L’arco costituzionale dei pro-vitaartificiale – di Elisabetta Frezza e Cristiano Lugli

Ovvero: dell’endorsement di Gotti Tedeschi per la Lorenzin.

di Elisabetta Frezza e Cristiano Lugli

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Poco più di due settimane fa la testata simil-cattolica IntelligoNews ha pubblicato un’intervista all’economista ed ex banchiere dello IOR Ettore Gotti Tedeschi, sul tema della denatalità ingravescente (per leggere l’intervista, clicca qui).

La premessa è che, quello delle culle vuote, sia un problema “culturale”: femminismo, eco-ambientalismo, neomalthusianesimo, gnosticismo, esistenzialismo – dice Gotti Tedeschi – a suon di propaganda avrebbero performato le menti a considerare la fertilità un problema e ad assumere a modello la famiglia monofiglio e pluriaccessoriata. Egli si spinge fino a temerariamente affermare che tutto ciò sia avvenuto col concorso della chiesa vaticansecondista, che si è appropriata del linguaggio della modernità necrofila e ha cominciato a parlare a sua volta di “procreazione responsabile” (come una Planned Parenthood qualsiasi, aggiungiamo noi), nonché ad abbracciare la tesi cattoprogressista e pauperista per cui, per metter su famiglia e fare figli, bisogna essere ricchi.

I semi avariati gettati dalla mentalità conciliare hanno prodotto molti frutti marci, culminati oggi con la frequentazione abituale degli ambienti vaticani da parte dei mostri dediti alla ricerca transumanista e allo sterminio degli innocenti (“il grande Ehrlich” è tra le ultime guest star dei sacri palazzi).

E sin qui nulla quaestio. Gotti Tedeschi dice cose risapute, persino banali.

Ma il bello deve venire. Il bello è che l’intervistato si sente poi in dovere di spendersi in un endorsement appassionato del presunto baluardo allo sfacelo descritto, la «ministra migliore che abbiamo», praticamente un’eroina pro life incompresa dal suo mondo. Il quale mondo, miope e ottuso, dovrebbe vergognarsi di non averla sostenuta insieme alla sua creatura, il Fertility day. Tale e tanto è l’impeto sponsorizzatore del Nostro, che il rimprovero diventa persino un mea culpa, e tutti insieme dovremmo produrci nell’autodafé.

Ecco le sue parole.

«Vi ricordate i tentativi fatti dalla ministra Lorenzin per sensibilizzare sul tema fertilità? Venne massacrata, e noi, che avremmo dovuto esser sensibili a questi temi, siamo stati a osservare senza intervenire per supportarla. Da vergognarsene! La migliore ministra che abbiamo e che dovremmo aiutare. Certo, sia la ministra della Sanità Lorenzin che il ministro della famiglia Costa saprebbero che fare, ma mica possono farlo da soli, e comunque troverebbero ostacoli ovunque».

Anzitutto la sgridata è immeritata perchè, di fatto, i sedicenti pro life hanno fatto a gara, a suo tempo, per incensare la sciagurata campagna e la sua sciagurata promotrice. E di ciò si era scritto abbondantemente su Riscossa Cristiana e su Radio Spada.

Ma, a parte questo, come si fa a sostenere l’insostenibile bontà di una iniziativa tanto palesemente in linea con la dilagante necrocultura, al di là dell’etichetta suggestiva che le era stata appiccicata a bella posta? Cosa c’è dietro questo impellente bisogno di celebrare la Lorenzin, pedina ministeriale dell’impero biotecnologico/farmaceutico da tempo ramificato nei gangli vitali del potere politico, economico, ecclesiastico (ricordiamo “Sua Sanità” il cardinale Fiorenzo Angelini?), per tirarle la volata nel giro asfittico di coloro che credono di essere, di parlare e di agire a favore della vita?

