di Alfonso Maraffa
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“Chi Prega si salva, chi non prega si danna” è il famoso motto di sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Oggi proprio perché si prega poco o niente, l’editrice Segno di Udine invia in tutte le librerie cattoliche il testo “ Preghiere di guarigione psicofisica e di liberazione” in due volumi al prezzo di euro 15 l’uno, a cura di don Marcello Stanzione e di Carlo di Pietro.
Il primo volume tratta della preghiera di guarigione psicofisica ed ha un’ottima introduzione dello psicologo Alessandro Meluzzi che sottolinea che il pregare fa bene alla salute. Il secondo volume raccoglie preghiere di liberazione dal demonio ed ha una eccellente presentazione del criminologo Francesco Bruno. La Chiesa crede ed insegna che, all’inizio, “il diavolo e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi”. Gli angeli furono messi ad una prova di fedeltà, la maggior parte fu docile, obbediente e sottomessa a Dio, gli altri con Lucifero, loro capo, si ribellarono, cedettero al loro orgoglio e divennero angeli cattivi. Secondo il francescano Duns Scoto, filosofo medioevale, essi furono puniti, perché non vollero adorare il figlio di Dio, fatto uomo. Il loro peccato fu, dunque, di superbia. Ribellione e superbia si riflettono nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: “Diventerete come Dio”. Per gli angeli ribelli Dio creò l’inferno. S. Pietro dice che “…Dio non risparmiò gli angeli che peccarono, ma li precipitò nell’inferno e li confinò negli abissi tenebrosi…”. Pur peccando una sola volta, non è concepibile con la loro natura il pentimento e la riconciliazione con Dio. S. Giovanni Damasceno afferma : “Non c’è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta, come non c’è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte”. Gesù, nel Vangelo, dice che il diavolo “fu omicida fin dal principio e non perseverò nella verità”. Egli si adopera con tutti i mezzi, tentazioni, lusinghe, vanagloria… per portare alla dannazione eterna il maggior numero di anime possibile. Quando il maligno riesce a portare un’anima all’inferno, si rallegrano tutti i demoni. Perciò è il nemico per eccellenza dell’uomo. Il diavolo (dal greco dia-bolo cioè colui che si getta di traverso) è, quindi, colui che vuole ostacolare il disegno di Dio e la sua opera di salvezza, compiuta dal Cristo. Con il peccato originale “tutto il mondo è posto sotto il maligno” e “i demoni sono i dominatori di questo mondo tenebroso”.
Satana odia Dio, perciò si oppone con tutte le sue forze all’uomo, quando questi vuole avvicinarsi al suo Creatore con l’intento di servirlo e di amarlo. Certamente Satana è una creatura potente, perché puro spirito, ma il suo potere non è infinito e perciò non può impedire l’edificazione del regno di Dio. Gesù dà prova di essere l’atteso Messia proprio cacciando i demoni dal corpo degli uomini. “Se io, invece, scaccio i demoni con il dito di Dio, è, dunque, giunto a voi il Regno di Dio”. A volte sono gli stessi demoni a proclamare la divinità di Gesù. Così i due indemoniati di Gadara gridavano: “Che abbiamo da fare con te, Figlio di Dio? Sei venuto a tormentarci prima del tempo?”. A Cafarnao, c’era nella sinagoga un uomo posseduto da uno spirito impuro, il quale gridò dicendo: “Che abbiamo da vedere con te, o Gesù di Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi sei tu: il Santo di Dio”. Ma Gesù gli intimò: “Taci e partiti da costui”. Allora lo spirito impuro, dopo averlo agitato convulsamente, uscì da lui, gettando un forte urlo. Classico è l’episodio dell’ossesso di Gerasa. “Approdarono nella regione dei Geraseni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demoni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri”. Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: “ Che vuoi da me, Gesù, figlio del Dio Altissimo? Ti prego non tormentarmi!”. Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: “Qual è il tuo nome?”. Rispose: “Legione”, perché molti demoni erano entrati in lui. E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso. Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte, Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. I demoni uscirono dall’uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago ed annegò. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi .La gente uscì per vedere l’accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demoni vestito e sano di mente che sedeva ai piedi di Gesù e furono presi da spavento. Quelli che erano stati spettatori, riferirono come l’indemoniato era stato guarito. Allora tutta la popolazione del territorio dei Geraseni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demoni, gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò e “L’uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto”. Se questo episodio è il più clamoroso, certamente tragico è l’operato di Satana in Giuda. Gesù : “Non ho forse scelto io voi, i dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!” . Egli parlava di Giuda che, inseguito, andrà da Caifa, per incassare i trenta denari d’argento, prezzo pattuito per il sui tradimento.
La nostra vita cristiana è una lotta continua contro il maligno che ci spinge a peccare. Dobbiamo scegliere: o essere solidali con Adamo cioè con il peccato, o con Cristo cioè con la grazia. La prima scelta ci colloca in un giardino di delizie illusorie, tra l’euforia e il piacere, che ci procurano solo “triboli e spine”. La seconda esige da noi autocontrollo, determinazione, amore disinteressato, mortificazione, ma ci fa vivere nella pace e ci introduce nel giardino della gioia, dove vivremo con Dio, Uno e Trino, con la Madonna, con gli Angeli e con i Santi. Con la sua Passione, morte e resurrezione Gesù Cristo ci ha liberati dal peccato e dal principe delle tenebre. Ci ha meritato la vita nuove nello Spirito Santo. La sua grazia restaura ciò che il peccato aveva in noi deturpato, deteriorato e distrutto. Gesù, “l’Autore della vita”, ha assunto la natura umana “per distruggere, con la morte, colui che ha il potere della morte, cioè il diavolo”. Dio permette l’attività del diavolo, anche se non riusciamo a capire sino in fondo il perché, però “Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”. Le tentazioni e le macchinazioni di Lucifero e di tutti gli altri demoni, come è avvenuto nella passione di Cristo, finiscono per contribuire alla costruzione del Regno di Dio e al nostro bene. La supremazia di Dio e di Cristo è totale sul creato e sulle creature. L’Eterno Padre non è causa di peccato per nessuno, perché Egli odia l’iniquità. “Nessuno quando è tentato dice: “Sono tentato da Dio, perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male”. Così come si legge nella S. Scrittura, Giobbe fu tentato col permesso di Dio, che disse a Satana: “Ecco, tutto quello ch’è suo è in mano tua, ma non stendere la tua mano su di lui”. La tentazione di per sé non costituisce peccato. Essa è soltanto una “prova” mediante la quale noi volontariamente aderiamo al bene o al male. Nel Deuteronomio, infatti, è detto: “ E’ il Signore, Iddio Vostro, che vi prova, per vedere se lo amate veramente con tutto il vostro cuore e tutta l’anima vostra. Voi seguite il Signore, Iddio Vostro, Lui temete, custodite i suoi Comandamenti, obbedite alla sua voce, a lui servite, a lui tenetevi uniti”. Come pure per Tobia e la sua famiglia, l’arcangelo Raffaele chiaramente dice che, essendo essi cari a Dio, “allora io fui mandato per mettervi alla prova”.
Raccomandiamo il testo di don Stanzione e di Di Pietro a tutti quei cristiani che vogliono trovare nuovi stimoli per la loro preghiera.