Mamma li crucchi. La “Totalen Krieg” del signor Scholz contro la Russia ha i soliti mandanti

Mamma li crucchi. La “Totalen Krieg” del signor Scholz nel cuore dell’Europa

È cronaca che i poteri globalisti euro-americani abbiano messo a frutto la guerra in Ucraina, prima marchiando la Russia come nemico permanente dell’Europa, poi spingendo la UE nel regno dell’emergenza dove, secondo la ben nota ricetta, il primo pezzo che si perde è la libertà. Sono state illuminanti, a questo riguardo, le notizie portate dal postino di questi poteri, il cancelliere tedesco Olaf Scholz che, trasudante europeismo da tutti i pori, ha preso la parola alla Charles University di Praga il 29 agosto annunciando “un allargamento dell’Unione europea per includere i Paesi dei Balcani occidentali, l’Ucraina, la Moldavia e, più avanti, anche la Georgia.” (1)

In altre parole: altre guerre.

La Georgia è una santabarbara pronta a esplodere, se l’occidente darà fuoco alla miccia. È stata teatro nel novembre 2003 della “rivoluzione delle rose” attuata dai filo-occidentali in conflitto con georgiani filo-russi, prima tra le “rivoluzioni colorate”, organizzate dalle Ong di Soros per conto dell’amministrazione USA, ai danni della Federazione Russa. L’esito finale fu un conflitto sul campo, nel 2008, tra Russia e Georgia. In Moldavia, nella regione della Transnizia, stazionano stabilmente distaccamenti di forze armate russe. Nei Balcani occidentali la Russia intrattiene, da sempre, stretti rapporti politici e strategici con la Serbia, nazione chiave dell’area.

Insomma Scholz annuncia lietamente, per gli anni avvenire, una “totalen krieg”, una guerra totale contro la Russia: ciascuno di questi teatri custodisce un potenziale di deflagrazione non inferiore a quello ucraino. L’Europa dovrà dunque attrezzarsi.

Scholz: “Dobbiamo rendere più flessibili i nostri processi decisionali politici, soprattutto in tempi di crisi.” (…) “ Manca uno scambio regolare a livello politico, un forum in cui noi capi di Stato e di governo dell’UE e i nostri partner europei , ci incontriamo una o due volte l’anno per discutere le questioni chiave che riguardano il nostro continente”.

Si parla quindi di una unità politica di fatto, cui seguirà una unità militare di fatto. Scholz: “L’interesse della nostra sicurezza e della nostra sovranità, in ultima analisi dipende dalle capacità di armamento europee”.

La nostra sicurezza e nientemeno che la nostra sovranità sono dunque in pericolo. Non si vede come, ma deve essere roba seria se Scholz ha annunciato a Praga quanto segue: In futuro, l’UE deve essere in grado di rispondere in modo rapido ed efficace. (…) Ciò richiede una chiara struttura di comando e controllo. (…) un vero e proprio quartier generale dell’UE. (…) Stiamo sostenendo la Slovacchia nella difesa aerea e in altri settori. Stiamo compensando la Repubblica Ceca e altri Paesi con carri armati di costruzione tedesca (…) La Germania progetterà, fin dall’inizio, la futura difesa aerea in modo tale da poter coinvolgere, se lo si desidera, i nostri vicini europei, come i polacchi, i baltici, gli olandesi, i cechi, gli slovacchi o i nostri partner scandinavi”.

Nient’altro?

In pratica la Germania si candida a una leadership militare in vista di non si capisce quale guerra, ma si capisce bene che tutto questo si tradurrà in una leadership anche politica. La Germania promette insomma di rivestire il ruolo di kapò dei poteri globalisti in Europa.

Scholz: Le regole europee possono essere cambiate in tempi brevissimi, se necessario. E anche i Trattati europei non sono incastonati nella pietra. Se insieme giungiamo alla conclusione che i Trattati devono essere modificati per far progredire l’Europa, allora dobbiamo farlo.”(…)

Laddove oggi è richiesta l’unanimità, il rischio che un singolo Paese usi il suo veto e impedisca a tutti gli altri di andare avanti, aumenta con ogni nuovo Stato membro. Ho quindi proposto una transizione graduale verso il voto a maggioranza in politica estera comune, ma anche in altri settori”

Potrei immaginare, ad esempio, di iniziare a votare a maggioranza in settori in cui è particolarmente importante parlare con una sola voce. Nella politica delle sanzioni, ad esempio, o nelle questioni relative ai diritti umani”.

