punti controversi di Amoris Laetitia, viene oggi a spiegare che la tesi di Buttiglione (Rocco, non Rambaldo) “si compone di due affermazioni fondamentali, a cui io consento con piena convinzione: 1) le dottrine dogmatiche e le esortazioni pastorali del capitolo 8 di Amoris Laetitia possono e devono essere intese in senso ortodosso. 2) Amoris Laetitia non implica nessuna svolta magisteriale verso un’etica della situazione e quindi nessuna contraddizione con l’enciclica Veritatis Splendor di san Giovanni Paolo II”. Leggere per credere, ma forse un verbo non è quello giusto.

Il resto dell’introduzione, “inattesa” solo per quei tradizionalisti che vedono l’église en rose perché trattano con il potere in punta di diritto canonico, è tutta di questo tenore. Giusto per non lasciare dubbi, parlando di Amoris Laetitia, l’ormai ex katechon cardinale Müller spiega subito al secondo capoverso che “È da desiderare che molti sposi e tutte le giovani coppie, che si preparano a questo santo sacramento del matrimonio, si lascino introdurre nel suo spirito ampio, nelle sue profonde considerazioni dottrinali e nei suoi riferimenti spirituali. Il buon successo del matrimonio e della famiglia apre la strada verso il futuro della Chiesa di Dio e della società umana”.

Tirate le somme, una supercazzola coi fiocchi che non sarebbe riuscita neanche al miglior Tognazzi di “Amici miei” ora riavvia i bisticci di protagonisti, comprimari e comparse scritturati da “Casa Amoris Laetitia”. È dai due Sinodi sulla famiglia che la sit-com va in onda. Alle prime puntate ci siamo stati tutti, e va bene, ma si sarebbe dovuto capire in fretta come sarebbe andata a finire. Ormai siamo al grottesco. Prima i Dubia dei quattro cardinali che dovevano essere la mossa dello scacco matto in quella che fu definita in modo un tantino irriverente “partita a scacchi per la fede”. Bergoglio li messi in qualche cassetto di Santa Marta e neppure lui sa più dove sono. Poi la storia fatta con la Correctio filialis che il Beatissimo Padre ha riposto vicino ai Dubia. E poi ancora la controstoria fatta dalla Laudatio pubblicata da Pro Pope Francis. Adesso Müller che non si limita al classico “armiamoci e partite”, ma, tramite Buttiglione (Rocco, non Rambaldo che almeno era un soldato), intima “Arrendetevi perché io sto dall’altra parte”.

E, mentre si dibatte su qualche brandello di Amoris Laetitia, la barca affonda sempre più velocemente portando negli abissi sempre più anime perché il demonio è entrato attraverso falle ben più grandi delle eresiucole sui divorziati risposati. Ma nessuno ha il coraggio di vedere quelle voragini e, ancor meno, il coraggio di denunciarle. Però è ora di finirla. Questo dibattito su Amoris Laetitia ricorda tanto quello sulla Corazzata Potëmkin reso immortale dalla conclusione di Paolo Villaggio. Senza andare in cerca di un improbabile katechon, basterebbe un ragionier Ugo Fantozzi.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo

25 commenti su “TRENTA RIGHE FUORI MODA – rubrica settimanale di Alessandro Gnocchi”

  1. È vero, siamo stanchi di queste finte battaglie in cui si parlano tutti addosso pensando che tutto finisca lì. È proprio vero, ci vuole il coraggio, ma quando non c’è…
    Remo

  2. Come darle torto, è esattamente così. Continuiamo a discutere di Amoris Laetizia mentre l’abbraccio mortale con i luterani prosegue a piè sospinto, ed altre quisquilie di questo genere. Sembra non esserci molto tempo, soprattutto ormai nessuna reale resistenza al cambiamento imposto dalla gerarchia. Si salvi chi può.

  3. Riscossa Cristiana riesce sempre a sorprendermi per la capacità di vedere le cose come stanno e cantare fuori dal coro. Grazie direttore, grazie dottor Gnocchi. Non so chi ve lo fa fare, ma continuate a farlo, ne abbiamo tanto bisogno.
    Giulia Viscardi

  4. Avete notato i “tagli” alla Lucio Fontana disegnati sulla copertina del libello di Buttiglione? Ci stanno proprio in carattere con quel che c’è sotto.

