MEMORIAE TRADERE. LA MORTE DELLA DUCHESSA DI SEGOVIA E UN RICORDO DEL MARTIRIO DELLA FAMIGLIA REALE DI FRANCIA – di Pucci Cipriani

MEMORIAE TRADERE

Rubrica del sabato, a cura di Pucci Cipriani

Sabato 10 novembre 2012

 

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LA MORTE DELLA DUCHESSA DI SEGOVIA E UN RICORDO DEL MARTIRIO DELLA FAMIGLIA REALE DI FRANCIA

di Pucci Cipriani


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S.A.R. Emanuela di Borbone nata Dampierre Ruspoli, duchessa di Segovia, durante i festeggiamenti per i 95 anni, a Roma. Con Lei, il nipote Luigi Alfonso di Borbone, pretendente legittimista al Trono di Francia e la consorte Maria Margherita. La duchessa è stata ricevuta in udienza dal Santo Padre Benedetto XVI. (Un ringraziamento à Danielle B. per la fotografia) – dal sito noblesseetroyautes.com

 

E’ deceduta il 3 maggio, a Roma, nella sua casa di via Campitelli, S.A.R. Emanuela di Borbone nata Dampierre Ruspoli, nel 1913, nello storico Palazzo di via del Corso dei Principi Ruspoli (la madre era la principessa Vittoria). Donna Emanuela, sposata con l’infante Jaime di Borbone, pretendente legittimista al Trono di Francia, fu madre del Principe Alfonso(1989) , Grand- Mere del Principe cattolico Luigi(Luigi XX) figlio di Alfonso e della Marchesa di Villaverde, attuale pretendente legittimista al Trono di Francia. Ricordiamo con commozione e affetto una combattente la “buona battaglia” per la Tradizione. La Duchessa di Segovia fu sempre presente alle grandi manifestazioni legittimiste indette dall’ANTI 89 in Francia, in Italia e in altri Paesi d’Europa, in occasione del bicentenario dell’infausta Rivoluzione francese,  di quello del Martirio della Famiglia Reale di Francia e del genocidio vandeano. In particolare tutti i tradizionalisti monarchici la ricordano a Firenze nel novembre del 1994 alla Grande Manifestazione nel bicentenario della Vandea Martire e a Civitella del Tronto dove per due volte ha presieduto l’annuale Convegno per la Tradizione.
Il nostro pensiero deferente e le nostre preghiere vanno alle anime di Alfonso di Borbone e della Madre, la Duchessa di Segovia, la nostra fedeltà il nostro cuore a Luigi di Borbone, pretendente legittimista al Trono di Francia.


 

GALLERIA DI IMMAGINI – archivio Pucci Cipriani

(clicca sulle immagini per ingrandirle)

 

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(1)Sua Maestà l’arciduchessa d’Austria Maria Antonietta, per grazia di Dio, Regina di Francia e Navarra. Imprigionata insieme al piccolo ReLuigi Carlo appena seppe dell’avvenuto Martirio del Re innalzò in alto il bambino esclamando: “E’ morto il Re, viva il Re”.
(2)Sua Maestà Cristianissima Luigi XVI Re di Francia così scrisse nel suo testamento:”…Muoio nell’unione della nostra Santa Madre la Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana…Credo fermamente e confesso quanto è contenuto nel Simbolo ,i Comandamenti di Dio e della Chiesa, i Sacramenti ,i Misteri come la Chiesa cattolica li insegna e li ha sempre insegnati…Perdono con tutto il mio cuore coloro che si son fatti miei nemici, senza ch’io n’abbia dato loro motivo e prego Dio di perdonare ad essi…raccomando a mio Figlio, se avesse mai la disgrazia d’esser Re, di pensare che deve tutto se stesso alla felicità de’ suoi concittadini, che deve dimenticarsi d’ogni risentimento, d’ogni odio, e segnatamente a quanto a rapporto alle disgrazie, ed ai dispiaceri che provo”. Nell’allocuzione al Sacro  Collegio sul Martirio di Sua Maestà Cristianissima Luigi XVI, Re di Francia(17 giugno 1793) Papa Pio VI affermò: “Giorno di trionfo per Luigi XVI, cui Dio ha concesso sia la pazienza nelle tribolazioni, sia la vittoria nel mezzo del suo supplizio! Abbiamo la ferma fiducia che Egli abbia felicemente scambiato una corona regale sempre fragile e gigli che sarebbero presto appassiti con l’altro diadema imperituro, che gli angeli del Cielo hanno intessuto di gigli immortali”.
(3)Il “piccolo Re” Luigi Carlo, murato vivo nella prigione del Tempio. “In mezzo a tante miserie, il nostro tributo di lacrime non è stato diviso con la dovuta giustizia. A mala pena, in diversi progetti si è nominato questo Re fanciullo, questo giovane martire che ha cantato le lodi di Dio nella fornace ardente. E’ forse perché ha occupato così piccolo posto nella vita e nella nostra storia, che noi lo dimentichiamo? Ma come le sue sofferenze hanno dovuto rendere lenti i suoi giorni, e come è stato lungo il suo regno per il dolore! Mai un vecchio re, curvo sotto i fastidi del Trono, ha portato uno scettro tanto pesante…Che ne è stato di questo pupillo reale, lasciato sotto la tutela di un carnefice?… Dov’è il compagno delle avversità, il fratello dell’orfanella del Tempio? Ove potrei indirizzargli questa domanda terribile e ormai troppo nota: “Capeto, dormi? Levati!”…Egli si leva, signori ,in tutta la sua gloria celeste e vi domanda una tomba…”
(René de Chateaubriand).

