Un libro per avvicinarsi a Fatima: non vi sono più misteri da svelare – recensione di Averaldo Costa

«2017: Fatima centro del mondo»: nel centenario delle apparizioni, una attendibile chiave di lettura dell’evento cattolico più pregnante del Novecento

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di Averaldo Costa

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Il 13 maggio prossimo, centesimo anniversario della prima delle apparizioni della Madonna di Fatima, Papa Francesco si recherà in Portogallo, in preghiera nel grande santuario sorto sul luogo delle apparizioni. Molti auspicano che possa essere l’occasione per proclamare santi i due pastorelli Francesco e Giacinta, fratello e sorella, che, assieme alla cuginetta Lucia, furono i destinatari delle visioni mariane. Francesco e Giacinta morirono pochi anni dopo le apparizioni, vittime dall’epidemia di “spagnola” che sconvolse l’Europa. Lucia è sopravvissuta fino al 2005, all’età di 98 anni. All’approssimarsi del centenario di uno degli episodi più importanti della storia della Chiesa, numerose pubblicazioni sono state ad esso dedicate. Tra queste, «2017: Fatima centro del mondo», del giornalista e storico Luciano Garibaldi, edito dalla Mimep Docete (www.mimep.it, 185 pagine, 14 euro, riccamente illustrato).

Com’è noto, le apparizioni di Fatima si verificarono nel 1917, quando era in pieno svolgimento la Grande Guerra. La Madonna comparve sei volte, ogni 13 del mese, a partire dal 13 maggio e fino al 13 ottobre di quell’anno, ai tre pastorelli. La notizia si sparse velocemente e migliaia di fedeli accorsero a Fatima da ogni parte del Portogallo, ma anche da tutta Europa. Nella terza delle sei apparizioni, quella del 13 luglio 1917, i tre bambini ebbero la visione dell’Inferno e la Madonna annunciò loro che sarebbe scoppiata la seconda guerra mondiale (in quel momento era in pieno svolgimento la prima) e che «la Russia si convertirà» (in quel momento, Lenin e il comunismo non erano neppure ancora al potere). Ma, prima, il Papa avrebbe dovuto consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria.

Ma ecco la cronaca più completa (e definitiva) dell’apparizione e del dialogo con Maria relativo al segreto, contenuta in una relazione scritta da suor Lucia l’8 dicembre 1941 e consegnata al vescovo di Leiria e Fatima, monsignor José Alves Correia da Silva, oggi sepolto nel santuario. Il vescovo aveva ordinato alla veggente di «dire tutto, salvo la parte del segreto che non le era permesso rivelare».

«… Quindi la Signora disse: “Avete visto l’inferno, dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire. Ma, se non smetteranno di offendere Dio, nel pontificato di Pio XI, ne incomincerà una peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà, che punirà il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no, spargerà i suoi errori nel mondo, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto a soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un tempo di pace. In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede… [a questo punto i bambini ebbero una nuova visione]… Questo però non ditelo a nessuno“».

Era il mitico “terzo segreto di Fatima”, che oggi non è più un segreto, in quanto fu rivelato il 27 aprile dell’anno 2000 nell’incontro tra suor Lucia e il cardinale Tarcisio Bertone, inviato nel convento di Santa Teresa di Coimbra da Papa Wojtyla. I tre veggenti avevano visto “un vescovo vestito di bianco” arrancare tra rovine, distruzioni e cadaveri e infine cadere trafitto da colpi di arma da fuoco. E’ noto che Papa Giovanni Paolo II individuò se stesso in quella drammatica figura e ritenne sempre di essere stato risparmiato proprio dalla Vergine Santa che aveva deviato il colpo di pistola sparatogli dall’agente del KGB Alì Agca quel 13 maggio 1981, giorno anniversario della prima apparizione di Fatima.

Ma la frase pronunciata dalla Madonna sulla quale continua il dibattito è: «…la Russia si convertirà». Un numero infinito di interpretazioni ha ritenuto che la promessa mariana si riferisse al comunismo, sovvertitore di ogni fede religiosa e detentore del potere assoluto in Russia per oltre 70 anni (dal 1918, assassinio dei Romanov, al 1989, crollo del muro di Berlino). Ma quando la Vergine Maria pronunciò quella frase, il 13 luglio 1917, Lenin non aveva ancora preso il potere. Non esisteva dunque una Russia da convertire dall’ateismo marxista alla fede cristiana. Esisteva invece una Russia profondamente cristiana sì, ma estranea, se non ostile al cattolicesimo: la Russia ortodossa.

Alla luce di questa realtà storica, non è certo priva di significato la decisione di Papa Francesco e del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia di incontrarsi a Cuba il 12 febbraio dell’anno scorso e di diffondere la “Dichiarazione comune”, documento storico di grande importanza nel quale è possibile leggere affermazioni come questa: «Le catene dell’ateismo in Russia sono spezzate. Ortodossi e cattolici spesso lavorano fianco a fianco. Chiediamo ai cristiani dell’Europa orientale e occidentale di unirsi per testimoniare assieme Cristo e il Vangelo. Non siano concorrenti ma fratelli». Seguono esortazioni per la difesa ad oltranza della famiglia e del matrimonio.

Accanto all’atteggiamento conciliante e positivo del Patriarca, va preso nella dovuta considerazione anche il comportamento del presidente russo Vladimir Putin, che in più occasioni ha fatto aperta professione di fede cristiana. Il 25 novembre 2013 ha incontrato Papa Francesco e gli ha fatto dono di una preziosa icona della Madonna. Due mesi prima, in  occasione di un Forum internazionale, aveva duramente stigmatizzato la perdita di fede dell’Occidente: «I Paesi euro-atlantici», aveva detto, «stanno ripudiando le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i princìpi morali e tutte le identità tradizionali: culturali, religiose e financo sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partner dello stesso sesso. Registrano partiti politici che promuovono la pedofilia. In molti Paesi europei, la gente ha ritegno a manifestare la propria fede. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi. La loro essenza religiosa viene nascosta. Sono convinto che tutto ciò apre una strada verso il degrado che sboccherà in una profondissima crisi morale».

Parole di un leader mondiale in continua ed inarrestabile ascesa. Non sembra dunque fuori luogo inserire l’incontro di Cuba tra le realizzazioni delle profezie di Fatima. Come autorevolmente anticipato da Don Ennio Innocenti, fondatore della “Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis” e autore del libro “Fatima, Roma, Mosca”, «la Vergine Santa non ha chiesto di consacrare gli atei, bensì i sinceri credenti, come, appunto, i popoli russi, costantemente devoti di Maria Santissima, perché quella consacrazione li avrebbe incoraggiati, fortificati, e resi potente fermento di conversione collettiva, facendoli diventare decisivo fattore di pace per il mondo».

Questa la chiave di lettura del libro «2017: Fatima centro del mondo», che ripropone anche il “Commento teologico” dell’allora cardinale Ratzinger alla cosiddetta “terza parte” del segreto di Fatima, ovvero alla visione del “vescovo vestito di bianco” massacrato assieme al suo seguito di sacerdoti, suore e fedeli: non la rappresentazione di una sorta di autodistruzione della fede (come fantasticano i sostenitori di un cosiddetto “quarto segreto” impossibile da svelare), ma «una sintesi del Novecento, rappresentato come il secolo dei màrtiri, come il secolo delle sofferenze e delle persecuzioni della Chiesa, come il secolo delle guerre mondiali e di molte guerre locali che hanno fatto sperimentare nuove forme di crudeltà».

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I tre veggenti: Giacinta, Lucia e Francesco

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Il miracolo del sole. 13 ottobre 1917

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