a cura della Redazione di Riscossa Cristiana
con gratitudine a Comunione Tradizionale, che ci ha gentilmente fornito le note che riproduciamo.
Il 20 settembre si è tenuto a Firenze, organizzato da Comunione Tradizionale e dal Conte Neri Capponi, nel 140° anniversario della difesa della Civiltà Cristiana a Porta Pia, un convegno sul tema: “Porta Pia: una breccia nella Civiltà”. Hanno parlato lo storico Massimo Viglione, docente dell’Università Europea di Roma, e i giornalisti Domenico Del Nero e Pucci Cipriani.
L’insigne medievalista professor Franco Cardini, non potendo essere presente alla giornata in onore del Beato Pio IX, ha voluto inviare al suo discepolo professor Domenico Del Nero, uno degli oratori al Convegno, il messaggio, di grande importanza, che di seguito riproduciamo:
“Cari amici e fratelli nel Cristo, il 150° della proclamazione del regno unitario d’Italia deve essere un’occasione di riflessione critica, non di retorica celebrazione o d’isterica contestazione. E’ un dato obiettivo che l’unità d’Italia così come si realizzò, sulla base della convergenza d’interessi tra l’espansionismo politico-militare sabaudo, il cinico utilitarismo delle borghesie “moderate” e l’astratto neogiacobinismo di “democratici” disposti a sacrificare il repubblicanesimo all’unitarismo, fu causa di una quantità di sciagure per il paese: il nascere di una “questione meridionale” che forse il federalismo rosminiano o cattaneano avrebbero saggiamente potuto evitare; il terrorismo repressivo (garibaldini fucilatori di contadini, regi carabinieri e bersagliere tagliatori di teste e cacciatori di taglie con l’alibi della caccia al brigantaggio); la spoliazione dei ceti meno abbienti della penisola sotto forma di sequestro dei beni della Chiesa – i “bona, quae sunt pauperum Dei” – e della loro immissione sul “libero mercato” con lo scopo della creazione di una neoborghesia laicista, anticlericale e fedele al Trono e alle Logge massoniche che avevano legittimato il latrocinio; la risposta violenta e repressiva alla nascita della questione sociale e ai sacrosanti diritti e alle giuste aspirazioni del proletariato (la tassa sul macinato, i cannoni di Bava Beccaris); la criminale incentivazione dell’esodo dei proletari sotto forma di emigrazione pur di non attuare quel minimo di riforma agraria e di ridistribuzione della ricchezza che – pur lasciando in fondo intatto il privilegio – avrebbero consentito il libero, giusto, ordinato e pacifico sviluppo della nuova nazione. In questo quadro agghiacciante va collocato il brigantaggio internazionale costituito dall’aggressione del neoregno d’Italia allo Stato della Chiesa del settembre 1870. Ci sarebbero voluti quasi sessant’anni, e la coraggiosa e spregiudicata convergenza di volontà e di prospettive di un grande pontefice e di uno straordinario statista, per rimediare almeno in parte al “magnum latrocinium” del 20 settembre 1870. Vi ringrazio per esservi ritrovati, nel centoquarantesimo anniversario di quell’infame e sacrilega aggressione, a rendere omaggio ai martiri che offrirono la loro vita per la libertà e l’onore del Pontefice Romano e per ricordare quindi, centoquarant’anni dopo, che il Nemico è ancora il medesimo di allora: l’individualismo laicista e liberista, la bieca e cieca volontà di sopraffazione dell’uomo sull’uomo, la riduzione dell’essere umano a oggetto di sfruttamento economico e di sopraffazione capitalistica. I Nemici del Genere Umano, splendidamente individuati dal “Sillabo” e dalla “Cupiditas Rerum Novarum”, sono ancora all’opera: non solo in Europa, ma ormai in tutto il mondo. Che Dio ci dia la forza d’individuarli con lucidità, anche quando si ammantano dei colori d’una falsa e millantata fede, e di combatterli senza tregua sino alla fine dei secoli.
Franco Cardini”.