Scriptorium – Recensioni. Rubrica quindicinale di Cristina Siccardi

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Don Bello, Enzo Bianchi,il film di animazione Gli eroi del Natale. Tutti assieme appassionatamente per dissacrare, predicare il sincretismo, diffondere l’apostasia.

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Il mensile religioso e culturale dell’Opera Don Guanella, «La Santa Crociata in onore di San Giuseppe», ha pubblicato in questo mese di dicembre un articolo di Monsignor Tonino Bello, il Vescovo che «Famiglia cristiana» ha definito «Il sognatore di Dio che anticipò Papa Francesco» (20 aprile 2016). L’articolo riguarda la profanazione dell’immagine di Maria Santissima, di cui ieri abbiamo celebrato l’Immacolatezza. Il titolo è già preludio della dissacrazione mariana che si svilupperà nella pagina del periodico: Maria, donna gestante. Che freddezza! Sembra la titolazione di una cartella clinica. Vale la pena proseguire per comprendere quanto abbia fatto male l’inculturazione delle menzogne moderniste a molti uomini di Chiesa, di cui Monsignor Bello – che qualcuno vorrebbe pure innalzare all’onore degli altari –  è notevole esponente:

« “Rimase con lei [santa Elisabetta] circa tre mesi. Poi tornò a casa sua”. Da Nazareth era quasi scappata di corsa, senza salutare nessuno», se non parlasse della Madonna sarebbe risibile. Poi, ecco, il livellamento, l’abominio antropocentrico che tanta distruzione ha portato: «Ora bisognava scendere in pianura e affrontare i problemi terra terra a cui va incontro ogni donna in attesa. Con qualche complicazione in più. Come dirglielo a Giuseppe? E alle compagne, con cui aveva condiviso fino a poco tempo prima i suoi sogni di ragazza innamorata, come avrebbe spiegato il mistero che le era scoppiato nel grembo? Che avrebbero detto in paese?», come se la Madre di Dio fosse una donna qualunque e per di più neppure intelligente oltre che spiritualmente insipida. La Madonna, Immacolata e concepita senza peccato non è mai stata come le altre, Lei stessa lo ha detto a santa Elisabetta e al mondo intero attraverso il cantico che intonò, il Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome», queste sono le parole autobiografiche di Maria Santissima, la (Ma)Donna delle non pari opportunità, la (Ma)Donna delle certezze (fin sotto il Calvario, a differenza del primo Papa e degli altri Apostoli, ad esclusione di san Giovanni), la (Ma)Donna dei dolori, ma non delle paure terrene e non è certo l’interpretazione relativistica di Bello a mutare la realtà dei fatti. Noi crediamo alla MaDonna e non a coloro che tradiscono storia civile e storia sacra con proposizioni di questo tenore, prive di trascendenza:

«Maria non fu estranea alle tribolazioni a cui è assoggettata ogni comune gestante. Anzi, era come se si concentrassero in lei le speranze, sì, ma anche le paure di tutte le donne in attesa. Che ne sarà di questo frutto, non ancora maturo, che mi porto in seno? Gli vorrà bene la gente? Sarà contento di esistere? E quanto peserà su di me il versetto della Genesi: “Partorirai figli nel dolore”? […] Santa Maria, donna gestante, creatura dolcissima che nel tuo corpo di vergine hai offerto all’Eterno la pista d’atterraggio nel tempo, scrigno di tenerezza entro cui è venuto a rinchiudersi Colui che i cieli non riescono a contenere […]. Chi sa quante volte avrai avuto il presentimento che quella tunica, un giorno, gliela avrebbero lacerata. Ti sfiorava allora un fremito di mestizia, ma poi riprendevi a sorridere pensando che tra non molto le donne di Nazareth, venendoti a trovare dopo il parto, avrebbero detto: “Rassomiglia tutto a sua madre”». Retorica e sentimentalismo di basso livello. Bello non si solleva mai da terra, non decolla, non vola, rimane piatto piatto e si accontenta della quotidianità del mondo perché, in realtà, sempre al mondo lui pensa, abbassando il divino alla crosta terrestre, tanto da togliere ogni tipo di soprannaturalità a ciò che è divino per essenza. Molto spesso don Tonino Bello ha balbettato di Maria, ma la mariologia è un’altra cosa: uno spazio siderale lo divide sia da san Louis-Marie Grignion de Montfort che da san Massimiliano Kolbe, autori che, quando parlano di Maria Vergine lo fanno con serietà e assoluto rispetto, sapendo perfettamente che disquisire di Colei che venne scelta da Dio per essere Madre di Dio è una questione di vita o di morte per le anime.

