Ulteriore stretta alla Messa tradizionale. Ma basta davvero protestare con qualche manifesto?

Immaginate Cavallo Pazzo e Toro Seduto intenti tappezzare di manifesti la faccia virginale del Montana per chiedere al “generale” Custer la cortesia di non sterminarli. Non sarebbero stati soldi spesi bene, ma soprattutto i manifesti non avrebbero fermato Custer a Little Big Horn.

Qualche giorno fa, con colpevole superficialità, ho provato gioia nel vedere i papi che ho amato negli anni della giovinezza (non san PioV scil.) sui manifesti affissi a Roma non so da chi nel vano, ingenuo, tentativo di impedire al cardinal Bergoglio di vietare la Messa di sempre. Siamo sempre lì: non si vuol vedere che un eretico del genere non può essere papa e lo si riverisce, esattamente come lui vuole, tentando di portare a casa una tregua di retroguardia, nella poco cristiana speranza che, nel frattempo, ci lasci per sempre. Non è chiaro perciò se queste iniziative siano vittime di cecità spirituale o frutto di marketing. Bergoglio sta guidando un carrozzone di bigotti modernisti, buontemponi e aspiranti santi mondani verso il nichilismo secolare. Nonostante ciò lo si continua a incensare col titolo di papa, titolo che nemmeno lui ha mai voluto.

Forse che proprio colui che ha già pesantemente minato la sopravvivenza del Summorum Pontificum con Benedetto ancora vivo, fatto inaudito, si lascerà imbonire o intimidire da quattro manifesti? Neanche fossero di Peppone manomessi da don Camillo quando gli fece le corna di satana. Papa Ratzinger (non avendone il diritto) ha liberalizzato la Messa di sempre, vietata a suo tempo da Paolo VI (anche lui senza il benché minimo diritto di farlo), e ora, dopo averci chiusi in riserve indiane come pezzenti scappati di casa, il cardinal Bergoglio (ignorando in toto il diritto) la sopprimerà – voci di corridoio dicono il 4 aprile – de facto, senza sopprimerla, con il solito metodo massonico innalzato scientificamente a comunicazione papale, del sì, ma no, ma anche, e boh, vedetevela voi altri.

Magari verrà utilizzato qualche artificio in nota piè di pagina del tipo: si potrà celebrare la Santa Messa in rito antico dalle 4 alle 5 di mattina, in una chiesa estratta a sorte da un canonico nominato dal vescovo ogni settimana dispari. Oppure: il rito antico sarà concesso a turno in ogni parrocchia della diocesi, ma a sorpresa. Così da far impazzire i fedeli in giro per pievi di montagna.

Siccome, da fedele, sono iniziative che in qualche modo mi coinvolgono, non posso che sentirmi urtato dalla nonchalance con cui, fra una calza leccata (come piace a dire al Jefe) e una genuflessione, si fa finta di combattere il male. Forse che monsignor Lefebvre ha attaccato manifesti per poi starsene negli ozi curiali? La Messa non può essere abolita. Se i nostri nonni, per ingenuità o bigottismo, si sono fatti abbindolare dalle psichedelie moderniste, noi no. Nemmeno il pontefice, né valido, né invalido, né vicario di Cristo, né di Pietro, né di Giuda, né amministratore delegato può vietare di celebrare la stessa Messa che Cristo ha chiesto con le parole “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19).

Dunque, il 4 aprile, o quando sarà, voglio proprio vedere quali saranno i sacerdoti fedeli a Cristo e quali saranno quelli che accamperanno scuse e pretesti per assecondare le malefatte liturgiche del Vaticano. In un certo senso questo flagello argentino è un bene, perché si è rivelato essere un vaglio spirituale, sta separando i veri fedeli dagli opportunisti. E la porta è sempre più stretta.

Monsignor Marcel Lefebvre, da solo, fra mille chiacchieroni da salotto, ha salvato la Messa, ricominciando con un seminario ha mandando in frantumi centocinquant’anni di modernismo. Ratzinger, con un semplice motu proprio, ha riparato agli errori di gioventù. Ora è facile giudicare l’operato di entrambi restando al riparo dell’8×1000, con l’ambizione di non vedere il vizio del relativismo declinato in profanazioni, dissacrazioni, blasfemie, sacrilegi in ottica della demolizione sistematica del papato e della Chiesa stessa.

Ma fra poco si vedrà chi obbedirà al governo di questo mondo e quali saranno i sacerdoti santi che, scoperta la bellezza e l’autenticità della vera Messa cattolica si rifiuteranno, ammutinandosi a una richiesta illecita, per fare la santa volontà di Dio, non quella immorale del grande capo bianco di turno.

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