CitizenGO risponde agli articoli di Riscossa Cristiana – di Filippo Savarese (Direttore delle Campagne di CitizenGO Italia)

Molto volentieri pubblichiamo la replica che Filippo Savarese (direttore delle Campagne diCitizenGO Italia) agli articoli “CitizenGO, se li conosci li eviti” e “Firmate,firmate, qualche cosa resterà (nella banca dati)” pubblicati sul sito diRiscossa Cristiana il 19 novembre e 05 dicembre 2018 e firmati Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco. È un atto di grande civiltà prendere inconsiderazione le critiche, anche molto dure, e rispondere direttamente. Per dare maggiore rilievo allo scritto di Savarse, pubblichiamo in un articolo separato la risposta di Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco. E siamo sempre disponibili a ospitare ulteriori interventi. (Riscossa Cristiana)

Gentile direttore,

nei giorni scorsi Riscossa Cristiana ha pubblicato alcuni articoli di dura e ovviamente legittima critica all’operato della Fondazione CitizenGO, di cui dirigo le attività in Italia, a cui vorrei replicare con alcuni chiarimenti, considerazioni e soprattutto fatti concreti. Possibilità per cui La ringrazio molto.

Vorrei premettere che alcune affermazioni dagli autori sulla connessione di CitizenGO con qualsivoglia progetto politico di “rifondazione neodemocristiana” sono totalmente prive di fondamento e riscontro pratico.

Si è scritto che “l’importatore ufficiale di Citizengo in Italia è il ciellino Luca Volonté. Nella versione italiana del sito, si può vedere come la maggior parte delle raccolte firme siano postate da lui, o da tale Matteo Cattaneo (un signore che si aggira nei circle di Volontè e Arsuaga) o dalla Manif Italia: la Manif pare essere un altro “acquisto” estero di Volontè, che l’ha clonata dalla celebre esperienza omonima francese”.

Tutte le informazioni riportate qui sopra, su cui si fondano le successive considerazioni degli autori, sono completamente false.

CitizenGO non è stata “importata” in Italia né da Luca Volonté, né da Matteo Cattaneo (che è un dipendente della sede spagnola, residente a Madrid), né dalla Manif Pour Tous Italia.

Ciò per il semplice fatto che CitizenGO non è stata “ufficialmente importata” in Italia fino alla mia nomina a Direttore delle Campagne italiane, col riconoscimento giuridico della Fondazione CitizenGO Italia quale formale branca della sede centrale spagnola e l’apertura di un ufficio a Roma. Tutto realizzato, sotto la mia esclusiva Direzione e in esclusivo rapporto col Presidente di CitizenGO in Spagna Ignacio Arsuaga, nel corso del 2017.

Prima del mio arrivo, prima cioè della sua strutturazione giuridica e gestionale in Italia, CitizenGO non era che un semplice portale online di petizioni in diverse lingue a disposizione di chiunque volesse crearne e diffonderne. Chiunque, infatti e tuttora, può creare il proprio profilo personale sul sito di CitizenGO e avviare proprie petizioni. La gestione del sito e la sua titolarità è sempre stata di esclusivo dominio spagnolo.

La Fondazione Novae Terrae lo ha usato con frequenza agli inizi del progetto per la semplice ragione del rapporto di amicizia tra Volonté e l’ufficio spagnolo di CitizenGO (dove lavora anche Cattaneo, che curava la pagina in italiano prima di passarmi il testimone con nuovo titolo e forma giuridica).

Peraltro, in qualità di suo co-fondatore, devo categoricamente smentire anche il citato coinvolgimento a qualsiasi titolo di Luca Volonté con la nascita de La Manif Pour Tous Italia, oggi Generazione Famiglia, che fondai a Roma con un gruppo di giovani amici di quartiere e di parrocchia nel 2013. Ho ricoperto il ruolo di Portavoce ne La Manif Italia – Generazione Famiglia per quattro anni, prima di lasciarlo per diventare Direttore di CitizenGO Italia.

Chiarisco tutto ciò ai soli fini di correttezza informativa, e non certo perché mi prema marcare distanze da Luca Volonté, amico di cui stimo molto le attività passate e l’impegno attuale con la Fondazione Novae Terrae. Avrei volentieri raccontato tutto ciò ad Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco se fossi mai stato contattato da loro a tal fine. Sono ovviamente a disposizione anche ora per qualsiasi altro chiarimento.

Alla luce delle false connessioni sin qui smentite, ritengo decaduta qualsiasi conseguente accusa di sfruttare CitizenGO e le sue attività per rafforzare, come già dicevo, un qualche fantomatico progetto politico di rilancio ‘neodemocristiano’ (di cui peraltro non vedo in giro alcuna traccia tangibile – e aggiungo grazie a Dio).

Mi preme poi chiarire, ancor più, un altro aspetto.

