Nel 1977 il quotidiano londinese “The Times” qualificava così il Bilderberg Group”: “Un gruppo di uomini, tra i più ricchi, economicamente e politicamente più influenti del mondo occidentale, che si riunisce segretamente per pianificare degli eventi che successivamente appariranno come casuali”. (1) Eventi funzionali alla creazione di un nuovo ordine mondiale. L’immigrazione di massa è uno di questi eventi.

Il Deep State non è onnipotente, non ha il potere di impedire che dalle maglie dell’informazione pubblica trapeli, talvolta, la verità. Ha però il potere di tappare subito le falle, intervenendo in modo conveniente.

Così il “Corriere” scriveva che “Lo scopo della Trilaterale è quello di governare la globalizzazione” (2), ma nessuno ci ha poi spiegato come questo avvenga. Anni prima il quotidiano milanese “Il Giorno” aveva definito il Bilderberg “governo ombra del mondo” e il “Messaggero” “I padroni del mondo occidentale” (3), ma nessuno poi tornava sull’argomento, spiegando come le democrazie, santuari della sovranità popolare, potessero vivere al guinzaglio di un’oligarchia non eletta e non eleggibile. Un’oligarchia che ha costruito l’Unione Europea, esperimento pilota del nuovo ordine mondiale.

LA COSPIRAZIONE Quanto segue non costituisce una “clamorosa scoperta”, ma un patrimonio di notizie rese di pubblico dominio, già dieci anni fa, da un quotidiano nazionale. Non ne seguì tuttavia alcun pubblico dibattito e tali notizie – agghiaccianti – furono immediatamente ingoiate nei silenzi politicamente corretti che caratterizzano l’informazione europea in genere e quella italiana in particolare. Nessun quotidiano, nessun periodico, nessun partito, nessun opinion leader ha mai più ripreso l’argomento che qui sarà trattato.  Non sorprende.

Nel 1975, nasceva a Parigi il periodico “Eurabia” a cura del “Comitato Europeo di Coordinamento delle Associazioni Amiche del Mondo Arabo”.
In collaborazione con altre testate francesi, inglesi e svizzere, il periodico diffuse in quegli anni l’idea che fosse opportuno saldare forti rapporti politici ed economici con il mondo arabo, auspicando la creazione di un movimento d’opinione in tal senso. Un ordine di idee innocuo, a prima vista. Solo a prima vista: era sceso in campo il sistema di potere che stava preparando un’irruzione dell’islam nella nostra società. 

Eurabia è anche il titolo del libro pubblicato da Lindau e allegato nel 2007 al quotidiano “Libero”, traduzione italiana di Eurabia. L’axe euro-arabe, pubblicato in Francia l’anno precedente. L’autrice, Bat Ye’or, ebrea egiziana di nazionalità britannica, saggista di fama internazionale, mostra, sulla base di documenti ufficiali della UE mai resi noti, come la migrazione islamica sia stata pianificata ad un tavolo d’intesa tra i paesi arabi, a guida saudita, e i vertici europei. 

Scrive Bat Ye’or nella Prefazione dell’edizione italiana di Eurabia: “Nel corso del mio lavoro mi è parso che questo saggio si aprisse su un vasto cantiere – presagito ma invisibile – che lasciava intravedere una sorte di ‘ponte’ tra due epoche e due civiltà, in cui l’una si distruggeva per generare l’altra. Questo fenomeno, le cui radici vanno ricercate nelle strutture politiche dell’Unione Europea, si estendeva di fatto a tutta l’Europa. (…) Esso non era frutto del caso, ma il compimento di un’ideologia pianificata con freddo calcolo, che utilizza le filiere politiche, strategiche e culturali preesistenti per realizzare i suoi obiettivi. Gli ideatori di questa strategia l’hanno chiamata ‘civiltà mediterranea’. Io la chiamo ‘Eurabia’”.

Esistono dunque documenti della UE secretati, e portati alla luce da Bat Ye’or, che certificano accordi finalizzati all’islamizzazione della nostra società. Una verità surreale, cui si stenta a credere, ma tant’è: siamo di fronte a protocolli ufficiali, riunioni e convegni corredati di luoghi, nomi, verbali e dichiarazioni di intenti. Tutto questo è stato tenuto nascosto all’opinione pubblica,

LE TAPPE DELL’OPERAZIONE La cronologia che segue riprende notizie e documenti riportati nell’edizione italiana di  “Eurabia” e da altre fonti.