Le storture di don Bello ricordano le pagine despiritualizzanti del sincretico Enzo Bianchi. Entrambi hanno il mondo da salvare umanamente, orizzontalmente, il Cielo, per loro, è un orpello per creduloni rimasti indietro nel tempo e di cui occorre sbarazzarsi. Bianchi è un maestro nell’allenarsi nella palestra dell’antropocentrismo, del panteismo, dell’ambientalismo, del buonismo, dell’errore conclamato. Egli giunge a fare una similitudine fra il pensiero pagano della madre terra con la Madonna, è un mago nello schiacciare la potenza divina alle cose di quaggiù: «Nelle nostre chiese di occidente […] spesso appare la statua della “Pietà”, ossia di Maria che tiene tra le braccia il figlio morto: quante donne, stando davanti a questa icona, hanno pianto e piangono il figlio morto; e quanti credenti pregano di essere accolti, alla fine della loro vita, nelle sue braccia materne, braccia di Maria madre, braccia della terra madre!

Il nostro immaginario è ricco, e Maria la Madre polarizza molti dei nostri sentimenti. Maria è Madre perché è per ognuno di noi la terra, la madre terra dalla quale siamo stati tratti e alla quale torniamo. […] Maria è terra che ha accolto la Parola, terra che ha generato il Salvatore, terra divenuta Luogo di colui che non ha luogo, terra che i cristiani cantano quale “Terra del cielo”, perché terra già trasfigurata in Dio. Maria, la Mater Virgo, è la Madre non solo di Gesù, ma anche dei credenti in lui: è lei la porzione di umanità già redenta, figura di quella “terra promessa” cui siamo chiamati, lembo di terra trapiantato in cielo. In lei è prefigurata la meta che attende ogni vivente: l’assunzione dell’umano, di tutto l’umano, in Dio». Di tutto l’umano… implicito il riferimento al peccato: conversione e pentimento, sacrificio e Croce non sono necessari perché in Croce è già andato Cristo, attraverso il quale tutti si salvano a prescindere dalle proprie idee, dai propri credi, dalle proprie colpe. Nessuno sforzo da parte dell’uomo per redimersi: Maria, alias Madre Terra, accoglie tutti in Dio.

I brani riportati sono tratti dalla Lectio magistralis che il monaco sincretico di Bose tenne a Bologna il 24 maggio 2007 e ritroviamo, pubblicata il giorno seguente sul quotidiano, oggi bergogliano, «La Repubblica».