    1. Annalisa Peracchio

      Abbiamo notato!! Stavo per scrivere la stessa cosa! Ci sarebbe da fare qualche considerazione… casa Amoris Laetitie ha un buco nella tela…

  5. Caro Gnocchi,

    che soddisfazione leggerLa! Nessun equivoco, nessun lisciare il pelo al tal Monsignore, nessun cercare di salvar la capra conciliare e il cavolo di Santa Marta. Vede, come Lei anch’io penso che Amor laetitiae meriti gli epiteti già usati per la cinematografia russa; ma Lei sa bene che la media di coloro che pratica l’ambiente conservatore potrà al massimo deplorare gli eccessi bergogliani, ma rimane ben salda sul suo strapuntino del Summorum beandosi del frusciare di sete di una cappamagna marezzata. Ché – ad essere un tantino cattivelli – di questi tempi le Loro Eminenze dovrebbero vestir di nero, come ai tempi di Pio VI, ad onta di deludere le aspettative del mondo della Tradizione.

    E poi si fa un gran parlare di messa ecumenica, senza pensare che quella che loro mettono sullo stesso piano della Messa Cattolica è già bell’e pronta per esser celebrata da un luterano, cosa che loro stessi hanno ammesso all’indomani della sua promulgazione nel 1969. Non serve cambiar nulla, basta solo concelebrarla con un altro eretico.

    1. Caro reverendo, non tutti quelli entusiasti del Summorum son ancora tali. C’è chi è sceso ormai alla prima fermata. Con le conseguenze del caso, naturalmente.

  6. “Oh Buttiglione, la vita è come un colpo di cannone…” Purtroppo le cannonate, oggi, le prende tutte la Fede Cattolica, sparate amichevolmente dalle truppe di Omissis, naturalmente con tenerezza. Buttiglione (Rocco) dovrebbe capirlo, visto che, comunque sia, in passato è rimasto fermo su posizioni cattoliche che qualcosa gli sono pur costate. Ma Omissis riesce ad esercitare un fascino perverso anche su cattolici che proprio totalmente imbecilli non sono. Chissà perché…

  7. Frequento da quasi trent’anni il mondo tradizionalista. Convegni, libri, riviste e tutto quello che di buono si può trovare. Pur con tutto questo e con i tanti bravi sacerdoti che ho incontrato mi sono sempre stupito che non si arrivasse al dunque. Devo dire che secondo me il problema sta nelle scelte dei nostri punti di riferimento che al momento buono si mettono in mano alle persone sbagliate. Ma come si fa a fidarsi del cardinale Müller? Ci siamo scandalizzati tutti quando Ratzinger l’ha messo alla Congregazione della fede e poi ,lo abbiamo dimenticato. Lo stesso ragionamento vale per tutti gli altri. Vedrete che bella sorpresina ci farà anche il cardinale Sarah con la messa nuovissima.
    Giuseppe B.

    1. Non credo. Io su SER Card. Sarah ci metterei la mano sul fuoco. Firmato Muzio (scherzi a parte, Sarah è un raggio di luce).

    2. In fatti, il Cardinale Müller giá da Vescovo di Ratisbona sconcertava con le sue imprevedibili uscite i bravi cattolici tedeschi.
      L’attuale Provinciale SJ per la Germania mi disse in un colloquio a quattr’occhi che Müller fosse malato, psichicamente,
      e che ció fosse ormai evidente a tutti quelli che lo conoscevano.
      E giá al Sinodo per la famiglia non ci si dava ragione del perché Müller avesse controfirmato la relazione del gruppo
      di lingua tedesca, postosi tutto sulla linea Kasper-Bergoglio.
      Poi, quando i quattro cardinali presentarono i “dubia”, Müller giocó il ruolo del Giano bifronte: da una parte sembrava
      desse ragione ai quattro cardinali, dall’altra, poco dopo, si dissoció, criticandoli duramente per aver resa pubblica la cosa.
      E ora la prefazione al libro di Rocco B., che ha preso in contropiede tutti i critici di AL, che credevano che il Cardinale
      Müller fosse uno dei loro.
      Bé, i critici di linea tradizionalista adesso sanno che non si costruisce una casa sulle sabbie mobili, specialmente
      se colorate del rosso porpora di individui imprevedibili.

  8. Luciano Pranzetti

    La tempesta distruttiva scoppierà con la ‘deforma’ liturgica della Messa il cui tipo attuale, il Novus Ordo, già di marca protestante mantiene almeno, solo e solitario, il momento della consacrazione. Alla luce – o meglio: alla tenebra dell’amplesso incestuoso con il ‘porcus Saxoniae’, il martin Lutero, anche questo centrale mistero sarà spazzato via con la definizione di una presenza di Cristo virtuale, simbolica. Attendere per credere.