Nell’ultimo articolo di Frezza e Dal Bosco mi risulta in maniera evidente la scarsità pressoché totale della loro conoscenza di che cosa faccia CitizenGO e di come lo faccia. Una nota non di poco conto data l’asprezza delle loro considerazioni sul nostro conto espresse in un articolo intitolato proprio “se li conosci li eviti”.

Definendo le nostre petizioni inutili e addirittura “trappole per polli”, buone solo a raccogliere dati di cui mi sfugge completamente l’uso che poi ne faremmo – visto che la nostra Policy ci impedisce esplicitamente di cederli a enti terzi di qualsiasi natura e per qualsiasi titolo senza il consenso esplicito di volta in volta espresso dal firmatario – gli autori dimostrano di non sapere che le petizioni che lanciamo sono solo una minima parte delle nostre Campagne, che si compongono invece di tutta una serie di ulteriori attività che più avanti esporrò citando casi concreti.

Voglio comunque elencare solo alcuni effetti oggettivi delle nostre petizioni, considerate anche solo in se stesse:

  1. Informazione: migliaia di cittadini che firmano una petizione sono migliaia di cittadini che si informano su un dato problema e che, condividendo, ne informano altri migliaia che spesso non ne sapevano nulla;
  2. Pressing diretto: non tutti sanno (certamente per nostra mancanza) che firmando una qualsiasi petizione di CitizenGO parte in automatico una mail al destinatario della stessa. Cinquantamila firme contro il Gender a scuola, ad esempio, corrispondono a cinquantamila mail realmente ricevute dal Ministero dell’Istruzione. Mail che non partono a nome di CitizenGO, ma a nome di ciascun singolo firmatario. Ecco perché quando sul caso dello spettacolo Gender Fa’afafine raccogliemmo oltre 100 mila firme il Ministro Fedeli chiese espressamente di interrompere un bombardamento (democratico e peraltro del tutto legale) che stava mettendo in seria difficoltà gli uffici del MIUR;
  3. Dibattito virale: subito dopo la firma la piattaforma invita l’utente a condividere la petizione sui social network, generando contenuti automatici col ‘tag’ del destinatario, che oltre alle mail si troverà quindi citato anche in migliaia di Tweet, Post, etc, rendendo virale la “polemica” anche in quello spazio importante;
  4. Attenzione mediatica e politica: rivolgersi ai media e alla politica avendo in mano 30, 50 o 100 mila firme reali di altrettanti cittadini aiuta a rendere la misura dell’urgenza e della vastità sociale della causa sostenuta dalla petizione.

A parte questi e altri effetti propri di ciascuna nostra petizione, torno sul fatto che le nostre petizioni non sono mai lanciate come sassi nello stagno ma si inseriscono all’interno di più generali Campagne che prevedono sempre anche altre attività materiali (che definiamo offline).

Qui però vorrei procedere portando casi concreti tra quelli criticamente citati dagli autori come esempi della nostra “inutilità”.

Asia Bibi:

CitizenGO ha lanciato due petizioni globali.

La prima per chiederne l’assoluzione e la seconda per chiederne l’espatrio. Gli autori si chiedono se queste petizioni possano aver contribuito all’assoluzione di Asia Bibi e se possano portare al suo espatrio. La domanda è, ovviamente, lecita.

Il problema, però, è che gli autori non sanno che cosa CitizenGO abbia fatto e stia ancora facendo collateralmente alle petizioni. Infatti non ricevono le comunicazioni che CitizenGO manda con cadenza settimanale ai suoi sottoscrittori per aggiornarli sugli sviluppi e sugli esiti delle petizioni che essi firmano.

Se Frezza e Dal Bosco ricevessero le nostre comunicazioni (cosa che possono iniziare a fare quando vogliono firmando una qualsiasi delle nostre petizioni), saprebbero, per esempio, che CitizenGO ha finanziato parte delle spese legali che la famiglia Bibi ha affrontato per sostenere il processo; o che ha accompagnato il padre e la figlia della donna cristiana a parlare del loro caso all’ONU e da Papa Francesco per dare risalto mediatico e politico alla loro storia; o che ha finanziato e realizzato la produzione di un documentario sulla vicenda di Asia Bibi assunto nel processo come prova a suo favore (visibile qui = https://www.youtube.com/watch?v=20xDX15nGJY ); o che nelle ultime due settimane ha organizzato manifestazioni nel mondo per Asia Bibi a Roma, Parigi, Londra, Madrid, Budapest, Zagabria, Nairobi, Washington DC, Toronto, Buenos Aires, San Paolo; o che ha acquistato pagine pubblicitarie per chiedere la pressione dei leader occidentali sul Pakistan su 21 quotidiani nazionali in tutto il mondo per una tiratura complessiva di 6 milioni di lettori.