1967 Nasce in Francia l’ASFA (Association de Solidarité Franco-Arabe),  e in Inghilterra l’associazione gemella CAABU (Council for the Advancement of Arab-British Understanding), entrambe con l’obiettivo istituzionale di pianificare intese tra l’Europa e il mondo arabo. L’iniziativa è patrocinata da politici, intellettuali, diplomatici. Era già sceso in campo il sistema di potere che avrebbe lanciato la rivista “Eurabia” otto anni dopo.

1969 Cairo, Conferenza internazionale di sostegno ai popoli arabi. Alla conferenza partecipano i delegati di 37 nazioni e di 15 organizzazioni internazionali. Dei 54 membri del comitato organizzativo, 43 sono europei. 
È la prima iniziativa del mondo arabo orientata a cercare un’intesa con la Comunità Economica Europea (CEE) dopo le sconfitte subite da Israele nel conflitto del 1947-48 e nella “guerra dei sei giorni” del 1967. La parola d’ordine dei paesi arabi era “solidarietà con il popolo palestinese”. I vertici della CEE sostengono il piano. Dalla Risoluzione n.15 della Conferenza del Cairo.  EurabiA, p. 4: “La Conferenza decide di dar vita a gruppi parlamentari ad hoc, dove ancora non esistono, e di usare la piattaforma parlamentare per promuovere il sostegno al popolo arabo e alla resistenza palestinese”. 
La propaganda in Europa a favore della causa palestinese ha sempre giovato poco a quel popolo. Ha giovato molto, invece, nel corso degli anni, ai sostenitori di professione di quella causa.

1971 In Italia è fondata l’USMI (Unione Studenti Musulmani d’Italia) legata ai “Fratelli musulmani”, con sede presso l’università di Perugia, 

1973 Danimarca, Irlanda e Regno Unito entrano nella CEE. Nasce l’Europa dei Nove. Contestualmente nasce il DEA (Dialogo Euro-Arabo).

Londra, maggio, ha luogo la I Conferenza Islamica. I delegati musulmani stabiliscono di finanziare centri culturali in Europa. Dal documento finale “Si avverte un grande bisogno di diffondere i principi dell’islam e di aiutare le comunità musulmane in Europa a svolgere il loro ruolo con efficacia e successo” (Eurabia, p. 73).

1974 Febbraio,Lahore, II Conferenza Islamica. Il segretario della Conferenza, Muhammad Hasan al-Tuhami, auspica la pianificazione di una strategia di espansione politico-religiosa nei paesi non musulmani. 
“Furono gli accordi della DEA, ossia i compromessi tra i governi europei, coordinati dalla Commissione della CEE, a costituire il quadro di riferimento di una migrazione di massa intesa a ricreare in Europa le proprie strutture sociali e religiose”. (Eurabia, p. 116).
I ministri degli Esteri europei creanol’APCEA (Association Parlamentaire Europea pour la Cooperation Euro-Arabe), che coordinerà da quel momento le relazioni tra Europa e Medio Oriente attraverso l’organizzazione di regolari incontri con esponenti dell’Unione Interparlamentare araba. (Eurabia, p. 66).
Damasco,14-17 settembre. Conferenza APCEA. È istituito un segretariato permanente composto da 350 membri con sede a Parigi, mentre il DEA si struttura in comitati con il compito i pianificare progetti comuni con gli Arabi. Progetti industriali, scientifici, commerciali, culturali e sociali. (Eurabia, p. 67)

1975 Strasburgo, 7-8 giugno. Assemblea APCEA, presenti 200 rappresentanti dei parlamenti degli stati europei. La sezione politica dei lavori investe tre ambiti: la politica europea nei confronti d’Israele, la creazione di un movimento d’opinione filoarabo e l’accoglienza in Europa degli immigrati musulmani (Eurabia, p. 79).
L’APCEA chiede ufficialmente ai governi europei dei “Nove”: “…di affrontare con spirito costruttivo gli aspetti culturali del Dialogo Euro-Arabo e di accordare una più accentuata priorità alla diffusione della cultura araba in Europa” (Eurabia, pp. 80-81).
Cairo,10-14 giugno.  I  Incontro  DEA.
Roma,24 luglio. I Convegno Dea.
Abu Dhabi (Emirati del Golfo),27 novembre. II Convegno Dea.

1976 Lussemburgo,18-20 maggio. III Convegno Dea. Nel corso del Convegno è creata una struttura stabile per gestire il dialogo euroarabo che comprende una Commissione Generale, Gruppi di lavoro, un Comitato di coordinamento.

