L’EUROPA IN MARCIA VERSO IL TOTALITARISMO (sec. XIX – sec. XXI).
decima parte. ALDOUS HUXLEY E L’INEVITABILE INCUBO DEL “MONDO NUOVO”
di Carlo Manetti
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«Un edificio grigio e pesante di soli trentaquattro piani. Sopra l’entrata principale le parole: “Centro di incubazione e di condizionamento di Londra centrale” e in uno stemma il motto dello Stato Mondiale: Comunità, Identità, Stabilità»1: questo è l’attacco de «Il mondo nuovo», romanzo di Aldous Huxley. Appare immediatamente tutto il senso di cupa, sorda ed apparentemente inspiegabile oppressione che avvolgerà il romanzo nella sua interezza.
La vicenda è ambientata secoli nel futuro ed un unico governo regge tutto il mondo, completamente unificato. La massima Autorità è Ford o Sua Fordità, figura quasi mitica e religiosa. Il riferimento all’omonimo inventore della catena di montaggio è evidente e particolarmente significativo: il mondo nuovo è un sistema di controllo delle persone dal concepimento alla morte e l’omaggio all’iniziatore del fordismo è quasi riconoscerne una sorta di paternità spirituale; la differenza è che, nel mondo nuovo che Huxley e la Sinarchia sognano, tutto acquisisce una valenza totalitaria e l’aspetto politico diviene indistinguibile da quello religioso (Saint-Yves non diceva che tutto ciò che è religioso è sociale e tutto ciò che è sociale è religioso?), tanto che i personaggi del romanzo, quando nominano Ford, si fanno un segno a T sul petto, una chiara deformazione del segno di croce cristiano. Tutto l’esoterismo occidentale, a partire da quello massonico, nei propri rituali, deforma i riti cattolici tradizionali.
Non tutto il pianeta è retto dal processo di gestione unificata centrale: rimangono alcune riserve di “selvaggi”. E ciò permette all’autore di far volutamente trasparire la propria ostentata simpatia per questi residui di un mondo che non esiste più, foglia di fico dietro la quale si cela, come abbiamo detto nell’articolo precedente, il disegno di “far digerire” all’umanità “l’inevitabile futuro che l’attende”.
Il cuore di questo mondo del futuro è rappresentato dal controllo assoluto della procreazione e della nascita dei nuovi uomini, attuato da pianificatori demografici e da appositi centri di fabbricazione di embrioni, prodotti industrialmente, programmando le qualità fisiche e psichiche dei nascituri, secondo un preciso sistema di caste, che li destina, fin dal concepimento, a precisi ruoli sociali: l’umanità è un prodotto ed un mezzo di produzione dell’ingranaggio socio-politico. Ma tutto questo deve essere accettato come “naturale” dall’interessato e, a questo fine, inizia, già prima della nascita, un severo processo di condizionamento: tutta la vita è già segnata, è inutile resistere all’ineluttabile.
Il romanzo si apre appunto con la descrizione di uno di questi centri di produzione e condizionamento degli embrioni dove il Direttore sta guidando un gruppo di giovani studenti di medicina: «“Comincerò dal principio” disse il Direttore […] “Questi “ e agitò la mano “ sono gli incubatori” E aprendo una porta isolante mostrò loro file su file di provette numerate. “La provvista settimanale d’ovuli. Mantenuti” spiegò “alla temperatura del sangue; mentre i gameti maschili” e qui aprì un’altra porta “devono essere mantenuti a trentacinque gradi invece di trentasette. La piena temperatura del sangue li sterilizza” […]. Ancora appoggiato agli incubatori egli fornì agli studenti una breve descrizione del processo moderno della fecondazione, mentre le matite volavano vertiginosamente sulle pagine; parlò in primo luogo, naturalmente, della sua base chirurgica: “l’operazione volontariamente subita per il bene della società, senza contare che essa porta con sé un premio ammontante a sei mesi di stipendio…”; continuò con un sommario esposto della tecnica della conservazione dell’ovaia estirpata allo stato vivente e in pieno sviluppo»2.
Le giovani donne, le ragazze sono rese sterili, asportando loro le ovaie: la generazione umana deve essere sottratta in modo assoluto alle persone, per divenire appannaggio unicamente dello Stato.
Il Direttore, poi, illustrò come gli ovuli «venivano esaminati dal punto di vista dei caratteri anormali, contati e trasferiti in un recipiente poroso; come questo recipiente veniva immerso in un liquido caldo contenente degli spermatozoi liberamente nuotanti, “alla concentrazione minima di centomila per centimetro cubo” egli insistette; […] come le uova fecondate tornavano agli incubatori: dove gli Alfa e i Beta rimanevano fino al momento d’esser definitivamente messi nei flaconi; mentre i Gamma, i Delta e gli Epsilon ne venivano tolti, dopo solo trentasei ore, per subire il processo Bokanovsky»3.