I gentili lettori di Riscossa Cristiana possono vedere il video-riassunto del sit-in di Roma sul nostro canale YouTube ( https://www.youtube.com/watch?v=MXKzOvxEALc ), le foto delle manifestazioni in tutto il mondo qui (https://www.flickr.com/photos/citizengo/sets/72157701887170691/with/30921164947/ ) e quelle delle pagine di giornale acquistate qui (https://www.flickr.com/photos/citizengo/sets/72157698184246440 ).

Tutto ciò è stato reso possibile solo grazie ai fondi generosamente messi a disposizione dai nostri donatori.

Potrei andare avanti, ma credo che già questa panoramica basti a smentire l’immagine diffusa di una petizione lanciata tanto per raccogliere dati e denari per finir poi “inghiottita nell’oblio”. È chiaro: si possono ritenere tutte queste attività comunque inutili ai fini sperati. Ma questa è già tutt’altra critica rispetto a quella di non fare nulla.

Venezuela:

CitizenGO ha lanciato una petizione per chiedere all’OMS e all’ONU di intervenire sulla grave crisi sanitaria causata delle scellerate politiche socialiste del Presidente Maduro. Tutto qui? Sì, per chi non firma le nostre petizioni e, quindi, non ne riceve gli aggiornamenti.

Ma chi l’ha fatto in questo caso ha saputo che abbiamo consegnato e discusso la petizione direttamente coi vertici dell’OMS e dell’Ufficio Affari Umanitari dell’ONU, nonché con diverse delegazioni diplomatiche degli Stati componenti la Commissione Diritti Umani, che lo scorso 27 settembre ha approvato a maggioranza una risoluzione proprio sulla vicenda venezuelana concordando l’apertura di canali umanitari. Nel mentre, CitizenGO spediva in Venezuela medicinali di base per migliaia di dollari coi soldi raccolti tramite le apposite, dedicate collette.

Tutte informazioni certificate con fonti e foto nelle comunicazioni inviate a chi ha firmato la petizione.

Gender:

CitizenGO ha portato in giro per il mondo (due volte in Italia) il Bus della Libertà contro il Gender nelle scuole e per il diritto di priorità educativa dei genitori. Il suo tour ci ha attirato le critiche, tra gli altri, di “vip” progressisti quali Georse Soros e Chelsea Clinton (http://www.ilgiornale.it/news/mondo/se-soros-si-arrabbia-bus-antigender-1443170.html).

Durante il tour in Italia abbiamo distribuito gratuitamente circa 15.000 vademecum per spiegare ai genitori come possono concretamente evitare o combattere le infiltrazioni di progetti ideologici nelle scuole dei loro figli. Non depliant o volantini, ma veri e propri pamphlet con la raccolta di tutta la normativa statale, ministeriale e locale utile a svolgere un ruolo attivo e consapevole.

A seguito della petizione contro la serie tv sul “bambino transgender” che Sky trasmetterà a breve (oltre 40.000 firme), in molti ci hanno risposto comunicandoci la disdetta dei loro abbonamenti con l’azienda televisiva. Un po’ di sano boicottaggio, credo, non guasta.

Ci sono altri innumerevoli casi che potrei citare come esempio dell’utilità concreta del lavoro di CitizenGO (come la recente vittoria sul blocco di contenuti pornografici sulle diffusissime reti WiFi di Starbucks, https://tech.everyeye.it/notizie/starbucks-arriva-blocco-per-contenuti-pornografici-sulle-proprie-wifi-353521.html ), ma temo di aver già abusato dei ragionevoli limiti di questa replica.

Pertanto concludo.

CitizenGO è una Fondazione internazionale che lavora promuovendo centinaia di Campagne sui temi della Famiglia, della Vita e delle Libertà fondamentali in 20 nazioni e 13 lingue nel mondo. Chiunque può seguire tutte le nostre attività accedendo dalla home page del nostro sito web alle 24 pagine differenziate per lingua o area geografica.

Tutti i dati rilasciati firmando le nostre petizioni sono trattati, dietro consenso, in stretto rispetto delle normative sulla Privacy. Tutte le donazioni sono rendicontate nei bilanci della Fondazione con la distinzione di quanta parte è reinvestita in attività e quanta serve a tenere in piedi l’organizzazione. Tutti i firmatari ricevono puntuale comunicazione sullo sviluppo e sull’esito delle nostre Campagne che sostengono firmando le petizioni, scegliendo liberamente se e come contribuire anche economicamente.

Al netto dei nostri limiti, non siamo che una comunità di semplici cittadini organizzata per fare (tutto) il meglio che può coi (pochi) mezzi a disposizione senza minimamente strumentalizzare il nostro lavoro a beneficio di qualsivoglia progetto (politico o non politico) esterno ai confini della nostra specifica vocazione.

Il costante aumento dei nostri donatori e sottoscrittori in tutto il mondo credo confermino il concetto che ho voluto esprimere con questi chiarimenti sul lavoro di CitizenGO: se ci conosci (davvero) ti fidi.

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