Tutto ciò che viene umanizzato e dissacrato dai Pastori della Chiesa viene ribaltato nelle arti e nei mestieri, così si passa ad un livello inferiore, quello dell’imbestialimento, proprio come è accaduto per la “geniale” idea di Tom Sheridan, trasformata in una sceneggiatura firmata a quattro mani da Carlos Kotkin e Simon Moore per un lungometraggio prodotto dalla Sony Pictures Animation e diretto da Timothy Reckart, film d’animazione che viene proiettato nelle sale cinematografiche italiane dal 30 novembre e diretto ad pubblico di bambini e dei loro genitori (famiglie normali, divorziati risposati, adulteri, omosessuali…). Stiamo parlando de Gli eroi del Natale (titolo originale The Star), ovvero la nascita di Gesù secondo il punto di vista degli animali del presepe, un’angolazione inedita di quello che viene definito dai media «l’episodio più antico e celebre della storia cristiana». Si può ben immaginare quanto Maria sia una Maria qualsiasi, così come al suo fianco ci sia un generico Giuseppe. Tuttavia, nonostante l’evidente irrisione della Storia Sacra (penose e canzonatorie le battute di Maria e di Giuseppe) – pensate che cosa sarebbe successo se un tale lavoro fosse stato realizzato per narrare la nascita di Maometto…  – il noto sito di critica cinematografica movieplayer.it non è sufficientemente soddisfatto: «la sceneggiatura non brilla per audacia. Colpa, probabilmente, del tema che ha trattenuto gli autori dall’azzardare quanto necessario per rendere la visione adatta ad un pubblico trasversale, a differenza delle pellicole Pixar o Disney», comunque l’utenza viene rassicurata: «Sebbene il budget per la realizzazione si aggirasse intorno ai “soli” venti milioni di dollari, la pellicola, non ne risente sotto il profilo dell’animazione in CGI. L’attenzione ai dettagli, insieme ad una regia dinamica compensano lo script che, va detto, ha al suo interno messaggi educativi universali e non circoscritti alla religione cristiana. Su tutti la capacità dei genitori di capire e assecondare la natura dei propri figli, l’importanza di non arrendersi davanti agli ostacoli e l’intelligenza di non seguire il “gregge” quando la nostra strada punta in direzione opposta».

Conclusione: la responsabilità di tutto ciò non è da ricercarsi nella Sony Pictures Animation, ma nell’apostasia imperante, che si è imposta grazie ai Tonino Bello, agli Enzo Bianchi, ai Lorenzo Milani, ai Carlo Maria Martini, alla Gaudium et spes – che ha voluto amabilmente dialogare con «il pubblico trasversale» – e, in ordine di tempo, al luterano e ambientalista Papa Francesco. Grazie a loro il mondo contemporaneo si prende beffe della Sacra Famiglia e salgono in cattedra gli animali per divertire, nel grande circo luciferino, i bambini, ormai liberi da Gesù Bambino e prigionieri dei senza Dio.

11 commenti su “Scriptorium – Recensioni. Rubrica quindicinale di Cristina Siccardi”

  1. Che belle e giuste riflessioni, Dott.ssa Cristina! Della Madonna Santissima di cui non si può mai finire di cantare le lodi, è ormai di moda parlare come di una donna qualsiasi che persino partorisce coi dolori di tutte le donne, come se quel suo “parto mirabile” non significasse nulla, come se Lei, “Virgo prius ac posterius”, Lei, l’Immacolata fra tutte le donne nate e che nel mai nasceranno non si elevasse al di sopra di ogni umana creatura.
    Ma in un mondo che gira al contrario tutto ormai è possibile, persino che nei foglietti della Messa di ieri si cantassero le lodi di Lorenzo Milani, si discettasse sul “primato della coscienza” sulla base delle eresie contenute in Amoris Laetitia e si tirasse in ballo San Tommaso spiegando che “anche in una situazione oggettiva di peccato, come nel caso di una seconda unione non sacramentale ‘si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa’ (una asserzione che ormai ben conosciamo, ma che non finirà mai di scandalizzarci). Che la Madonna ci perdoni e abbia di noi pietà.