Non ci vuole molto per scoprire la vera natura e il vero senso del Fertility day nelle intenzioni di chi lo ha concepito. L’evento promosso dalla ministra della salute (sessuale e riproduttiva) dei suoi governati – la migliore ministra che abbiamo – ha suggellato, anche sulla scena mediatica, il cambio di paradigma nella idea stessa di procreazione, che da naturale deve diventare sintetica nell’immaginario collettivo. Tradisce perciò una ben precisa missione istituzionale: quella di modificare i connotati della riproduzione umana, spostandone l’asse verso la “fertilizzazione”, su modello zootecnico, in vista di una totale de-sessualizzazione della maternità e della paternità, per definizione “responsabili” (dove la “responsabilità” coincide appunto con la tecnologizzazione, e consiste nell’eliminare ogni imprevisto ed esaudire ogni desiderio attraverso la fabbricazione dell’uomo in laboratorio, sterilizzata e selettiva).

L’orizzonte della politica lorenziniana, del resto, è dichiarato senza troppi veli tra gli obiettivi del suo Fertility day: «Educare alla procreazione. Identificare i difetti nella riproduzione. Aiutare la procreazione, quando necessario, con percorsi di fecondazione omologa ed eterologa». E ancora, riferendosi alla fecondazione artificiale: «quella che era nata come risposta terapeutica a condizioni di patologia specifiche e molto selezionate, sta forse assumendo il significato di un’alternativa fisiologica».

Le tracce per ricostruire la mappa in cui l’operazione è inscritta sono palesi e seminate ovunque. L’iconografia, il linguaggio, la narrativa, i contenuti, tutto ci dice dell’imponente disegno globalista che sorregge, anche, la propaganda fertilizzante firmata Lorenzin.

Quanto al sesso, in via di abolizione ufficiale quale mezzo di trasmissione della vita, viene promosso in ogni sua forma e declinazione come attività ludico-ricreativa, e molto democratica perchè alla portata di tutti; da praticare a qualsiasi età e in ogni condizione personale e sociale, con l’unica accortezza di evitare se possibile le malattie connesse, tra cui soprattutto eventuali gravidanze.

Ora, il professor Gotti Tedeschi è certamente libero di aderirvi, a questo bel programma; un po’ meno libero di fare la paternale a chi non condivide il suo stesso entusiasmo.

Dettagli, si può essere tentati di obiettare. Legittime divergenze di sensibilità e di giudizio tra chi milita pur sempre nelle stesse fila “probiotiche”. E non è bene dividersi, bisogna anzi sostenersi l’un l’altro.

Ma scherziamo?

Dietro questi “dettagli” si cela tutto un mondo di compromissione col male, che corrisponde a un progetto ben definito di distruzione e disumanizzazione della vita, tanto caro ai DC, ai Ruini, alle Roccella e alle Morresi e alle Lorenzin e alle Porcu.

Partiamo dal fondo, da Eleonora Porcu. È lei l’auctoritas scientifica di tutto l’impianto, la signora della crioconservazione di vite e di pezzi di vita (gli ovociti) nella catena delle industrie manifatturiere di esseri umani, artefice somma di quel “Piano nazionale per la fertilità” da cui il progetto lorenziniano prende origine, la scienziata creata in laboratorio dalla coppia Carlo Casini – Carlo Flamigni (lo sperimentatore dell’utero artificiale) e vidimata dalla CEI per mezzo del carrozzone episcopale Scienza e Vita di cui è, nientemeno, che socia cofondatrice.

Ma poi, l’eterologa di Stato nei LEA è opera di chi, se non della Lorenzin, che infatti non manca occasione per rivendicarla con orgoglio? Non è sempre lei che ha incaricato la sua collaboratrice Assuntina Morresi – ciellina seduta in pianta stabile al Comitato Nazionale di bioetica insieme a D’Agostino e allo stesso Flamigni, ma che bella compagnia – di procurare ovuli umani, merce in Italia ancora carente per egoismo congenito delle potenziali donatrici? Non è ancora lei la corifea della campagna vaccinista, quella che, nel Nuovo Piano Nazionale apparecchiato nel viaggio a Washington avvenuto (guarda un po’) giusto 9 mesi 9 prima del suo parto gemellare eterozigote, prevede la vaccinazione anti-HPV anche per i maschietti, a undici anni come per le bambine? Come dire loro: sveglia, è presto ora di consumare, affrettatevi a prevenire gli effetti collaterali del sesso ricreativo! Sugli effetti collaterali del vaccino, intanto, meglio tacere…

Forse certi dettagli sono sfuggiti a Gotti Tedeschi. O forse no. Ci rendiamo conto del potere di persuasione che esercitano erga omnes le multinazionali del farmaco, si sa che la salute non ha prezzo.