1977 I Fratelli musulmani creano banche islamiche in Lussemburgo, Danimarca, Londra e USA.
Tunisi,10-12 febbraio. II incontro Dea. La Commissione Generale affida la pianificazione dell’immigrazione islamica in Europa ad un Comitato di lavoro creato allo scopo. (“Eurabia”, p.99)
Bruxelles, 26-28 ottobre. III incontro DEA. Il problema dell’immigrazione, fino ad allora assegnato soltanto ad un Comitato, è dibattuto anche in sede di Commissione Generale.  
L’opinione pubblica europea ignorava tutto questo. Nella Commissione Generale le riunioni avvenivano a porte chiuse e senza la stesura di verbali. (Eurabia, p. 69).

1978 Damasco, 9-11 dicembre. IV incontro DEA.

1979 Rimini, 30 settembre.“Convegno euroarabo” presso il Centro internazionale di Ricerche Pio Manzù, dotato di statuto presso l’ONU.
Dichiarazione della delegazione araba: “L’Europa e gli altri paesi consumatori di petrolio vogliono che noi garantiamo loro il petrolio e i suoi derivati(…) La nostra cooperazione dovrebbe essere quindi basata su principi di correttezza morale, cosicché l’Europa possa svolgere il suo ruolo, ponendo fine all’ingiustizia e restituendo al popolo palestinese i suoi diritti. A meno che non aderisca a questi obiettivi, sarà difficile per l’Europa avere garanzie sulle sue forniture di petrolio(Eurabia, p. 105).

1980 Amman (Giordania), 25-27 novembre. XI Conferenza islamica. La Conferenza islamica stringe accordi e alleanze con la sinistra europea e internazionale, sulla base, ovviamente, della comune “solidarietà con il popolo palestinese”.

1982 È istituito a Birmingham l’Islamic Council of sharia per applicare la legge islamica nel Regno Unito, abilitato ad emettere fatwa e verdetti. È redatto dai “Fratelli musulmani” un documento riservato che sarebbe stato poi rinvenuto nel corso di una perquisizione nel 2001. Vi si legge: “Inserire la causa palestinese nel progetto islamico mondiale, attraverso gli strumenti politici e quelli della jihad, poiché si tratta della chiave di volta della rinascita del mondo arabo, oggi” (Eurabia, p. 75).

1983 Simposio di Amburgo. Il convegno euroarabo istituisce tre gruppi di lavoro. Il primo gruppo analizza le “prospettive di scambi culturali”. Il secondo ha il compito di valutare le “Conseguenze dell’emigrazione dei lavoratori e degli intellettuali”. Si auspicano in tal senso “Politiche e programmi atti a gestire i flussi migratori, in modo di assicurare le massime prestazioni agli immigrati”. (“Eurabia”, p.123).Il terzo gruppo si occupa della cooperazione in relazione all’insegnamento dell’arabo e delle lingue europee. Il documento conclusivo (punto 6) invita i paesi arabi ad intensificare i rapporti culturali e l’assistenza all’islam europeo al fine di mantenere viva la lingua e la cultura araba presso le comunità. (Eurabia, p. 124)

1990 È fondata ad Ancona l’Ucoii (Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia), espressione in Italia dei Fratelli musulmani. 

1991 Il Consiglio d’Europa emananel 1991la “Raccomandazione” 1162 nella quale si legge, al punto 4: “La nuova Europa si avvia ad essere sempre più soggetta          all’influsso dell’islam, non solo a causa delle regioni a prevalente          cultura islamica, come l’Albania e alcune repubbliche del Sud dell’URSS, ma anche in seguito all’immigrazione dal più ampio mondo islamico (…)” (3).
I vertici europei prima hanno pianificato con gli Arabi l’immigrazione di masse musulmane, poi hanno presentato l’immigrazione come evento spontaneo ed epocale al quale adattarsi e del quale addirittura far tesoro.

1992 Con il Trattato di Maastricht, l’Europa dei dodici si costituisce in Unione Europea. La sigla UE sostituisce CEE.

1995 Barcellona, 27-28 novembre. Conferenza Euromediterranea.La Conferenza riunisce i ministri degli Esteri dei 15 paesi della UE, di 8 paesi islamici e funzionari dell’autorità palestinese.
È il primo atto del “Partenariato in campo sociale, culturale e umano”. (Eurabia, p. 133). La Conferenza dà mandato per la creazione del MEDA, istituto preposto alla cooperazione finanziaria tra la UE e i paesi arabi.
Contestualmente è fondato a Bruxelles il MEDEA (Istituto europeo per la ricerca e la cooperazione mediterranea ed euroaraba) per lo sviluppo dei rapporti euroarabi. (Eurabia, p. 138)

1998 Bruxelles, 27-28 ottobre. È istituito il Forum parlamentare euro– mediterraneo che riunisce i parlamentari dei paesi europei e islamici che si erano riuniti alla Conferenza di Barcellona. (Eurabia, pp. 140-141)