    1. Grazie Luciano, della tua decisa testimonianza; anch’io sono fermamente convinto dell’imminenza dell’abolizione della Transustansazione dalla messa NO. Ne ho scritto via mail anche al mio parroco, che non mi ha nemmeno risposto, evidenemente non sa cosa ribattere. Poveri parroci, quelli non spudoratamente conniventi e collaboratori coi massoni di Roma restano in silenzio, come paralizzati L’unica cosa che mi ha detto il don, tempo fa, è “stai attento con le critiche a papa Francesco, perché i giornali diffondono bufale ” Però dinanzi alle foto, alle registrazioni audiovideo, non sa più cosa dir, non risponde. Povera Chiesa, n che mani si trova : pochissimi preti dissenzienti, ma solo in foro interno, pubblicamente tutto tace; se qualcuno critica velatamente è subito espulso.

    2. Un amplesso talmente conclamato, caro Professore, che solo chi guarda e non vede e chi sente e non ascolta non riesce a comprendere, Stanno facendo iniezioni di luteranesimo da tutte le parti, vaccinazioni di anticattolicesimo a gogo’. E tutti lì pronti a pigliarsi tutto. “Quanto è bravo don Tizio, che simpatico don Caio!” solo perché uno dà pacche sulle spalle e l’altro racconta barzellette . “Ma quale ‘padre spirituale’, ‘eccellenza, monsignore’ , siamo tutti uguali, tutti sacerdoti che diciamo la messa insieme”, strepitava predicando a messa un tale prete domenica scorsa. Almeno A.L. la maggior parte della gente non l’ha letta; quella predica lì, invece, la ascolta. A Bruxelles la polizia ha portato via di peso giovani che recitavano il rosario per contrastare in cattedrale un osceno rito ecumenico; e fra poco accadrà che alla Madonna toglieranno ogni titolo per far felici i cari “fratelli separati”. Che vogliamo di più? Buttiglione risponde amichevolmente ai critici di A.L.? E’ normale per un democristianuccio come lui.
      Forse sarebbe meglio ignorarlo.

  9. Cesaremaria Glori

    Tutto era in quell’ agghiacciante embrione, in quel BUONASERA che andava ad aprire il palcoscenico della Nuova Chiesa. Ha da passà a nuttata e speriamo che sia del 24 giugno!

  10. Personalmente, ritengo i conservatori conciliari più nocivi dei modernisti, perché offrono la foglia di fico per coprire le vergogne di questi ultimi

    1. Concordo al 100%. I conservatori riconoscono quell’autorità solo per legittimare un’esistenza che è vincolata all’accettazione esplicita – dacché parlare di “implicita” è chiaramente superfluo – del Vaticano II e dell’attuale neo-chiesa.

  11. Luciano Pranzetti

    Dovrebbe anche correggere la fumosa e gnostica definizione che della presenza di Cristo Eucaristico dette, qualche anno fa, denominandola ‘TRANSFINALIZZAZIONE’ (?). E’ aperta la gara a chi ne sappia spiegare l’arcano.

  12. “Bisogna dire però che il Card. Muller ieri è intervenuto e ha corretto il tiro”… Mia nonna aveva un detto vernacolare che mi sembra di poter applicare in questo caso: Xe pèso el tacòn del buso! (il rammendo è peggio del buco)

  13. Alberto Giovanardi

    Burke (quello dei “dubia” a cui avrebbe dovuto seguire la sospirata “correctio”), dopo avere ricevuto un nuovo incarico dal furbo Capataz al quale evidentemente si è venduto, ci ha fatto sapere che per la “correctio” dovremo attendere che passino le festività natalizie; poi ci saranno quelle pasquali e finiremo alle calende greche. Quanto a Mueller, premesso che la “Amoris nequitia” prevede eccezioni del tutto illecite alla Dottrina destinate a diventare la norma, non vedo come il “grande trombato”, nel suo evidente masochismo, possa prenderla come base per elucubrazioni del tutto cervellotiche, nell’assurdo tentativo -evidentemente in mala fede- di rendere conciliabile ciò che conciliabile non è e non sarà mai. Buttiglione a propria volta non merita nemmeno di essere menzionato. Comunque la lingua inglese ha, per definire i tre figuri, un’espressione particolarmente icastica nonché onomatopeica: “flip-flops”.
    Quanto a Sarah, che pazientemente resiste alle continue umiliazioni inflittegli dall’ignobile dittatore sudamericano, ritengo costituisca la nostra ultima…

  14. Alberto Giovanardi

    (segue) speranza: personalmente lo considero un grandissimo uomo di Chiesa, dotato di intensa spiritualità e ferrea coerenza. Se l’ultimo Conclave, dove era tra i papabili, avesse scelto lui invece di soccombere alla lobby massonico-protestante-eretica che ci ha scodellato l’uovo marcio che ci ritroviamo, la nostra Santa Romana Chiesa avrebbe avuto il primo Papa di colore, che non dubito sarebbe stato un grande Papa. Ma non si sa mai…..

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