In ogni caso, noi restiamo di un’altra opinione, e non ci pensiamo neppure per un attimo ad applaudire a comando chi vuole che i nostri bambini siano istruiti all’uso del preservativo quotidiano o vengano vaccinati in batteria sul presupposto implicito che siano sessualmente attivi.

Non ci stiamo a partecipare al gioco sporco dei signori della morte che, mascherati da tifosi della vita, muovono perifericamente le fila rette dai potentati sovranazionali riempiendosi la bocca di salute sessuale e riproduttiva, di pianificazione famigliare, di genitorialità responsabile. Non giochiamo con loro. Nemmeno se ce lo ordina Gotti Tedeschi.

Anzi, diciamo: «vergogna»!

13 commenti su “L’arco costituzionale dei pro-vitaartificiale – di Elisabetta Frezza e Cristiano Lugli”

  1. Che il Fertility Day sia stato ideato -da chi sta molto più in alto e molto più “a fondo” della Lorenzin- perché le nostre città si riempiano di tabelloni pubblicitari “Vieni da noi, e il tuo sogno diventerà realtà” …è certo.
    Ma far calare una condanna su E.Gotti Tedeschi per una (breve) frase approssimativa, o ingenua, su di lei è del tutto fuori luogo.

    Proprio l’intervista in questione contiene informazioni, riflessioni, spunti che non sono affatto “banali”. Lui, fra l’altro, ha davvero numerosi figli – se ben ricordo

  2. Dissento totalmente dagli attacchi al professor Gotti Tedeschi. Il quale è un fiero sostenitore della vita. In tutti i suoi stati. Basta scorrere la molteplice sua pubblicistica.

    Gaetano

  3. Non comprendo bene cosa intenda criticare il dottor Gotti Tedeschi nel concetto di “procreazione responsabile” – forse la scelta di parole ambigua?, ma mi permetto di fargli presente che la Casti Connubii e’ben precedente all’avvento della cosiddetta “chiesa vaticansecondista”.

  4. Ho stima di Gotti Tedeschi di cui ho letto egregi articoli. Rimango un po’ male di questo suo giudizio sulla Lorenzin, ma, come dice il sempre attento Raffaele, forse si tratta di una breve frase approssimativa. Ognuno di noi ha le sue pecche.

    1. In altri termini, carissima signora: abbiamo un regime politico/rieducativo che tenta di disgregare la cattolicità della popolazione italliana e di annullarla fisicamente con la denatalità. Tale regime vede fra i propri coautori la Neo–chiesa, che “dà il contributo dei Cattolici”, cioè presenta la resa delle Gerarchie alla Massoneria.

      Gotti Tedeschi è una delle ppoche persone che si esprimono (e vivono: ha parecchi figli)in ttermini diversi, e adesso lo si vuole distruggere moralmente.

      Perché? Sinceramente non mi interessa saperlo

  5. Ringrazio Frezza e Lugli.
    Quando riscossa cristiana sarà non ci sarà spazio per mezze verità o chiaroscuri. Nel cuore vede solo il Signore. A noi spetta giudicare parole e fatti. Specie se vengono da persone reputate autorevoli e stimate. Perseverate così.Sia lodato Gesù Cristo. Giuseppe

  6. silvia masetti

    ” Anzi diciamo vergogna” Per forza, tutta questa gente l’unico libro che ha letto è Il Codice Da Vinci Dan Brown in cui Costantino crea un Cristianesimo tutto suo. Prove, prove signori, non gracchiare come rane nel pantano, non offese, umiliazioni, e burle verso genitori che danno la vita. Queste non sono risposte adeguate, è solo voler togliere prestigio al genitore interlocutore per bisogno di potere basato su assurdità soggettive e non scientifiche. Certo, qualunque teoria sarà facile smontarla. Dire che tutto questo sia una Bontà, che ci siano prove irrefutabili, non le rende tali. Sono anni che delegittimano la vita perchè hanno bisogno di soldi. L’unica cosa che sanno fare tutti , è gettar via le prove, per poi, supporre di rendere valide le loro teorie: possibile che genitori, nonni, figli, nipoti siano sempre dal lato sbagliato? Andate a nanna.