Il «processo di bokanovskificazione consiste in una serie di arresti dello sviluppo. Noi arrestiamo lo sviluppo normale [con successive esposizioni a raggi X e ad alcool, ndr] e, benché possa sembrare un paradosso, l’uovo reagisce germogliando». Si possono così ottenere «dei gemelli identici, ma non in miseri gruppi di due o tre per volta come negli antichi tempi vivipari, quando talvolta un uovo poteva accidentalmente scindersi; ma proprio a dozzine, a ventine per volta… Il processo Bokanovsky è uno dei maggiori strumenti della stabilità sociale! […] Uomini e donne tipificati, a infornate uniformi. Tutto il personale di un piccolo stabilimento costituito dal prodotto di un unico uovo bokanovskyficato»4.
Conclude il Direttore: «Milioni di gemelli identici. Il principio della produzione di massa applicato finalmente alla biologia».
È il sogno di ogni regime totalitario: disporre di uomini tutti uguali, di cloni, perfettamente fungibili ed intercambiabili, le cui reazioni possono essere rigidamente predeterminate e, quindi, previste: è il livello più completo di dominio immaginabile. Non per nulla, in quasi tutte le utopie politiche, da «La Repubblica» di Platone, passando per «La Città del Sole» di Campanella, fino ai testi del Settecento, centrale è sempre l’eugenetica ed il controllo statuale del sesso e della riproduzione, per cui medici e astrologi decidono chi si deve accoppiare, quando e come. Si vuole un uomo senza identità, provando il medesimo orrore satanico per l’originalità caratteristica di ogni persona.
Successivamente, gli ovuli fecondati sono collocati su strisce di peritoneo di scrofa fresco e in lunghe file, su un nastro trasportatore, gli embrioni sono avviati alla «Sala di Predestinazione Sociale», dove i «Predestinatori», in base al fabbisogno mondiale di persone di ciascuna casta, ne richiedono la produzione ai «Fecondatori», che decidono quanti embrioni far diventare Alfa, Beta, Gamma, Delta o Epsilon. Gli embrioni nei 267 giorni passati nel «Deposito degli embrioni», sono nutriti con sonde, “cullati” dal lentissimo movimento del nastro trasportatore e programmati nel sesso e nella fecondità; solo il 30% degli embrioni femminili è lasciato sviluppare normalmente, gli altri sono resi artificialmente sterili. «”Noi inoltre – dice il tecnico che sta guidando la visita al Deposito – li predestiniamo e li condizioniamo. Travasiamo i nostri bambini sotto forma d’esseri viventi socializzati, come tipi Alfa o Epsilon, come futuri vuotatori di fogne o futuri… Più bassa è la casta, meno ossigeno si dà” disse Forster. “Il primo organo a risentirne è il cervello. Poi lo scheletro. Col settanta per cento dell’ossigeno normale si hanno dei nani. A meno del settanta si ottengono dei mostri privi di occhi”»5.
Qui emergono due elementi chiave del progetto distopico huxleyano: da un lato la selezione genetica degli embrioni, con l’evidente eliminazione di quelli portatori di caratteri anormali, dunque una vera e propria selezione eugenetica; dall’altro la produzione di caste sociali differenti ottenute manipolando gli embrioni stessi. Le classi fondamentali sono quelle viste : Alfa, Beta, Gamma, Delta e Epsilon, con l’aggiunta per ogni classe delle due variazioni interne “Plus” e “Minus”, per cui si puà avere un Alfa, un Alfa Plus, un Alfa Minus. Alfa Plus è il massimo grado genetico di programmazione, per i soggetti destinati ad avere un ruolo dirigenziale nell’amministrazione del super Stato: le differenze quindi non sono escluse, ma rigidamente predeterminate; escluse sono solo le differenze naturali.
Il romanzo ci descrivere, poi, il «Reparto infantile», ripartito in «Sale di condizionamento», dove i bambini, quasi identici tra loro, sia fisicamente che mentalmente, sono sottoposti, fin dai primi mesi di vita, a shock acustici o visivi, scosse elettriche… il tutto in relazione ad esperienze particolari; il condizionamento passa anche attraverso la ripetizione ossessiva, durante il sonno, di frasi richiamanti valori e principi (educazione ipnopedica). Il Direttore spiega che «l’educazione morale non dovrebbe mai, in nessuna circostanza, essere razionale», l’esatto contrario della tradizione cattolica, dove l’insegnamento etico è sempre comprensione razionale della verità, oltre che conseguente educazione al bene.
