Possono schiacciare la Grecia. Non possono manipolare la realtà – di Marcello Foa

di Marcello Foa

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Per una volta consentitemelo: la previsione formulata la sera del referendum (“ora vedrete cos’è davvero l’Europa“) ha trovato drammatica conferma. L’establishment europeo – e soprattutto quello tedesco – ha voluto umiliare il popolo greco per aver osato, legittimamente, opporsi alle regole dell’austerità in Europa che si traducono in un dominio ingiusto della stessa Germania. Sono logiche imperiali, del colonizzatore sul colonizzato, che perlomeno spazzano via la retorica della fratellanza europea, della solidarietà fra i popoli, dell’Unione costruita nell’interesse delle giovani generazioni. I risultati del referendum rivelano che sono stati proprio i giovani greci ad esprimere a stragrande maggioranza (85% di no!) il rifiuto delle ricette europee.

Tsipras ha sbagliato la gestione del successo, violando una delle regole fondamentali: non inizi una guerra se non sei sicuro di vincerla. E se non hai esaminato tutti gli scenari alternativi. Tsipras non aveva un piano B. Non ha capito che l’Europa non si fa riformare e che l’unica alternativa sarebbe stata l’uscita volontaria dall’euro.

Alla fine non ha avuto la tempra per resistere ed è stato costretto a firmare una resa che è devastante sotto ogni punto di vista ed è di gran lunga peggiore degli accordi rifiutati solo poco più di una settimana fa. Ma sono funzionali al disegno della Germania e delle élite europee: servono da monito a tutti gli altri popoli, che, poveri ingenui democratici, devono sapere che esiste una sola salvezza, quella dell’euro e delle regole imposte dall’alto. E chi osa chiedere di cambiarle, le regole (in fondo era questo che voleva Tsipras) deve sapere che subirà le pene dell’inferno. Sono regole mafiose o, se preferite, da moderno Reich.

Con un corollario di speranza. L’intimidazione non basta per mascherare la realtà. E la realtà è racchiusa in questo grafico pubblicato qualche giorno fa dal New York Times:

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Oggi la disoccupazione in Grecia è più alta rispetto a quella degli Stati Uniti durante la Grande Crisi del ’29. Solo che gli Usa uscirono da quella crisi spaventosa con uno straordinario programma di rilancio dell’economia, mentre le misure imposte dalla Ue ai greci avranno quale prevedibilissimo effetto quello di far sprofondare ancor di più l’economia reale, dunque di far salire ulteriormente la disoccupazione e con essa la disperazione sociale. La Grecia con i miliardi che riceverà tirerà avanti ancora qualche mese o qualche anno. Poi la realtà prenderà il sopravvento e la gente non ascolterà più le illusioni di uno Tsipras, che peraltro è già politicamente morto. La rivolta sarà estrema, forse anche violenta, e con un epilogo già scritto: l’uscita dall’euro, la spaccatura dell’Europa, la ribellione (e i greci non saranno soli) contro quella che un pensatore straordinario come Zinoviev, con straordinaria preveggenza aveva definito 15 anni fa la dittatura invisibile.

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fonte: Il Giornale

8 commenti su “Possono schiacciare la Grecia. Non possono manipolare la realtà – di Marcello Foa”

  1. Ottimo articolo!
    La UE è una grandissima associazione criminale, sia dal punto di vista economico che morale!
    Tsipras ha gestito MALISSIMO il risultato del referendum (ma che altro aspettarsi da uno di sinistra?) e così, in cambio di un piatto di lenticchie, “il debole e inconsapevole cagnolino è stato rimesso in riga, dotato di museruola e di un guinzaglio più corto di prima”, proprio come previsto da un acuto commentatore del sito!
    Speriamo che la prossima volta (se ci sarà) i greci facciano le cose sul serio, ma se non capiranno di smetterla di votare partiti anticattolici la vedo molto brutta, forse neppure una rivolta violenta potrebbe bastare a liberarsi dalla morsa europea!