In Europa, per “diritti umani” non si intende il diritto alla vita, di cui l’abortismo istituzionale ha fatto strame, né il diritto per i più poveri a una vita decorosa, che per il capitalismo globalista è un’eresia (cosa c’entrano i poveri con il “mercato”?). Si intende piuttosto, come è noto, la promozione (e dunque la propagazione) dell’omosessualità e della transessualità, strada maestra per cancellare l’etica cristiana dei nostri popoli, la vera posta in gioco dell’operazione.

In prospettiva quindi, con le nuove regole auspicate da Scholz, una votazione per maggioranza al parlamento di Strasburgo, potrebbe regalarci un DDL Zan comunitario, trasformando le scuole europee in allevamenti di omosessuali. Oppure, una votazione che sancisse il divieto di rimpatriare immigrati clandestini, trasformerebbe l’Italia (non la Germania) in una succursale dell’Africa subsahariana.

E così via. Ma che nessuno sgarri. Scholz: “Dovremmo dare alla Commissione un nuovo modo per avviare procedure di infrazione in caso di violazione di ciò che ci unisce nel profondo: i nostri valori fondamentali, sanciti da tutti noi nel Trattato UE, di dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e difesa dei diritti umani.”

Davanti a questa garrota annunciata, non sarà inutile tornare alle radici dell’europeismo, per verificare se certi processi liberticidi non fossero già scritti tra le righe.

Storia ufficiale e Storia reale

La storia della moderna unità europea si identifica con la figura del politico e filosofo austriaco Richard Kalergi, dal quale prende il nome – Premio Kalergi – l’onoreficenza per meriti europeisti. Kalergi è il padre fondatore della moderna Europa unita. Tutto ciò che è stato operato in questa direzione, dalla fine del secondo conflitto mondiale, è la conseguenza teorico-pratica della sua azione.

Richard von Coudenhove Kalergi (1894-1972), aristocratico di antica nobiltà fiamminga, lungo il corso del XX secolo è stato l’attore principale non solo nell’elaborazione teorica dell’unificazione economica e politica, ma anche dei primi passaggi operativi, con la costituzione del Mercato comune europeo. Scrive: “La mia meta è e resta uno stato federale europeo (…) con una politica estera comune, comune difesa, comune economia e valuta” (2).

Un uomo chiave dell’europeismo, insomma, al quale nel 1950 fu assegnato il “Premio Carlo Magno” nella sua prima edizione, onorificenza che da allora ha preso il suo nome. Eppure la cultura ufficiale non si è mai soffermata su di lui, anzi a malapena ne parla. Non sorprende: la sua vita e il suo pensiero, se meglio chiariti, riservano sorprese.

La sua carriera politica inizia nel 1922, anno in cui fonda l’Unione Paneuropea. Nel 1923 pubblica il libro-manifesto del movimento, “PanEuropa”, e l’anno seguente crea il Movimento Paneuropeo con i finanziamenti dei banchieri Rotschild e Warburg.

Scrive Kalergi nell’autobiografia: “Nel 1924 ricevemmo un appello telefonico del barone Louis Rothschild: un suo amico, Max Warburg di Amburgo, aveva letto il mio libro e voleva conoscerci. (…) Warburg mi offrì spontaneamente sessantamila marchi oro per dare avvio al movimento nei primi tre anni”. (3)

Cosa avevano da guadagnarci, i due banchieri? Potere. Potere in vista di un nuovo ordine mondiale a conduzione finanziaria, ciò cui mira l’odierna globalizzazione. Una strategia epocale che non poteva che partire dall’Europa. In realtà Kalergi è stato buon allievo di questa scuola di pensiero sin dall’inizio, che coniugava un europeismo ostentato con un mondialismo sottinteso. Scrive il nostro: “Se all’anarchia mondiale si vuole sostituire un’organizzazione mondiale, bisognerà innanzitutto che gli Stati si raggruppino in super-Stati” (4).

