RIVOLTE OPERAIE NELLA GERMANIA DELL’EST – di Federico Gatti

di Federico Gatti

 

 

mdbNovembre 1948. La Commissione Economica Tedesca assume autorità amministrativa. Il 7 Ottobre 1949 viene proclamata la fondazione della Repubblica Democratica Tedesca (DDR). Il 9 Ottobre dello stesso anno l’Unione Sovietica lascia il suo quartier generale di Berlino est.

Fra il Luglio del 1950 (III congresso del Partito Socialista Unificato di Germania, SED (1)), e il Luglio 1952 (II conferenza del SED), si gettarono le basi per la costruzione di un modello socialista sovietico. Venne introdotta l’economia pianificata e il settore industriale completamente statalizzato; ma ciò che più di ogni altra cosa toccò la popolazione, portandola alla rivolta, furono le decisioni prese in campo industriale e agricolo. Infatti agli agricoltori che possedevano più di 100 ettari di terreno vennero espropriati gli appezzamenti; inoltre, in concomitanza con l’aumento dei prezzi e il razionamento del cibo attraverso i buoni alimentari, venne deciso un incremento della produttività pari al 10% che, tradotto, significava più lavoro a parità di retribuzione. Ovviamente, come era prevedibile aspettarsi, le manifestazioni di piazza non tardarono ad arrivare. Alle richieste per l’annullamento di queste norme inique si affiancarono veri e propri reclami sul versante propriamente politico. Elezioni libere, unità della Germania e il ritiro del Segretario Generale del SED, Walter Ulbricht (2).

I primi segnali di forte scontento arrivarono il 15 giugno del 1953 quando una sessantina di operai di Berlino est iniziarono uno sciopero per protestare contro l’annuncio di un taglio di stipendi in caso di un mancato aumento della produttività. Ma fu fra il 16 e il 21 Giugno che si concentrarono le manifestazioni più imponenti. Si mobilitarono più di 150 mila persone e furono coinvolti più di 700 paesi e 600 aziende agricole.

La rivolta fu risolta nel sangue. Come consuetudine nel risolvere le controversie dei suoi paesi satellite, l’URSS inviò a Berlino est circa 600 carri armati modello T-34 imponendo lo stato di emergenza in 167 distretti della DDR. Dopo aver ripreso formalmente il governo nella Repubblica Democratica Tedesca, i militari sovietici, coadiuvati dalla Volkspolizei (la polizia popolare), riuscirono in pochi giorni a reprimere la ribellione. Il prezzo pagato in vittime fu molto alto. Solo nel 1990, a riunificazione avvenuta, consultando i documenti si apprese che le vittime furono più di 100, 15 mila gli arrestati e circa 2500 i condannati ad una pena definitiva molto severa.

Secondo il giornale ufficiale del SED, il Neues Deutschland, le rivolte furono causate da provocatori nazisti inviati da Berlino Ovest. Ovviamente questa era solo propaganda in pieno periodo di denazificazione. Ma fu proprio con questa propaganda che i comunisti dell’est innalzarono qualche anno dopo uno dei simboli più vergognosi della storia europea: il muro di Berlino.

 


 

1) Partito dominante nella DDR formato nel 1946 nel settore di occupazione sovietico dalla fusione del Partito Socialista di Germania e il Partito Comunista di Germania di chiara matrice sovietica.

2) Presidente della DDR dal 1960 al 1973, membro e segretario generale del SED dal 1950 al 1971. Durante il Terzo Reich trovò rifugio in URSS per poi tornare in Germania con l’Armata Rossa nel 1945. Durante la sua presidenza venne edificato il muro di Berlino.

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