di Savino Frigiola
Il ritorno della Lira sul nostro territorio nazionale, mediante l’emissione monetaria diretta da parte dello Stato italiano, è diventato ormai l’inevitabile argomento che si rafforza sempre più ogni qual volta che i media ingigantiscono le difficoltà che incontrano i nostri titoli di debito emessi dallo Stato italiano ad essere scontati sul mercato finanziario internazionale. Gli argomenti economici e monetari che sino a poco tempo fa’ apparivano difficoltosi ad essere compresi, ora tutti ne comprendono le finalità ed avvertono l’inopportunità di continuare ad utilizzare la truffaldina manovra speculativa inventata dai banchieri, supinamente subita dai loro camerieri politici, di emettere titoli di debito da parte dello Stato per poi doverli scontare presso i banchieri privati, a rinnovo dei titoli in scadenza o per acquisire liquidità, quando, senza subire il ricatto degli strozzini internazionali, lo Stato può emettere direttamente i propri titoli monetari, come ha saputo fare così bene per cento anni, dal 1874 al 1975.
Le considerazioni a supporto del ritorno all’emissione monetaria diretta da parte dello Stato, in nome e per conto dei cittadini è, più che semplice, ovvia, poiché se hanno valore i titoli di debito emessi dallo Stato, debbono avere altrettanto valore anche i titoli monetari emessi dallo stesso Stato. Il recupero della nostra sovranità monetaria risulta quanto mai opportuna se si considera che la campagna denigratoria, nazionale ed internazionale, organizzata contro di noi a tutti i livelli, in nome e per conto dei poteri forti è partita con la scusa della precarietà del nostro mastodontico debito pubblico, creato e costruito proprio con l’emissione dei titoli di debito in vece dell’emissione monetaria diretta da parte dello Stato.
La grancassa suonata intorno al debito pubblico, oltre a creare una generalizzata depressione sulle attività economiche–sociali e sulla circolazione monetaria interna, vuole raggiungere i seguenti non dichiarabili obiettivi: 1) destabilizzare il sistema politico per sostituire i politici al governo con soggetti più disponibili ad operare in favore della cupola bancaria–monetaria (scopo già raggiunto); 2) aumentare i tassi per il rinnovo dei nostri titoli di debito in scadenza per costringere lo Stato ad emettere nuovi titoli di debito (scopo già raggiunto); 3) ridurre sino ad annientarle le prestazioni sanitarie, sociali e previdenziali pubbliche per trasferire le relative risorse all’apparato monetario–finanziario–assicurativo, per poi privatizzare i servizi a favore delle loro compagnie private; 4) annichilire la strategia della politica sino ad ora perseguita per l’indipendenza energetica nazionale; 5) avere interlocutori disponibili a svendere le residue partecipazioni pubbliche nazionale, tutte d’interesse strategico, con la stessa regia che si è consumata a bordo del panfilo reale “Britannia”. Le nostre partecipazioni pubbliche che fanno gola alla banda bancaria–monetaria ammontano ad un valore stimato di circa 45 mila miliardi (1/45 del debito pubblico e la metà della manovra in corso solo quest’anno) e sono: Finmeccanica, Fincantieri, Eni, Enel, Poste Italiane, Rai Holding, Fintecna, Sace, Istituto Poligrafico dello Stato, Cassa Deposito e Prestiti, Sogin, Enav, Eur, Invitalia, ecc. ecc.
A dimostrazione delle pretestuosità dell’operazione e dell’opportunità di bloccare ogni procedura per la riduzione del debito pubblico, scaturisce dalla considerazione che si verrebbe a decurtare una parte insignificante di uno pseudo debito pubblico fittizio, a fronte dell’esproprio di beni di valore reale e strategici dell’intera Nazione. Non sappiamo come finirà, intanto a sostegno di queste loro manovre si rileva che stanno facendo deprimere i valori dei titoli azionari delle società partecipate quotate in borsa, manovra che precede quasi sempre l’esproprio da parte degli strozzini.
A difesa della nostra economia, del nostro Stato sociale, della sovranità monetaria, del ritorno alla lira, sono sorti vari comitati, associazioni, gruppi spontanei, pezzi di partiti, provenienti dalle più diverse direzioni. Tralasciando di elencare le troppo numerose associazioni, i pezzi più interessanti provenienti da sponde di sinistra sono: Giulietto Chiesa con il suo gruppo, Ferdinando Rossi con il movimento “per il bene comune”, Rivoluzione Democratica rappresentata da Massimo De Santi, Leonardo Mazzei, Moreno Pasquinelli, pezzi importanti della Lega come si evince dall’ordine del giorno presentato da Claudio Marvelli al congresso provinciale di Torino, approvato all’unanimità, (meno un bancario) la presa di posizione decisamente assunta da Magdi Cristiano Allam del movimento “io amo l’Italia”, Manuel Negri responsabile del Progetto Nazionale acquisito per acclamazione nel recente congresso nazionale della “Destra”, e non ultimi, pezzi importanti all’interno dei “grillini”. Si registrano anche approcci di nuovi soggetti politici che fiutando il mutar del vento si stanno allineando su queste posizioni, alcuni in buona fede ed altri non ancora culturalmente preparati, ma decisi al punto di emanare comunicati impegnati, anche se si avverte chiaramente non essere farina del loro sacco. In ogni caso è cambiato il vento, ne abbiamo abbastanza per un nuovo soggetto politico .