  2. Cesaremaria Glori

    Anni fa in una chiesa ( taccio per carità la località) fu eseguito un dramma natalizio di Erri De Luca, noto intellettuale di sinistra. Ascoltavo i bei canti, in parte gregoriani e in parte della tradizione popolare, e tutto poteva essere accettabile sino a quando la santa coppia di Maria e Giuseppe fa ingresso a Betlemme. Maria al’improvviso geme per le doglie del parto. Si sentono voci di donne che urlano, chi esige dell’acqua calda, chi delle fasce, chi intima a Giuseppe di uscire. Infine sento una voce rauca di donna che esclama: ecco la lacerazione è cominciata, spingi, spingi…. Mi sono alzato e sono andato via con una rabbia tale che mi sono dimenticato di segnarmi uscendo dal portale. Quelle persone, forse inconsapevoli di quel che stavano rappresentando, facevano strame dei tre dogmi mariani. Mesi dopo alcune di quelle dilettanti attrici mi chiesero perché me ne fossi andato. Spiegai loro che non potevo assistere in una Chiesa alla demolizione della Immacolatezza di Maria e a quella della sua perpetua verginità. Mi guardarono come se avessi rivelato loro una grande novità e mi confessarono di non averci pensato. Erano veramente dispiaciute quelle brave giovani donne e compresi che non era colpa loro se s’erano dimenticate quei particolari così determinanti per la fede cattolica. Diffidate dei Sinistri quando parlano di Dio e dei dogmi della nostra fede, dissi loro, perché sono abili nell’immergere nel fango tutto ciò che è sacro per farlo apparire più democratico e più vicino all’Uomo. Morale: se quelle giovani donne erano ben motivate, perché i pastori, che pure assistevano a quella rappresentazione, non erano intervenuti? Ma non tanto nel reprimere o correggere, quanto nello sconsigliare quella specie di dramma sacro in salsa modernista e luterana

  3. Giorni fa la dottoressa D’Agostino Ungaretti ci deliziava con il Suo articolo sull’ Avvento come cammino non scevro da difficoltà. Oggi la dottoressa Siccardi ci mette davanti, con la lucidità che La contraddistingue, la realtà del paganesimo professato dalla moderna società e, purtroppo, dalla neochiesa. Ringraziamo la Santa Vergine per il dono di simili donne, che brillano come la stella cometa sulla grotta di Betlemme e ci aiutano a trovare il vero Gesù. Le povere pecore smarrite dietro ai mercenari della neochiesa non hanno questa fortuna. Benedictus Deus.

  4. Ma il “monaco” citato è veramente tale? E’ un Consacrato? Non mi risulta, e se sbaglio chiedo venia. Quanto al continuo richiamo alla madre terra non se ne può più. L’errore è proprio alla radice, nel voler porre sullo stesso piano la Santa Vergine e Adamo (e quindi Eva), letteralmente “uomo plasmato dalla terra”. C’è il rifiuto del dogma, la negazione della trascendenza, la difficoltà di riconoscere l’intervento soprannaturale. La nascita di una Creatura umana senza macchia, pura, privilegiata ab origine in vista della Divina Maternità ha cambiato il corso della Storia. Se si crede in Gesù Figlio di Dio, per quanto immenso sia il Mistero, siamo chiamati ad accogliere, con Fede, l’avvenimento, la Sua Incarnazione, l’irrompere del divino nell’umano e ad accostarci con umiltà alla Verità che ci è stata rivelata. “Piena di Grazia” è stata salutata Maria dall’Arcangelo. Segno di un dono speciale, offerto e accolto in pienezza per la salvezza del genere umano. Per questa missione Ella intercede per tutti noi Suoi figli. Chiediamo il Suo aiuto, con umiltà.

    1. Albino Mettifogo

      No, posso confermare che Enzo Bianchi é un laico fatto e finito.
      Ho letto a suo tempo (ma non posso confermarlo), che quando fondò la “comunità” di Bose, l’allora vescovo di Biella, monsignor Carlo Rossi, lo interdì per via della natura “ecumenica” e non “cattolica” di detta “comunità”. In seguito riuscì a farselo togliere grazie alle amicizie di cui disponeva all’ Arcidiocesi di Torino. Da allora lui e Bose sono diventati quello che tutti conoscono. Biella (lo dico perché ci abito da tanti anni, pur non essendoci nato) é purtroppo una delle diocesi più moderniste d’ Italia. Non può quindi sorprendere che un fenomeno come Bose abbia potuto svilupparsi proprio qui. Abbiamo ancora la Regina del Monte di Oropa che ci protegge, ma per quanto ancora sarà disposta a tollerare simili insulti alla Sua purezza? Pregate per noi.
      Albino

