Memorie di un’epoca – Ricordando il caso del generale Amos Spiazzi – di Luciano Garibaldi

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Memorie di un’epoca – rubrica mensile a cura di Luciano Garibaldi

biografie, eventi, grandi fatti, di quel periodo in cui storia e cronaca si toccano

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22 – giovedì 31 dicembre 2015

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RICORDANDO IL CASO DEL GENERALE AMOS SPIAZZI

Un esempio clamoroso di incapacità di gestire le leve della giustizia. Anche per i magistrati, come per i medici, è opportuno provvedere ad una copertura assicurativa per la responsabilità civile.

di Luciano Garibaldi

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zzzzspzzDa un affezionato lettore di Riscossa Cristiana, “l’Italiano”, ricevo l’esortazione a rievocare, nella mia rubrica mensile, «la drammatica e incredibile vicenda che vide per protagonista il Generale Amos Spiazzi di Corte Regia, patriota perseguitato a vita, scomparso il 4 novembre di tre anni fa». Aderisco volentieri alla richiesta anche perché il dramma di Amos Spiazzi ha rappresentato un clamoroso (e vergognoso) precedente del calvario cui è stato sottoposto Bruno Contrada, l’alto dirigente di polizia che sta scontando, alla veneranda età di 85 anni, una pena detentiva per un reato – “concorso in attività mafiose” – che ormai più nessuno, in Italia, pensa abbia mai commesso, anche perché fu condannato esclusivamente sulla base di accuse formulate da «pentiti» che in precedenza era stato proprio lui ad arrestare.

Ma veniamo ad Amos Spiazzi (Trieste 1933, Verona 2012), il Generale dell’Esercito che raccontò il suo calvario, alcuni anni or sono, in un’intervista al collega Stefano Lorenzetto, de “Il Giornale”, intervista il cui contenuto, riletto a distanza, fa letteralmente venire i brividi. Poiché era un uomo di destra (un monarchico, per la precisione), Spiazzi rappresentò per più di vent’anni un ricco boccone per quei magistrati che – coadiuvati dai servizi segreti di regime – fin dall’inizio degli Anni Settanta erano stati mobilitati alla caccia di inesistenti e inventati «golpe» allo scopo di scongiurare un’avanzata elettorale della Destra e mantenere, nel Paese, lo «status quo»: poteri formali alla DC, sostanziali agli allora comunisti.

Amos Spiazzi, «inquadrato» nel 1973, quando era colonnello di Artiglieria, nel mirino del primo dei suoi persecutori, un magistrato veneto, fu accusato di tutte le possibili ed immaginabili «trame nere»: Rosa dei Venti, golpe Borghese, Ordine Nuovo, Nar, Gladio, stragi di piazza Fontana, di piazza della Loggia, del treno Italicus, della stazione di Bologna, della questura di Milano. In 18 anni fu sottoposto a 18 processi, conclusisi con altrettante assoluzioni. Per sei anni fu rinchiuso in sette diversi penitenziari. Altri 12 anni li trascorse in libertà provvisoria. Per tutti i 18 anni della persecuzione politico-giudiziaria cui fu sottoposto, restò sospeso dal servizio e dallo stipendio. Sua madre, Angela, morì stroncata da un infarto per il dolore di vedere il figlio in galera, e a lui fu vietato di partecipare al funerale. Poco tempo dopo, uccisa da un cancro, morì anche sua moglie, Graziella, lasciando soli al mondo tre figli ancora ragazzi. «Il permesso per dare l’ultimo bacio, l’ultimo saluto, a mia moglie, la compagna della mia vita, la madre dei miei figli», rievocava Spiazzi nell’intervista, «mi fu consegnato due giorni dopo che Graziella era stata sepolta».

Sembra di leggere una pagina di Dumas, una storia dell’Ottocento, la vicenda di Jean Valjean, il conte di Montecristo. E invece è tutto vero, realtà della recente storia d’Italia. C’è da aggiungere che, a seguito di una sentenza della Corte di Giustizia europea che stabiliva il diritto di Spiazzi ad ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali, il Tribunale civile di Roma liquidò tali danni in una ragionevole cifra. Ebbene, all’epoca dell’intervista a Lorenzetto, Spiazzi quei soldi non li aveva ancora visti. Ed erano trascorsi ben otto anni dalla sentenza del Tribunale di Roma.

Non sappiamo se, nel frattempo, e ovviamente prima della morte di Spiazzi, tre anni or sono, quei soldi siano stati pagati. Ci resta comunque da formulare un auspicio. Visto che il Parlamento si mise a suo tempo sotto i piedi i risultati del referendum popolare che chiedeva la punibilità dei magistrati persecutori di Enzo Tortora e di tutti i loro simili, dovrebbe provvedere almeno a varare una legge che imponga ai magistrati la copertura assicurativa per la responsabilità civile. Così come sono obbligati a fare i medici (che, se sbagliano diagnosi o lasciano la pinza nella pancia del paziente, devono tirar fuori miliardi, sicché, per evitarlo, si garantiscono stipulando un’apposita polizza RC con una compagnia d’assicurazioni). I medici pagano di tasca propria. Per i magistrati siamo disposti a pagare noi contribuenti, che già paghiamo stipendi, pensioni, scorte, auto blu, parcheggi riservati, e generose vacanze a magistrati inquirenti e giudicanti. Sarà sempre meno che pagare i danni ai quali i mostruosi errori di certa magistratura inquirente espongono il pubblico erario. E finalmente le vittime avranno giustizia, se così si può chiamare un rimborso monetario a chi ha avuto la vita distrutta dalla incapacità o dalla superficialità di un togato.