  7. Caro dotor Lugli, caro professor Deotto, scusate il fuori tema, ma sulla mia pagina facebook èho appena letto la notizia del defenestramento di don Minutella, ad opera del vescovo (?) di Palermo, che gli ha intimato di lasciare la parrocchia entro 15 giorni e di non parlare più. Cosa analoga hanno fatto anche con quel sacerdote filippino (mi sembra) che ha criticato A.L.; vogliono mettere a tacere ogni voce discorde, anche se dichiaratamente fedele al loro CV II. Non vi dico il fiume di appoggi e sdegno postati in calce a questa notizia, c’è da veder arrivare una marea di gente infuriata daavnti alla sede del vescovato di Palermo. DCa una parte, anche se non condivido l’ostinata fede vaticansecondista di don Minutella (e la mancata risposta a lei, dott. Lugli, “punto su punto”, come ci insegna san Pio X) è un bene che questi falsi misericordiosi comincino ad essere apertamente contestati, magari così si innescherà quella lotta “vesvovi contro vescovi, cardinali contro cardinali” profetizzata dalla Madonna a La Salette e la gente aprirà gli occhi.

    1. Dai su, un vaticansecondista in meno..Non se l’era presa pure con gli ipertradizionalisti?
      Film già visto con Padre Cavalcoli…Per i sedevacantisti il tanto peggio tanto meglio è garanzia di successo..

    2. Non “potevano” lasciarlo andare a Verona. Non perché io mi aspettassi chissà che cosa dalla giornata del 22 aprile, ma perché ci sarebbe andato in aperta veste di “non felice” dell’andazzo bergogliiano.
      Come dicevamo, per la Chiesa è importante SOLO aderire aii dogmi (in caso contrario si è scomunicati, cioè fuori dalla comunione della Chiesa), mentre per la Neo-chiesa è importante SOLO dire al Caro Leader “Che gioia scodinzolare davanti a te! Che Profezia esce dalla tua bocca! ” (in caso contrario si è cestinati, gettati nella Geenna mediatico/bigottistica). E i dogmi?… Dogmi? che roba è?

  8. I limiti di iniziative come il Fertility Day erano evidenti. L’incensamento da parte dei “sedicenti pro-life” è stato ben poco. Il mondo “simil-cattolico” ha ben presente il contesto nel quale si opera. Soprattutto non pretende di utilizzare queste ed altre manifestazioni come misura del tasso di cattolicità dei partecipanti o del legislatore. Poichè non ci si trova nel giardino dell’Eden , specie ai nostri giorni, qualsiasi iniziativa avrà dei difetti in origine. Mentre i tradizionalisti distillano l’ultima goccia nell’alambicco , il partito radicale di massa fa bingo su tutta la linea. La legge 40 non andava bene.. che farà il tradizionalismo , esulterà con i radicali per la sua sostanziale cancellazione? La Marcia per la vita idem , perchè si conclude a S.Pietro..e allora bisogna spendersi per affossarla o quantomeno dividerla, giusto? Il Family day lo stesso. Il Popolo della Famiglia poi…

  9. Sono assolutamente d’accordo con gli estensori dell’articolo, ce ne fosse di chiarezza come c’è in questo articolo; purtroppo anche nel mondo cattolico
    o, più frequentemente, pseudo tale, c’è poca chiarezza di idee e spesso molta compromissione, anche in chi critica la chiesa vaticanosecondista o aspetti di essa.
    Sono veramente molto pochi quelli che dicono la verità fino in fondo e lo dico avendo frequentato in questi anni gruppi cosiddetti cattolici tradizionalisti,
    quindi complimenti per la coerente denuncia, senza peli sulla lingua.

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