2001 Nel corso di una perquisizione, a Lugano, nella villa di Yusif Nada, direttore della banca Al-tacqwa legata ai fratelli Musulmani, è rinvenuto il già citato documento segreto redatto dai FratelliMusulmani nel 1982, che indicava nella causa palestinese la chiave di accesso all’opinione pubblica occidentale. Il documento indicava gli obiettivi strategici: globalizzazione della sharīa e costituzione di un sultanato mondiale.
Per conseguire tali obiettivi, il documento indica come essenziale, la creazione di centri culturali islamici in Europa. (Eurabia, p. 75).
Alla luce di questo documento, emerge la criminalità dei poteri che hanno imposto non solo la presenza, ma anche l’egemonia dei Fratelli musulmani in tutte le Consulte islamiche oggi accreditate presso i Ministeri dell’Interno dei paesi europei. Sono gli stessi poteri che hanno pianificato e imposto l’immigrazione

2002 Bari,17-18 giugno Incontro del Forum parlamentare euro-mediterraneo. All’ordine del giorno, l’immigrazione.
Dalla Risoluzione finale: “Si chiede ai paesi ospiti di migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati, di garantire loro uguaglianza di trattamento, libertà di circolazione, mobilità dell’impiego, favorendone il ricongiungimento con le famiglie e la conservazione dell’identità culturale” (Eurabia, p. 142).

2003 L’inserimento nella UE di dieci paesi dell’ex Patto di Varsavia provoca malumori nei Sauditi e nei Paesi arabi. Alcuni governi della UE rimediano ponendo restrizioni alle quote d’immigrazione (cristiana) dall’Est Europa (Eurabia, p. 185). In questo scenario si collocano le fenomenali performance immigrazioniste di Romano Prodi, leader storico della sinistra post-comunista e membro ufficiale della Trilateral Commission dall’inizio degli Anni 80. La sua affiliazione alla “Trilateral” è notizia di cronaca (4).
Scrive Bat Ye’or in Eurabia, p. 185 (grassetto mio): “Nel maggio 2003 Romano Prodi, presidente della        Commissione Europea, si è recato nei paesi del Maghreb per rassicurarli con il suo progetto Allargamento dell’Europa: politica di prossimità. Prodi ha specificato che l’allargamento a Est aprirà anche questi paesi all’immigrazione araba e alle politiche del Partenariato”.

2004 Nel novembre, alla fine del suo mandato di presidenza della Commissione Europea, Romano Prodi auspicò, secondo i progetti della Trilateral Commission della quale è membro, un allargamento dell’Europa anche a Sud. Lo apprendiamo dallo scrittore anticomunista russo Vladimir Bukovski, già dissidente del regime sovietico e per questo più volte arrestato, che dal 1976 si traferì a Cambridge dove è morto l’anno scorso. Scrive Bukovski (grassetto mio): “L’ex presidente della commissione europea Romano Prodi, nel suo discorso di congedo ha detto che i piani di espansione dell’Unione Europea comprendevano la Turchia, il Medio Oriente e i paesi del Maghreb (5).

2005 I Sauditi desiderano che l’operazione Eurabia proceda senza ostacoli. Negli atti della terza sessione straordinaria della Conferenza del vertice islamico svoltasi a La Mecca il 7-8 dicembre, è rivolto un invito alla comunità internazionale: “Adoperarsi perché sia adottata una risoluzione delle Nazioni Unite finalizzata alla lotta contro l’islamofobia. Invitare tutti gli stati ad approvare leggi, accompagnate da sanzioni deterrenti per combattere l’islamofobia(Eurabia, p. 23).

2006 Davos, Forum economico. I delegati della UE chiedono un aumento delle quote d’immigrazione. (Eurabia, p. 25).

2007 Habib Sghaier, musulmano moderato, allora presidente dell’Acsi (Associazione comunità stranieri in Italia), così disegnava il quadro dell’islam italiano, nel tempo d’oro dei “viaggi della speranza”: “Circa la metà delle moschee del nostro Paese sono controllate da imam oltranzisti. I soldi non sono un problema se si tratta di diffondere l’Islam fondamentalista. Provvede qualcuno dall’estero: Arabia Saudita, Pakistan, Emirati del Golfo. Un flusso costante. E con i soldi arrivano mullah, muyaheddin, propagandisti. Stanno nel nostro Paese poche settimane passando da una moschea all’altra” (6).