  5. Carla D'Agostino Ungaretti

    Da più di 50 anni la cultura non fa che tentare di impadronirsi con ogni mezzo, anche illecito, dei riferimenti più puri e più alti della nostra fede (Cristo e la Sua Santa Madre, ai quali affidiamo ogni giorno le nostre vite) per trascinarli al suo più basso livello e umanizzarli anche a costo di impoverire la loro immagine, per non dire sporcarli, con gli aspetti meno nobili e più “terra – terra” della nostra condizione umana, fingendo di dimenticare che Cristo è vero Dio e vero uomo, tranne che nel peccato, e Sua Madre (Immacolata Concezione) è anch’essa senza peccato. E tutto ciò nel silenzio di chi dovrebbe urlare contro questo scempio. Ma che dobbiamo aspettarci da chi consente che nei francobolli ai piedi del Crocifisso siano rappresentati Lutero e Melantone, invece di Giovanni e della Madre di Dio? E poi dicono che il demonio non esiste …

  6. Posso confermare che le narrazioni fatte dal ragionier Bianchi (forse dottore honoris causa?) piacciono molto a persone che hanno fatto dell’ateismo un punto fermo della loro vita, se non una bandiera.
    E questo sarebbe il meno, se quelle narrazioni le portassero a un movimento che mettesse in discussione quell’ateismo incancrenito.
    Ma succede esattamente il (prevedibile) contrario.
    Ateismo confermato in pieno, con tanto di imprimatur di un ‘uomo di Chiesa’ (?!?)

  7. Matteo 27,18
    “Sapeva(Pilato) bene infatti che glielo (Gesù Cristo) avevano consegnato per invidia.”

    Quando compresi questo versetto, fu come l’avessi letto solo allora, per la prima volta. Fu come se mi si aprissero gli occhi sul fatto che il mondo invidia sempre il buono, il bello , il vero. Capii poi che questa invidia che vuole NSGC morto, non si è mai placata. E’ quella orribile forza che continua a volere, sempre di nuovo, la morte del Signore Gesù Cristo e di tutti quelli che a lui sono legati e la distruzione di tutti gli oggetti che ne richiamano la memoria. E’ l’odio inveterato di cui disse A.Manzoni. La Santissima Madre è stata tra i primissimi ad essere pesantemente calunniata. Nessuna meraviglia, ogni generazione, spinta dall’invidia cerca di distruggere il Suo onore, la Sua dignità. Bisognerebbe mettere sull’avviso la gioventù che il gioco è vecchio di 2000 anni ma, non è ma riuscito e mai ha fatto ridere nessuno. Neanche quelli che irridono alla fine ridono, la disperazione gela sulla loro bocca il primo sorgere di un riso che nasce morto già dentro loro stessi.

  8. Mah! Onestamente non capisco tanto disprezzo del corpo.
    Maria mangiava, beveva dormiva digeriva…..
    Non ha forse allattato il Bambino?
    A me pare superbia e non virtù dipingere una Maria fatta d inuvola.
    La santità è un’altra cosa.

  9. Comunque l’otto dicembre Bergoglio si è recato in piazza di Spagna a rendere omaggio a Maria e ne ha parlato molto bene in questi giorni…..Dov’è questa ostilità che voi vedete in lui nei confronti della Madonna?

    1. L’ostilità sta nell’agire in senso contrario a rispetto a quando afferma le realtà della fede. Nel caso specifico Bergoglio agisce in maniera ostile a Maria quando esalta Lutero che ha negato il suo ruolo salvifico , finanche attraverso le poste vaticane che hanno emesso un francobollo in cui Lutero ha preso il posto della Madonna ai piedi della croce.

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