Anche l’Irlanda ha conquistato il diritto di uccidere i suoi figli. Il progresso continua – di Paolo Gulisano

C’era una volta la cattolicissima Irlanda. Un Paese straordinario, con una Fede ardente che aveva da sempre illuminato e sostenuto il cammino di gente povera, discriminata, perseguitata, ma ricca di qualità e virtù umane.

Evidentemente, però, mancava una qualità, che è quella che il ministro della Sanità Simon Harris, che è il vero vincitore del referendum per l’abrogazione dell’Ottavo Emendamento della Costituzione che garantiva il diritto alla vita del bambino concepito, ha proclamato potrà ora diffondersi nell’Isola: l’Irlanda – ha detto – sarà ora un Paese più compassionevole. L’ha detto col volto di chi vuole portare avanti – come il leader del suo partito, il Fine Gael, una formazione di centrodestra a lungo membro dell’internazionale democristiana – una “rivoluzione tranquilla”. Tranquilli, sembrano dirci Simon e Leo, niente drammi: solo garantiremo la compassionevole morte di migliaia di bambini attraverso la compassionevole pratica dell’aborto legittimata da una compassionevole legge.

Ieri un amico mi scriveva che in Irlanda è tornato dopo secoli Crom Cruach, una figura mitologica precristiana, una divinità terribile che richiedeva sacrifici umani, chiedeva sangue di bambini. L’immagine del ritorno di questa figura in un Paese che si sta avviando con una rapidità spaventosa a diventare postcristiano, è suggestiva certamente, anche se in realtà lo scenario è meno cruento e macabro, anche se non meno pericoloso. È la secolarizzazione gentile, che si fa forte mutuando una terminologia clericale, in particolare quella parola chiave: compassione. È tempo di misericordia, ragazzi. L’aborto non è un dramma, o un crimine, ma un gesto compassionevole. Da compiersi con gentilezza e tenerezza, col sorriso di infermiere premurose e medici cortesi.

Dovranno essere realizzate delle cliniche per compiere questi atti eutanasici, e si può star certi che verranno visti come ospedali da campo in cui accogliere persone fragili. Non verranno però accolte quelle creature che verranno soppresse ed eliminate nei rifiuti speciali.

Insomma, anche l’Irlanda un tempo perla della Cristianità sembra oggi sbarazzarsi del suo passato e adeguarsi alle parole d’ordine del mondo.

Un segnale inequivocabile che l’Isola di Smeraldo sta cambiando, che il processo di secolarizzazione sta facendo inesorabilmente il suo corso e che bisogna prenderne atto. Lo deve fare soprattutto la Chiesa in Irlanda, che nel corso degli ultimi anni ha visto sgretolarsi il proprio prestigio, la propria importanza, la propria influenza. Agli occhi dei riformatori laicisti, quella di ieri appare sicuramente come una Waterloo della Chiesa in Irlanda.

In realtà, la vittoria dei fautori di una rivoluzione sociale potrebbero ben presto fare i conti con un Paese sempre più fragile, sempre più indebolito nella propria identità, sempre più nichilisticamente gaio.

Un processo che è stato abilmente etero diretto. Come ha fatto notare acutamente notare l’esponente distributista Matteo Mazzariol, dietro la vittoria del Sì nel referendum irlandese c’è anche l’oligarchia finanziaria. Tutte le grandi agenzie della finanza internazionale – Council of Foreign Relationship, Royal Istitute of Accademic Affairs, Club di Roma, Gruppo Builderberg, Aspen Istitute – per non palare delle grandi banche d’affari (gruppo Rothschilds, Shiff, Morgan, Rochefeller, Goldman Sachs, City Group) e dei magnanimi filantropi (in primis George Soros con la Open Society), si sono sempre schierati entusiasticamente contro la famiglia naturale, prima abbattendo il matrimonio attraverso il divorzio e poi attaccando quella che è la relazione fondante e più sacra tra esseri umani, quella tra madre e bambino, attraverso l’aborto. Dalla loro parte hanno ovviamente la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione di massa, da loro posseduti. Con la forza del denaro, come è evidente, controllano la scena politica internazionale e dei singoli stati, anche la piccola Irlanda.