2010 Dal quotidiano “La Stampa”(grassetto mio):“La Commissione Europea ha prodotto più di tre milioni di copie di un diario dell’Unione Europea per le scuole secondarie che non contiene nessun riferimento al Natale, ma include festività ebraiche, indù sikh e musulmane. Più di 330 mila copie del diario, accompagnate da 51 pagine di informazioni in carta lucida sull’Unione Europea sono state consegnate alle scuola britanniche, scrive il Daily Telegraph, come un omaggio agli allievi da parte della Commissione. Con grande stupore dei cristiani britannici la sezione relativa al 25 dicembre è vuota” (7).    
La stessaCommissione Europea, nell’aprile indiceva un concorso per individuare e valorizzare “La più bella moschea d’Europa”.

*** *** ***

Tra le molte conclusioni che possiamo trarre, ci limiteremo alla più ovvia: l’Italia deve uscire dalla trappola per topi della UE, metastasi del Deep State.

NOTE

1) Cfr. Daniel Estulin, Il club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo” – seconda ed. aggiornata, Arianna Editrice 2012, p. 37. Il libro di Estulin è unico nel suo genere in virtù dell’apporto   che    l’autore ha ricevuto, nella stesura del libro stesso, dall’intelligence russa, come apertamente dichiarato dallo stesso Estulin.
2) Il Corriere della Sera I agosto 2000 articolo di Paolo Lepri.
3) Cit. in Bat Ye’or “Eurabia”, Lindau, Padova 2007, Appendice 4, p. 369. Assemblea permanente del Consiglio d’Europa, XLIII Sessione Ordinaria dal titolo: “Sul contributo della civiltà islamica alla cultura        europea”.
4) Vedi Il Giorno, 17 aprile 1983 (articolo di Giuseppe Vanessa, p. 8) e Il Giornale, lunedì 18 aprile 1983 (articolo di Claudio Lanti).
5) Cfr. Vladimir Bukovskij, “EURSS – Unione Europea Delle Repubbliche Socialiste Sovietiche”, Ed. Spirali, Milano 2007, p. 155.
6) Il Giornale”, 1 aprile 2007.
7) 17 dicembre 2010, articolo di Marco Tosatti. http://www.lastampa.it/2010/12/17/blogs/san-pietro-e-dintorni/per-l-ue-natale-non-esiste-RTBJSAicCeuipjdg1LqrZK/pagina.html

4 commenti su “Eurabia, anatomia di una cospirazione”

  1. Io credo che tutto questo sia stato orchestrato, almeno inizialmente, con l’intento di liberare l’Europa dal giogo USA. Si tratta, infatti, di un costante e ancora attuale desiderio dei dirigenti della UE – considerate anche le recenti dichiarazioni del presidente francese Macron circa il progetto di un esercito europeo e/o i tentativi dell’attuale Governo italiano di stipulare alleanza con la Cina comunista – quello di sganciarsi dalla scomoda occupazione (perché tale è, a tutti gli effetti, dalla fine della II GM) americana.

    Stipulando accordi di carattere commerciale – si pensi, ad esempio al tentativo di costruire una sempre più solida collaborazione con i Paesi produttori di petrolio e gas naturali al fine di rendere l’Europa quanto più… “coperta” possibile dal punto di vista energetico (ricordiamo che si era a cavallo tra gli anni ’60/’70) – ma anche concordando grandi investimenti finanziari e/o infrastrutturali, è ovvio il fatto che detti Paesi extra-europei abbiano chiesto una contro-partita in cambio: l’accettazione da parte europea di quote annuali di immigrati provenienti dai Paesi islamici.

    Emma Bonino, in una delle sue dichiarazioni pubbliche risalenti a qualche anno fa e che in troppi hanno presto dimenticato, parlava della necessità per l’Europa, di accogliere ca. 50.000.000 di immigrati entro il 2050… E’ forse questo il prezzo da pagare?

    Ecco, secondo me questa cosa è stata organizzata sin dal suo inizio con eccessiva superficialità, confidando in maniera più che disinvolta sul fatto che il liberalismo europeo di stampo illuminista fosse più che sufficiente ad integrare masse umane che, invece, hanno nessuna intenzione di integrarsi nella “civilissima” (?), laicissima e ormai degeneratissima europa (anzi, provano per essa un sommo disprezzo) e che la gente accettasse di buon grado quella che è, in fin dei conti, un’autentica invasione. Ora che si manifestano i primi gravi problemi, risulta difficile tornare indietro. Gli attuali dirigenti UE credo che si accorgano delle difficoltà ma al momento, nessuno sembra intenzionato a fare qualcosa di concreto per porre un argine alla inevitabile catastrofe che si profila negli anni a venire.

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