  2. Teniamo a mente che in casi di questo genere la popolazione solitamente è divisa. Nel caso della Grecia c’è stata una parte consistente, che non era con Tsipras. Quando Tsipras è andato a trattare ha trattato però nel nome di tutti i Greci.
    1) Chiamare i Greci al voto senza avere un piano b) ed anche uno c) è stato, abbiamo visto, un azzardo.
    2) A quel punto, prima di chiamarli al voto sarebbe stato necessario aver chiaro e aver organizzato come affrontare l’emergenza.
    3) Sarebbe forse stato meglio votare per stare dentro o fuori dall’euro, parlare chiaramente a tutti che di lacrime e sangue si sarebbe trattato.
    4) Se il 99 per cento non è con il capo del governo, la parte che vuole altrimenti, come è sempre stato, cercherà appoggio all’estero. Con tutto ciò che questo comporta. Non escluderei che il ribaltamento di Berlusconi sia stato preparato in questo modo. La storia questo ha sempre detto: i fuoriusciti vanno all’estero e cercano alleanze.Hanno soldi, cultura e relazioni per farlo e lo fanno

  3. Il primo grande campanello d’allarme è stato quando non hanno voluto riconoscere le radici giudaico-cristiane ( e avevamo fatto anche gli eleganti). Nessuno ha detto Bah? Lì è stato come rinnegare la propria madre. Un continente intero ha rinnegato sua madre. Quello che è venuto e viene dopo sono sciocchezze. Minuzie al confronto. Ma conseguenze tragiche di quel mutismo che si è sollevato da parte di chi,rinnegando la Fede dei Padri, ha rinnegato se stesso.

  4. Marina Alberghini

    E’ proprio vero che la Storia non insegna niente: sapendo che c’era di mezzo la Germania non dovevamo entrare nell’EU perché avremmo dovuto sapere che avrebbe voluto dominare l’Europa come ha sempre tentato di fare scatenando guerre mondiali.Ora la guerra è finanziaria ma il sogno di Hitler di dominio dell’Europa si è avverato.
    Sapete che molti dicono che la Germania si sta comportando con la Grecia come con gli ebrei, cioè vuole toglierla di mezzo?
    La cosa più spaventosa è, per noi italiani, a parte una moneta svalutata del 50% rispetto all’euro e penalizzazione industriale(l’ultima di fare i formaggi, una delle nostre glorie, col latte in polvere!) la mancanza di libertà. Oggi non abbiamo più sovranità nazionale, non possiamo decidere niente senza l’approvazione di questo Moloch lontano dove è gente che non conosciamo nemmeno, non abbiamo votato e che decide per noi! E decide sempre il nostro danno e se chiediamo aiuto ci volta le spalle.

  5. Gentile Sig.ra Irina,
    le radici dell’Europa non sono giudaico-cristiane, bensì greco-romane e cristiane (senza dimenticare il decisivo apporto delle culture incarnate dai popoli celti e germanici). Il giudaismo, che ancora esiste, è una realtà diversa e contrapposta al cristianesimo, in quanto si basa sul rifiuto di N. S. Gesù Cristo e della Sua Santa Madre (l’Immacolata Vergine Maria), della S. Chiesa e della SS. Trinità.

  6. Ringrazio per correzione.
    Nelle radici cristiane vedo l’elemento che solo può purificare un fiume di leggi che nascono e vengono imposte senza un criterio che tenga conto della realtà dei problemi, del rispetto del prossimo, del bene del prossimo, della sua dignità. Questo mi sembra essere il problema a monte di questa organizzazione comunitaria europea, della quale quotidianamente dobbiamo prendere atto delle sue stravaganze e delle sue storture. Ben vengano persone competenti, con uguale sentire, che possano esprimere con più efficacia ed appropriatezza questo disagio grande che accomuna tanti, forse moltitudini. Se a queste radici cristiane sarà riconosciuta la loro dignità sono certa che i frutti saranno commestibili tutti ed anche le altre radici troveranno la loro funzione attuale fuori dall’erudizione e dal folclore.

  7. Ho fatto solo ora rapido giro in rete ed ho visto che il termine giudaico-cristiano è stato usato e discusso. La mia parentesi era forse eco di questo, ma non in modo consapevole.
    Quello che mi preme ora condividere è la mia personale convinzione, ora chiarissima, che tutti i problemi europei più scottanti del presente discendono da quelle radici cristiane volutamente negate. Mi auguro di essere stata chiara e di non essere la sola ad avere questo convincimento. Non essere sola in questo convincimento è importantissimo perchè si mette in moto il confronto, l’approfondimento e se Dio, Padre ,Figlio e Spirito Santo, vuole il cambiamento che significherà riconoscimento delle Radici Cristiane dell’Europa.

  8. Quando penso all’Europa, non posso non pensare a:

    – S. Benedetto.
    – A quanto disse G.P.II: una Europa senza riferimenti CRISTIANI è una Europa
    senza futuro.

    Preghiamo Maria e S. Benedetto.

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