11 commenti su “Memorie di un’epoca – Ricordando il caso del generale Amos Spiazzi – di Luciano Garibaldi”

  1. Fiorenzo Masotto

    Abbiamo avuto l’onore di conoscere il generale Spiazzi personalmente . Era una grande persona, cattolico legato alla tradizione e vittima dei luoghi comuni che riguardano le persone non politically correct. Il generale Spiazzi deve essere considerato martire di uno stato democratico solo di facciata.

    1. Più che vittima mi sembra possa essere definito “martire” e con lui tutta
      la famiglia!
      Sono indignata e quasi incredula: è possibile che tali magistrati ASSOLUTI
      DELINQUENTI, rimangano impuniti e non risarciscano le vittime?????
      BASTA, BASTA, BASTA!!!!!

  2. IL CAMERATA LETTERATO

    C’è solo una inesattezza letteraria, quando dice: “Sembra di leggere una pagina di Dumas, una storia dell’ottocento, la vicenda di Jean Valjean, il conte di Montecristo”;
    Jean Valjean è il protagonista de “I MISERABILI” di Victor Hugo e quindi non c’entra niente col “Conte di Montecristo” il cui vero nome era Edmond Dantes, inventato da Dumas.

  3. Letteralmente un’infamia della quale lo Stato Italiano si deve vergognare. Non permettiamo più, sia pure obtoto collo, il perdurare di una tale vergogna che ci disonora tutti. Ma non parliamo di democrazia, che vbisto che si fonda sulla era legge del numero è finalisticamente neutra…..
    Propongo un referendum abrogativo delle norme aberranti che consentono simili orrori.

  4. I partiti politici in Italia hanno accresciuto le cancrene esistenti e ne hanno create di nuove. La Magistratura è arrivata a questo stadio anarchico ed illegale grazie alle “pressioni” dei partiti maggiori per influenzarla. La sinistra, dopo l’attentato a Togliatti, dove l’attentatore non venne punito abbastanza, decise di conquistare il potere dentro la Magistratura, allevando molti futuri magistrati. Oggi la Magistratura da funzione si è trasformata in un potere, anzi un contropotere. Dopo tanti suoi misfatti impuniti, oggi potrebbe forse proteggerci dall’invadenza di Bruxelles essendo gigantesche vigliaccheria e stupidità dei nostri politici. Potrebbe …

  5. Questi magistrati purtroppo (per loro stessi) non possono nemmeno essere definiti nè incapaci nè superficiali come dice Lei, sig. Garibaldi, perché per distruggere la vita di un uomo onesto e servitore della Patria come il gen. Spiazzi non si può altro che essere arroganti servitori di una diabolica ideologia, quella che ancora oggi comanda nella nostra, sempre più inerme, società.
    Comunque grazie per questa rubrica che leggo sempre con tantissimo interesse. Buon 2016!

    1. Non c’è altro da aggiungere … incomprensibile soltanto che questa Magistratura regga ancora le sorti del Paese insieme alla Politica ed alla Burocrazia.
      Le tre Dittature dell’Italia nostra,

  6. cattolico triste

    Mi permetto di aggiungere al commento di Dario, che ha individuato tre dittature, una quarta: quella della RELIGIONE UMANITARIA UNIVERSALE che vede al suo vertice il V.d.R.. Tra i tanti soprusi ricordiamo il trattamento riservato ai Frati Francescani dell’Immacolata. A peste et bello libera nos Domine!

  7. Grazie Luciano,
    il Tuo Ricordo mi riempie di commozione ed al tempo stesso di rabbia per la barbarie consumatasi nei confronti del Generale Spiazzi.
    Il regime ha provato in tutti i modi ad annientare questo Patriota e, alla fine, ci ha provato perfino con la famigerata, immorale ed aberrante legge sui pentiti, una mostruosità giuridica degna di un sistema sfasciato e privo di regole.
    Tu hai sintetizzato efficacemente la barbarie consumatasi contro Spiazzi, ma se i lettori conoscessero come Te e come pochi l’immonda ed aberrante vicenda, non crederebbero alle proprie orecchie, non crederebbero ai propri occhi.
    Grazie Luciano, e sereno 2016 a Te, ai lettori di Riscossa Cristiana ed alla stessa Riscossa Cristiana autentica palestra di Libertà contro la dittatura dell’Alta Finanza dominate in europa e nel nostro paese, che ha imposto ed inserito i suoi burattini nei centri vitali del potere.
    E Sereno 2016 a Te Grande e Mitico Amos Spiazzi di Corte Regia.

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