 

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ANCHE IN ITALIA VIENE RICORDATO IL MARTIRIO DELLA FAMIGLIA REALE E LA GLORIOSA VANDEA ALLA PRESENZA DI S.A.R.LA DUCHESSA DI SEGOVIA
(4)A Firenze, nella Cripta dei Lorena della Imperiale Arcibasilica di San Lorenzo, davanti al sacello che ricorda Leopoldo II di Toscana, S.A.R. la Duchessa di Segovia, madre del Principe Alfonso(+1989) Duca d’Anjou e de Cadix, Capo della Casa Borbone.
(5)Il Principe Alfonso, Capo della Casa Borbone, deceduto, in seguito a un grave incidente, a 53 anni.
(6)Monseigneur le Prince Luigi, Duca d’Anjou, Capo della Casa di Borbone, figlio di Alfonso, pretendente legittimo al Trono di Francia e, per i Carlisti, anche al Trono di Spagna.
(7)Un biglietto per l’Anno di Clodoveo al Presidente dell’ANTI 89-Italia, Pucci Cipriani.

 

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(8)La Vandea insorse in armi, in nome del Trono e dell’Altare prendendo per simbolo il Sacro Cuore di Gesù, contro la Repubblica. Proprio in Vandea  fu perpetrato il primo genocidio della storia moderna. Quattrocentomila persone sterminate dall’armata rivoluzionaria in nome della libertà. Perfino alcuni generali repubblicani si indignarono di questo sterminio: “Grido contro tutti gli orrori di cui sono stato testimone-scrive il 2o settembre 1794 il Generale di Brigata Danican a Bernier- dirò e proverò quando lo si vorrà  che ho visto massacrare vecchi nel loro letto, sgozzare bambini sul seno delle madri, ghigliottinare donne incinte e anche all’indomani del parto, che ho visto bruciare immensi magazzini di grano e derrate di ogni tipo”. Del resto in Vandea si seguono gli ordini dei caporioni rivoluzionari e libertari e Saint Just affermerà tranquillamente in un rapporto del 14 agosto 1793 alla Commissione dei Mezzi Straordinari: “A Meudon si concia la pelle umana. La pelle che viene dagli uomini è di una consistenza e di una bontà superiori a quella dei camosci. Quella dei soggetti femminili è più morbida, ma presenta meno robustezza…”A Clisson il 5 aprile 1794 alcuni soldati del generale Crouzet bruciano 150 donne per estrarne grasso: “Facevamo dei buchi per terra-testimonia uno di loro-per sistemarvi delle caldaie allo scopo di raccogliere quello che colava; avevamo messo al di sopra delle sbarre di ferro e su queste le donne…poi, ancora al di sopra, vi era il fuoco …ne mandai 10 barili a Nantes. Era come grasso di mummia: serviva per gli ospedali”.
(9)Charles de Bonchamps, uno dei giovani comandanti della controrivoluzione della Divisione della Loira, nato nel 1760 viene ferito mortalmente nella battaglia di Choloet e, prima di spirare, ordina ai suoi uomini: “Perdonate i prigionieri!”…Furono così liberati cinquemila prigionieri repubblicani che, per ringraziamento, misero a ferro e fuoco un villaggio.
(10)”Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi!” fu il grido di battaglia del leggendario Henri du Vergier, Marchese de La Roche Jaquelein, Capo della Grande Armata Cattolica e Reale della Vandea, morto in combattimento il 18 ottobre 1793 a ventidue anni. Intanto continua il massacro nella Vandea :”Amico mio-scrive esultante il rappresentante del popolo Minier-ti annuncio con piacere che i briganti (i combattenti vandeani, così come “briganti” verranno chiamati dalla canaglia tricolorata risorgimentale