Scriptorium – Recensioni – rubrica del sabato di Cristina Siccardi

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Recensioni  –  rubrica del sabato di Cristina Siccardi

 

Eresia dell’informe. La liturgia romana e il suo nemico  –  di Martin Mosebach. Un libro per comprendere che cosa si perde se non si assiste ad una Santa Messa tridentina.

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zzscript2Nel 1812 Goethe incontrò a Karlsbad la giovane imperatrice d’Austria Maria Ludovica, l’ultima figlia di Ferdinando d’Asburgo-Este, governatore austriaco di Milano, e di Maria Beatrice d’Este, erede del ducato di Modena. Quando l’imperatrice seppe della profonda impressione che aveva esercitato su Goethe, gli trasmise «l’alta e determinata dichiarazione di volontà» che in nessuna delle sue opere letterarie, sotto una qualsiasi forma, potesse essere riconosciuta o potesse divenire oggetto di un qualche riferimento, poiché, diceva Maria Ludovica d’Austria, «le donne sono come la religione; quanto meno si parla di loro, tanto più ci guadagnano». Per comprendere tutta la bellezza e la verità di questa considerazione, occorre avere un senso profondo dell’esistenza, una coscienza delle diversità e delle complementarietà degli opposti e uno sguardo proiettato alle cose soprannaturali.

La Fede è mistero e la ricchezza della Fede sta proprio in questo. Più la Fede assume caratteri orizzontali e mondani, e più perde consistenza e interesse. Una dinamica che avviene anche nel pianeta femminile: l’immagine della donna perde fascino e attrattiva spirituale quando la si toglie dai suoi connotati ontologicamente angelicati. Dante ne era un esperto e nella donna cercava ciò che in Maria Santissima venne compiuto in sublime perfezione: «Donna, se’ tanto grande e tanto vali,/ che qual vuol grazia e a te non ricorre/ sua disianza vuol volar sanz’ali»[1].

Quando si elimina la potenza spirituale della donna, le aspettative, inscritte nell’uomo, restano deluse. Resta un senso di pungente e interno vuoto. L’esempio emblematico è il silenzio di Maria Santissima a Nazareth prima e ad Efeso dopo. Un silenzio che parla al cuore. Nel silenzio si trova Dio e si incontrano i tesori del Mistero, di cui fa parte soprattutto la Liturgia. La Litugia negli ultimi decenni è stata vivisezionata, razionalizzata, scientificizzata, a causa dell’attacco brutale e frontale che il Vetus ordo  ha subito. Una vera e propria tragedia, una violenza all’anima.

A questo proposito è interessante leggere il testo profondo e sofferto di Martin Mosebach, Eresia dell’informe. La liturgia romana e il suo nemico, edito da Cantagalli. L’autore, nel capitolo «Liturgia – La religione vissuta» scrive:

 «Forse il danno più grave della riforma della Santa Messa di Papa Paolo VI e dello sviluppo che ne è derivato, e che ha “superato” di gran lunga la riforma stessa, la perdita spirituale più grande è questa: essa ci costringe ora a parlare della liturgia. Anche chi vuole custodire la liturgia, anche chi vuole pregare nel suo spirito, anche chi resta fedele ad essa con grandissimi sacrifici, ha già perduto qualcosa di inestimabile: l’innocenza di assumerla come qualcosa dato da Dio, qualcosa donato dall’alto, dal Cielo agli uomini. Come difensori della grande liturgia santa, della liturgia romana classica, siamo tutti divenuti grandi o piccoli liturgisti. L’abbellimento scientifico, archeologico e storico della riforma ci ha costretti a confutare queste argomentazioni e dunque ad occuparci del rito e della liturgia, qualcosa che ripugna profondamente al’’uomo religioso» (p. 39).

La Rivelazione non ha svelato tutto, ha svelato l’essenziale, ma il resto è affidamento a ciò che ci sovrasta, a disegni imperscrutabili e conoscibili soltanto dopo la morte.

Martin Mosebach, nato nel 1951 e residente a Francoforte sul Meno, non è un teologo, ma un raffinato scrittore cattolico, che indaga nelle pieghe della coscienza religiosa. Egli riporta episodi veri di Fede pratica e concreta. Fra tutti citiamo il racconto legato ad una piccola e brutta cappella di Francoforte. Qui, a partire dall’indulto del 1984, veniva celebrata la Santa Messa secondo il Rito della Tradizione. L’arredo sacro era orribile. Tuttavia la Fede che si stabilì tra i fedeli era autentica. Un gruppo di donne, che avevano preso l’abitudine di pregare insieme, iniziò ad interessarsi della biancheria dell’altare. Un giorno esse chiesero agli amministratori della Cappella che cosa avvenisse dei purificatoria impiegati, ovvero di quei panni con i quali il sacerdote raccoglie dal calice le gocce di Sangue di Cristo. Fu detto loro che finivano nella lavatrice… insieme ad altro bucato. Quelle donne, alla Santa Messa successiva, portarono un sacchetto che avevano confezionato per mettervi il purificatorium utilizzato nel Rito, perché: «Questo è comunque imbevuto del sangue prezioso che non può essere versato nello scarico» (p. 42). Il fatto che in passato la Chiesa abbia prescritto che il sacerdote stesso debba prendersi cura del primo lavaggio del purificatorium e che l’acqua che ha lavato il panno sacro debba essere versata nel sacrarium  o nella terra non era a conoscenza di quelle donne di Francoforte. Tuttavia esse si opposero che il panno sporco del sangue del Salvatore venisse mischiato con il bucato profano. «“È come lavare il giaciglio del Bambino Gesù”», diceva una di loro e «Quando l’ascoltai, ne rimasi colpito. La devozione popolare diventava qui qualcosa di concreto […] Non vi è alcun dubbio che queste donne, in quella brutta cappella […] erano le donne presso il sepolcro. Esse vivevano nella continua, indubitabile, realmente vissuta presenza di Gesù. In questa presenza esse rimanevano in modo naturale, in modo conforme alla loro nascita e al loro livello culturale. La loro vita era adorazione, che si traduceva in azioni molto precise, molto pratiche: era liturgia. Osservando queste donne, compresi che esse credevano alla reale presenza di Gesù nel Sacramento dell’altare. La fede è questo: ciò che noi facciamo con naturalezza» (pp. 42-43).

Leggere Eresia dell’informe è comprendere che cosa si perde se non si assiste ad una Santa Messa tridentina.

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[1] Paradiso XXXIII, 1-21.

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Eresia dell’informe. La liturgia romana e il suo nemico – di Martin Mosebach – ed. Cantagalli  (pag. 251, € 17,90)  –  per acquisti on line inviare una mail a info@riscossacristiana.it . Per le modalità di pagamento, clicca qui

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