L'EUROPA IN MARCIA VERSO IL TOTALITARISMO (sec. XIX – sec. XXI). Nona parte: ALDOUS HUXLEY E L’ESOTERISMO CULTURALE EUROPEO – di Carlo Manetti

L’EUROPA IN MARCIA VERSO IL TOTALITARISMO (sec. XIX – sec. XXI).

 

nona parte. ALDOUS HUXLEY E L’ESOTERISMO CULTURALE EUROPEO

di Carlo Manetti per il sommario dei capitoli pubblicati, clicca qui  

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Aldous Huxley

La figura che forse meglio chiarisce i legami del Centre d’Etudes des Problemes Humains con le punte più estreme dell’esoterismo culturale europeo, è quella di Aldous Huxley (1894-1963). Egli «era membro di una influente famiglia inglese: il nonno, Thomas Henry Huxley [1825-1895],  fu uno degli  “scopritori” e dei più accaniti […] propagatori della teoria evoluzionistica darwiniana […]. Filosofo e naturalista autodidatta, fra i fondatori della esoterica Round Table britannica, […] è considerato, fra l’altro l’inventore del termine “agnosticismo”. Il padre di Aldous, Leonard, era stato a lungo direttore del giornale “Cornhill Magazine”, mentre la madre, Julia Arnold [1862-1908], era nipote del poeta Matthew Arnold [1822-1888].

Aldous, nato nel 1894, da adolescente  sogna una carriera scientifica come medico, ma deve interrompere gli studi a Eton a causa di una grave forma di cheratite che lo porta quasi alla cecità.  Recuperata la vista parzialmente a un occhio, si laurea nel 1915  a Oxford e  inizia a dedicarsi alla scrittura di romanzi viaggiando anche molto, in particolare in Italia, dove vive dal 1923 al 1930, in India e in Francia. Ma bisogna ricordare un episodio decisivo: “ebbe ad Oxford per tutore Herbert G. Wells [1866-1946], membro a sua volta della Golden Dawn (massone, grande iniziato, […] autore […] di allucinanti romanzi di fantascienza, della quale è praticamente l’inventore, n.d.r.) che lo presentò ad Aleister Crowley [1875-1947]. Nel frattempo Aldous era stato iniziato ai Figli del sole, setta dionisiaca cui appartenevano i figli delle élites della Round Table britannica. Aleister Crowley lo introdusse nella Golden Dawn e nel 1929 gli fece conoscere le droghe psichedeliche”[1]. Ora Crowley […] è uno dei più famosi maghi neri del Novecento e nella setta  “Children of the Sun” (I figli del sole) Huxley conosce […] il poeta americano Thomas S. Eliot [1888-1965], Oswald Mosley [1896-1980] (fondatore del movimento di ispirazione fascista inglese) e lo scrittore D.H. Lawrence[2], che diverrà suo amante omosessuale […]»[3].

Suo fratello Julian Huxley (1887-1975) divenne un biologo famoso; fu il primo presidente dell’U.N.E.S.C.O. ed uno dei tre fondatori del W.W.F., mentre il fratellastro Andrew Fielding Huxley (1917-2012) prese il premio Nobel della medicina per i suoi studi di fisiologia.

Aldous Huxley viene iniziato negli anni Cinquanta al consumo di LSD e dedicherà alle droghe due saggi «Le porte della percezione» (1954) e «Paradiso e inferno» (1956), che avranno anche una grande influenza sulla cultura rock, tanto che, ad esempio, il famoso gruppo The Doors (Le Porte) sceglie il suo nome dal titolo del primo dei due volumi.

In ambito «iniziatico e massonico non è raro il ricorso allo strumento del romanzo per comunicare […] in codice con gli altri iniziati e contemporaneamente per far giungere essotericamente anche alle persone comuni un messaggio ben preciso o concorrere a creare presso di loro un preciso clima spirituale», per «preparare il terreno, anche con molto anticipo […]», «abituare ad un certo ordine di idee» per «manifestare pubblicamente idee e progetti che, se fossero presentati come scelte politiche reali e concrete, spaventerebbero e susciterebbero forti reazioni»[4].

Ed ecco che la perfetta esplicazione di ciò che Joseph Alexandre Saint-Yves d’Alveydre (1842-1909) chiamava la sostituzione dell’uomo naturale con l’«uomo sociale»: il capolavoro di Aldous Huxley: il romanzo «Brave new world», apparso in traduzione italiana come «Il nuovo mondo», dove si perdeva l’equivoco «brave», che si può tradurre sia come coraggioso che come sfrontato. È su questo equivoco che si gioca tutto il romanzo, di cui analizzeremo il contenuto nel prossimo articolo: viene descritto esattamente ciò che la Sinarchia di Saint-Yves intende realizzare, ma si nasconde ancora dietro una condanna di facciata, che corre per tutto il romanzo (l’opera è del 1932!); una condanna, che, però, lascia intuire come lo scenario descritto, per quanto deprecato (formalmente) dall’autore, risulti pressoché inevitabile. Questa è la legittimazione più potente, anche se indiretta: se uno scenario è l’inevitabile destino cui siamo chiamati, in primo luogo, diviene inutile opporvisi; una volta realizzata l’inutilità dell’opposizione, le persone inizieranno a domandarsi se sia veramente così negativo e, visto che accettare l’inevitabilità di qualcosa di terribilmente negativo è tremendamente duro e carico di sofferenza, si cominceranno a scorgerne i vantaggi, prima, e la bontà, poi. Si passa, così, dall’opposizione all’accettazione e, per alcuni, in numero crescente, anche alla sempre più entusiastica approvazione di ciò che risulta mostruoso a qualunque mente distaccata e dotata di retta ragione.

L’alleanza di fatto, la comunanza di idee, di valori e di aspirazioni tra gruppi esoterici diversi può produrre collaborazioni sia involontarie che volute, senza che vi sia, necessariamente un’unica organizzazione a tenere le fila di tutto il gioco. Oltre al fatto che, una volta innescati, certi meccanismi si autoalimentano. In questa strategia e nell’utilizzo di ogni possibile alleato, la Sinarchia risulta effettivamente imbattibile.

 


[1] Epiphanius, Massoneria e sette segrete. La faccia occulta della storia, Editrice Ichthys, Albano laziale (Roma), p. 147

[2] (1885-1930), autore, tra gli altri del romanzo scandalo « L’amante di Lady Chatterley» (1928), NdR

[3] Matteo D’Amico, Implicazioni antropologiche e politiche della fecondazione artificiale (F.I.V.E.T.): alcune suggestioni a partire da «il mondo nuovo» di A. Huxley, in «Quaderni di San Raffaele» n. 6 (marzo 2011), pp. 57-58.

[4] Matteo D’Amico, Implicazioni antropologiche e politiche della fecondazione artificiale (F.I.V.E.T.): alcune suggestioni a partire da «il mondo nuovo» di A. Huxley, in «Quaderni di San Raffaele» n. 6 (marzo 2011), p. 59.

 

 

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