i combattenti fedeli a Regno del Sud n.p.c.)sono proprio distrutti. Il numero di loro che ci viene portato qui da otto giorni è incalcolabile. Ne arrivano ogni momento. Poiché fucilarli è troppo, lungo e si consumano polvere e pallottole, si è presa la decisione di metterne un certo numero in grandi battelli ,condurli in mezzo al fiume a una mezza lega dalla città e là si cola a picco il battello. Questa operazione si fa ogni giorno”. Intanto ad Angers la Società Popolare, i Direttori e il Consiglio della Città non rimangono indietro ed emettono un’ordinanza “la quale prescrive che le teste di tutti i briganti morti sotto le mura di questa città saranno tagliate e disseccate per essere poimesse sulle mura. Il laboratorio della scuola di chirurgia di questa città è stato indicato per fare questo lavoro”:(Questa e le altre citazioni sono state prese da Reynald Secher: “Il GenocidioVandeano”- con la prefazione di Jean Mayer e la presentazione di Pierre Chanu- Ed Effedieffe).
(11)”Onore ai 400.000 martiri della Vandea” si legge nel manifesto affisso a Firenze per annunziare un grande Convegno sulla Vandea Martire, al quale presenzierà S.A.R Emanuela di Borbone, Duchessa di Segovia. La Mattina nella Cripta dei Lorena l’abbé Franc Quaex dell’I.C.R.S.S. celebrò la S. Messa in rito romano antico in memoria della famiglia dei Reali di Francia  e dei quattrocentomila Martiri vandeani caduti nel campo dell’onore per Dio, la Patria, il Re. Il pomeriggio della stessa giornata( sabato 4 novembre 1993)presso l’hotel Astoria, Convegno, presieduto dal Conte Neri Capponi, alla presenza di Madame, con la partecipazione di Massimo de Leonardis, Pucci Cipriani, Silvio Vitale, Massimo Viglione, Luciano Garibaldi e Riccardo Migliori .
(12)La carta geografica con le località e le battaglie della Prima Grande Guerra della Vandea.

 

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(13)A Roma S. Messa in rito romano antico nel duecentesimo anniversario del Re Luigi XVI; si notano S.A.R Donna Emanuela di Borbone Duchessa di Segovia e, alla sua destra, il Professor John Rao  della New York University, alla sua sinistra il Principe don Sforza Marescotto Ruspoli e Guglielmo Giovanelli Marconi.
(14)Marzo 1994. Convegno della Tradizione a Civitella del Tronto, presieduto da S.A.R. Emanuela di Borbone Duchessa di Segovia;  in questa foto con Massimo de Leonardis e Pucci Cipriani
(15)Il numero di “Controrivoluzione” – Organo ufficiale dell’ANTI 89, uscito  nel novembre del 1994 in occasione del bicentenario del Martirio di S.M. Cristianissima Luigi XVI Re di Francia, di S.A.R. la Regina Maria Antonietta e del piccolo Re Luigi Carlo. Il numero contiene: il Testamento di Luigi XVI, l’allocuzione al Sacro Collegio sul Martirio del Re Cristianissimo Luigi XVI di Francia, la vera storia e il Martirio del piccolo Re Luigi XVII, di Frère Hilaire de Jesus, un articolo sulla fama del Martirio per la fede cattolica di Luigi XVI Re di Francia ,di Padre Bonaventura da Gangi, o.f.m. Cappuccino, un saggio di Massimo de Leonardis su: “La Croce e la Corona: la consacrazione del sovrano nella monarchia cattolica”.
(16)Il Conte Neri Capponi presiede il Convegno dell’ANTI 89 sulla Vandea a Firenze nel bicentenario del Martirio di Luigi XVI(Novembre 1993).




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