I super-Stati sono le unioni continentali, come l’attuale Unione Europea. L’unità europea era quindi vista da Kalergi come tessera di un mosaico più ampio, in un mondo globalizzato. Scrive Kalergi: L’unità europea sarà una tappa necessaria per l’unione “dell’umanità”. (5)

Che nobiltà di aspirazioni! Non troppo. Tutto questo si sarebbe realizzato, secondo le attese di Kalergi, Rotschild, Warburg e di quelli come loro, previa distruzione dell’ordine sociale cristiano. Kalergi è stato chiaro a riguardo: “Nel medioevo l’Europa… è stata dominata dalla religione asiatica di Cristo”(6). “Solo con l’emancipazione dal cristianesimo(…) l’Europa tornò in sé (7).

Sulla base di questo anticristianesimo programmatico, così attuale, Kalergi non mancò di prefigurare, per l’Europa, un altro scenario molto attuale. Nel 1925, fresco di contatto con i due generosi banchieri avvenuto l’anno prima, Kalergi pubblica a Vienna Praktischer Idealismus (Idealismo pratico), ove disegna il volto della società europea del futuro: un volto decisamente abbronzato.

Scrive Kalergi: “L’uomo del lontano futuro sarà un meticcio (…) La razza del futuro, negroide euroasiatica, simile in aspetto a quella dell’Egitto antico,rimpiazzerà la molteplicità dei popoli” (8).

Kalergi non chiarisce tale “visione”, il passaggio è completamente isolato nel testo: non è spesa una sola parola, né prima né dopo tale passaggio, per meglio chiarire un’affermazione che non ha precedenti nella storia del pensiero politico. Kalergi neppure accenna alle condizioni e passaggi che avrebbero dovuto dar forma ad questa razza “unica”. Forse attraverso migrazioni di massa ? Vi è da supporlo. Come, se no?

Par di capire che qualcuno gli avesse preannunciato futuri eventi epocali,che un giorno avrebbero avuto luogo perché qualcuno così aveva stabilito. Qual era la radice di questo pensiero fangoso, che definiva la predicazione di Gesù “religione asiatica” e salutava con aristocratico sussiego l’ “emancipazione” dell’Europa dal Cristianesimo? La radice era la massoneria, cui Kalergi si affiliò nel 1922, a Vienna. Lo apprendiamo da più fonti, massoniche e non. (9)

Vi fu rapporto tra l’appartenenza di Kalergi alla massoneria e la sua militanza europeista? Vi fu lo stesso rapporto che che corre tra la causa e l’effetto. Dalla rivista massonica austriaca “Luce”: “La Massoneria, specialmente la Massoneria austriaca, può essere eminentemente soddisfatta di avere Coudenhove-Kalergi fra i suoi membri. La Massoneria austriaca può fedelmente riportare che il Fratello Coudenhove-Kalergi combatte per le sue convinzioni Paneuropee (…) Il programma del Fratello Coudenhove-Kalergi è un lavoro Massonico di tipo finissimo, e poter lavorare insieme a lui è un compito eccelso per tutti i fratelli Muratori” (10). Kalergi era un emissario delle logge, incaricato di un lavoro preparatorio, base di successivi sviluppi che furono poi apertamenti rivendicati dalla massoneria.

Nel 1964 – Kalergi vivente – il 33° grado della massoneria Y.Marsaudon dichiarava: “Noi possiamo affermare che l’Europa massonica si farà” (11). Nel 1988, l’allora Gran Maestro Armando Corona, nel corso di un pubblico convegno tenuto a Torino: “La massoneria si pone oggi in prima linea nel processo di Unione Europea” (12).

In realtà la massoneria, lo abbiamo annotato, era ed è in prima linea soprattutto per la costituzione di un “mondo unico” del quale l’unità europea era ed è solo la premessa. Non per un caso il massone Kalergi non mancò di sottolineare, lo abbiamo visto, la sua vocazione globalista, sulla scia delle logge.