Questo referendum con il suo triste esito ci lascia una piccola luce di speranza. Anche tra le rovine può crescere un fiore, e questo fiore si chiama Contea di Donegal. Esaminando infatti il voto diviso per le ventisei contee della Repubblica, si passa dal mostruoso 75% di Dublino, una città ormai cosmopolita, un’appendice dell’Inghilterra, al successo magari più contenuto dello Yes in altre contee, comprese quelle rurali. Tutte? No, non tutte. In una Contea il No all’aborto ha vinto. Si tratta del Donegal, nell’estremo nordovest dell’Isola. La più bella provincia di Irlanda, quella dove evidentemente la gente, nei villaggi della costa o nelle cittadine a ridosso del tragico confine con l’Irlanda del Nord a dominio britannico, ancora pensa con la propria testa, ancora ascolta la voce della propria coscienza, e dove un vescovo ha fatto sentire con forza la propria voce in difesa della vita, in un contesto generale di grande timidezza da parte dell’Episcopato. Sarà un caso.

Il Donegal dunque come la Contea della Terra di Mezzo, come un luogo dove è possibile esercitare una resistenza umana al dilagare delle Forze Oscure. La speranza non è morta, ed è affidata ai piccoli.

9 commenti su “Anche l’Irlanda ha conquistato il diritto di uccidere i suoi figli. Il progresso continua – di Paolo Gulisano”

  1. La profondità dello smarrimento morale ed ideale a cui ci hanno condotto i pifferai della dissoluzione si può dolorosamente scorgere dalla disssennata affermazione del ministro della salute, quando definisce il suo paese più “compassionevole” grazie alla legge omicida appena varata a Furor di popolo. Che Dio ci aiuti…

  2. E’ inconfutabile che dietro la vittoria del Sì all’aborto in Irlanda ci siano i grandi gruppi d’affari, le grandi banche, le filantropiche massonerie, ma ciò che sembra ancora più inconfutabile e che dietro la vittoria della dissoluzione sulla vita ci sia in realtà il paganesimo precristiano con le sue divinità mostruose, con i suoi demoni, a cui si facevano sacrifici umani. L’Irlanda, come buona parte del mondo cosiddetto “civilizzato” sta tornando alle antiche religioni pagane, basti pensare ai sacrifici degli innocenti, per ultimo il piccolo Alfie, allo scarso valore che si da alla vita, alla scomparsa della famiglia tradizionale e al trionfo dei suoi “surrogati”. E’ inutile nascondere che il cristianesimo comincia a vacillare e forse sarebbe già scomparso se non fosse per un entità superiore che in questo particolare momento storico sta portando in braccio la sua Chiesa.

  3. Una piccola, banalissima osservazione: “Tutti quelli, uomini e donne, che si sono espressi favorevolmente a questo crimine, sono nati”.
    Nessuno di loro è stato fatto a pezzi quando era ancora un feto.

  4. L’Irlanda cattolica non esiste più. Ma non certo da oggi. Chi può stupirsi per il risultato di questo referendum? L’intera concezione del mondo è stata stravolta e capovolta, passo dopo passo, rivoluzione dopo rivoluzione. Ci è voluto un percorso di decenni, questo non è che il suo mostruoso esito.

  5. Compassionevoli gli irlandesi verso le donne omicide, padroni del loro corpo a loro dire, ma morte nell’anima. È ciò aspetta loro con il progresso, la scienza, ma soprattutto con la loro sapienza. Dice il Quolet: “l’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono”.
    Ps. Un sacerdote irlandese si è espresso contrario a somministrare la S. Eucaristia a coloro che hanno votato contro la legge che impediva di abortire. Allora questo sacerdote se vede un politico abortista alla S.Messa dovrebbe negargli la S. Eucaristia. Putroppo in molte Diocesi in Italia si sta applicando la falsa misericordia di quell’ infame documento papale “AMORIS LAETITIA”, che contraddice il Magistero precedente della Chiesa. In pratica un nuovo Vangelo, con una misericordia senza una giustizia che curi la parte malata dell’ anima. Così tante anime sono condotte nel precipizio, l’inferno dagli stessi pastori d’anime: guide cieche che guidano ciechi nello spirito.

    1. Concordo. Non è pensabile una misericordia senza giustizia, così come è inconcepibile il contrario. I danni si stanno rivelando incalcolabili

  6. normanno Malaguti

    Terrificante!
    Attendiamo il giusto castigo di Dio come un farmaco, come operazione terribile, ma che può salvarci la vita: LA VITA ETERNA
    e

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