Memorie di un’epoca – “Se votate PCI sarete scomunicati” e la Democrazia Cristiana trionfò – di Luciano Garibaldi

Memorie di un’epoca – rubrica mensile a cura di Luciano Garibaldi

biografie, eventi, grandi fatti, di quel periodo in cui storia e cronaca si toccano

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39 – lunedì 31 luglio 2017

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«SE VOTATE PCI SARETE SCOMUNICATI» E LA DEMOCRAZIA CRISTIANA TRIONFO’

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Il decreto del 1° luglio 1949 emesso dalla Congregazione del Sant’Uffizio e passato alla storia come il decreto di scomunica dei comunisti ebbe l’indubbio effetto di ridimensionare – e per sempre – le ambizioni del Partito Comunista Italiano.

di Luciano Garibaldi

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Ebbe l’indubbio effetto di ridimensionare – e per sempre – le ambizioni del Partito Comunista Italiano. Da un punto di vista rigorosamente storico, si può affermare senza ombra di dubbio che la presa del potere, in Italia, da parte degli uomini di Stalin fu evitata proprio grazie a quel provvedimento. E, in pari tempo, si dovette ad esso il mancato trionfo dell’Uomo Qualunque, surclassato dal partito, la DC, che già nel nome si definiva “cristiano”. Stiamo parlando del decreto del 1° luglio 1949 emesso dalla Congregazione del Sant’Uffizio e passato alla storia come il decreto di scomunica dei comunisti. Sono trascorsi, da allora, quasi settant’anni ed è davvero venuto il tempo di storicizzare quell’evento che rappresentò, per la strategia di conquista del potere studiata a Mosca e messa a punto a Botteghe Oscure, una sconfitta irreparabile e definitiva. Da cui l’odio mortale della sinistra – che dura tutt’ora – nei confronti del grande Pontefice, Pio XII, che aveva avallato il decreto.

Ma vediamone il testo:

«E’ stato chiesto a questa Suprema Sacra Congregazione», scrissero i Cardinali che componevano il Collegio, «se sia lecito iscriversi al partito comunista o sostenerlo; se sia lecito stampare, divulgare o leggere libri, riviste, giornali o volantini che appoggiano la dottrina o l’opera dei comunisti, o scrivere per essi; se possano essere ammessi ai Sacramenti i cristiani che consapevolmente e liberamente hanno compiuto quanto scritto nei numeri 1 e 2; se i cristiani che professano la dottrina comunista materialista e anticristiana, e soprattutto coloro che la difendono e la propagano, incorrano ipso facto nella scomunica riservata alla Sede Apostolica, in quanto apostati della fede cattolica.

«Gli Eminentissimi e Reverendissimi Padri preposti alla tutela della fede e della morale, avuto il voto dei Consultori, nella riunione plenaria del 28 giugno 1949 risposero decretando:

– negativo: infatti il comunismo è materialista e anticristiano; i capi comunisti, sebbene a volte sostengano a parole di non essere contrari alla Religione, di fatto, sia nella dottrina sia nelle azioni, si dimostrano ostili a Dio, alla vera Religione e alla Chiesa di Cristo;

– negativo: è proibito dal diritto stesso (cfr. canone 1399 del Codice di Diritto Canonico);

– negativo, secondo i normali princìpi di negare i Sacramenti a coloro che non siano ben disposti;

– affermativo.

«Il giorno 30 dello stesso mese ed anno il Santo Padre Pio XII, nella consueta udienza all’Assessore del Sant’Uffizio, ha approvato la decisione dei Padri e ha ordinato di promulgarla nel commentario ufficiale degli “Acta Apostolicae Sedis».

Sarà questa decisione di Pio XII a farne un nemico assoluto per i comunisti e i loro tirapiedi, e a indicarlo a scrittori, propagandisti e falsificatori della storia come l’obiettivo principale da colpire. Difatti, ben presto ebbe inizio la sarabanda, con la rappresentazione, al Freie Volksbühne di Berlino, dell’opera teatrale di Rolf Hochhuth «Il Vicario», dove la mancata presa di posizione ufficiale del Papa contro il nazismo veniva giudicata complicità con l’Olocausto. Ma una clamorosa smentita alla tesi sostenuta dal commediografo arrivò addirittura da Albrecht von Kessel, inserito nel dramma in quanto stretto collaboratore dell’ambasciatore tedesco in Vaticano, Ernst Von Weizsäcker, che in un’intervista dichiarò: «Hitler era uomo capace di ogni crimine. Noi tutti eravamo, senza eccezione, d’accordo su un punto: una protesta solenne di Pio XII contro la persecuzione degli ebrei avrebbe esposto lui e tutta la Curia romana al massimo pericolo e non avrebbe salvato la vita a un solo ebreo».