Un Gran Maestro del Grande Oriente di Francia nel 1973 dichiarava pubblicamente: “Da lungo tempo i Framassoni accarezzano un sogno. Essi vogliono anche considerare la possibilità di un Governo Mondiale” (13). Il governo che seguirebbe una globalizzazione compiuta. L’antropologa Ida Magli (atea dichiarata, si noti): “Noi non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto che (…) la libertà assoluta di mercato, la riduzione delle religioni ad un’unica generica fede in un Dio creatore, la mondializzazione dei costumi, rispondono agli ‘ideali’ e alle mete concrete di una massoneria che ha esteso e ramificato il proprio potere in numerose associazioni collaterali” (14). Tutto questo, in vista di una “progettualità” già sottintesa nell’aristocratico disprezzo del massone Kalergi per la religione cristiana.

A questo riguardo, Papa Leone XIII: “Dalle non dubbie prove che abbiamo testè ricordate, il supremo intendimento dei Frammassoni appare esser questo: distruggere da capo a fondo tutto l’ordine religioso e sociale, qual fu creato dal Cristianesimo” (15).

Un programma che si svolge quotidianamente

Serge Abad-Gallard, francese di origine spagnola, tornato alla fede cattolica dopo 23 anni di militanza massonica, è autore del libro Por qué dejé de ser masón, pubblicato nel giugno 2015, nel quale racconta il suo percorso esistenziale. Nello stesso anno, il 28 dicembre, Gallard rilasciava un’intervista della quale riportiamo alcuni passaggi (16).

D. Che relazione esiste tra la massoneria e le leggi di ingegneria sociale come l’aborto, l’eutanasia, il divorzio e il matrimonio omosessuale?

R. Le leggi che sono state promulgate dall’Assemblea Nazionale francese sono state prima pensate e formalizzate nelle logge. In particolare nella Gran Loggia di Francia, nel Grande Oriente e nel “Diritto Umano”. Di questo posso dare testimonianza, per ogni anno, in tutte le logge del “Diritto Umano” in cui sono stato massone per 23 anni.

D. Perché la massoneria appoggia questa serie di leggi contro la famiglia?

R. Promuovendo leggi contro la famiglia, mira a distruggere la Chiesa.

D. Quale è il vero potere della massoneria nella politica e nell’economia mondiale?

R. In tutto il mondo sono promulgate leggi, tra loro molto simili: aborto, divorzio, matrimonio omosessuale, eutanasia. Queste leggi sono di origine massonica.

Conclusione

La UE, ben guidata, ha sempre mostrato la volontà di cancellare il cristianesimo dalla coscienza collettiva europea. È stato illuminante, a riguardo, l’operato della Commissione, guidata da Valery Giscard d’Estaing, deputata a redigere il testo della Costituzione Europea. Come è noto, ed è questo il punto, nel testo della Costituzione non vi è il più piccolo riferimento alle radici cristiane della cultura europea, come se il Cristianesimo, nella nostra storia, fosse un elemento irrilevante.

La fonte di tanto zelo laicista si indovina, visto che, all’atto della sua elezione a presidente della Repubblica francese nel maggio 1974, Giscard d’Estaing scelse come consigliere personale Jeanne Pierre Prouteau, (17) al tempo Gran Maestro del Grande Oriente di Francia (dal 1973 al 1975). Alan Bauer, Gran Maestro del Grande Oriente di Francia dal 2000 al 2003, in un’intervista del 2002 toglieva ogni dubbio: “Se all’interno dei testi riguardanti l’Unione Europea non si pone più la questione di introdurre il concetto di eredità cristiana, questo non è un caso, perché i massoni fanno quel che c’è da fare” (18).

La lapide posta dall’antropologa Ida Magli: “Ma quale Europa democratica. È in mano a banche e massoni” (19).

Note

1) https://legrandcontinent.eu/it/2022/08/29/capire-il-discorso-di-praga-di-scholz/

2) Cfr. Richard von Coudenhove Kalergi Una vita per l’Europa, Ferro Edizioni, Milano 1965, p.366

3) Ibid., p.130

4) Richard von Coudenhove Kalergi, Pan Europa, Il Cerchio Iniziative editoriali, Rimini 2006, p. 73

5) Id.

