Un giorno di ordinaria persecuzione in Bucovina. Nella cosiddetta “democratica Ucraina”

Ascoltiamo dalle parole del metropolita Meletij il resoconto dell’ultima perquisizione e dei relativi abusi dei servizi segreti ucraini presso gli uffici dell’eparchia di Chernovtsy. Potremmo riportarvi decine di storie del genere, che hanno luogo quotidianamente sotto gli occhi ciechi di un Occidente idiota e connivente. Abbiamo scelto questa storia perché l’ufficio della metropolia, che vedete invaso da agenti in passamontagna nella foto qui accanto, è lo stesso ufficio nel quale 22 anni fa un certo ieromonaco Ambrogio da Torino sedeva in compagnia dello stesso padre Meletij (allora archimandrita, e segretario diocesano di vladyka Onufrij). Chissà se le tracce di quel passaggio rimangono negli archivi diocesani, e magari anche la nostra parrocchia torinese è ora “attenzionata” dalla SBU come pericoloso centro di propaganda dell’idea sovversiva del “mondo russo”: non ci dispiacerebbe trovarci in compagnia di simili “cospiratori”.
FONTE: PARROCCHIA ORTODOSSA DI TORINO

il metropolita Meletij durante le perquisizioni della SBU. Foto: Rive Gauche

Il 25 novembre, l’ufficio principale dell’eparchia di Chernovtsy-Bucovina e la cattedrale di san Nicola sono stati perquisiti dai servizi di sicurezza di Chernovtsy e Kiev. La perquisizione è iniziata alle 7 del mattino e non è terminata fino alle 19. Tuttavia, anche nel mezzo delle ricerche, intorno alle 14, le fonti della SBU hanno già pubblicato informazioni con accuse assurde contro l’eparchia, sulla base delle quali il metropolita Meletij (che serve anche come capo del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina) è stato accusato di tradimento. L’Unione dei giornalisti ortodossi ha scritto delle accuse nello stesso giorno.

Il giorno successivo, in una predica durante un servizio di culto, il metropolita Meletij ha parlato in dettaglio di quanto è accaduto quel giorno, di come ha agito la SBU e di quale sia il motivo della visita. Diamo una trascrizione delle sue parole.

Ieri è stata effettuata una perquisizione nell’eparchia e nella chiesa di san Nicola. Forse potremmo scrivere un libro a riguardo. È difficile immaginare un livello maggiore d’illegalità. A Ivano-Frankivsk abbiamo avuto un processo a porte chiuse che ha considerato il mio appello ai vescovi della ROCOR in Europa, dove chiedevo loro di non impedirci di aiutare gli ucraini che si sono trovati lontani dalla loro patria.

Era una corrispondenza privata in cui mi rivolgevo a tutti i vescovi in servizio in Europa. Non so come questa lettera sia entrata in tali mani. E sulla base di questa lettera, dove dicevo semplicemente al metropolita Antonij – noi comprendiamo la vostra situazione, cercate di comprendere anche voi la nostra – mi hanno accusato di tradimento…

Un investigatore mi ha parlato e mi ha avvertito di non dire a nessuno quello che ho visto e sentito (durante le perquisizioni, ndc). Ma “grazie” al servizio stampa della SBU, sapete tutti che ieri hanno trovato “terribili prove compromettenti” contro di me personalmente e contro la nostra Chiesa. Naturalmente, tali informazioni sono molto inquietanti e seminano dubbi. Questo è ciò a cui mira. Seminare divisioni, mostrare me come un criminale, e la nostra Chiesa colpevole di ciò che non dovrebbe fare.

Sono arrivati alle 7 del mattino, inaspettatamente e in modo molto spettacolare. Hanno sfondato tutte le porte della diocesi come se qualcuno non volesse farli entrare. Hanno violato molte regole procedurali. Sono venuti con le mitragliatrici, urlando e sbraitando. Stavo uscendo e avevano già sfondato le porte, c’erano vetri rotti dappertutto. Hanno gridato “alzatevi”, “mani in alto” e “sdraiatevi”. Sono in pigiama, dico loro: dove devo sdraiarmi, se ci sono pezzi di vetro dappertutto? Hanno risposto: “Bene, allora si alzi, tenga in alto le mani, ora vedremo cosa c’è”. Si sono precipitati in tutte le stanze ed è iniziato il caos, che è durato dalle 7 del mattino alle 7 di sera.

Poi mi hanno letto l’ordine, mi hanno avvertito e sono iniziate le ricerche. Hanno tolto i dischetti dai computer, hanno preso i miei telefoni, quelli del segretario dell’eparchia, e hanno confiscato alcuni fascicoli dall’archivio. Ma non è questo il punto.