Come se niente fosse, alla commedia di Hochhuth fecero seguito i libri di Daniel Goldhagen «Hitler’s willige Vollstrecker» (in Italia «I volonterosi carnefici di Hitler») e di John Cornwell «Hitler’s Pope» (in Italia «Il papa di Hitler»). Dal canto suo, nel film «Amen», il regista Costa Gavras raccontò la storia di un ufficiale delle SS che avrebbe tentato invano di far sapere al Papa l’uso del Zyklon B per sterminare gli ebrei nei Lager. Avendo trovato ostacoli insormontabili nel portare a termine il suo intento, l’ufficiale si sarebbe consegnato ai francesi e sarebbe poi morto suicida. Ovviamente, la saga sinistroide (e sinistra) continua. Ci vorranno secoli per mandare in soffitta quel decreto che, comunque, ebbe un ruolo fondamentale nel preservare l’Italia dal purgatorio dell’Europa dell’Est.

Un ruolo fondamentale, nel diffondere – tra i cristiani che, ai seggi elettorali, votavano falce e martello – il fatale ripensamento, lo ebbero le diocesi locali, che diffusero e affissero migliaia di manifesti contenenti la sintesi del decreto. Celebre quello della Curia di Piacenza, sul quale poteva leggersi: «E’ peccato grave iscriversi al PC; favorirlo in qualsiasi modo, specie nel voto; leggere la stampa comunista. Quindi, non si può ricevere l’assoluzione se non si è pentiti e fermamente disposti a non commettere più gli anzidetti peccati gravi. Chi fa propaganda per il PCI è apostata della fede e scomunicato».

Furono migliaia i cristiani, specie le donne di una certa età, a farsi venire i brividi al pensiero che i loro mariti e figli potessero finire all’inferno perché leggevano «L’Unità» e votavano per Togliatti. E, alle urne, anziché mettere la crocetta sul simbolo dell’U.Q., non ebbero dubbi e votarono per la Democrazia Cristiana, il “partito dei cattolici”.

Negli anni che seguirono, la tensione si attenuò, finché, subito dopo la morte di Pio XII, tutto finì in una bolla di sapone. Artefice, il nuovo Pontefice Giovanni XXIII, il «Papa buono», così ribattezzato da quegli organi di stampa da sempre controllati dai compagnucci della parrocchietta, che sottintendevano – ovviamente – la sua contrapposizione con l’innominato ed innominabile «Papa cattivo».

7 commenti su “Memorie di un’epoca – “Se votate PCI sarete scomunicati” e la Democrazia Cristiana trionfò – di Luciano Garibaldi”

  1. Alberto Speroni

    da allora invece il “gioco sporco ” lo fanno sempre più i CATTOLICI !! quelli per intenderci che giurano sulla Costituzione mica sul Vangelo e …”..senza di noi sarebbe peggio”!

  2. adesso invece chi non vota comunista socialista progressista accoglista mundialista globalità miscuglista meticcista pontista …pappo Francesco lo scomunica, perché porco integralista fundamentalista esclusivista!!! O tempora, dove se vuoi star bene, ne devi uscir fora!

    1. Luciano Garibaldi

      E’ esatto, gentile Sergio, ma non va dimenticato che il successo dello Scudo Crociato alle elezioni del 18 aprile ’48, quando aveva raggiunto il 48,51 per cento dei voti, rischiava di venire ridimensionato da due fattori: la possibile riunificazione delle sinistre sotto il simbolo del Fronte Democratico Popolare, e l’ascesa dei monarchici e dei missini, che avrebbero sottratto voti non certo al PCI e al PSI, ma semmai alla DC. E’ dunque ormai storicamente accertato che la tenuta della DC alle elezioni del ’53 fu dovuta anche al Decreto di scomunica.

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