6) Matteo Simonetti La verità sul piano Kalergi, Edizioni Radio Spada, Milano 2015, p.60

7) Id.

8) Cfr.Richard von Coudenhove Kalergi Praktischer Idealismus – Adel-Technik – Pazifismus, Wien-Leipzig Paneuropa-Verlag 1925, pp.22-23.

La citazione è tratta da Carlo Arrigo Pedretti, L’idealismo pratico di Richard N. Coudenhove – Kalergi. I fondamenti ideologici del suo piano. Edizioni Ritter, Milano 2018, p,121. con traduzione italiana del testo.

9) Fonte massonica. Daniel Ligou, membro del Grande Oriente di Francia, tra i maggiori storici della massoneria del secolo scorso, scrive di Kalergi nel suo Dictionnaire de la franc-Maçonnerie (Ed. P.U.F., Paris 1998, p.319): “Iniziato nel 1922 alla loggia Humanitas, all’Oriente di Vienna, (…) Per non intralciare gli sforzi di Coudenhove, la Gran Loggia d’Austria sospese la sua appartenenza massonica, pur restando in strette relazioni con lui e appoggiando la sua opera” (136).

Fonte non massonica In una recente edizione spagnola di Pan-Europa (133) patrocinata dall’Università di S. Paolo di Madrid, nell’Appendice dal titolo “El hombre y el movimento. Esbozo biografico de Richard Coudenhove-Kalergi” (p.191) , si legge: “Iniciado en 1922 en la logia Humanitas de Viena, que abandonò enseguida, Coudenhove guardò durante mucho tiempo relaciones con diversos ambientes masonicos de Europa entral, Francia. Inglatera y los Estados Unitos”

Trad. “Iniziato nel 1922 alla loggia Humanitas di Vienna che abbandonò in seguito, Coudenhove intrattenne per lungo tempo relazioni con diversi ambienti massonici dell’Europa centrale, Francia, Inghilterra e Stati Uniti”

Fonte non massonica. Ida Magli La dittatura europea, Bur Rizzoli, sesta ed. Milano 2015, pp. 135-136 “Di Coudenhove-Kalergi già sappiamo che apparteneva alla massoneria. Cavaliere Rosacroce, diciottesimo grado del Rito Scozzese, e che erano massoni quasi tutti i suoi collaboratori e amici più stretti”.

10) Cfr. Dieter Schwarz, Die freimaurerei Weltanschaung, Organisation und politik –Zentralverlag der NSDAP, Berlin 1938. Traduzione it. in: http://der-stuermer.com/italian/dieter_schwarz.pdf

Il passo citato a p.38 del pdf.

11) Cfr. Y. Marsaudon, L’oecumenisme vu par un franc-maçon de tradition, ed. Vitiano, Parigi 1964, p.25.

12) Dall’intervento di Corona al Convegno di Torino, 24-25 sett. 1988.

cit. in La liberazione d’Italia nell’opera della massoneria, Bastogi, Foggia 1990, p. 311. “Bastogi” è la casa editrice ufficiale del Grande Oriente d’Italia.

13) Cfr.Jacques Mitterand, La politique de franc-maçons, Roblot, Parigi 1973, p.170.

14) Ida Magli La dittatura europea, op.cit., p.194

15) Papa Leone XIII, enciclica “Humanum genus”, 20 aprile 1884

16) http://www.religionenlibertad.com/un-ex-mason-maestro-grado-14-las-leyes-contra-la-familia-46786.htm

17) Cfr. Maurice Caillet, Ero massone, EDIZIONI PIEMME 2010, p. 48.

18) Dall’intervista rilasciata al settimanale francese Le Nouvel Observateur il 12 dicembre 2002. Vedi anche “la Padania”, 22 dicembre 2002, p.12. Articolo di Mauro Bottarelli.

19)“il Giornale”, lunedì 22 novembre 2010, p.22. Titolo di testa.

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