L’educazione ipnopedica e generale nel mondo di Nostro Ford, come lo chiamano i protagonisti del libro, prevede lezioni di sessualità anche ai bambini più piccoli e lezioni di coscienza di classe, nelle quali i bimbi vengono indotti ad accettare la loro collocazione di casta, a non invidiare le caste superiori e a disprezzare quelle inferiori. Tutto il processo dura fino «”a che, da ultimo, la mente del fanciullo sia queste cose suggerite e la somma di queste cose suggerite sia la mente del fanciullo. E non solo la mente del fanciullo. Anche quella dell’adulto, per tutta la vita. La mente che giudica e desidera e decide, costituita da queste cose suggerite. Ma tutte queste cose suggerite sono suggerimenti nostri” il Direttore quasi gridava nel suo trionfo. “Suggerimenti dello Stato”»6.
I fanciulli di ambo i sessi sono precocemente iniziati e assuefatti ad ogni genere di perversione sessuale e quelli che vi resistono sono affidati agli psicologi. Per tutta la vita le persone sono spinte, dall’educazione permanente, oltre che da quella ricevuta fin dal concepimento, ad una vita sessuale errabonda, irregolare, basata sul principio, inculcato a tutti con l’ipnopedia, che «ognuno appartiene a tutti gli altri»; è, quindi, considerata un grave disvalore la fedeltà o, anche solo, la stabilità dei legami, tanto che la protagonista femminile del romanzo viene redarguita da una compagna: «Non va niente bene continuare così con un solo uomo. A quarant’anni, o anche a trentacinque, potrebbe passare, ma alla tua età, Lenina! No, non va. E tu sai come il Direttore sia contrario a tutto ciò che è intenso e prolungato. Quattro mesi con Enrico Foster, senza avere nessun altro; ebbene, andrebbe sulle furie se venisse a saperlo»7.
Il servizio reso da questo romanzo alla causa sinarchica è enorme, come quello reso da tutta la vita del suo autore: nulla come il presentare normali le perversioni, mentali o istintive che siano, spiana la strada all’avvento del totalitarismo. Già Platone, in un celebre passo de «La Repubblica», ci chiarisce come la tirannide nasca e cresca all’ombra del libertinaggio. Ma Huxley va oltre: addita all’umanità come suo futuro inevitabile una società in cui le perversioni siano addirittura imposte. Per adesso la Sinarchia europea sta imponendo ope legis la loro accettazione; si pensi alle cosiddette leggi contro l’omofobia.
1 A. Huxley, Il Mondo Nuovo, Oscar Mondadori, Milano, 1991, p. 5.
2 A. Huxley, Il Mondo Nuovo, Oscar Mondadori, Milano, 1991, p. 7.
3 A. Huxley, Il Mondo Nuovo, Oscar Mondadori, Milano, 1991, p. 7.
4 A. Huxley, Il Mondo Nuovo, Oscar Mondadori, Milano, 1991, p. 8.
5 A. Huxley, Il Mondo Nuovo, Oscar Mondadori, Milano, 1991, p. 15.
6 A. Huxley, Il Mondo Nuovo, Oscar Mondadori, Milano, 1991, p. 27.
7 A. Huxley, Il Mondo Nuovo, Oscar Mondadori, Milano, 1991, p. 38.
2 commenti su “L’EUROPA IN MARCIA VERSO IL TOTALITARISMO (sec. XIX – sec. XXI). Decima parte – ALDOUS HUXLEY E L’INEVITABILE INCUBO DEL “MONDO NUOVO” – di Carlo Manetti”
Un incubo? no molto peggio, un piano veramente aberrante concepito da una mente malata soggetta ad una ispirazione satanica.
Follia? un tempo si diceva lucida follia. Ma qui di lucido non c’é nulla, solo tenebra programmta per le future prossime generazioni.
Una mente criminale, l’antitesi della carità,
l’antitesi del rispetto della Legge divina e della dignità umana.
Letto l’articolo, come sempre chiarissimo ed essenziale, su Teillard de Chardin, non ci resta che attendere che il bravissimo Dott. Manetti giunga alla fine della sua battaglia contro la superstizione che attaglia la modernità, con l’appoggio incredibile di parte del mondo sedicente cattolico. Nella mia Bologna nell’Istituto Veritatis Splendor il prof. mons. Facchini ha tenuto una conferenza sull’attualità del de Cardin…. grnde rilievo naturalmente sulla stampa locale……..