L’umanesimo cristiano dei preti genovesi. Spunti da un volume e da una manifestazione – Di Peppino Orlando

Sacerdoti nella città

Di Peppino Orlando

Sacerdoti nella cittàLunedi 1 marzo, a Palazzo Ducale ,è andato in scena con dovizia di interventi e di partecipazione un pubblico elogio di due preti genovesi ,don Antonio Balletto, morto un anno prima,e don Piero Tubino,vetusto, vivente ad attivo .L’occasione era data da un volume ricco di testimonianze e riflessioni curato da due attenti ed esperti storici del movimento cattolico, Luca Rolandi e Salvatore Vento.
Se mancava il pubblico più fedele al magistero del cardinale Siri, era difficile notare assenze rilevanti nella galassia progressista e neoterica che si è venuta gonfiando nelle spire del vento ambiguo del cosiddetto “spirito del Concilio”. Nel lievito che ha gonfiato il dettato “pastorale” conciliare, a Genova è stato annoverato Don Antonio Balletto in un impasto prevalentemente culturale e don Piero Tubino in un pane meglio condiviso con i poveri sin dall’Auxilum fondato da Siri. Queste due figure del presbiterato genovese sono state accomunate per coniugare insieme, com’è ormai dogma o vezzo pregiudiziale della vulgata progressista, cultura modernista e pauperismo filantropico. Questa versione cattolica scorre ormai stancamente nelle acque limacciose cariche dei veleni gnostici delle pagine genovesi di Repubblica .Non ha resistito all’inquinamento neppure la nuova sinistra genovese vagamente democratica, fuori dal ceppo operaio della fabbriche Iri e porto, smantellati dal fondatore dell’Ulivo, e aliena dai quartieri popolari dominati dal degrado dell’immigrazione indiscriminata .E’ stata al Ducale una serata affollata, retorica, di alti elogi della cultura nuova di don Balletto e della multiforme attivismo sociale di don Tubino. Ma alla fine, pur nella varietà degli interventi, un tema emergeva come dominante e assorbente nella sua astratta vena ideologica: una ricerca di “meticciato culturale”, di “contaminazione” di cui aveva dato prova don Balletto .
Con capitali altrui, ridimensionati dalle scarse vendite, una congerie di volumi astrusi di nicchia gnostica ha procurato materiale accademico a qualche amico nelle miscele varie di cristianesimo modernista, islam e ebraismo cabalistico .Un pastone opulento di letteratura sincretistica si verniciava di vago progressismo di sinistra ,deformava la storia dignitosa della Marietti, nota per liturgia e teologia cattolica..La pausa della produzione Marietti si è poi rianimata con le prediche di stampo scalfariane sul suddetto quotidiano e saggi di varia religiosità sulle pagine della rivista “Gallo” .Questa circolo meditativo vagamente modernista era coperto dalla revisione ecclesiastica di Mons. Adamini ..Il gallo di Galleria Mazzini,nelle penombre della casa madre spirituale di Katy Canevaro, ha sempre miscelato le anime culturali delle varie sinistre genovesi dai tempi di Nando Fabro, padre Acchiappati, padre Gaggero,padre Fabbretti,clero modernista vivace contro la scuola di Siri. Lettori e divulgatori dei teologi francesi di area mounierana vivevano nell’aura spirituale antiSiri. di don Costa e don Guano, che rappresentavano Fuci e Laureati cattolici genovesi e non solo. Rimane il discrimine di una valutazione della stagione conciliare e dei suoi frutti pastorali. Ma per questa non si vedono resipiscenze a Genova ,neppure sulla linea moderata della continuità con la tradizione dogmatica perseguita da papa Benedetto XVI .
E ,per concludere mi sarei atteso chiarezza almeno su questi punti:

  1. La chiesa è una società di vita soprannaturale e non un semplice umanesimo cristiano, come etica filantropica
  2. La carità cristiana è virtù teologale e produce, nella grande storia della santità genovese da santa Caterna Fieschi a don Orione, frutti di solidarietà che hanno coinvolto le antiche famiglie cristiane di Genova in opere che sfidano i secoli.
  3. La carità soprannaturale è alimentata dalla fede ortodossa e non dal sincretismo e dall’apostasia gnostica .
  4. I preti e i parroci genovesi hanno una tradizione di fedeltà e di carità operosa nella società che è fortemente minacciata da questa cultura modernistica di penombra massonica.
  5. Le famiglie cattoliche genovesi in difficoltà di ben altra cultura hanno bisogno per sostenere fedeltà a Cristo e all’anello nuziale per il loro sacerdozio laicale, che il Concilio ha rimesso in luce, ma che è stato trascurato dal clericalismo di pura autorità umanistica, fuori dalla grazia di Cristo, unico vero sacerdote nella nostra via crucis.. di laici e di ministri vari.

Finirà la forma scismatica che perdura tra i cattolici progressisti e conservatori nell’unità soprannaturale della Chiesa una ,santa , apostolica , cattolica e romana di Pietro?

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