MEETING DI RIMINI 2018. CL e il mondo moderno: la “piccola politica” come religione – di Marco Toti

L’ex ministro Delrio, tempo fa, non rispondeva a due interrogazioni parlamentari del sen. Rossi (di Scelta Civica!), sui problemi del “ponte Morandi”: ma poi digiunava per lo ius soli. Egli è stato ospite della tradizionale adunata agostana di CL, a Rimini, ove ha negato ogni addebito. Tuttavia, più significativo dell’ospite è l’anfitrione, in questo caso.

Tra gli elementi caratterizzanti CL, uno dei movimenti cattolici (in teoria) “conservatori” – ma che già nel nome pesca a piene mani dalle ideologie sessantottesche – sono l’impronta “aziendale” e l’attrazione – talora bene, ma spesso non sufficientemente, dissimulata – per il successo mondano, idea forse inconsapevolmente debitrice delle stravaganze di qualche eresiarca elvetico del XVI secolo. Se, un tempo, CL si faceva portatrice di un’aggressiva (e pienamente giustificata) critica ai costumi della modernità, poi sosteneva smaccatamente molti dei potenti in auge, la cui vita non sembrerebbe essere improntata alla rigorosa applicazione dei principi del cattolicesimo.

Berlusconi, poi scaricato dai ciellini quando ha perso il potere, è un esempio di scuola in tal senso. Non bisogna dimenticare che è stato lui, nei gloriosi Anni ’80, a sdoganare una tv certamente non pudica, oggi divenuta francamente luciferina: dopo il “tribalismo di massa” in salsa pansessualista perpetrato dal letale ’68 – che fu almeno facilitato dal “Concilio” -, la corruzione dell’anima degli italiani è stata portata a termine proprio dalle tv di quel Berlusconi a lungo collaterale a CL. Al Movimento poco importava che la “società dello spettacolo”, che ha indotto il nostro povero “popolo” ad applaudire finanche ai funerali, si saldasse perfettamente con la “cultura di morte” – di cui è, a ben vedere, l’altra faccia – che costituisce l’autentico volto, mascherato da lustrini e paillettes ormai logori, della “civiltà occidentale”.

Grazie a tutto questo, la ritualità della civiltà occidentale, nelle sue tre somme fonti (teatro, diritto, liturgia), si è ridotta a ritualismo per effetto di una (inevitabile) usura storica, per poi implodere, per reazione e cortocircuito, nella sottocultura dell’informe. Le procedure applicate in ambito, ad esempio, medico e psicologico, non sono che riti laici officiati spesso con farisaico sussiego, nell’ambito di un universo morale che idoleggia sentimentalismo (il “diritto alla vita”, “non si possono lasciare in mare”) e il moralismo della “piccola politica”.

Per tornare a CL, è interessante ancora notare come la tecnica maggiormente utilizzata – la più sgradevole, riteniamo – sia quella di voler a tutti i costi apparire anticonformisti e politically incorrect, tentando di veicolare un’immagine di sé “cavalleresca”, francamente poco credibile: soprattutto se si invita al proprio “Meeting” Delrio, o se si fanno “battaglie” con Pannella. Se è certamente vero che, ad esempio sui temi della vita e della “sessualità”, alcuni ciellini (non Vittadini, per esempio) mantengono una linea più o meno fondata sul magistero della Chiesa (ma anche i protestanti, a volte, lo fanno! E si ricordi il caso di padre Carbone, che qualche anno fa non poté tenere il suo programmato intervento sul “gender” al “Meeting”), è d’altra parte evidente a tutti che, nell’ambito delle posizioni concernenti la politica estera e quella interna, non siamo di fronte a dei sobri francescani. In particolare, si rammentano le ambiguità riguardanti l’atteggiamento di “Tempi” in riferimento alla guerra in Iraq, e in particolare la predilezione per il fondamentalista settario G.W. Bush, nominato su un numero della rivista addirittura “uomo dell’anno”: argomentazioni, oltre che moralmente imbarazzanti e nauseabonde, anche insostenibili da un punto di vista autenticamente cattolico. D’altra parte, si sa che le imitazioni, molto spesso, sono peggiori dell’originale (che, in questo caso, non può neppure essere considerato un modello!). Alla fine si tratta di “piccola politica”, divisa tra cerchiobottismo e aziendalismo. L’idolo di CL è dunque una sorta di religione liofilizzata, ammantata di un linguaggio spesso involuto, che funge da specchietto per le allodole nei confronti di chi – non sono pochi! – vi abbocca.

 

1 commento su “MEETING DI RIMINI 2018. CL e il mondo moderno: la “piccola politica” come religione – di Marco Toti”

  1. PER SOPRAMERCATO TESTORI FU QUELLO CHE INQUISI’ GIANNI COLLU A MEZZO STAMPA INDICANDOLO QUANTO MAI ERRONEAMENTE COME CONTIGUO ALL’AREA BRIGATISTA… QUESTI SONO I MAITRE A PENSER DI CL…… VERI E PROPRI TERRORISTI DELLA PAROLA!

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