Quando era ancora molto lontana la fine di tutta questa azione, verso mezzogiorno il mio avvocato (a cui, tra l’altro, non è stato concesso l’ingresso per un’ora) mi mostra sul suo telefono la pubblicazione del servizio stampa della SBU. Diceva che avevano già trovato “istruzioni da Mosca su come dovremmo condurre le liturgie in chiesa durante la guerra”. Hanno scritto anche altre sciocchezze, come il ritrovamento di molta letteratura antiucraina, la mia richiesta di un passaporto russo, la “mia” medaglia per la “liberazione della Crimea”.

Lo trovate ridicolo? Anch’io l’ho trovato ridicolo all’inizio. Poi si sono corretti e hanno detto che uno dei miei assistenti aveva un campione di questa medaglia sul suo computer. Ma c’erano biografie di alcuni eroi della Russia. Quale persona sana di mente potrebbe credere che nei computer dell’eparchia avremmo raccolto eroi della Russia, militari che commettono aggressioni contro il nostro paese?

Sono molto grato a voi, ai parrocchiani, alla mia famiglia, per le vostre preghiere, che ho sentito in quel momento.

Vorrei dirvi che io non ho un passaporto russo. E qui la domanda non è per me ma per la SBU. Se, come dicono, ho richiesto questo passaporto nel 2007, come potrebbero avere un documento del genere? Stanno collaborando con l’aggressore? Questo modulo di domanda non è stato compilato con la mia calligrafia. L’unica cosa che posso identificare è la mia firma e la mia faccia.

Se ci sono informazioni, infamanti e false, e probabilmente ci saranno, dovreste sapere che sono opera del servizio che dovrebbe prendersi cura della sicurezza dell’Ucraina, ma che si abbassa a fare cose così illegali.

È interessante che questo foglio che mi è stato attribuito (la richiesta di un passaporto russo, ndc), l’abbiano messo nei documenti della Clinica San Luca. Cioè documenti recenti che conosco molto bene e so cosa c’è dentro e che non avrebbe mai potuto esserci questa dichiarazione, che non so nemmeno chi l’abbia scritta.

Allo stesso modo, sono arrivati all’ufficio amministrativo, e hanno mandato una persona che per principio non poteva essere filmata (cosa che doveva essere prevista dalla procedura, ndc). Ha portato un libro e l’ha messo nell’ufficio. Poco dopo siamo entrati noi con la squadra di ricerca. Mi hanno detto: “Oh, guardi, apra l’ultima pagina”. Conoscevano già questo libro, è così logoro, immagino che se lo passino di ricerca in ricerca. Nell’ultima pagina c’è una preghiera per la Russia del patriarca Tikhon. Beh, immagino che molte persone ora preghino con quella preghiera (ironicamente, ndc). Bene, il libro è stato aggiunto ai “materiali compromettenti” allo stesso modo.

C’è un piccolo punto, che rivela l’essenza di ciò che è accaduto.

In una conversazione privata, uno di questi “uomini gentili” mi ha chiamato nel cortile e mi ha detto: “Se volete fermare questo circo e vivere in pace, passate alla Chiesa ortodossa dell’Ucraina”. Si è voltato e se ne andato. Avrei voluto mostrarvelo, registrarlo sul telefono. Ma indossava un passamontagna, e mi avevano portato via il telefono.

Naturalmente, ora non sono in grado di identificarlo. Ma quando mi faranno domande in via Shevchenko (l’ufficio della SBU a Chernovtsy, ndc), dirò che questo è un dato di fatto.

Ho visto che tra coloro che sono venuti alle ricerche c’erano dei laureati della facoltà teologica, che lavorano per la SBU.

Cosa posso dire? Voglio invitarvi tutti alla calma. Accettatela come una tentazione, che dovete solo sopportare, attraversare, scavalcare e andare avanti con le vostre vite.

Oggi la Chiesa ha celebrato la memoria del grande San Giovanni Crisostomo. Le parole chiave della sua vita sono state “Gloria a Dio per tutto”. E oggi lo ringraziamo per tutto. Per tutto ciò che Dio ci dà, sia dolce che amaro. Chiedo a tutti di pregare per me, di non ascoltare quei provocatori che cercano di dividerci, di farci sembrare diversi gli uni dagli altri. E vi chiedo di non preoccuparvi. Dio è con noi nella sua grazia e nel suo amore per gli uomini. Dio non ci abbandonerà.

Voglio sottolinearlo ancora una volta. Vi ho detto tutto questo non per macchiare il mio Paese, l’Ucraina o per mostrare l’assurdità di chi dovrebbe essere impegnato nella sua sicurezza, ma per commentare quanto si scrive a riguardo nei media.

Allo stesso tempo, vorrei ringraziare quei dipendenti dei servizi di sicurezza che ieri si sono comportati in modo corretto ed educato, che non hanno rotto finestre, rovesciato mobili o gettato oggetti. Siamo sempre aperti e disposti ad avere persone che ci visitano e monitorano le nostre attività.

Perciò preghiamo, chiediamo la grazia di Dio e rimaniamo buoni cristiani. E questa Quaresima natalizia ci aiuterà in questo.

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